Yule
Avvertenze: il tema centrale sono i nuovi inizi. Nonostante i primi paragrafi, prendetela a cuor leggero. Potrebbe nuocere alla vostra salute altrimenti (anche se credo lo farà comunque).
Non
era complicato comprendere il motivo che spingeva Musa a recarsi ogni
giorno al suo negozio preferito in Magix;
soprattutto in un periodo simile a quello che stava trascorrendo.
Restare nel suo alloggio ad Alfea con le altre non era più
un'ipotesi da considerarsi, soprattutto dopo una festività
come
Samhain: la ferita che era rimasta aperta per troppi anni
ricominciava lentamente a sanguinare, macchiandole l'animo di
vermiglio.
Anche
a due mesi da tale giorno, il sangue continuava a colare
metaforicamente lungo il suo corpo; un anno fa non avrebbe mai
pensato di trovarsi in condizioni simili, e considerava ancora
incredibile come le cose avessero subito un cambio radicale nel giro
di così poco tempo.
Cercare
un attimo di pace in un luogo a lei famigliare era l'unica cosa
rimasta da farsi: perdersi fra mille vinili era di gran lunga
più
dolce che affogare nella propria solitudine.
E,
data la situazione che si era creata – non accennava a
migliorare
in alcun modo – nel suo alloggio, la parola 'pace' era
ormai diventata un tabù per la sua mente.
“Ve
lo giuro, ve lo giuro! Sto ancora cercando di capire cosa esattamente
sia successo!”
Era
la prima cosa che Bloom si era messa a dire, con tono esasperato,
dopo aver spiegato in tutta fretta ciò che era accaduto sul
proprio
pianeta natale. Pareva più confusa lei delle sue compagne,
che si
erano sorbite un discorso costruito su due piedi senza capo
né coda.
“Fammi
capire bene, Bloom – aveva cominciato Tecna, cercando di
scegliere
le parole con cura perché, di fatto, nessuna accennava ad
aver
capito nulla – Perché non ci hai
avvisate?”
“Non
lo so, non ne ho idea! E' il mio regno, alla fine devo occuparmi io
delle cose che lo riguardano, ma è stato tutto talmente
strano che
alla fine non ho fatto niente e lei è scappata di
nuovo.”
Dopo
l'ennesima frase sconnessa Musa aveva sospirato e si era seduta
pesantemente sul letto, credendo che dopo la sera successiva a
Samhain la faccenda si sarebbe chiusa lì; del resto non
c'era molto
da fare, se non rimpiangere il fatto che la fulva non avesse colto
l'occasione per agire.
Quanto
si sbagliava.
Come
se non avesse ben afferrato gli avvenimenti, Bloom glieli aveva
ripetuti più volte, sottolineando il rammarico con il tono
della
voce, ed ormai era impossibile non notare come la cosa fosse per lei
diventata un chiodo fisso.
Doveva
rimediare ai propri errori.
Doveva
dissipare l'alone di mistero che si era creato e per ultimo, ma non
meno importante doveva trovare Icy.
La
fata della Fiamma del Drago era solita non accettare alcuna
sconfitta, ma quella bruciava ancora nella sua mente e sulla sua
pelle; non poteva semplicemente ignorarla.
Musa,
dal canto suo, non provava neppure a mettersi nei panni della sua
amica: si tirava fuori dall'argomento, dicendole semplicemente che
tale avvenimento passato – che non avrebbe potuto in alcun
modo
ripetersi, in quanto appunto passato – le
stava costando
troppo tempo ed energie che doveva impiegare in ben altro di
più
utile. Ma la sua testardaggine non era facile da contrastare e la
fata della musica finiva per litigarci irrimediabilmente.
La
smania per la conoscenza, inoltre, l'aveva resa più
irritabile ed
irritante del solito. Le opzioni quindi si riducevano a due: o
restare ad Alfea a sorbirsi gli affari di Bloom dando sempre una sola
risposta – perché fai tutto questo
quando sai che è inutile –
oppure trovare un bel luogo a Magix dove passare il tempo in
tranquillità, introvabile nel suo alloggio.
