Guardo
la luna splendere in
cielo, ma mi sembra quasi che questa sia oscurata.
È
passato un anno da quel
giorno, il giorno che ci divise per sempre…il giorno che ti
strappò da me.
Posso ancora chiudere gli occhi e rivivere quell’orrendo
momento.
Io e Victoria che ci
scontravamo…
…io che venivo messo al
tappeto…
…Victoria che accostava
i denti alla mia gola…
…il tuo grido di
paura…
…tu che corri verso di
noi e ti frapponi tra me e la
Morte…
Singhiozzo,
chiuso nella mia
stanza come lo sono ormai da giorni. Oggi è
l’anniversario della tua morte, e
mi sembra quasi di vederti stesa a terra in un bagno di sangue, il
collo
squarciato dai denti che quella maledetta vampira non userà
mai più.
Sorridesti
prima di chiudere
gli occhi, sorridesti prima di cadere nel vuoto. Non era un sorriso
forzato, ma
uno soddisfatto delle proprie azioni: eri felice di morire al posto mio.
Ti
implorai di non andartene,
di restare con me. Tu scuotesti il capo mentre cominciava a nevicare e
bianchi
fiocchi di neve cadevano sul tuo corpo straziato, tingendosi di un
orribile
rosso che non poteva farmi più gola. Alzasti una mano e mi
accarezzasti una
guancia.
Poi
freddo. Più niente. Solo
il vuoto nei tuoi occhi un tempo vivi e carichi di emozioni. Buio. Non
lo
meritavi, non eri tu a dover morire. E ora ne sono consapevole, ho
preso la mia
decisione.
Scendo
dal letto con un solo,
fluido movimento e mi lancio dalla finestra, atterrando
silenziosamente.
Comincio a correre tra gli alberi, diretto all’aeroporto, in
tasca i pochi
soldi che bastavano per un volo di sola andata e un passaporto.
Già, un volo di
sola andata verso i Volturi, verso la morte stessa. Sto per
raggiungerti, amore
mio, sto per venire da te. Potremo stare insieme. Per sempre, questa
volta, e
nessuno potrà fermarmi. Forse tu sei qui, forse mi stai
aspettando. Mi sembra
quasi di sentire dei passi alle mie spalle e…un
momento…non li sto immaginando.
Mi
blocco all’improvviso,
accucciandomi in posizione di difesa. Non sento odori né il
battito di un
cuore. Possibile che mi sia immaginato tutto?
???:
e tu dove hai intenzione
di andare?
Una
voce di donna, una voce
giovane e quasi divertita. Mi volto di scatto verso una figura
incappucciata
appoggiata ad un albero a braccia conserte. Il volto nascosto dal
cappuccio
nero e rivolto verso di me e una bassa risata gli scuote il corpo
minuto.
Edward:
chi sei?
Parlo
con diffidenza,
chiedendomi come ha fatto quella creatura a seguirmi e
perché non abbia odore.
???:
ti impedisco il
passaggio.
L’incappucciata
parla con la
semplicità di una bambina, una semplicità che
quasi mi sconcerta.
Edward:
cosa?
La
figura ride di nuovo,
questa volta più forte.
???:
sei anche sordo ora,
Edward? Ti impedisco il passaggio.
Non
ebbi la forza di
arrabbiarmi: ormai era irrilevante che uno strano individuo sconosciuto
si
prendesse gioco di me…presto non sarebbe importato
più a nessuno.
Edward:
lasciami passare, per
favore.
???:
no.
Non
posso fare a meno di
ringhiare, irritato dal comportamento di quell’essere tanto
strano quanto
anonimo.
Edward:
non me lo impedirai.
???:
dove stai andando?
Edward:
dal mio unico amore.
La
figura inclinò la testa.
???:
davvero? E dove si
trova?
Sospirai
e mi passai una mano
sul volto. Mi sentivo ridicolo, ma in qualche modo dovevo trovare il
modo di
togliermi quell’essere davanti.
Edward:
in paradiso.
