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Autore: stellinabg    24/12/2017    0 recensioni
Quel che era successo a Brett lo aveva segnato a tal punto, da averlo convinto che certi discorsi non andavano rimandati perché poi sarebbe potuto essere troppo tardi. Se c’era una cosa che il ragazzo rimpiangeva era il fatto di non aver mai potuto dire a Brett ciò che pensava di lui, di come avesse cambiato opinione nei suoi confronti e del fatto che lo considerava una persona importante nella sua vita.
La fan fiction si propone di trattare l'evoluzione del rapporto tra Brett e Liam, partendo dai suoi sensi di colpa, per poi arrivare a come la morte del licantropo, portino Liam ad approcciarsi in modo diverso alla vita. Il rimpianto per aver taciuto i propri sentimenti a Brett, lo convincono a non ricommettere lo stesso errore con Theo.
Genere: Drammatico, Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Brett Talbot, Liam Dunbar, Theo Raeken
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
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ATTENZIONE ***SPOILER*** Si sconsiglia di leggere se ancora non avete visto l’episodio 13 dell’ultima serie.

Introduzione.
Brett è un personaggio che, quando è stato introdotto, avevo creduto che avrebbe avuto più spazio rispetto a ciò che è stato. Pensavo che sarebbe stato interessante vedere l’evoluzione del rapporto tra lui e Liam, ma purtroppo la cosa è stata accennata molto “en passant”; così, dopo aver visto l’episodio in cui Brett e sua sorella muoiono, mi è venuta l’ispirazione per questa breve fan fiction, in cui ho provato a descrivere come ho immaginato questa loro evoluzione, partendo dai sensi di colpa di Liam per la sua morte.
Successivamente, mentre scrivevo questa storia, avendo nel frattempo visto anche gli altri episodi, ho pensato che fosse interessante fare una specie di parallelismo tra il rapporto tra Liam e Brett e quello tra Liam e Theo, nonostante le due situazioni siano molto differenti.
Beh, a questo punto, non mi rimane che lasciarvi alla storia che ho scritto, sperando che vi possa piacere.




Liam continuava a girarsi e a rigirarsi nel letto, tormentato sempre dal solito sogno. Erano passati mesi dalla morte di Brett e Lori, ma il ragazzo continuava a rivivere nei minimi dettagli quel maledetto giorno. Il sogno si svolgeva sempre nello stesso modo, senza che Liam riuscisse a fare nulla affinché la situazione potesse cambiare.

“LORI, NO!”
Liam correva e provava a raggiungere i due ragazzi, ma niente da fare: loro ormai erano in strada. Si sentì il rumore dello schianto dell’auto, poi Liam li trovò stesi sull’asfalto. Brett era già morto e Lori invece morì pochi attimi dopo.


A quel punto, il giovane licantropo si svegliò di soprassalto, madido di sudore. Strinse le lenzuola con forza, con gli artigli che andarono a bucare la stoffa. Era arrabbiato. Molto arrabbiato. Non doveva finire così. Era tutto così ingiusto. Brett aveva un pessimo carattere, ma aveva dimostrato che in realtà fosse una brava persona; quanto a Lori, era una ragazza molto tranquilla. Non meritavano di morire in quel modo, soprattutto senza un reale motivo valido.

- Il sole…la luna…la verità… -, disse a fatica, per cercare di calmarsi. Ma come poteva calmarsi, quando tutto quello che voleva, era farla pagare a chi aveva ucciso i due licantropi?

“Liam? Sei un cretino. Perché lo hai fatto”
“Cerchi di ringraziarmi?”
“No, cerco proprio di dirti che sei un cretino. Ma grazie…”


