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Autore: mercolins    19/12/2017    0 recensioni
"«Eri bellissima stasera» disse accarezzandomi i capelli, poi continuò «Odio il modo in cui guardi Zayn, non puoi essere la sua ragazza». Non mi andava di battibeccare così dissi solamente: «È semplicemente il mio migliore amico, non c'è niente di niente tra me e lui.» Ma perché gli stavo dando spiegazioni? Non erano affari suoi e nemmeno stavamo insieme. Eppure gli risposi. Gli dissi quello che speravo, in cuor mio, gli avrebbe fatto piacere sentire"
Leggere per scoprire :)
Genere: Fluff, Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Louis Tomlinson, Nuovo personaggio, Zayn Malik
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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"Caro diario,
è l'ennesima volta che sogno QUEL santissimo momento, quegli attimi che mi hanno fatto innamorare della persona sbagliata. Ma non perché è un criminale o quant'altro. È mio fratello. Fratellastro, per la precisione. Ma per essere ancora precisi, se mio padre viene a scoprire che la sua dolce figliola è innamorata da star male del figlio di sua moglie, non so cosa possa farmi.
Diario, sono mesi che vado avanti così e sinceramente non ce la faccio più. Non è bello andare a fare colazione e vedersi il proprio fratellastro davanti mentre prende il latte in tutta la sua bellezza e senza maglia che ti fa l'occhiolino. Poi manda definitivamente a puttane tutto il mio equilibrio, dico davvero. Ti pare normale che con i suoi amici deve fare il protettivo mentre a casa diventa lo stronzo di turno, che non ti si fila di pezza e che ti tratta come se fossi la sua sgualdrina? Solo perché è maggiorenne e più grande di me, di quattro anni, non vuol dire che si deve comportare così. Se poi invece osservi il modo di fare delle sue sorelle ti fermi a pensare e ti domandi: "ma davvero sono fratelli di sangue? a me non pare". Provengono da due mondi diversi ma purtroppo, per me, sono stati sfornati dalla testa "pancia".
Mi sento una ragazzina a scriverti così ma è l'unico modo per sfogarmi. Poi lui è dannatamente perfetto, diamine. Cazzo, sono le già le sei e mezza e fra un'ora e mezza dobbiamo andare a cena, tutta la famiglia più gli amici. E sai cosa significa questo? Più di quindici persone e come ben sai ODIO LA CONFUSIONE anche se con quel cretino nemmeno a casa si può stare tranquilli. Ma il fatto è che ci sono anche gli altri ragazzi con i loro genitori e sorelle e/o fratelli. Tra loro si salva solo Zayn. Che ovviamente sai chi è. Deve essere fatto santo quel ragazzo per sopportare una migliore amica come me. Va beh, senti... Io vado che mi devo andare a lavare e prima che quel citrullo mi rubi la doccia, corro. Un bacio.

Beth."


