Daphne Greengrass.
Un’altra donna
cresciuta troppo in fretta.
Non poteva non
finire tra le mie grinfie, per la seconda volta.
Ma questa volta
solo problemi di tutti i giorni, in una cornice un po’ più ampia.
Hogwards, settimo e ultimo anno.
Perché i primini rompono,
..ma infondo tutti noi lo siamo
stati!
Mai pronunciare il nome di ‘Daphne’ invano!
Daphne
qua, Daphne la, ormai una cosa era certa, odiava il suo nome e chiunque lo pronunciasse, se solo non
si fosse trovata a Hogwards avrebbe sfilato la
bacchetta dalla tasca della divisa e avrebbe iniziato a cruciare
la gente, purtroppo per lei, il crucio rientrava
nella categoria ‘magie vietate’ che
ti assicuravano un invito di sola andata per Azkaban,
dopo una bella umiliazione al Wizengarden per essere
puntigliosi.
Non era bastato
lo stemma verde argento stampato sulla divisa o lo sguardo da seproviavenirequitispezzoindue e neppure il titolo di
regina delle Serpi a tenere lontani quei dannatissimi primini
dall’aria tutta eccitata e curiosa che non facevano altro che cacciarsi nei
casini, no, non gli bastava sapere che quando il tuo labbro superiore tremava
leggermente voleva dire che stavi per avere un attacco d’ira, loro erano così
dannatamente stupidi da non capirlo, continuavano a ronzarti intorno come tante
fastidiose mosche in cerca di sapere tutto il possibile su come tenere alto il
nome della famiglia, perché logicamente per ogni serpe verde non bastava essere
smistato nella casa giusta, ma in periodo di guerra come quello bisognava assumere
tecniche e comportamento adatto, e sembrava proprio che il modello da seguire
era stato decretato in lei.
Il desiderio di
sbottonare la leggera camicia di seta bianca e di mostrare l’avambraccio a
quelle dannatissime piattole sembrava aumentare a ogni ‘Daphne’ pronunciato da
chicchessia, almeno in quel modo si sarebbero ammutoliti, avrebbero avuto la
risposta ai loro come?quando?perché? e si sarebbero
dissolti, finalmente intimoriti.
La cosa più
stressante è che si trovavano ovunque, logicamente la sala comune era
disseminata da ragazzini petulanti ma sembrava che la stessa cosa valesse per
ogni parte del castello, molto probabilmente il ’97 doveva essere stato un anno
fertile per le coppie di maghi dell’intera Gran Bretagna. Non poteva più
neppure recarsi in sala grande senza essere accerchiata da due o tre ragazzine
che la seguivano per tutta la camminata come le damigelle seguono le spose il
giorno delle nozze, ma non era finito qui, sembrava che le regole essenziali
per la sopravvivenza nella casa verde argento fossero andate dimenticate, la
gerarchia del tavolo sembrava essere del tutto surclassata, i primini avevano pure avuto il coraggio, o la stupidità di
usurpare i posti della corte delle serpi tali Zabini
e Malfoy e forse quella era stata la prima volta che le scintille verde argento si erano accese nella sala grande
sotto gli occhi ammutoliti delle altre tavole.
Daphne non aveva mai sopportato i bambini, o le
bambine, o forse per essere puntigliosi Daphne
aveva un limite di sopportazione assai basso verso chiunque, in tutta Hogwards solo poche persone rientravano nell’albo dei
sopportabili di Daphne Greengrass
ed erano facilmente elencabili sulle dita di una mano: Draco,
Baise, Theodore, Millicent e a intervalli regolari alle volte entrava anche
il nome di Pansy; tradotto se non eri nella lista
dell’albo la possibilità di infastidire Daphne Greengrass erano assai alte, se poi si parlava di un branco
di primini appena svezzati la cosa diventava tragica.
