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Autore: Moglyo    26/12/2017    0 recensioni
Una favola della buonanotte, un racconto di fantasia... Tutto mi sembrava fuorché la verità nascosta nelle piaghe di una fiaba.
Adrien e Mari, due ragazzi legati dal destino, separati dalle differenze, uniti in una leggenda.
Genere: Drammatico, Sentimentale, Suspence | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Adrien Agreste/Chat Noir, Gabriel Agreste, Marinette Dupain-Cheng/Ladybug, Sabine Cheng, Un po' tutti
Note: AU | Avvertimenti: Tematiche delicate, Triangolo
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Lo stretto corridoio leggermente buio dove era entrato, lasciava spazio a una grande sala arredata con gusto. Un divano bianco, una vetrinetta e una libreria nera, qualche quadro sulle pareti, la mocquet grigio cenere.

Tutto era candido, perfetto, immobile.

Adrien si fermò a osservare alcune foto posate sulla libreria, raffiguravano Mari in diverse fasce d'età e occasioni; tutte la ritraevano sorridente, spensierata, felice. Una fitta salì al petto del biondo, un sentimento sconosciuto si stava insidiando in lui.

"Quella foto è la sua preferita." Intervenne Sabine da dietro, con in mano asciugamani e vestiti puliti.

La foto che aveva in mano, rappresentava Marinette vestita elegante stretta in un abbraccio da un ragazzo alto, dai capelli bruni e il fisico possente.

"Chi è il ragazzo?" chiese con voce rocca il biondo.

"È Kim, qualche anno fa alla festa dei diciotto di Mari, se non sbaglio. Come stava bene con quel vestito." Con voce calma e un pizzico nostalgia, Sabine riportava alla mente quei giorni, mentre Adrien l'ascoltava, trattenendosi dal ringhiare pensando a quel Kim.

"Ti sto preparando il bagno, ti sentirai meglio dopo un bel bagno caldo, vieni." Indicando la strada per il bagno e avviandosi verso la porta.

Il ragazzo posò la foto al suo posto, e segui la padrona di casa verso il bagno.

Entrato nella stanza, leggermente umida per il vapore dell'acqua calda, Adrien si guardò attorno incuriosito.
Una specchiera in legno nero, una vasca/doccia moderna, un lavabo e la lavatrice, ma niente wc. 

Sabine intanto, chiuse l'acqua avendo raggiunto il livello adatto, prese in mano delle forbici causando disagio al ragazzo che appiatti le orecchie e mostro i denti felini.

Per quanto Adrien si fidasse della signora Dupain, appena vide quell'oggetto nelle sue mani si innervosì. Conosceva fin troppo bene la paura che provava in quel momento, per quanto una persona sembrasse innocua con in mano qualsiasi oggetto poteva essere letale.

"Scusa, non volevo innervosirti, pensavo di tagliare le cinghie che ti legano la "tuta" vuoi che ci provi senza prima?" Sabine cercava di mantenere un tono calmo, per quanto la situazione si era fatta pericolosa.

Il ragazzo annuì voltandosi per facilitare lo scioglimento delle cinghie. La "tuta" ricordava una camicia di forza, tanto era stretta a quel gracile corpo, mentre le fibbie arrugginite rendevano difficile ogni tentativo di Sabine. La mora doveva stringere la cinghia di almeno due buchi per muoverla e slegarla dal resto, provocando ad Adrien delle fitte di dolore soprattutto alle costole, affannando sempre di più il ragazzo.

Dopo circa dieci minuti, il biondo venne liberato da quella che ormai si poteva definire una seconda pelle, lasciando intravedere le varie cicatrici sul suo corpo minuto e muscoloso.

Sabine trattenere un singhiozzo a vedere tutti quei segni, il più erano graffi causati dai lunghi artigli, ma altri erano segni di lotta e per giunta freschi di qualche settimana.

"Gra-grazie, non mi sarei mai immaginato che un giorno avrei tolto quella cosa" fissando il pezzo di pelle nera a terra, in segno di sfida.

"Adesso buttati in acqua, rilassati e ti sentirai meglio." Poggiando una mano sulla fronte del ragazzo, la signora voleva verificare la febbre.

Adrien si morse un labbro cercando di trattenere le lacrime, mai avrebbe pensato di ritrovare quel calore; aspetto che la signora Dupain uscisse per togliersi la parte sotto della "tuta" ed entro in quella vasca d'acqua calda, contorcendosi in una smorfia di dolore quando l'acqua tocco la ferita ancora aperta di qualche settimana prima, causa forse del suo malessere.

Gli era stata procurata da un balordo in cerca di droga o qualche soldo, non ricordava bene. Il tipo era entrato in piena notte destando Adrien, si era messo a rovistare in giro, finché stufo iniziò a imprecare per l'insuccesso quando vide una figura muoversi nell'ombra, sentendosi minacciato prese un paio di forbici da sarto, trovate nella ricerca, e si scagliò contro Adrien bucandogli la gamba, per poi barcollare un po' e cadere a terra sanguinante. Era talmente fatto da non essersi accorto di essersi tagliato con gli artigli guantati del biondo, svenendo alla vista del sangue, fu ritrovato dalla polizia qualche ora dopo, sotto shock.

La ferita era brutta, un crostone rosso e nero copriva un taglio profondo. La parte lesa era gonfia, bluastra e quasi sicuramente infetta.

