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Autore: May Begood    24/12/2017    0 recensioni
[Yandere Simulator]
Spiando attraverso la serratura, Ayano capisce che sono tanti gli svaghi degli studenti all'Akademi High School...
Genere: Erotico, Suspence | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: OOC | Avvertimenti: PWP
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Ayano Aishi si era da poco iscritta al club di Arti Marziali del liceo. 
Si era infatti resa conto che restare lì il pomeriggio avrebbe portato i suoi frutti, perché sarebbe rimasta concentrata e dunque non si sarebbe stancata. Ma ovviamente non erano i voti a preoccuparla, anzi se la cavava in quasi tutte le materie, specialmente quelle scientifiche e motorie. A picchiarle la testa era il pensiero di non poter vedere Taro, il ragazzo della terza classe di cui era perdutamente innamorata e che doveva tenere lontano da quel tipo di ragazza che non sarebbe stata in grado di amarlo. 
Era per questo motivo che si teneva informata e in forma fisicamente. 
Aveva partecipato più volte alle Olimpiadi di Matematica o a qualche competizione sportiva tra scuole, ottenendo premiazioni varie. Qualche professoressa le aveva quindi consigliato di iscriversi al corso di Budo Masuta, studente dell'ultimo anno cui era stata affidata la fondazione del club, con l'aiuto del concilio studentesco. 

Ayano lo vedeva spesso all'ingresso della scuola: era un ragazzo molto solare, socievole, ma al contempo esibizionista. Sebbene le regole della scuola fossero molto rigide riguardo al tipo di abbigliamento, lo si vedeva camminare nei corridoi con solo una camicia bianca a maniche corte che gli fasciava il corpo e i muscoli rassodati dal continuo allenamento. Quel tipo doveva avere senz'altro una passione, ma soprattutto un'ossessione per le arti marziali. Tuttavia le fu facile pensare che era facile ammirarlo: non aveva distrazioni, non le avrebbe mai avute, e ciò l'avrebbe portato dove avrebbe desiderato arrivare. 
Erano molte le ragazze che arrossivano in sua presenza o che con audacia provavano a rivolgergli la parola con una scusa qualsiasi. Lui rispondeva con piacere e con un'apparente ingenuità: non sembrava curarsi delle provocazioni o dei messaggi che gli mandavano, sembrava non averne tempo. 
E in un certo senso, Ayano capiva. Forse lo invidiava perfino.
Si alternavano, in realtà, giorni in cui la figura importante di Budo le provocava indifferenza, altre una complicità inspiegabile.
Quando volle iscriversi al club di Arti Marziali, Budo si era dimostrato subito disponibile, entusiasta e le aveva dato l'impressione che fosse sinceramente compiaciuto di averla nel club, forse perché ne aveva parlato con le stesse professoresse. Questa reazione agitò la ragazza.
Nonostante le sue abilità, Ayano decise infatti di prepararsi al primo allenamento facendo una corsa di riscaldamento che la tenne impegnata per mezz'ora. Con calma aveva fatto anche esercizi di allungamento ed equilibrio: non poteva permettersi di fare errori perché sarebbe stata riconoscibile ed Ayano desiderava allontanare tutte le attenzioni e le curiosità degli altri studenti, per ovvi motivi.

Prima di recarsi al club, fece un salto ai distributori per rinfrescarsi dal prolungato riscaldamento. Non era stanca, anzi sarebbe riuscita ad assumere qualsiasi posizione che Budo avrebbe chiesto ai suoi seguaci. 
Con la bevanda fresca si diresse verso le scale, ma il rumore di una porta che si chiudeva alla sua sinistra la costrinse a fermarsi: era senza dubbio una cosa insolita quello che era successo, visto che a chiudersi in quel modo era stata la porta dello stanzino che usava per i suoi stordimenti. 