Lo stesso giorno
che aveva ricevuto la lettera di Hogwards che la
decretava come caposcuola il suo senso empatico aveva fatto una smorfia di
pieno disprezzo e da lì erano iniziati i guai, o meglio la silenziosa tortura
che era iniziata meno di una settimana fa quando il sudicio straccetto parlante
aveva augurato un buon anno scolastico a tutti, pur sapendo che per molti di
loro non sarebbe stata così.
Logicamente
l’assenza di mezzosangue l’aveva sollevata, e se poi si metteva l’assenza del
dannatissimo trio dei miracoli le cose sembravano andare da favola, ma
logicamente aveva cantato vittoria troppo presto, le cose dentro Hogwards erano cambiate nettamente, e non solo per quanto
riguardava la fauna ora vivamente selezionata, ma per quanto riguardava il
comportamento.
Essere a capo di
una casa voleva dire rispondere personalmente di quello che i membri facevano,
ma da quell’anno le cose erano diverse, non aveva Albus
Silente a cui far rapporto ma a Severus Piton, alias un mangia morte, tutto questo
significava semplicemente che ogni sua azione sarebbe stata tenuta nettamente
sotto controllo e qualsiasi comportamento inadatto sarebbe stato riferito a lui, e Daphne
e di gente morta ne aveva vista molta e per i più futili motivi, quindi non le
restava altro che obbedire in pieno silenzio e sopportare.
In sette anni
che studiava in quelle mura da che mente ricordava non era mai entrata nella
biblioteca del castello, forse era passata al bancone a farsi consegnare
qualche libro, al massimo, ma non si era mai addentrata oltre, e ora sembrava
essere diventato il suo posto preferito, silenzioso e assai improbabile per
cercarla il posto adatto insomma per rimettere le idee apposto e concentrarsi
su quello che lei definiva noioso pacchetto scolastico, ossia svolgere le
lezioni della giornata, almeno lì non ci sarebbero stati primini
pronti a adularla e imitarla.
Draco e Blaise erano
fortunati rispetto a lei, loro erano maschi e avevano il quiddich
a cui pensare, quindi gli bastava infilarsi a
cavallo di un manico di scopa e librarsi in volo per eliminare eventuali
scocciature bipedi senza ali, e poi chissà perché il loro essere maschi
comprendeva anche un che di timoroso nel tartassare di domande, bastava un
secco no di Draco per esempio a fare girare i tacchi alla marmaglia,
cosa che con lei no funzionava affatto, forse, avrebbe dovuto farsi dare
qualche lezioncina da Draco, anche se dubitava che
lui avesse potuto insegnarli qualcosa che non fosse pozioni o un corso
accelerato di autostima sotto le lenzuola.
Seconda Daphne Greengrass insomma la
situazione a Hogwards era inaccettabile.
Se non fosse
stato per quel dannatissimo marchio sul braccio avrebbe preso fagotti e si
sarebbe trasferita, magari lontano, magari tra le montagne, insieme ai reietti,
o forse più provabile sarebbe andata in Bulgaria, da sua sorella, almeno in
quel modo avrebbe avuto compagnia, anche se definirsi sola non era proprio
adatto.
Alzò la testa
dal vecchio tomo che teneva sulle ginocchia, era scappata in giardino per
trovare pace, ma ancora una volta si era sbagliata, sbuffò sonoramente facendo alzare
il ciuffo color del grano dalla fronte e si concentrò su quel paio di occhi a
palla che la guardavano sognanti.
Stuart Manzert, occhi blu come il mare, capello corto moro sempre
spettinato e sguardo da chi la sa lunga la fissava nuovamente, sarebbe stato un
bel ragazzo se solo non fosse stato un primino, ma
solo se avesse eliminato quel suo tratto di carattere che lo faceva apparire
come un tipo ossessivo - compulsivo, ma Daphne lo
sapeva, doveva sopportare, per il
bene suo e di Merlino, purtroppo Stuart aveva visto bene di non nascere in una
famiglia qualunque, ma in una purosangue che per lo più appoggiava la causa, quindi intoccabile.
