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Autore: Fandoms_Are_Life    24/12/2017    3 recensioni
Era ad un passo dal realizzare il suo nuovo mondo, mentre adesso c’è solo la morte ad attenderlo.
Nuovo mondo?
Oh, se ne avesse la forza scoppierebbe a ridere di fronte a quell’obiettivo utopistico che si è posto lui stesso.
{Light!Centric ~ death!fiction ~ angst, introspettivo}
Genere: Angst, Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Light/Raito
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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È finita.
È questo che pensa Light Yagami mentre si accascia sulle scale di un edificio fatiscente, col respiro spezzato e irregolare e il sangue che fuoriesce copiosamente dalle ferite infertegli da Matsuda.
Non si è dimenticato della promessa di Ryuk: sa che, molto probabilmente, gli rimangono ancora quaranta secondi da vivere, e non può fare a meno di rimpiangere il modo in cui si è concluso tutto. Era ad un passo dal realizzare il suo nuovo mondo, mentre adesso c’è solo la morte ad attenderlo.
Nuovo mondo?
Oh, se ne avesse la forza scoppierebbe a ridere di fronte a quell’obiettivo utopistico che si è posto lui stesso. Sì, in fondo al cuore aveva sempre saputo che non ce l’avrebbe mai fatta a realizzare un universo perfetto, privo di malvagità.
Il mondo è pieno di cose che non vanno come vorremmo. Più a lungo si vive, più ci si accorge che la realtà è fatta solo di dolore, sofferenza e vuoto. Ovunque ci sia una luce, c’è anche un’ombra. Finché esisterà il concetto di “vincente”, ci sarà anche quello di “perdente”. L’egoistico desiderio di mantenere la pace scatena le guerre. E nasce l’odio per proteggere l’amore.*
Avrebbe potuto fermarsi in tempo. Avrebbe potuto decidere di rinunciare a quel suo folle progetto, all’assurda bramosia di diventare un dio, ma quel quaderno… quel quaderno lo aveva sottoposto a una prova che non aveva superato: era stato come folgorato dall’improvvisa comparsa di un oggetto in grado di realizzare il suo più grande desiderio da esserne accecato. Non era riuscito a sottrarsi a quella malia, facendosi irretire da un incantesimo, perché altri non poteva essere. Il Death Note era uno strumento magico in ogni senso negativo del termine.
Come in un flash, Light rivede tutta la sofferenza che ha causato scrivendo nomi su quelle pagine un tempo bianche e immacolate, contaminandole con inchiostro nero trasformatosi poi in sangue di innocenti. Chi era lui per decidere chi meritava di vivere o morire? Un dio? No, non era nessuno.
Lo aveva capito da tempo, ma solo adesso riesce a racimolare il coraggio per guardare in faccia la realtà: Kira non era la giustizia, bensì il più prolifico assassino mai visto. Quel pensiero lo colpisce come se gli fosse stata scagliata contro un’altra pallottola, incredibilmente più dolorosa delle precedenti: lui, Light Yagami, che tanto odiava i criminali, si era inconsciamente trasformato nel peggiore di loro.
Una sfilza di volti gli si parano davanti all’improvviso, facendogli sanguinare il cuore al pensiero di quanto li abbia fatti soffrire.
I primi sono i membri dell’SPK, quelli della sua squadra, Mello e Near: tutti quanti avevano uno scopo in comune, che alla fine sono riusciti a raggiungere, ma l’esperienza in cui lui, lui e nessun altro li ha coinvolti li segnerà a vita. Matsuda si fidava di lui, lo riteneva un amico, e invece…
Poi compare Mikami, che lo ha servito fedelmente, morendo per permettergli di fuggire anche dopo che era stato rinnegato da colui che riteneva il suo dio: Light non meritava una venerazione simile.
In seguito, è il viso di Takada ad apparirgli dinanzi: una donna che non lo aveva mai amato, ma che lo aveva ammirato e rispettato nonostante tutto, e che lui aveva ucciso a sangue freddo, senza pensarci due volte.
