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Autore: cin75    27/12/2017    6 recensioni
Dalla storia:
....“Mi dispiace, Cas!” lo fermò, stranamente Dean. Ancora non lo guardava, però.
“Ti dispiace di cosa, Dean?” chiese, l’angelo, non capendo, dato che chi aveva dato di matto era stato lui e non l’umano.
Dean non si mosse ancora.
“Dovevo farlo. Azzardato o meno, dovevo farlo. Dovevo tentare!”
“Dean che hai fatto?!” fece già allarmato, Castiel...."
Genere: Angst, Drammatico, Sovrannaturale | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Altro Personaggio, Castiel, Dean Winchester, Sam Winchester
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Nel futuro
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Dean, nella sua stanza del bunker, se ne stava con le mani strette una nell'altra. Il capo basso. Una delle gambe che tamburellava discretamente ma nervosamente contro il pavimento.

Quando Castiel lo raggiunse nella camera, era davvero disposto a chiedere scusa per la sfuriata, ben poco angelica, che gli aveva propinato qualche ora prima. Ma era ancora convinto che l'idea del maggiore dei Winchester fosse decisamente troppo azzardata e pericolosa.

Dean l'aveva fatto urlare e , forse sfogare, ma poi, senza rispondere, si era girato ed era andato in camera sua, lasciando l'angelo da solo, a sbollire la rabbia rimanente.

 

“Dean, senti...” fece l’amico celeste, quando vide il cacciatore, in quella posizione mesta. “Mi dispiace di aver reagito in quel modo , ma quello che volevi fare….”

“Cas, devi capire. Devi provare a capirmi!!” fece con più decisione. “ Sono quasi due giorni che quello schizzato discendente del Dottor Morte tiene prigioniero Sam. Non so che cosa gli sta facendo o meglio non oso immaginarlo perché so che impazzirei, perché in realtà so che cosa fa alle sue vittime quel bastardo e la sola idea che lo stia facendo a...” tentò di spiegare ancora, fermandosi quando l’immagine di un Sam sofferente, gli bloccò le parole in gola.

“Dean , lo so, ma quello che volevi fare avrebbe messo in pericolo….”

“Mi dispiace, Cas!” lo fermò, stranamente Dean. Ancora non lo guardava, però.

“Ti dispiace di cosa, Dean?” chiese, l’angelo, non capendo, dato che chi aveva dato di matto era stato lui e non l’umano.

Dean non si mosse ancora.

“Dovevo farlo. Azzardato o meno, dovevo farlo. Dovevo tentare!”

“Dean che hai fatto?!” fece già allarmato, Castiel.

“Era l’unico modo per salvarlo. Voi due, potrete risolvere la questione. Quando tutto sarà...attivo, Sam saprà dove cercare in mezzo a tutti questi faldoni e libri e tu...”

“ Attivo?...Dean che hai fatto???!” chiese con più apprensione, avvicinandosi all’amico, sempre seduto.

“ ...Tu saprai come agire. Io…io sono...” continuava , il biondo. Poi un: “...andrà tutto bene...” e poi la sua espressione contrita, inspiegabilmente, mutò in un’espressione decisamente “solo” pensierosa.

“Cazzo!!!, Dean????” ringhiò frustrato.

“Nooo!!!” fu l’insensata risposta al richiamo dell’angelo. “Io….io non posso permettere che accada di nuovo...lui…..lui si è già sacrificato per me….” continuava ancora.

Solo allora , Castiel, intervenne con tono severo e deciso.

“Fammi vedere la mano, Dean!” ordinò imperterrito.

“Lui ha sempre messo me prima di tutto...”

“Mostrami la tua mano, Dean!!” gli intimò, l’angelo.

“... Ha venduto la sua anima per me, mi ha perdonato il Purgatorio…..”

“Oddio!” sussurrò colpito, l’angelo, che ormai aveva capito ciò che era successo. E che era quello che voleva impedire facesse Dean.

“... ha preso il Marchio di Caino per rimediare a….” continuava, l’altro.

 

“Sam?!” lo richiamò , Castiel.

 

Il cacciatore, al quel richiamo, finalmente alzò la testa fissa a guardare il pavimento.

Per un attimo si guardò intorno, poi sorpreso, forse sconvolto, fermò lo sguardo sull’uomo in trench che lo stava fissando stranito.

“Castiel? Sei….sei davvero tu, Cas?!” fece perplesso, incredulo.