- Non dovevi ringraziarmi… Non sono riuscito a salvarti. -, disse tristemente, non appena gli tornò alla mente quel dialogo avuto con il ragazzo nel momento in cui lui e Lori erano riusciti a raggiungerlo per portarlo in salvo. Era bastato quel ricordo per placare la rabbia di Liam, cosa molto strana dato che Brett aveva sempre avuto la capacità di mandarlo su tutte le furie con il suo modo di punzecchiarlo, a volte con toni un po’ più pesanti. In particolare, quando erano nella stessa scuola, Liam e Brett litigavano spesso e non potevano proprio vedersi.
Il loro rapporto era cambiato quando si erano ritrovati a collaborare in diverse situazioni critiche. Brett diceva di farlo perché era in debito con Scott per avergli salvato la vita, la prima volta dallo strozzalupo che Garrett gli aveva iniettato durante la partita di Lacrosse e successivamente quando aveva salvato lui e tutto il branco di Satomi da altri sicari mandati dal “Benefattore”; Liam, però, iniziava a pensare che non fosse solo quello il motivo per cui il vecchio compagno di scuola sembrava trattarlo in modo diverso rispetto ad un tempo. Ovviamente i modi scortesi nei suoi confronti erano rimasti, ma nonostante quella maschera da duro, Liam era sicuro che si nascondesse un ragazzo sensibile. Lo dimostrava già il fatto che tante volte Brett lo aveva aiutato a controllare la sua rabbia o ad affrontare le sue paure e non era solo per ripagarsi del debito che aveva con Scott, perché per quello, aveva già collaborato in tante altre situazioni per saldarlo. La verità era che ormai erano diventati amici, nonostante continuassero a rispondersi in modo un po’ scontroso.
Inoltre, Liam aveva saputo da Mason diverse cose che riguardavano il vecchio compagno di scuola, un po’ perché Brett sembrava aprirsi con più facilità con il suo migliore amico e un po’ perché anche Lori aveva raccontato qualcosa al ragazzo. Dai vari racconti, Liam aveva capito quanto fosse vero il detto che non bisognava “giudicare il libro dalla copertina” e che il giovane licantropo della Devenford tutto sommato era un bravo ragazzo, attaccato a valori importanti. Era proprio per questo motivo se un tempo lo trattava tanto male: l’incapacità di Liam a gestire la rabbia, gli faceva commettere azioni imperdonabili che, agli occhi di Brett, lo facevano apparire come un cretino senza cervello.
In seguito, sempre da Mason, aveva saputo anche che Brett aveva iniziato a cambiare idea sul suo conto. Non era ben chiaro se l’improvvisa ammirazione nei suoi confronti era determinato dal fatto che fosse il beta di Scott o se l’aveva guadagnata con le sue stesse azioni, tuttavia Brett sembrava molto più disponibile nei suoi confronti. E pure Liam, che un tempo considerava il ragazzo come uno sbruffone che se la tirava, aveva iniziato a rivalutare il vecchio compagno, tanto da prenderlo persino come punto di riferimento, non solo per risolvere problemi che avevano a che fare con il mondo soprannaturale, ma anche per problemi di carattere generale, come quel giorno che gli aveva chiesto di aiutarlo ad allenare i suoi compagni di squadra della Beacon Hills.

“Perché dovrei aiutare gli avversari?”
“Perché facciamo schifo. Se poi dovessimo vincere, vuoi davvero aver perso contro una squadra che fa schifo?”
“Impossibile!”
“Ma se succedesse?”


Era stato fin troppo facile convincerlo, forse perché tutto sommato non gli dispiaceva passare del tempo con loro. Tra l’altro, anche sua sorella Lori sembrava venire volentieri alla Beacon Hills perché aveva fatto delle amicizie lì, tanto che diverse volte l’aveva vista tra gli spalti a vedere la partita, nonostante non giocassero contro la Devenford, la squadra di Brett.
Tuttavia, Liam non poteva fare a meno di sentirsi colpevole. Se Brett non fosse andato ad aiutarlo, probabilmente non sarebbe stato riconosciuto come licantropo e non sarebbe stato attaccato dalla Monroe. A quest’ora lui e Lori sarebbero stati ancora vivi.

“Non sei tu ad averli uccisi…”

Nonostante Scott glielo ripetesse in continuo, vedendo quanto fosse turbato da quella perdita, Liam continuava a sentirsi in colpa. Si sentiva responsabile per avere esposto l’amico al pericolo e poi per le decisioni sbagliate che aveva preso quella sera, nel tentativo vano di salvarlo.
Quella perdita non se la sarebbe mai lasciata alle spalle. Lo avrebbe perseguitato per il resto dei suoi giorni.