???:
oh. E hai intenzione di
suicidarti o qualcosa di simile?
Edward:
sì.
???:
capisco.
Abbassai
gli occhi. Perché
accidenti non potevo piangere anch’io? Perché non
potevo piangere un angelo
morto per un essere così vile? Forse era questa la mia
punizione: guardare
passivamente la mia anima gemella spegnersi davanti a me, vedere la
sorpresa
sul suo volto mentre Victoria le affondava i denti nel
collo… scorgere la
consapevolezza nei suoi occhi, la consapevolezza che quello di salvarmi
era il
suo ultimo gesto.
Stump!
Gemo
di dolore e mi porto una
mano alla nuca, appena colpita da un violento scappellotto. Per far
male ad un
vampiro con tanta semplicità, quella creatura incappucciata
doveva essere fuori
dal comune perfino per la mia razza.
Edward:
ahi! Perché l’hai
fatto?
Alzo
lo sguardo furente
sull’incappucciata che ha ancora la mano alzata pronta a
colpire di nuovo.
???:
perché sei uno scemo
suicida.
Edward:
l’esistenza è mia, ci
faccio quel che voglio!
Sembro
un bambino, lo so
bene. Chi l’avrebbe mai detto che mi sarei ridotto
così?
???:
non pensavo che fossi
così capriccioso, Edward Cullen.
Edward:
affari miei se lo
sono! Spostati!
Comincio
a spazientirmi.
Ringhio di nuovo, segno che alla prossima scatto per staccargli la
testa.
???:
non meriti la morte.
Non
mi accorgo che comincio
ad urlare.
Edward:
E NON LA MERITAVA
NEMMENO LEI!!! DOVEVO MORIRE IO!!! IO E BASTA!!! PERCHE’ SONO
PUNITO FINO A
QUESTO PUNTO??? VOGLIO SOLO RAGGIUNGERE IL MIO ANGELO, E’ UN
DELITTO QUESTO???
VOGLIO SOLO DIRLE CHE MI DISPIACE, CHE PUO’ ANCHE PRENDERSELA
CON ME PERCHE’
NON L’HO SALVATA!!! VOGLIO… voglio…
La
voce mi muore in gola. Un
singhiozzo. Un altro. Cado in ginocchio sull’erba soffice
mentre mi tocco le
guance asciutte, sperando con tutto il cuore di sentire delle scie
bagnate su
di esse. Niente. Solo dura pelle di marmo.
???:
lei lo sa.
Edward:
cosa ne sai tu?
La
mia voce è ridotta ad un
sussurro stremato mentre alzo lo sguardo sull’incappucciata,
che però ora è di
nuovo appoggiata allo stesso albero di prima.
???:
sta male quando ti vede
così. Non è un toccasana, sai.
Scuoto
il capo.
Edward:
vorrei solo
riabbracciarla e dirle che la amo…è un delitto
forse?
???:
è un delitto dire le
bugie, a parer mio.
La
guardo, stupito.
Edward:
cosa?
???:
le avevi promesso che
non l’avresti fatta soffrire, e ora? Lei sta male quanto te
solo vedendoti
così.
Scuoto
di nuovo il capo e non
rispondo. Sono stremato.
Edward:
ti prego, uccidimi.
La
sconosciuta sospira.
???:
cosa devo fare con te,
Edward? Non sempre la vita và come vorremmo, ma bisogna
continuare a viverla,
per te stesso e per coloro che vuoi bene. Se la ami davvero, vivi.
Continua a
sorridere, e lei vivrà in ogni tuo sorriso.
La
sento ridacchiare.
???:
sai, una volta mia nonna
mi disse che se ci si concentra, in certi momenti si può
sentire il respiro di
coloro che ti vogliono bene e sono invisibili.
Sorrisi
amaramente.
Edward:
Bella non è
invisibile…
???:
invece lo è. Se tu non
fossi stato così egoista da pensare solo al tuo dolore,
l’avresti vista un
sacco di volte.