“Sì, Sam. Sono io e tu...tu sei al bunker, al sicuro.”

Il ragazzo si alzò, gli andò vicino, ma non lo toccò. Forse aveva paura che fosse l’ennesima allucinazione causata dal dolore. E l’angelo lo capì, quindi fu lui a toccare Sam.

Bastò quello.

Il cacciatore si gettò letteralmente addosso all’angelo, abbracciandolo.

“Amico, wow!!” esclamò sollevato ed entusiasta. “Sapevo che tu e Dean, mi avreste tirato fuori da quel casino. Quel Bauer è uno psicopatico che si diverte a torturare le sue….” ma si fermò quando si accorse che Castiel lo guardava, anzi , lo fissava con aria stranita. Sul volto dell’angelo, un’espressione attonita.

“Castiel, che hai? Oserei dire che sembri più sconvolto di me!!” gli fece presente. Poi, anche lui, cominciò ad avere qualche perplessità. “Dov’è Dean? Come….come ho fatto a ritornare al bunker? Avete usato un incantesimo?” iniziò a chiedere prima con curiosità e poi con sempre più apprensione, quando si rese conto che l’angelo non gli rispondeva.

“Sam, ascolta...”

“Dov’è Dean?” chiese ancora. “Wow!! non sento nemmeno più il dolore delle ferite!!” fece ancora, tastandosi le varie parti del corpo e poi, la confusione lo colse definitivamente. “Ma questi….questi..”

“Sam, Dean….lui….” voleva cercare di spiegare, Castiel.

“Questi non sono i miei vestiti. Sono quelli….quelli...” e guardò esterrefatto l’amico. “Castiel, che ci faccio con i vestiti di Dean addosso?!!”

 

L’angelo deglutì a vuoto. E adesso come glielo spiegava il gran casino che Dean aveva combinato anche se a fin di bene?

 

“Sam, vieni con me!” disse solo, pacato. “Ti prego!” lo incoraggiò , invitandolo a seguirlo verso lo specchio. Tenendolo per una spalla.

Sam lo seguiva, ma continuava comunque a guardarsi e notare il taglio sul palmo della mano destra. “Che ho fatto?!” fece , mostrando la mano all’angelo.

“Non lo hai fatto tu, Sam!”

“Allora chi?!”

Castiel si fermò e con un gesto deciso ma gentile, posizionò Sam , che non smetteva di guardarlo in cerca di una risposta chiara, davanti allo specchio. “Lui!” rispose, finalmente, alla domanda. “E’ stato lui!” e il giovane cacciatore portò lo sguardo verso il punto in cui Castiel gli suggeriva di guardare.

 

No!!!

Assurdo!!

Impossibile!!

 

Sam si stava guardando allo specchio, ma il ragazzo riflesso non aveva le sue sembianze, il suo aspetto, ma quello di Dean. Suo fratello.

Strinse a pugno la mano ferita, ignorando il bruciore e il dolore del taglio mentre con l’altra, piano, si toccò il viso.

Si tastò le guance , più piene delle sue. Quel viso meno spigoloso e più rotondo del suo. Quegli occhi più verdi e decisi dei suoi, più grandi. Ma con un’ombra di tristezza palese, quella stessa tristezza che Dean stesso voleva nascondere nei propri occhi e portare via definitivamente da quelli del suo fratellino.

Ci stava passando una vita a cercare di riuscirci!!

“O mio ...Dio!!” sussurrò decisamente spiazzato. “Ma io….ma io….sono….”

“Nel corpo di Dean!” finì per lui, Castiel.

“Come….” quasi balbettò e l’angelo giurò di non averlo mai visto così confuso. Sam che era la razionalità fatta persona, tranne quando si parlava della vita di sua fratello.

“Ricordi che il dottor Bauer è riuscito a prenderti?” chiese e Sam annuì senza mai riuscire a distogliere lo sguardo dallo specchio in cui invece era riflesso il volto di Dean. “Abbiamo girato per ore, giorni alla tua ricerca e Dean stava andando fuori di testa soprattutto perché dalle autopsie delle ultime vittime avevamo capito in che modo Bauer uccideva. Dean ha deciso di tornare al bunker per cercare qualunque cosa potesse aiutarci a trovarti e durante le ricerche….” e solo a quel punto, Sam/Dean lo fissò con aria apprensiva.

“Cosa avete scoperto?” chiese ansioso.