Dopo c’è sua madre, la donna che lo ha cresciuto e che ha riposto in lui tutta la sua fiducia: cosa farà quando verrà a sapere che il suo tanto amato figlio era in realtà il più spietato serial killer del mondo?
Il volto successivo è quello di suo padre, un uomo che si è sempre rifiutato di considerarlo un mostro e che è addirittura morto per ricevere questa conferma: Light si chiede se, dall’aldilà, lo stia osservando e stia inorridendo al pensiero di aver generato lui stesso un simile abominio.
A chiudere il cerchio dei suoi familiari, infine, c’è Sayu, la sua sorellina, che lo ha sempre considerato un eroe: Light non riesce nemmeno a pensare all’ennesimo trauma che le causerà quando verrà a conoscenza del fatto che il suo adorato fratellone era tutto fuorché la persona che aveva sempre creduto che fosse.
E poi arriva lui: L. Colui che aveva compreso fin da subito la realtà dei fatti e che si era spinto al massimo delle sue capacità per tentare di catturarlo ma che, nonostante ciò, gli aveva permesso di avvicinarsi e di conoscerlo meglio: il suo unico vero amico.
L’ultimo viso che gli appare davanti ha il potere di dargli il colpo di grazia: Misa. Quella giovane donna che, prima ancora di conoscerlo, lo aveva amato e ammirato, arrivando a fare di tutto pur di incontrarlo e ponendosi sotto il suo servizio sin dal primo momento; quella fragile ragazza che chiedeva solo un po’ d’affetto in cambio della sua devozione assoluta, ma che non aveva ottenuto nulla in cambio.
Light l’ha costretta a fare lo scambio degli occhi con Ryuk anche dopo che lei aveva già dimezzato la sua vita, è stato la causa indiretta della morte di Rem per poter disporre più liberamente del potere che esercitava su Misa… per cosa?
Adesso è finito tutto. Niente nuovo mondo, niente dio: solo un ragazzo morente accasciato sulle scale di un edificio e intento a esalare il suo ultimo respiro.
Light spera che Sayu sia abbastanza forte da riuscire a portare fuori sia sé stessa sia la madre dal baratro in cui lui le ha gettate, magari con l’aiuto degli agenti che lo hanno catturato, ma sa che Misa lo raggiungerà presto nel MU, e il non poter fare nulla per impedire a un’altra persona di essere una vittima del Death Note lo annienta definitivamente.
Sono questi i suoi ultimi pensieri mentre attorno a lui cala l’oblio eterno. Non è un dio, e da adesso non è più neanche un uomo: è semplicemente il prigioniero di quell’incantesimo che ha creato con le sue stesse mani, giocando con la morte.
Colui che si reputava il dio di un nuovo mondo chiude gli occhi per sempre, sconfitto e devastato dalla consapevolezza di essere l’unico artefice della propria disfatta.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

*L’intero paragrafo è una citazione (leggermente modificata) di Madara Uchiha.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Angolo dell’autrice:
Salve a tutti, e buona Vigilia! Eccomi tornata di nuovo nel fandom di Death Note con quella che, inizialmente, doveva essere una semplice flashfiction incentrata sulla morte del mio personaggio preferito, ma che invece si è allungata a dismisura, trasformandosi in una OS. Desideravo descrivere i pensieri di Light prima della fine, e visto che sono una persona fondamentalmente convinta che tutti gli esseri umani siano buoni nel profondo del loro animo (sì, sono anche un po’ fessa xD), ho voluto immaginare una sua redenzione, anche se all’ultimo minuto. Come al solito, non ho potuto fare a meno di accennare alla Light/Misa, coppia che amo immensamente, ma spero di non aver calcato troppo la mano xD Ringrazio di vero cuore chiunque abbia letto la fanfiction qui presente, e vi invito a lasciarmi il vostro parere sotto forma di recensione. ;)
Baci da Fandoms_Are_Life.

   
 
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