Chiusi il diario pronta a sbraitare contro quel rinco... rincretinito (?)  del mio fratellastro che mi rubò il bagno da dove era appena uscita Fizzy con un ammasso di ricci indomabili ma allo stesso tempo belli. Venne verso di me e mi chiese «Già sai cosa metterti?» «No ma penso il vestito bianco con la giacca nera, scarpe alte e coroncina di fiori tra i capelli, che sicuramente lascerò sciolti e mossi» dissi buttandomi sul letto singolo presente in quella camera (che era mia, di Lottie e Fizzy). «Ecco grazie, così mandi a quel paese la mia autostima» disse mettendo il broncio e incrociando le braccia al petto come le gemelle. «Perché dovrei? tu sei bellissima e lo sai meglio di me» le risposi accarezzandole il viso «Tu dici cosi ma a Niall non piacerò mai» imprecò sedendosi a gambe incrociate sul letto matrimoniale posto di fianco al mio. «E io non piacerò mai ad Harry!» disse Lottie entrando come una furia con tre vestiti diversi in mano. «SOS. Qui problemi di cuore.» dissi ghignando. «Tu ci ridi» mi gelò Lottie «Ragazze ma loro hanno vent'anni e voi? Voi ne avete rispettivamente 12 e 14. Non siete un po' piccoline per loro? Forse in un futuro...»  e lasciai la frase in sospeso. Fizzy, la più piccola, si convinse che era una cotta passeggera, una di quelle cotte che si prendono da piccole perché cresci a contatto con i migliori amici di tuo fratello mentre Lottie si intestardì ancora di più. Che male c'era lasciarle vivere la sua cotta? Io ci sarei sempre stata. Mentre osservavo Lottie scegliere il vestito, sentii la chiave del bagno girare, presi al volo l'accappatoio e l'intimo messo ai piedi del letto e corsi nel corridoio dove vidi Louis (ebbene sì, è lui il fratellastro rincretinito se non si era capito) passare con un asciugamano in vita; e appena lo vidi fu come un attimo, i suoi occhi incatenati ai miei e un occhiolino la cui spettatrice ero solo io. Il mio cuore perse uno, due, tre battiti e nel mentre continuavo a fissare dalla sua parte, non mi accorsi che era sparito come non mi accorsi di mio padre che uscì dalla stanza di fronte mentre smanettava con il suo nuovo smartphone e imprecava cose senza senso «BETH!» mi urlò «EH?! Eccomi sono qui, dimmi tutto» mi guardò dalla testa ai piedi, riguardò il telefono e poi di nuovo me «Sono le sette meno dieci, non credi che sia ora di prepararti? conoscendo le tue tempistiche, se cominci ora finirai in tempo» risi e dissi «Si papà, stavo andando a lavarmi in effetti» «Ecco muoviti» e mi sorpassò ma si fermò poco dopo «Ah Beth» «Si papà?» «Vestiti decentemente per favore, almeno stasera» non feci in tempo a rispondere che una voce dietro alle mie spalle lo fece al posto mio «George ma cosa ti aspetti da tua figlia? Sai che non lo farà mai» e mi cinse le spalle con un braccio. Mio padre lo guardò e poi fissò me che, con finto disgusto, tolsi il suo braccio dal mio corpo «Vedremo Tomlinson, vedremo» gli risposi dirigendomi nel bagno accompagnata dall'urlo di mio padre «BETH, PER FAVORE! MI RACCOMANDO!»
 
[...]
 
Eravamo al ristorante, molto alla mano e cibo veramente ottimo.
I camerieri con noi stavano facendo una fatica enorme. Eravamo stati divisi in due tavoli: ad un tavolo noi giovani e all'alto i grandi con le gemelline che volevano stare vicino a Jay. Io alla mia destra avevo Zayn e a sinistra avevo Fizzy che alla sua sinistra aveva Tomlinson seguito da Lottie e il destino (che ce l'aveva con me) decise che Louis, dopo l'antipasto, doveva trovarsi vicino a me perché le due sorelle volevano stare unite. Bah...
 
[...]
 
La serata passò decentemente, togliendo il fatto che Louis faceva di tutto per non farmi ridere e scherzare con gli altri. Voleva tenermi in una gabbia di vetro e cominciavo a detestarlo ancora di più. Quando salutammo tutti, io e il resto della mia famiglia salimmo nella multipla di papà, io e Louis che eravamo i più grandi ai posti in fondo, ovviamente. Dal ristorante a casa ci vollero 20/30 minuti; minuti in cui le gemelle si addormentarono, Jay e papà parlavano animatamente della serata, Lottie e Fizzy ascoltavano musica ed io ero appoggiata al finestrino guardando la strada sfrecciarmi davanti gli occhi. Sobbalzai quando sentii la mano di Louis stringere delicatamente la mia, andai in fiamme e il battito del cuore accelerò notevolmente. Non sapevo il perché di quel gesto così dolce e allo stesso tempo così inaspettato. Non mi girai a guardarlo, rimasi impassibile cercando a tutti i costi di non mostrare il rossore sulle mie guance, così continuai a guardare la strada ma rimanendo con la mano in quella posizione. «Sei stanca?» mi sussurrò in modo tale da farsi sentire solo da me «Un po'» gli risposi guardandolo. Batté la sua mano libera sulla spalla e mi invitò a poggiarmi. Lo feci e il suo profumo mi invase le narici e fui costretta a chiudere gli occhi per assaporare meglio quelle nuove sensazioni che stavano accadendo tutte insieme senza una motivazione. «Eri bellissima stasera» disse accarezzandomi i capelli poi continuò «Odio il modo in cui guardi Zayn, non puoi essere la sua ragazza». Non mi andava di battibeccare così dissi solamente «È semplicemente il mio migliore amico, non c'è niente di niente tra me e lui» Ma perché gli stavo dando spiegazioni? Non erano affari suoi e non stavamo nemmeno insieme. Eppure gli risposi. Gli dissi quello che speravo, in cuor mio, gli avrebbe fatto piacere sentire. Cullata dalle carezze di Louis tra i capelli e la macchina che sfrecciava sulla tangenziale mi addormentai.
 
[...]
 