- Ti piace davvero così tanto tormentarmi, eh, Brett? -, chiese ironicamente voltandosi verso la piccola bacheca sul muro in cui aveva appeso diverse foto, tra cui una in cui il ragazzo della Devenford era tutto sorridente tra lui e Mason. Era l’unica foto che si erano scattati insieme ed era stato il suo migliore amico ad insistere per farla e, se Liam era un po’ riluttante all’idea, Brett invece si era dimostrato più che disponibile ad assecondare il ragazzo.

Il suo sguardo si spostò poi sulle altre foto. Ovviamente, ce n’erano tante con Mason e poi ce n’erano diverse con Hayden, poi alcune in cui lui ed Hayden erano insieme a Mason e a Corey e poi altre con Scott, Stiles, Lydia, Kira e Malia. Fu in quel momento che realizzò che molto presto sarebbe rimasto solo, soprattutto ora che avevano sconfitto l’Anuk-Ite e Gerard. Hayden si era trasferita da tempo in un'altra città, ancora prima di dover affrontare questa nuova battaglia e, nonostante si fossero promessi di rimanere in contatto, alla fine non era stato così, rendendo ancora più doloroso il distacco. Stiles e Lydia, invece, erano partiti per il college e molto presto lo avrebbero fatto anche Scott e Malia; quanto a Mason e a Corey, anche loro alla fine di quell’anno, si sarebbero trasferiti per andare allo stesso college.
E lui? Che ne sarebbe stato di lui?
Tante cose erano cambiate nella sua vita da quando Scott lo aveva morso, trasformandolo in un lupo mannaro e, se inizialmente, aveva resistito per non lasciarsi coinvolgere da certe situazioni, ora si rendeva conto che quell’improvvisa tranquillità lo rendeva irrequieto e, soprattutto, non riusciva a vivere senza i suoi amici. Non sapeva se era il suo lato umano e l’affetto che provava per loro a parlare, o magari si trattava del proprio animo da lupo e l’attaccamento al branco, ma si rendeva conto che la propria vita non sarebbe stata la stessa senza di loro. Già con la morte di Brett che, tutto sommato non era un suo amico tanto stretto, Liam aveva sentito andare via una parte di sé e, ora che pian piano partivano gli altri, si sentiva sempre più perso.
A quel pensiero emise un lieve sospiro, mantenendo sempre gli occhi puntati su quelle fotografie che lo facevano vagare tra i ricordi.

- La vuoi piantare?! Io starei provando a dormire… -
La voce di Theo risuonò nella stanza buia. Il ragazzo era ospite a casa di Liam già da diverso tempo, dopo che aveva dimostrato di poter essere una persona degna di fiducia, e dormiva in un piccola brandina vicino al letto di Liam.
- Che vuoi? Nessuno ti impedisce di farlo! -, sbottò Liam, infastidito dal fatto di essere stato interrotto nel bel mezzo delle sue riflessioni.
- Sì, tu con il tuo borbottio. -, disse questa volta tirandosi su dal materasso per puntare lo sguardo sul ragazzo.
- Beh, puoi sempre tornare a dormire in auto, se ti do tanto fastidio… -
Theo in tutta risposta emise un sospiro e solo dopo qualche minuto, riprese a parlare, questa volta con un tono più tranquillo: - Eri di nuovo a pensare a lui, non è vero? -
- Non so di cosa parli… -, rispose Liam, andando a ricoricarsi sul letto, tirandosi le coperte fin sopra la testa.
- Mah… -
- Torna a dormire! -
Theo rimase un po’ a fissare quell’ammasso informe sul letto, poi decise di tornare a sdraiarsi anche lui. La stanza ripiombò nel silenzio più totale per una decina di minuti, finché Liam non riprese a parlare.
- Ehy, Theo, sei ancora sveglio? -
- Che c’è ora? -, domandò in tono un po’ brusco.
- Devo dirti una cosa… -
- E non puoi dirmela domani? -
Liam esitò qualche istante. Quel che era successo a Brett lo aveva segnato a tal punto, da averlo convinto che certi discorsi non andavano rimandati perché poi sarebbe potuto essere troppo tardi. Se c’era una cosa che il ragazzo rimpiangeva era il fatto di non aver mai potuto dire a Brett ciò che pensava di lui, di come avesse cambiato opinione nei suoi confronti e del fatto che lo considerava una persona importante nella sua vita. Aveva confessato questa cosa solo a Mason e l’amico, in tutta risposta, gli aveva detto che, secondo lui, Brett lo sapeva e che era convinto che fosse lo stesso anche per lui. Mason si era mostrato molto sicuro di ciò e aveva provato a convincerlo a credere che avesse ragione, facendo leva sul fatto che era diventato molto intimo con il ragazzo della Devenford, tanto da sapere ciò che gli poteva passare per la mente. E Liam, con il tempo, aveva finito con il pensare che Mason avesse ragione.