<< cosa
vuoi Stuart? >> domandò per poi posare gli occhi sul suo tomo, molto più
interessante, affascinante e soprattutto molto meno stressante del primino. Avrebbe letto miliardi di tomi come quello
piuttosto di dover sopportare la solita recitina del primino sprovveduto e bisognoso di una
mentore
<< passavo
di qui >> soffiò il primino, Daphne non riuscì a trattenere una smorfia di dispiacere,
chissà perché ogni cantilena iniziava sempre nello stesso modo: passavo di qui,guarda
chi si vede,. Oh,che sorpresa!
Poteva vedere il
fastidioso ciondolare del ragazzo sulla gamba destra, segno di nervosismo,segno inoltre che il piacevole incontro non si sarebbe
concluso così facilmente, sospirò, tra i disperato e il rassegnato e chiuse con
uno schiocco il libro,e inevitabilmente
una nuvoletta di polvere si alzò nell’aria, facendole strizzare il naso, ecco perché odiava la biblioteca, alzò
lo sguardo e si concentrò sul ragazzino.
<< volevi
dirmi qualcosa Stuart? >> il ragazzino sussultò colto alla sprovvista
avvampando per l’imbarazzo e iniziò a fissarsi i piedi rivestiti di pelle di
drago cercando di infondersi coraggio.
Daphne portò gli occhi al cielo, esasperata
conscia che la cosa sarebbe andata per le lunghe.
Il primino si schiarì la voce e diede ripetutamente qualche
battito di ciglia, come accecato, poi alzò lo sguardo titubante e cercò
l’azzurro mare delle caposcuola, avvampò maggiormente.
<< ecco..io…mi chiedevo se potevi aiutarmi in una cosa >>
esclamò tutto d’un fiato diventando tonalità del pomodoro.
Daphne alzò un sopraciglio, corrugò la fronte e
si diede mentalmente della ‘deficiente’ per no aver rifiutato il ruolo da caposcuola.
<< spara
>> sbottò spiccia la ragazza alzandosi elegantemente in piedi e ponendo
il tomo sottobraccio
Stuart fu
costretto a portare il nasino all’insù per vedere il viso della caposcuola che
altezzosa aveva iniziato la sua marcia verso il portone della scuola, facendolo
trotterellare al suo fianco.
<< si
tratta di storia della magia…non credo di aver capito bene quello che il
vecchio Rufus ha detto..e
insomma, visto che tu…bè insomma..visto che tu queste
cose le hai già..hem…fatte..potevi aiutarmi…e magari
spiegarmi… >> balbettò incerto per poi concentrarsi sul profilo della
caposcuola
Daphne gli lanciò un’occhiata omicida, ma lui
non sembrò percepirla, anzi rispose con un sorrisetto imbarazzato, sul suo viso
apparve una smorfia e la voglia di cruciare chiunque
gli passasse a tiro crebbe maggiormente.
‘Panta Rei Daphne…Pante Re*i…’ si ripeté mentalmente
Inspirò una dose
massiccia di aria per riempire i polmoni e permettere al suo corpo di calmarsi,
ma il risultato non fu dei migliori, infatti la sua
voce si rivelò tremula e al limite dell’isterico.
<< cosa ti
fa pensare che io sia la persona giusta? >> soffiò
Il primino sobbalzò e fissò convulsamente l’erba del parco che
scorreva sotto i suoi piedi avvampando ulteriormente e iniziò a mordicchiarsi
il labbro inferiore, con foga mentre la sua mente sembrava valutare le più
sfrenate risposte e le più assurde congetture.