L’incappucciata
si allontanò
dall’albero con un movimento quasi goffo.
???:
la scelta è tua, Edward.
Te stesso…o lei?
E
la vedo farsi da parte. Il
sentiero è sgombro, posso raggiungere i Volturi e mettere
fine a tutto…potrò
rivederla. Eppure qualcosa mi blocca. Qualcosa mi dice di fermarmi, di
non
andare avanti.
Faccio
un passo verso
l’incappucciata.
Bella: ti amo!
Ti
prego, voglio solo
raggiungerti! Voglio solo rivedere il tuo volto e accarezzare la tua
pelle di
porcellana. Non dovevi andartene, non dovevi lasciarmi così!
Un
altro passo verso la
morte.
E
nella testa sento un
pianto. Qualcuno soffre, singhiozza disperato e posso quasi vedere
lacrime
cristalline attraversare un viso…il suo viso. Sì,
perché quel pianto lo
riconoscerei ovunque.
Stai
male, Bella? Perché?
???:
non serve vederla con
gli occhi, Edward. Lei ti vede ogni giorno e soffre capendo in che
stato ti sei
ridotto. Scegli bene.
Guardo
l’incappucciata e un
brivido mi attraversa.
Edward:
ho paura di
continuare ad esistere. Non posso farlo senza di lei.
???:
se si ama veramente
qualcuno, questo non ti lascia mai.
Edward:
se…se continuo a
vivere…lei starà meglio?
Mi
sembrò che l’incappucciata
sorridesse.
???:
direi di sì. Lei ha dato
la vita per vederti sorridere al fianco della tua famiglia, ha scelto
te. Ora
tu chi scegli?
La
guardo. Lei ricambia lo
sguardo e mi sembra di scorgere un pezzo di pelle pallida sotto il
cappuccio.
Alla fine sospiro.
Edward:
puoi dirle che la
amo?
Lei
scoppia a ridere, una
risata cristallina e allegra di bambina.
???:
lei sa anche questo.
Si
volta e alza una mano,
sventolandola in segno di saluto.
???:
e non costringermi mai
più a scendere per farti ragionare! Guarda che il Capo non
è tanto contento di
questa cosa!!!
Ride
di nuovo e non la sento
quasi mentre muove un passo verso l’oscurità che
pian piano si và dissipando
all’alba nascente. L’incappucciata scompare con un
guizzo della veste nera. La
consapevolezza che non l’avrei più rivista mi
intristisce un po’.
La
luce del sole tocca l’erba
con dolcezza…e qualcosa brilla nel punto in cui prima era
ferma la sconosciuta.
Sul terreno c’è un ciondolo a forma di
cuore… lo stesso ciondolo che regalai a
Bella tempo fa, prima che morisse.
Sbarro
gli occhi e guardo il
punto in cui è sparita la figura. Possibile che quella
sconosciuta fosse…?
Raccolgo
il ciondolo e lo
guardo splendere alla luce del sole. Un guizzo e qualcosa si muove al
mio
fianco come un’ombra che so già a chi appartiene.
Sorrido,
chiudendo gli occhi
soddisfatto. Alzo lo sguardo sul sole nascente, accarezzando il
ciondolo e
ringraziando il Cielo di aver mandato l’angelo più
luminoso di tutti sulla mia
strada. E per la prima volta, io guardo alla luce del sole con rinata
speranza.
“Cos’è
che fa di un uomo un uomo? Forse come muore, come viene alla
vita? Sono le scelte che fa…non come comincia le cose, ma
come decide di
finirle.”
Dedicata
agli
eroi che ogni giorno, nonostante le sofferenze della vita, continuano e
si
impegnano in vista di un nuovo obbiettivo da raggiungere. Dedicata
anche alla
mia famiglia che amo più di ogni altra cosa e che mi
accompagna ogni giorno,
così come chi non c’è più e
mi guarda sempre, badando a me come un piccolo
angelo dalle ali lucenti sempre pronte a spalancarsi a mia difesa.