- No, non posso dirtela domani... -
Theo allora si tirò su dal letto e scorse la sagoma dell’altro, anche lui di nuovo seduto sul materasso. Sembrava perso nei suoi pensieri o forse ci aveva già ripensato, fatto stava che ne seguì qualche minuto di silenzio, finché Theo non si decise ad incitare il giovane licantropo.
- E allora? -
- Non mettermi fretta! -
- Sei tu che volevi dirmelo subito… -
- Ti odio quando fai così! -
- Ci sono abituato ormai… -, rispose facendo spallucce, come se la cosa non lo toccasse minimamente.
Ci fu nuovamente qualche attimo di silenzio, poi Liam si decise a parlare: - Avevi ragione… -
- Wow! Lo hai ammesso! – Esclamò Theo, senza lasciargli finire il discorso. – Fai progressi! -
- Mi fai finire, per favore? -, chiese in tono seccato.
- Sì, scusa. E’ che non sono abituato a sentirti dire che ho ragione! -, disse, in tono compiaciuto. Tra le altre cose, a Theo sembrava strano che Liam stesse cercando di aprirsi con lui. Già era un miracolo che si fosse offerto di ospitarlo a casa!

“Ti ho riportato io indietro con la katana di Kira ed è mio dovere controllare che tu non ci tiri qualche brutto scherzo!”

Il ragionamento non faceva una grinza, anche se a Theo alla fine non sembrava tanto di essere un “prigioniero” a casa Dunbar.
- Ti sembrerà impossibile crederlo… - esordì il giovane licantropo, interrompendo i pensieri del suo ospite, - …ma quando ero alla Devenford con Brett, lui mi detestava. -
- No, non mi sembra affatto incredibile… -, lo interruppe, - Fammi indovinare: colpa della tua incapacità a gestire la rabbia? -
Nell’oscurità, Theo vide brillare gli occhi gialli del licantropo, segno che Liam si stava infastidendo per quell’ennesima interruzione.
- Ok…ok…sto zitto! -, si affrettò a dire.
- Comunque sì, ero incapace di gestire la mia rabbia e ciò, oltre a crearmi problemi durante le lezioni, mi penalizzava durante le partite di Lacrosse. Molte sconfitte della nostra squadra, erano dovute a questo e Brett si comportava duramente con me, infastidito da questa cosa. Di conseguenza, pure io detestavo Brett, troppo accecato dalla mia rabbia per capire che aveva ragione a darmi contro. – Prese qualche attimo di respiro, poi proseguì il suo racconto. – Le cose sono cambiate quando io sono diventato un licantropo e si è scoperto che lo era anche lui. Scott gli aveva salvato la vita più volte e ciò lo aveva portato a collaborare con noi. Aveva legato in particolare con Mason. Beh, è impossibile non avere simpatia per Mason, è un gran bravo ragazzo. -
- Vero, lo è… -, confermò Theo, questa volta senza incombere nell’ira dell’altro.
- Comunque Brett aveva rispetto per Scott e Mason e diceva che ero fortunato ad averli al mio fianco. Progressivamente, ha iniziato a fare meno lo stronzo o comunque, quando lo faceva, sapevo che era per aiutarmi a gestire i miei problemi. Dall’essere una persona che detestavo e, soprattutto, che mi detestava, ha iniziato a diventare una persona importante nella mia vita. Un grande punto di riferimento, un po’ come lo sono Mason, Scott e Stiles. – Abbassò il viso, prima di aggiungere ancora qualcosa. – Mi dispiace non aver mai avuto modo di dirglielo. -
Theo rimase in silenzio. Era completamente senza parole. Era la prima volta che Liam metteva a nudo i propri pensieri e non avrebbe mai pensato che ciò potesse succedere. Nonostante avessero combattuto fianco a fianco per sconfiggere i nemici, prima i cavalieri fantasma, poi l’Anuk-Ite e i cacciatori, e avesse dimostrato di poter essere un valido alleato, Liam non sembrava fidarsi di lui. D’altronde, dati i suoi precedenti, come poteva dargli torto? Anche lui, al posto del licantropo, non si sarebbe mai fidato. Aveva ucciso sua sorella per avere il suo cuore e diventare una chimera dei Dread Doctors, aveva poi ucciso i suoi unici alleati, Tracy e Josh, e poi aveva provato a mettere tutti loro contro Scott per poi provare ad ucciderlo. Erano troppe le atrocità che aveva commesso e nemmeno mille azioni buone avrebbero mai potuto cancellarle.