<< niente
>> sbottò alla fine colpevole e deluso
Daphne roteò gli occhi ma tastò la scappatoia
al momento opportuno
<<
infatti, io ero una frana in Storia della Magia >> cantilenò soddisfatta
della sua piccola bugia, da quel che ne sapeva le cartelle scolastiche di ogni
singolo studente erano ben protette da occhi indiscreti
<< ma hai
avuto ottimi risultati ai GUFO e quello rientrava nel programma
>> protestò saettando luce dagli occhi
Daphne rabbrividì, Stuart Manzert
era scaltro come una volpe e fastidioso come un erpes.
<< ti dico
che in storia della magia ero una schiappa >> sbottò la caposcuola messa
alle strette, nuovamente, da un dannatissimo primino
<< ma sei
stata una delle migliori ai Gufo! >> cinguettò il ragazzino
In qualunque
altra occasione, se quelle parole fossero uscite da qualunque altra persona Daphne si sarebbe illuminata, avrebbe annuito vistosamente
e avrebbe portato l’indice in aria in segno di vittoria, ma quello decisamente
no era il momento giusto.
Daphne sospirò affranta, togliersi venti primini dalle calcagna era più facile che togliersene uno
solo.
<< credo
di conoscere i miei voti >> spiegò spiaccia
Stuart trasalì
ma non si fece abbattere e continuò la sua battaglia a arma tratta.
<< si ma…>> iniziò soave
Daphne accelerò il passo decisa a intanarsi il prima possibile nella sua stanza, sperando lì di non
trovarci essere vivente che non fosse il suo gufo.
<< Daphne…Daphne… Daphne… >> continuò a chiamarla il ragazzino mentre
le correva dietro
Daphne si issò sul primo gradino del portone
dell’entrata per poi fare uan piroetta e girarsi
verso il suo interlocutore in miniatura pronta a fargli una ramanzina ma rimase
bloccata a mezz’aria con la bocca aperta a guardare la scena.
Stuart Manzert, il primino rompiscatole
per eccellenza era fermo a pochi metri di distanza che guardava un ragazzo più
grande che gli teneva una mano sulla spalla.
<< Stuart,
Stuart…ma non te l’ha insegnato la mamma? >> cantilenò con un ghigno
sulle labbra, Stuart lo guardava sorpreso e lusingato per il fatto che
conoscesse il suo nome ma non rispose alla domanda, eticchettandola
logicamente come retorica.
Blaise Zabini, ancora
con la divisa da Quidditch addosso e la scopa in
spalla alzò lo sguardo per posarsi sugli occhi azzurri increduli della
caposcuola che lo fissava incuriosito con un sopraciglio alzato.
Blaise sorrise, poi il suo ghigno si allargò.
<< mai
pronunciare il nome di Daphne
invano >> cantilenò soddisfatto
Stuart aggrottò la fronte confuso, Daphne rimase
interdetta per un attimo, poi si rilassò e si concesse un breve sorriso.
Zabini lasciò la spalla del primino
e con pochi passi raggiunse la caposcuola che lo guardava confuso, le cinse la
vita con un braccio facendola sussultare e poi si rivolse nuovamente al primino.
<< Daphne dà già ripetizioni
a me..non credo abbia il tempo sufficiente per aiutare
anche te…puoi sempre chiedere a Malfoy, lui era un
asso in tutto! >> esclamò ghignando Blaise
mentre aumentava la stretta sulla vita della ragazza e insieme entrava nel
castello ghignando soddisfatto.
* Panta Rei: tutto scorre, è greco!
N/A
Ormai è inutile
che mento a me stessa, non ho una categoria fissa!
Ma nonostante tutto le mie fiction su HP sono quelle di minor successo, ma
che adoro di più!
Chi capisce
questa cosa è bravo! Magari poi me la spiega!
Un’altra fiction
su Daphne, personaggio appena accennato ma che mi
piace da morire, in lei vedo un che di Narcissa Malfoy solo più giovane, ma alla fine i problemi sono gli
stessi!
Quindi ecco il
mio delirio compiuto e anche questa volta non poteva mancare Blaise, il principe azzurro per antonomasia!
Recensioni
graditissimissime!