E
dopo quale litigio di troppo, l'asiatica aveva deciso di scegliere la
seconda.
Certamente
non era la prima volta che la scorgeva al negozio: bazzicava sempre
dalle parti del genere rock e punk, e non stava mai zitta. Doveva
conoscere abbastanza bene il commesso, in quanto questo manifestava
una particolare preferenza verso di lei; talmente particolare che
alle volte essa sfiorava i peggiori tentativi di abbordaggio di cui
Musa avesse mai sentito parlare.
In
tali casi, la cliente dai capelli verdi di media lunghezza ed
arricciati sulle punte – le ricordava qualcuno? –
sbraitava
qualche insulto e si voltava nuovamente verso gli scaffali,
provocando nel commesso non poca ilarità. Nonostante i
presupposti
con cui tale figura si era presentata nella sua routine, la fata non
sentiva di odiarla, né di provare un qualsiasi segno di
fastidio nei
suoi confronti; si era ritrovata a tenere da conto il fatto che,
negli atteggiamenti che la ragazza mostrava – non la
conosceva al
di fuori di essi – non era molto più permalosa
della fata stessa.
E sarebbe stata ipocrita a condannarla per tale aspetto.
Inoltre
aggiungeva quel tocco di azione in circostanze tranquille che, data
la precaria staticità in cui era caduta la Dimensione Magica
negli
ultimi tempi, non guastava affatto. Con la sola presenza le aveva
facilitato la prolungata fuga per interi pomeriggi dal college di
Alfea.
Quando
alzava gli occhi dal libro – doveva portarsi da studiare,
altrimenti sarebbe stata nei guai – in seguito al tintinnio
delle
campane tubulari appese alla porta, notava la sua entrata a passo
spedito, accompagnata da un brusco saluto con la mano destra, mentre
la sinistra era già impegnata a spulciare velocemente i
vinili
esposti in prima fila.
Faceva
la sua comparsa molto spesso, quasi tutti i giorni a dirla tutta,
eppure pareva non si fosse mai accorta della presenza della fata,
né
si era avvicinata a lei in particolar modo; senza conoscerla aveva
già posto una peculiare distanza fra loro e, seppure alle
volte
passasse parecchio tempo nel negozio, sembrava accantonare con grande
sforzo l'idea di sedersi ai tavolini nelle sue vicinanze.
Forse,
nonostante il suo atteggiamento a volte rude, sapeva
che un suo eventuale approccio avrebbe potuto rompere
l'intimità creatasi fra la fata e la stanza in cui questa
trascorreva le sue giornate. Il
massimo che le aveva visto fare era
rivolgerle
qualche veloce, indifferente occhiata, per poi contorcere
il suo aggraziato volto in una smorfia verso l'ennesimo commento del
commesso.
Musa,
dopo il loro silenzioso saluto, si rimetteva una delle due auricolari
e continuava a studiare, non
senza un piacevole sottofondo.
E
così doveva essere anche durante la giornata di Yule, dato
che in
ogni caso non sarebbe potuta tornare su Melody prima di sera;
tuttavia non aveva fatto i conti con il fatto che anche il
proprietario del negozio avesse
diritto a delle vacanze, ed
era andata decisa al solito indirizzo.
Avrebbe
potuto pensarci prima, ma almeno tentare
la fortuna
le aveva alzato le aspettative.
Ci aveva forse sperato troppo?
Sospirò
contro le saracinesche chiuse, muovendo le mani ad alzare le cuffie.
Non le restava che tornare ad Alf-
“Come
cazzo sarebbe? Chiuso?! Sta scherzando quel deficiente! Tenere chiuso
proprio oggi che volevo comprarmi un sacco di vinili, questa me la
paga!” un
calcio diretto contro il metallo la fece sobbalzare; come reazione
voltò di scatto la testa ed i suoi scuri occhi incontrarono
i
brillanti smeraldi della ragazzina che era solita incontrare
– dove
l'aveva già vista?