“Non puoi prendere il mio dolore se non hai un cuore”

Gli ritornarono improvvisamente in mente le parole che Mason gli aveva detto quando aveva provato ad alleviargli il dolore per le ferite che aveva riportato quando cercavano una delle due facce dell’Anuk-Ite. Una frase del genere avrebbe potuto sentirsela dire da chiunque tra le persone del branco di Scott, ma il fatto che fosse stato Mason a dirlo, aveva assunto un peso diverso, proprio perché lui era il classico bravo ragazzo che cercava sempre di trovare un modo per appianare le divergenze. E, nonostante poi avesse dimostrato di poter usare anche lui quell’abilità, Theo continuava a tormentarsi per quella frase.
- Quello che voglio dire… -, riprese a parlare Liam, dopo essere rimasto in silenzio per qualche minuto. - …è che non voglio più avere rimpianti di questo tipo. -
Gli occhi di Liam erano ora puntati sul viso dell’altro. Appariva avere una determinazione che Theo gli aveva visto solo in pochissime situazioni.
- Theo, vorrei davvero potermi fidare di te. In questi ultimi tempi, ti ho sentito più vicino di tutti gli altri. Sei stato un ottimo punto di riferimento. Non so se hai qualche piano in mente o meno, ma io spero davvero di no. – Ci fu qualche attimo di silenzio, poi aggiunse ancora: - Ti prego, non farmi pentire di averti riportato indietro. Non farmi pentire di considerarti un amico. -
Theo era sorpreso. Aveva creduto che Liam continuasse ad odiarlo per tutto ciò che aveva fatto, soprattutto per aver usato la morte di Hayden per alimentare la sua rabbia contro Scott, fino a spingerlo ad affrontarlo. Pensava che non lo avrebbe mai perdonato, perché in fondo, lui stesso non si perdonava per tutto ciò che aveva fatto.
Da quando Liam lo aveva riportato indietro, aveva vissuto ogni secondo con i sensi di colpa per tutte le azioni terribili che aveva commesso e, sebbene il suo desiderio di entrare nel branco di Scott fosse rimasto, era certo che ciò non sarebbe mai successo. Quante volte, dopo la battaglia contro i cavalieri fantasma, Theo aveva avuto la tentazione di chiamare Scott o Liam, sentendosi solo e disperato; ma poi non lo aveva mai fatto, perché sapeva di non meritare la loro solidarietà e il loro aiuto.
- Non lo farò! -, disse, determinato a rispettare quell’impegno. Gli si stava presentando una seconda occasione e non aveva assolutamente intenzione di sprecarla. – So di non poter cancellare il passato, ma posso prometterti che non lo ripeterò. -
   
 
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