Quando aprii gli occhi ero nella mia camera feci scorrere lo sguardo alla mia sinistra e le cifre rosse della sveglia segnavano le 2.44. Sbuffai e mi passai una mano tra i capelli ricci che mi ritrovavo per poi alzare le coperte e scoprire che avevo il vestito segno che qualcuno mi aveva portata in camera. Avevo sete così scesi in cucina dove la luce era già accesa, entrai e trovai Louis con un bicchiere in mano, gli passai vicino e gli strinsi un fianco scoperto visto che non indossava la maglia. Sobbalzò e sussurrò un «ma sei pazza?» Risi e gli passai una mano tra i capelli scompigliandoli. Non capii il perché di tutta quella confidenza nei suoi confronti, davvero, mi stava uscendo spontaneo. Infatti Louis mi chiese «Tu non eri quella che mi odiava?» mi girai con il bicchiere d'acqua e mi sedetti sull'isola della cucina, dopo aver bevuto risposi «io non ti ho mai odiato» lui si fece spazio tra le mie gambe e mi sistemò una ciocca di capelli dietro l'orecchio per poi poggiare le mani sui miei fianchi. Era tutto tremendamente sbagliato e lo sapevo, lo sapevamo. Ma io mi ostinavo ad andare fino in fondo perché erano sensazioni piacevoli, sensazioni che mi facevano stare bene. «E allora perché quegli attacchi d'ira? Quegli insulti? Quel tuo modo di essere acida ma allo stesso tempo così provocante? Quel tuo modo di rispondere che mi fa andare su tutte le furie ma che allo stesso tempo mi fa stare così fottutamente bene?» rimasi paralizzata, riuscii a rispondere solo un «Potrei chiedere lo stesso a te» lui sorrise e sapere che quel sorriso, in quel momento, era per me, mi fece sentire la ragazza più felice del mondo. Mi dicevo che ero una tipa che passava molto tempo a ragionare quindi, quella sera, decisi di staccare il cervello e di agire finalmente. Presi la sua mano che era sul mio fianco e avvicinai le sue dita alle mie labbra che baciai una per una delicatamente, senza mai togliere gli occhi da quelli di Louis. Lo amavo e di sicuro glielo avrei detto di nuovo, ma stavolta lui l’avrebbe capito: era sobrio.
 
 
Eravamo arrivati nella mia camera (dove non c'erano Lottie e Fizzy. Avevano sicuramente dormito con le gemelle quella notte o nella casa sull'albero) e continuavamo a baciarci e a scambiarci occhiate dolci che erano state represse da molto tempo. «Ti ricordi...»  e mi baciò «Quando ti baciai...» un altro bacio «Quella notte...» un altro bacio «in discoteca?» e passò a baciarmi il collo. Annuii per poi emettere un lieve gemito quando Louis mi lascio un morso giusto sotto il lobo, il mio punto debole «E ti ricordi...» salì su per la mascella «Cosa mi dicesti?» mi staccai leggermente da lui per far scivolare il mio vestito giù dalle gambe che poi scostati con il piede. «Si me lo ricordo Lou» dissi per ritornare poi sulle sue labbra, erano come delle calamite. «Dimmelo di nuovo...» disse mentre mi poggiava sul letto e sfilandosi i pantaloni. «Ti amo Louis, anche se sei il mio fratellastro. E se sarà necessario, io e te contro tutti. Te lo prometto.» ci fu silenzio, momento in cui mi persi negli occhi di Louis. «Ma tu eri ubriaco, Louis. Non desti peso alle mie parole» «Invece ti sbagli, lo ricordo. E anche bene» spalancai la bocca «Ma come è possibile?» «Beth non ero ubriaco, ho finto per baciarti. Per sentire il tuo corpo sul mio, per poter dormire con te. E ammetto che non è stata una grande idea fingere di essere ubriaco marcio, ma tu mi trattavi come se mi odiassi, come se mi volessi morto e io volevo… Volevo davvero che tu fossi mia. Ho sbagliato modo ma...» « Louis sta' un po' zitto» E lo baciai, portandolo giù con me. Facemmo l'amore, di nuovo, ma quella volta con la consapevolezza che lui era sobrio. Confessammo i nostri sentimenti e ci facemmo una promessa «E se sarà necessario, io e te contro tutti Lou» «Io e te contro tutti Beth»
E poco dopo si alzò, si rimise il pigiama e mi accarezzò il viso dove lasciò un bacio dolce sulla fronte «Bonanotte piccola, ti amo» e se ne andò. Lasciandomi nuda, sotto un lenzuolo che sapeva ancora di noi e con un sorriso che mi fece addormentare felice.
   
 
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