Sentii il sangue raggelarsi nelle proprie vene ed istintivamente strinse la bottiglietta di plastica con troppa forza a tal punto che l'accartocciò facilmente anche perché era quasi vuota. 
L'avevano scoperta? Non aveva rinchiuso nessuno nel baule al suo interno, nè ci era entrata di recente.  
Avanzò dunque verso la porta: doveva sapere chi era in quella stanza, e magari l'avrebbe usato per difendersi da eventuali accuse o da sospetti. Appoggiò un orecchio al legno freddo, ma non sentii nulla che tradisse alcuna presenza; provò a spiare, ma sulla maniglia era stato appoggiato qualcosa che le nascondeva ciò che stava accadendo. Scivolò ancora e cercò di gettare un occhio sotto la porta.
Vide due paia di piedi: erano distinguibili le caviglie coperte da un pantalone nero, e quelle scoperte. Dunque in quella stanza vi erano un ragazzo ed una ragazza. 
Per un momento Ayano pensò che lì dentro ci fosse Taro e dovette fare un grande sforzo per impedirsi di aprire di colpo la porta: intanto aveva già afferrato la maniglia. Conosceva quella serratura, sapeva che era difettosa e che quindi non l'avrebbe mai tradita. La mosse appena cercando di far cadere ciò che le copriva la scena. 
Un tonfo appena sonoro le diede la conferma che era andato tutto secondo i piani. 
Come sempre.
Ormai impaziente, Ayano spiò di nuovo.
Vide la biondissima chioma di Musume Ronshaku e se ne sorprese perché, affinché fosse possibile, la ragazza avrebbe dovuto essere in ginocchio. Il movimento serpeggiante degli stessi capelli impediva ancora di vedere, ma non di capire: era ovvio che Musume non fosse sola, ed Ayano sentì la testa scoppiare per la rabbia nel pensare che fosse insieme al suo Taro.
Ma bastò un solo sussurro a farle cambiare idea.
Aveva appena conosciuto quella voce, ma il tono di Budo sarebbe stato inconfondibile per chiunque. Le aveva detto qualcosa, forse aveva pronunciato il nome della bionda con tale desiderio e perdizione che era stato appena intendibile alle orecchie di Ayano. 
La scena aveva sconvolto la stessa Aishi. Il mondo intero le crollò, come ogni certezza riguardo alla figura del suo nuovo maestro: non avrebbe mai pensato di vederlo insieme a Musume. Che stessero insieme? Era l'unica cosa che riusciva ad accettare come spiegazione: ma perché nascondersi?

______________________

Quel piccolo svago - perché di svago si trattava - era cominciato da pochi giorni. Musume certamente conosceva Budo, e fu senza dubbio a fare il primo passo per interessi personali. 
Tuttavia, era stato Budo a trovarla per puro caso mentre fumava una sigaretta negli spogliatoi, apparentemente tranquilla. Farlo sapere in giro avrebbe portato alla sospensione di quella ragazza e aveva pensato bene di farle solo una ramanzina. Musume invece aveva visto quella possibilità come unica occasione di farsi notare, perché era ciò che le interessava: voleva essere popolare, esattamente come lui.
Dunque aveva cominciato ad agire e per qualche strano motivo era riuscita ad attirare la sua attenzione, se n'era accorta subito: forse doveva ringraziare il colore vivace dei suoi capelli, la carnagione abbronzata per le continue lampade cui si sottoponeva abitudinariamente nel fine settimana, o il trucco. Aveva l'aria di una bambola, questo era quello che si diceva con lei, ma non tutti con la stessa simpatia. Budo stesso realizzò che era il tipo di ragazza che non avrebbe saputo gestire, eppure...

Eppure a scuola tutto era possibile, altrimenti perché li tenevano rinchiusi fino a sera a svolgere vari lavori? Perché tutto doveva essere possibile. Era bastato una parola da parte di lei, una provocazione con quella voce stridula: «Per caso hai una sigaretta, Budo?» e si erano ritrovati nello stanzino più vicino. Lei era stata davvero sul punto di fumare, ma alla fine le labbra non avevano toccato quella sigaretta.
Al ragazzo non erano mai interessate certe cose, trovava complicato anche solo pensare a cosa lo attraesse in una ragazza, ma con Musume quella domanda non era possibile perché Musume non gli dava neanche il tempo di pensare, e lui era stanco di farlo.

Gli bastava appoggiare la testa all'indietro contro il muro e aspettare di scoppiare tra le labbra di lei, che alla fine si piegavano sempre in un sorriso soddisfatto. Non impazziva per quel momento quanto per il pensiero di quanto trovasse patetico il suo svago. Musume era patetica, perché prevedibile, infantile. Sapeva che non aveva interesse a stare con lui, ed era proprio quell'interesse a spingerlo ad assecondarla.

Per la quarta volta della settimana chiuse la cerniera dei propri pantaloni, ed uscì dallo stanzino per poter dedicarsi alle arti marziali, mentre Musume si dirigeva verso il bagno in cui si sarebbe truccata nuovamente.



 

   
 
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