Castiel andò avanti con il racconto. “Che con un incantesimo di assoggettamento è possibile fermare Bauer, ma….”

“Ma cosa?!” quasi gridò Sam.

“Ma l’incantesimo ha effetto se a praticarlo e pronunciarlo è una delle vittime di Bauer.”

“Ma le vittime di Bauer sono tutte morte!!!” asserì frustrato.

Castiel lo guardò. Strinse appena la labbra.

“Non tutte, Sam.” gli fece presente . “Tu non lo sei!”

Sam/Dean spalancò gli occhi. Comprese.

“E’ per questo che Dean ha praticato un incantesimo di scambio!” continuò indicando il palmo tagliato e i pochi fogli presenti sul letto del maggiore. “Ha preso il tuo posto con Bauer cosi che tu possa trovare un potente incantesimo di assoggettamento e praticarlo sul dottore prima che...” ma si fermò non appena scorse il terrore sul volto dell’amico.

“Ha preso il mio posto?!” sussurrò amareggiato. L’angelo annuì soltanto.

“Era l’unico modo.”

“Prendere il mio posto, soffrire al posto mio, venir torturato al posto mio era l’unico modo?!” quasi ringhiò il minore, facendo mente locale su quella confusione che aveva sentito un attimo prima di ritrovarsi di fronte Castiel.

Castiel comprese quello sfogo. Da anni era testimone delle faide fraterne su chi deve sacrificarsi e come, che di tanto in tanto facevano guerreggiare i due fratelli, ma in questo momento, anche se lui per primo aveva inveito contro Dean della pericolosità di quel gesto, doveva ammettere che Sam era l’unico che poteva fermare Bauer.

“Ascolta, Sam. So che detesti quando Dean cerca con ogni sua fibra di sacrificarsi al posto tuo...”

“Cerca? Cerca???” esclamò furente mostrandosi all’angelo con una chiara espressione frustrata. “Guardami!! credi che io stia ancora esagerando??!” domandò.

“No!” rispose immediatamente Castiel. “Ma noi non riuscivamo a trovare né lui né te, e se Bauer ti avesse ucciso , non avremmo potuto fare altro che girare ancora a vuoto e la cosa non era...non era concepibile!”

“Come al solito per Dean!” convenne sarcastico.

“No, anche per me!” replicò l’angelo e Sam si sentì stranamente in colpa. Dean sapeva che lui odiava essere il fratellino da proteggere, ma che anche Castiel adesso gli stesse facendo presente che quello che aveva fatto Dean non era una mossa suicida ma un piano per salvare delle vite umane, forse…..

“Castiel ..mi dispiace...ma tu...tu non hai idea delle cose atroci che fa quello psicopatico. Testa il dolore fisico e la sopportazione al dolore infliggendo tagli e colpi e cose assurde pur di vedere fin quando uno ce la fa!!” fece rabbrividendo al ricordo di quello che aveva passato in quei giorni e sentendosi terrorizzato all’idea di quello che stava passando Dean. “Ad un certo punto ho come sentito nella mia testa la voce di Dean che mi diceva che era lì, con me, che sarebbe andato tutto bene, che mi avrebbe aiutato a qualunque costo, che mi avrebbe tirato fuori da quell’Inferno. Ma credevo….credevo fosse solo...solo quello che stavo passando. Invece..”

“Deve essere stato il momento in cui le vostre menti si sono incrociate per lo scambio. Vi siete ….sentiti!” provò a spiegare Castiel.

Sam, tirò un profondo respiro.

Si guardò ancora allo specchio. O meglio guardò Dean.

Cercò di riprendersi tutta la sua lucidità.

Poi tornò a fissare l’angelo.

“Fammi vedere quello che avete trovato. Dobbiamo fare in fretta, prima che Bauer uccida Dean. Ma prima...”

“Cosa ti serve?!” si affrettò a chiedere Castiel, pronto a fare il possibile per essere di aiuto. Come sempre d’altronde!

“Un incantesimo di connessione!” ordinò.

“A cosa ti serve!?” chiese perplesso.

“A connettermi con Dean.” rispose.

“Ma...”

“Sono stato bendato per quasi tutto il tempo e quando mi ha sbendato ho visto poco di quel posto, dopo di che mi sono ritrovato qui.” e Castiel capì quello che intendeva Sam. “Se io o meglio se Dean è ancora senza benda, potrà darci ogni particolare possibile per identificare quel posto e poterlo trovare. E poi...”