Quindi
anche lei doveva esser convinta di trovare le porte aperte.
“E
tu che hai da guardare – sbottò subito dopo il
colpo,
assottigliando lo sguardo – Cosa
credi, che apra
a quest'ora? Non
c'è niente da vedere, vattene,
sciò
sciò.”
“Guarda
che non
sono io quella che
sta facendo qualcosa di sospetto qui.”
le rispose la fata con sarcasmo, indicandole
la rientranza che il suo colpo aveva formato sulla superficie
metallica;
nel vedere come
l'altra
si scaldasse
ad ogni sua risposta ci provava quasi gusto. Quasi.
“Attenta
a come parli, posso ammazzarti anche subito, eh! Sei fortunata che a
Yule non ammazzo, altrimenti saresti già stata fatta a
pezzi-”
sbraitò l'altra, arrestando prontamente la frase prima che
avesse
potuto tradirsi – ci
era mancato davvero poco
– con una sola parola che l'avrebbe resa riconoscibile agli
occhi
dell'asiatica. Quel poco di autocontrollo che aveva le era servito
per una volta, in caso contrario sarebbe finita in guai molto seri.
Musa
si prese un momento per calmarsi, del resto non era la prima volta
che la vedeva comportarsi in tale modo; certo, osservarla urlare
all'interno del negozio era ben diverso da averla contro
direttamente, aveva avuto modo di accorgersene, tuttavia il suo era
un atteggiamento che non le era del tutto estraneo. Stava forse
simpatizzando con lei?
Era
appena mattina e si era già imbattuta in un nuovo
inizio;
ne sarebbero accadute di stranezze con tale cadenza fino al prossimo
Yule.
“Senti,
non è colpa mia se oggi
il negozio è chiuso, anche io sono nella tua stessa
situazione. Che
vinili volevi prendere? Se li ho te li posso prestare, di modo che tu
possa ascoltarli in anticipo.”
“Guarda
che non è mica la stessa cosa!” vedersi sbattere
in faccia
un'affermazione simile dopo tanta gentilezza fece stringere i pugni
alla fata della musica, ma solo fino a quando la ragazzina non
riformulò – ne andava dei suoi interessi dopotutto.
“Comunque
sì, li voglio ascoltare oggi stesso. E se quello non si
sbriga ad
aprire questa cazzo di cosa in metallo allora sono costretta ad
approfittare della tua offerta.”
'Costretta,
eh?' si
ritrovò a pensare la mora, ma poi lasciò perdere
e si apprestò ad
estrarre il proprio lettore mp3.
“Che
vinili stavi cercando?” chiese, selezionando distrattamente
la
playlist con le tracce estratte dai propri dischi.
“La
discografia intera degli Imagine Dragons.” le rispose tutto
ad un fiato, mettendo le mani sui fianchi quasi seccata. Come se
qualcuno non
si stesse impegnando minimamente ad aiutarla.
Ma
il tono ed il comportamento passarono in secondo piano, data la
richiesta; gli
Imagine Dragons?
Nei mesi in cui l'aveva osservata mai si sarebbe aspettata che avesse
in mente un acquisto simile. L'avrebbe invece figurata a prendere a
pugni chiunque avesse comprato tale 'robaccia' – l'aveva
sentita
definire così per più di una volta il genere in
cui rientrava il
gruppo che le interessava – oppure,
generalizzando,
l'avrebbe fatto con qualsiasi individuo che avesse
mostrato
un minimo piacere per qualcosa al di fuori del rock o del metal.
L'aveva
etichettata come una di quei puristi della 'buona musica' dopotutto.