Adrien si affloscio nell'acqua calda, rilassando i nervi tesi; l'acqua gli arrivava al naso, tiepida e profumata. 
Dopo una bella mezz'ora, Sabine busso per sapere se stava bene, ricevendo una risposta affermativa, la donna tornò in salotto iniziando a comporre un numero telefonico.

Dopo alcuni minuti dall'altro capo del telefono una voce stanca rispose.

"Pronto, chi parla?" Chiese una voce anziana.

"Salve, signor Fujiwama. Come sta? Sono Sabine, Sabine Cheng volevo chiederle se poteva passare da me oggi pomeriggio?" Chiese la signora Dupain, leggermente ansiosa della risposta.

"...oh Sabine cara, come stai? Io molto bene grazie, certamente posso passare verso le 15 chi è stato male? Tom, Marinette oppure Nathalien?" Chiese con un po' di preoccupazione il signor Fujiwara.

"Nessuno dei tre" si affretto a dire, "un...un amico di famiglia, appena ragazzo, ha la febbre alta è svenuto più volte e..." Sabine non sapeva come spiegarsi meglio, non voleva rivelare cose prima del tempo.

"Mm...capisco. E da quando che sta così ?" Il signor Fujiwara si accarezzo la barba pensieroso, aspettando una risposta dall'altro capo.

Dopo un tempo che sembro interminabile Sabine rispose. " Non lo so..." la voce era rotta dal nodo in gola, il solo pensiero di non sapere niente di Adrien la uccideva.

"Sabine, tesoro ho capito la situazione. Arriverò il prima possibile tu fallo riposare." Il tono rassicurante di Fujiwara fece tirare un sospiro di sollievo alla donna. 
Poi chiusero la chiamata.

Adrien si trovava immerso nell'acqua da quanto? Forse mezz'oretta o più. Si sentiva bene, rilassato e finalmente pulito. Decidendo che era ora di uscire da quel bel tepore, si alzò scrollandosi l'acqua di dosso prese un asciugamano e se lo legò in vita. Non era abbastanza lungo da coprirgli la ferita, ma abbastanza da coprire le sue parti più basse e intime.

Usci dalla vasca e con un altro asciugamano iniziò ad asciugarsi con calma. Nat si svegliò con un urgente bisogno del bagno. Ancora nel mondo dei sogni, con gli occhi socchiusi e il passo lento, il ragazzino aprì la porta sbagliata.

La casa di sua zia aveva due porte del bagno, una con il solo water, uno specie di sgabuzzino, e l'altra con il resto dei mobili e dei sanitari.

Nat era abituato a sgusciare fuori dal letto ancora con gli occhi chiusi, aprire la porta dello sgabuzzino e utilizzare il water. Quel giorno però era più assonnato del solito, aprì la porta del bagno, la luce era accessa e una tepore lo desto un po' dalle braccia di Morfeo.

Nat si guardò attorno, notando un ragazzo mezzo nudo che si stava asciugando.

Sgranando gli occhi alla vista di coda, orecchie e artigli. Un urlo si propago per casa, facendo sussultare Sabine che corse verso il bagno.

Adrien appena vide la porta aprirsi si fermò, annusando l'aria non riconosceva l'odore della persona che si stava avvicinando.

Il biondo rizzo le orecchie ancora gocciolanti, sulla porta c'era un ragazzino di circa 13/14 anni dai capelli rossi e gli occhi socchiusi.
Non voleva mostrarsi minaccioso la era comunque in allerta di movimenti improvvisi, non sapeva come comportarsi ne come l'avesse presa il ragazzino davanti a lui.

Sabine arrivò pochi secondi dopo l'urlo di Nat, si era immaginata diversi  scenari tutti poco rassicuranti. 
Appena fu sulla porta, la mora trovo suo nipote, il suo caro nipotino, immobile con la bocca aperta e gli occhi sgranati; Adrien invece era immobile le orecchie tese e i canini in mostra, ma per fortuna gli artigli non erano stati foderati.

" Adrien tranquillo..." con voce calma e dolce, lasciando andare un sospiro di sollievo, Sabine ricevette un la completa attenzione dei due ragazzi.

"Questo è Nathalien" posando una mano sul ragazzo dai capelli rossi. "È mio nipote e non vuole farti male."

Il biondo rilascio un sospiro di sollievo, era stato affrettato a considerarlo subito un pericolo.

"Zi...zia lui non...non...non è umano" la voce tremante di Nat, al limite dello stridulo colpi nel profondo il ragazzo, che sentendo quelle parole si rattristo abbassando le orecchie e la coda, le lacrime già pungevano pronte a scendere.

"Nat, come ti permetti, è un ragazzo come te e me, e..." prendendo un respiro profondo "rimarrà in questa casa finché lui vorrà rimanere. È noi lo tratteremo come uno di famiglia." Sabine fu dura, con il nipote ma era giusto chiarire le cose subito.

"Scusa...mi sono spaventato, non volevo dire quelle parole". Il rosso era triste, ma voleva rimediare al torto causato. Allungo la mano che fu stretta delicatamente da Adrien in segno di pace e amicizia.

Il biondo non riusciva a credere che qualcuno oltre a Sabine potesse essere così gentile con lui, un senso di felicità msmai provato lo pervase.

Sabine non si era accorta subito della ferita sulla gamba del biondo, sangue e pus uscivano copiosi, il polpaccio era gonfio e viola bluastro.

"Adrien... la tua gamba." La donna non riusciva a trovare le parole. Ne aveva visti di tagli, scorticazioni e bruciature, ma mai una simile ferita.

   
 
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