“E poi?” fece Castiel credendo in altre indicazioni.

“ Non lo lascerò da solo con quello psicopatico. Qualunque cosa accada!” e dal modo in cui aveva proferito quelle parole, Castiel, capì che sarebbe stato inutile replicare.

 

 

Quando Dean riprese coscienza, si rese conto del posto in cui era. Di certo era una cantina. La puzza di terra e umido impregnavano l’aria, anche se non erano abbastanza forti da sovrastare l’odore del sangue e della morte che la facevano decisamente da padroni.

“Ben tornato Sam!!” fu il saluto che gli fu rivolto poco dopo.

Dean sobbalzò appena e in quel leggero movimento che il suo corpo compì, una miriade di scariche di dolore gli si propagarono in tutto il corpo.

Mio Dio!! ma che diavolo ti ha fatto questo bastardo, Sam??, si ritrovò a pensare, sentendo una rabbia furiosa montare dentro di lui.

Si costrinse a grugnire pur di sopportare il dolore. Abbassò , per quello che gli era possibile, lo sguardo su di lui. O meglio , sul corpo di Sam.

I pantaloni era sdruciti e macchiati di sangue all’altezza delle cosce. Lo stesso per la camicia e gli avambracci. E poi , il dolore più forte, al fianco, dove sentiva il costante fluire del sangue. Lento ma costante.

Bauer sembrò accorgersene. Gli andò vicino, sorridendogli sghembo.

“Hai ragione, questa ferita sanguina ancora parecchio. Ma infondo, come si dice.. “Come in tutte le forme d’arte, anche per la scienza bisogna sanguinare!!”

“Non credo che qualcuno dica così. Forse solo gli psicopatici assassini!!” ironizzò Dean.

“Ma guarda guarda!!!” esclamò sorprendente felice il medico. “Il sonnellino ti ha fatto bene, ti ha reso perfino più ironico!!!” fece prendendo un bisturi dal vassoio accanto alla lettiga su cui erano imprigionati il corpo di Sam e la mente di Dean.

“Cosa...” sibilò tra i denti il cacciatore quando vide Bauer avvicinarsi con la piccola lama medica.

“Tranquillo!!!”

“Sta’ lontano….figlio di….”

“Andiamo!! E’ per la scienza.” lo canzonò l’altro.

“Fanculo tu e la tua scienza!!” sbottò Dean

“Voglio solo vedere che sopportazione ha il dolore umano mentre viene reciso un nervo tendineo.” disse con semplicità mentre la lama si avvicinava impietosa alla caviglia di Dean che decisamente in preda al panico cercava di spostare inutilmente il piede da quello che stava per succedere.

Bauer , gli sfilò gli scarponcini, e poi le calze. Gli arrotolò con un paio di giri i jeans e poi, soddisfatto, gli sorrise perfino.

“Ti uccido se...” ringhiò Dean. Inutilmente.

Bauer affondò deciso e ritrasse con ancor più decisione. Un fiotto di sangue zampillò lucido fino a raggiungere il pavimento.

Dean urlò, imprecò, soffiò feroce l’aria dalle labbra per sopportare il bruciore e il dolore che continuava a propagarsi lungo tutta la gamba , lo stomaco, il petto, fino a perforargli il cervello. Si costrinse a stringere i denti, gli occhi. Si odiò quando sentì una lacrima scivolargli via dagli occhi. Si obbligò a regolare il respiro per riprendere il controllo, ma quando l’infausto medico compì lo stesso esperimento sull’altra caviglia e gli aprì la ferita per osservarne pelle , carne, muscoli, vasi sanguigni recisi, il dolore ebbe il sopravvento e l’oblio lo vinse.

 

 

Nel bunker intanto…..

Tenebris occultum potentia coniungit animo ad mentem, quod inhabits corpus meum”

(Oscuro potere occulto collegami alla mente che abita il mio corpo)

 

Sam, dopo aver mandato in fumo gli ingredienti magici, ripeteva con profonda concentrazione la formula che gli avrebbe permesso di collegarsi a Dean e non appena quel collegamento decisamente mistico fu attivo, un pesante oppressione investì il più giovane dei Winchester, tanto che dovette appoggiare le mani ai bordi del tavolo per sostenersi. Castiel gli fu immediatamente accanto.

“Sam??!”

“Sto...sto bene.” sussurrò. “E’ Dean...è Dean che sta male…..tanto male!!” fece , mentre si rimetteva in piedi e cercando concentrazione.

