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Autore: Tinucha    24/12/2017    2 recensioni
Martina ha solo diciannove anni, ma un passato tormentato alle spalle. Un giorno, appena sbarcata a Buenos Aires conosce un ragazzo, quello stesso ragazzo che le scombussolerà la vita e non le bacerà solo la pelle come tutti gli altri, ma anche l'anima.
Genere: Drammatico, Erotico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Jorge Blanco, Martina Stoessel
Note: nessuna | Avvertimenti: Contenuti forti, Tematiche delicate
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Corro a perdifiato lanciando alle mie spalle tutto ciò che mi capita fra le mani, è sempre più vicino, con quel suo dannato sguardo pieno di rabbia, un passo, due passi, sono in cima alle scale, ma proprio ad un passo dalla libertà ecco che mi sento afferrare per la caviglia. Le sue labbra viscide fra i miei capelli. «Stavolta mi hai proprio fatto arrabbiare, piccola Martina.»

Mi contorco fra le coperte, affondando le grida nel cuscino, la sveglia sul comodino suona indisturbata, sono già le nove. Rimango ferma per qualche minuto, prendendomi il tempo di riassimilare la realtà, sono ancora in Inghilterra, fra due ore dovrò prendere un aereo e quel dannato giorno è oramai lontano da me. Sono passati tre anni, ma sento ancora il suo profumo addosso, come la vernice fresca, solo che quella non fa paura né male. Ripeto meccanicamente i gesti di ogni mattina, piedi a terra, bagno, doccia. L'acqua calda scivola sulla pelle, portando via con se ogni amaro ricordo, e solo così la vita sembra diversa, meno spietata forse. Mi vesto di fretta e furia, ho ancora troppe cose in sospeso in questa città. Di sotto la zia è già ai fornelli, sta cucinando frittele come avrei immaginato, quando lo fa significa che è triste. «Buongiorno.» Sorrido, arrivando alle sue spalle e baciandole una guancia. «Oh, buongiorno, tesoro.» Cerca penosamente di sorridere anche lei, ma due occhiaie le incorniciano il viso perfetto, ha trentadue anni, ma sembra molto più giovane di me. «Sei pronta a partire?» Domanda, spegnendo il fuoco e voltandosi a guardarmi mentre si pulisce le mani con uno strofinaccio. «Zia..ne abbiamo parlato mille volte, starò benissimo, ho preso casa con delle ragazze, andrò all'università e prometto di non fare pazzie, ti chiamerò ogni giorno e staremo al telefono per ore e poi verrò qui ogni volta che potrò.» Le poso le mani sulle braccia, guardandola fermamente negli occhi. «Va tutto bene, devi solo rilassarti e fidarti di me.» 
Si passa una mano fra i capelli, sospirando rumorosamente. «Lo so, io mi fido di te, è solo che sono tre anni che viviamo insieme e non ci siamo mai separate, sei pronta a..questo?» Scoppio dolcemente in una risata, annuendo sicura. «A me sembri tu quella non pronta.» Le faccio notare, vedendola imbronciarsi e afferrare il piatto con la colazione. «Sei così cattiva che non assaggerai nemmeno una delle mie frittelle.» Afferma, facendo sì che la mia risata aumenti. «Certo, certo.»



«Passaporto?» «Preso.» «Biglietto aereo?» «Preso.» «Calmanti?» «Presi anche quelli.» «Okay, ora ascoltami, non parlare con gli sconosciuti, non accettare passaggi e soprattutto..» «..non accettare caramelle. Allora, io non avrò a che fare con gli sconosciuti ma tu mi prometti che appena salgo su quell'aereo invece di disperarti, te ne vai in giro a fare spese e a mangiare dolcetti alla crema, quando torno voglio delle novità, mh?» Le sorrido, avvertendo una donna all'altoparlante annunciare la (a breve) partenza del mio volo. Zia annuisce, stringendomi forte e facendomi respirare la libertà. Le devo tutto, mi ha salvato la vita, mi ha accolta e curata come se fossi stata sua figlia, mi ha ridato quel sorriso che mi era stato strappato via brutalmente. «Ti voglio bene.» Affermiamo all'unisono prima di separarci e guardarci andare via, camminiamo entrambe all'indietro, continuando a sorriderci e già mancandoci, probabilmente. Salgo in aereo, afferrando l'mp3 dal taschino della borsa, mi infilo le auricolari e senza più prestare attenzione al mondo cado in un sonno profondo di bambini, fatto di zucchero filato, nutella, e..amore.




«Signorina..siamo arrivati, deve scendere.» Una mano mi smuove piano, facendomi sobbalzare e scostare all'istante. Immediata riconosco l'hostess che mi ha accolta poche ore prima e sbatto le palpebre. «Oh, sì, certo, mi scusi.» Balbetto, sfilandomi le auricolari e sbarcando all'aeroporto di Buenos Aires non prima di aver preso tutte le mie cose. Ci vuole almeno un'ora a recuperare le valigie e a tranquillizzare la zia al telefono, armandomi di forza di volontà afferro la valigia super pesante e il trolley, camminando spedita verso l'uscita, ma prima ancora che possa accorgermene vedo qualcuno sfrecciare dinanzi a me. 
È un ragazzo, indossa pantaloni scuri e un giubbotto di pelle, un agente lo insegue, respirando affannato e provando a recuperarlo, fallendo miseramente. «Fermo, ragazzaccio!» Grida, mentre lui si fa largo tra la gente ridendo e ripetendo la strada di poco prima quando l'uomo è a un passo dal prenderlo.
«Forza, agente Mason, uno sforzo e sono tutto suo.» La voce rauca del ragazzo risuona poco distante da me, sono imbambolata davanti alle porte che prendono ad aprirsi e chiudersi ripetutamente. Solo in quel momento mi accorgo che il ragazzo ha tra le mani un libro e lo tiene stretto a se mentre continua a correre, a quel punto, finalmente, le mie gambe decidono di tornare a muoversi e superare l'uscita. Bastano pochi secondi all'arrivo di un taxi, ma poco prima che io salga sento qualcuno scostarmi senza violenza e salire, intimando divertito, l'uomo ad avanzare. Finalmente si volta a guardarmi e facendomi un occhiolino, mi sorride. «Scusami, gattina, ma rischio la galera per colpa di uno sbirro impiccione.» 
Schiudo le labbra quando l'auto gialla parte.
Sono a terra.
Per colpa di un ragazzo che mi ha anche chiamata gattina.
Stronzo.
Spera che io non ti riveda.








Holaaaaaaaaaa
Eh sì, ero sparita già da un po' da efp a causa di alcuni problemi telefonici *si imbroncia, sbattendo il cellulare contro la finestra*. Alcune di voi aspettano ancora il continuo dell'altra storia che su Wattpad ho già finito *si ripara dai pomodori* , ma questa storia mi è appena saltata in mente e come molte di voi sanno, quando ho un'idea del genere, devo metterla in atto o rischio di scoppiare. Probabilmente non la guarderete neanche, però spero che chi la leggerà possa interessarsene, sarà incentrata su un tema abbastanza delicato, non so se ne sono all'altezza però voglio provarci, spero di emozionarvi.
Grazie a chi la leggerà e soprattutto a chi la recensirà, vorrei tanto avere un vostro parere.
Bacioni, la vostra Tinucha che per vostra sfortuna è tornata^-^.
   
 
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