Respirò affondo. Una, due, tre volte. Chiuse gli occhi per estraniarsi da tutto, perfino da Castiel.

“Dean?” fece a voce bassa. “Dean??”

 

 

In quello stesso momento, la confusione dolorante in cui si trovava Dean, sembrò placarsi solo per un attimo. Una voce, calma anche se dal tono preoccupata, gli si insinuò discreta nelle orecchie.

Dean?!”

Il cacciatore si guardò intorno. La stanza era vuota. Quel pazzo sadico di Bauer non c’era.

Dean..”

Era solo. Assolutamente solo. Allora chi lo stiamo chiamando?

Chiuse di nuovo gli occhi pensando che , a causa del dolore fisico che stava provando, la sua mente stesse cominciando a dare i numeri.

No, Dean. Non stai iniziando a dare i numeri!”

E fu la voce a riprenderlo.

“Cazzo!!” esclamò Dean. “Ora sento le voci!” provò perfino a scherzare.

No, idiota incosciente. Non senti le voci o per lo meno non nel senso che intendi tu. Sono Sam e ho fatto un incantesimo di connessione mentale tra me e te. Così potremo mettere in atto il tuo piano, fermare Bauer, assoggettandolo, trovarti, venirti a prendere, rimetterti in piedi. Dopodichè metterò in atto il mio di piano: ti prenderò a calci in culo e ti spaccherò la faccia, fratello!!”

“Ok!”

Ok? Solo ok? Ti fidi, così?”

“Solo il mio fratellino nerd e incazzato poteva dirmi una cosa del genere, quindi: sì, ok!” disse solo.

Allora ascoltami...”

“Stronzo!” fece all’improvviso, Dean.

Fesso!” ribattè istintivamente Sam.

“Sì, sei davvero tu!” fece sorridendo, sorprendentemente sollevato, fin quando la porta della stanza non si aprì di nuovo. “Cazzo….”

Dean? Che succede?”

“Sta tornando. I giochi stanno per riprendere, Sammy. Quel bastardo sta per…” ma ovviamente smise di parlare quando Bauer gli si fece più vicino , e Sam, in connessione con lui, capì il perché di quel silenzio.

Ok!Ok! Dean , so che è difficile ma cerca di guardarti intorno, devi dirmi tutto quello vedi. Finestre , colore dei mattoni, odori, rumori. Tutto. Non c’è bisogno che tu parli se lui è lì. Io sentirò comunque tutto quello che mi dirai. Siamo collegati mentalmente, ricordi?

“D’accordo. D’accordo!!” e così dicendo, serrò le labbra e iniziò a guardarsi intorno, anche mentre Bauer , vicino a lui, iniziava a decidere quale strumento usare questa volta, mentre estremamente rilassato, parlava a quello che lui credeva essere ancora Sam, di come lo avesse scelto al posto di Dean: “Più roba su cui lavorare!”, era stata la risposta a quella domanda che si era posto da solo.

Parlami Dean!” riprese Sam, con tono ansioso.

“Due finestre. È decisamente un seminterrato. Si vede la strada a livello delle finestre.”

Rumori?”

“Nessuno in particolare. Deve essere in….. campagna. Sento...sento dei cavalli….sì, sono cavalli. E anche...anche mucche...e anim….animali….” comunicò anche se era decisamente in difficoltà a portare avanti quella sorta di conversazione.

Grandioso!” esclamò la voce mentre una pesantezza iniziava a provenire dall’altra parte. “Dean? Che succede?”

“Niente!...niente!!…..i muri...i muri sono in tufo, sì...in tufo e….e sono, sì….sono umidi....sì...umidi...”

Deve essere una vecchia fattoria. Vicino ad un fiume dato l’umidità dei tufi. Senti altro? Vedi altro?” chiese ancora, percependo un certo disagio che via via si faceva sempre più….opprimente. “Dean? Che succede? Stai bene? Che sta facendo Bauer? Dean, rispondimi!!!”

“Un rumore...sento….sento un rumore. Sammy??”

Ci sono, Dean. Sono qui!!”

“Ora...ora sento un rumore….sembra...sembra una….oddio!, no….basta per favore!!!!” e questa volta quell’esclamazione arrivò straziante e straziata alle orecchie di Sam.

Dopo di che, silenzio.

 

“Deaaannn!!” gridò Sam , nel bunker, quando un sottile dolore al centro della mente raggiunse anche lui.

   
 
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