Ed
invece era rimasta a bocca asciutta da tale affermazione; era
arrivata totalmente inaspettata, esattamente come la prima volta che,
messo piede nel negozio, l'aveva subito udita sbraitare al commesso
di farle arrivare in fretta il cd dei Sex Pistols che aspettava da
una settimana.
“Beh?
Non fare quella faccia, è una cosa totalmente normale
pensare ai
nuovi inizi ad una festività come questa. Ed alla fine ho
pensato
che potevo anche dare una possibilità a questo gruppo, che
non mi
avrebbe fatto male ascoltarne qualche canzone. – vedendo di
non
ottenere risultati la ragazza dai capelli verdi roteò gli
occhi –
E smettila di giudicarmi!”
“In
realtà io non ho detto niente. Comunque li ho tutti e tre,
però
dovrei passare a prenderli. Facciamo che, uhm, ci troviamo fra tre
quarti d'ora al bar all'angolo?” ed indicatole il bar, Musa
si mise
in attesa della sua risposta.
“Sì,
ma non farmi aspettare troppo, che io ci vado già
adesso.”
“Ah-a.”
tagliò corto, dirigendosi verso il primo autobus per Alfea
che
sarebbe passato da lì a momenti.
La
ragazzina, intanto, si sistemò nervosamente i propri
peculiari
capelli.
“Questa
volta ho fatto una cazzata bella grossa, lo ammetto, ma io quei
vinili li voglio. Se solo quel tipo di merda non avesse deciso di
chiudere proprio oggi...” si ritrovò a dire a voce
alta, mentre si
avviava con passo pesante verso il luogo designato per il loro
incontro.
Aveva
riflettuto parecchio sull'eventualità di lasciarla
là, tutto il
giorno ad aspettarla nel locale che le aveva consigliato; tuttavia
era giunta alla conclusione che, se l'avesse fatto, non avrebbe
potuto mettere piede nel suo adorato negozio di musica senza
rischiare di venir polverizzata dalla furia omicida dell'individuo in
questione. Così, prima che potesse rendersene conto, si era
ritrovata ad allungare la busta contenente i vinili alla ragazzina
dai capelli verdi che, contenendo il proprio entusiasmo, l'aveva
messa con cura – era la prima volta che non la vedeva agire
in modo
violento e, dio, ne era estremamente grata – nella propria
capiente
borsa nera.
“Perfetto.
Tanto domani li compro io, in caso tu non sia al negozio li lascio al
coglione, quindi chiedili a lui.” e si alzò,
facendo per andare
via.
Musa
l'avrebbe lasciata andare tranquillamente – ne aveva
abbastanza di
quel teatrino – se solo non le fosse balenato alla mente il
collegamento che giustificava tutte le sensazioni che la presenza
della particolare ragazza le aveva provocato; le sue pupille si
dilatarono leggermente, mentre con un fruscio il vestito nero
dell'altra sfiorava il tavolo al quale erano sedute.
“Aspetta!
– esclamò, voltandosi verso di lei, che aveva
arrestato la sua
camminata – Tu sei vestita come quel personaggio di One Punch
Man,
come si chiamava? Non lo seguo, per quello non ti ho riconosciuta
subito, suppongo.” la vide irrigidirsi considerevolmente, ma
non si
perse d'animo. “Le somigli parecchio, davvero. E' un lavoro
ben
fatto il tuo.”
La
ragazza non rispose, né si girò. Restò
immobile, tesa più di
prima, attendendo un verdetto da parte della fata.
E
forse, rendendosi conto solo allora
che la 'cazzata'
che aveva fatto era ben più grande del previsto.
Le restava solamente un'ultima carta da giocare.
“Oh,
fanculo!” le urlò, prima che l'altra
potesse
pronunciare tale nome sulla punta della lingua, quel nome che nella
sua testa non voleva dire nulla ma, una volta pronunciato ad alta
voce, l'avrebbe portata ad una scoperta ben peggiore. I piedi della
ragazzina dai capelli verdi si mossero velocemente sul pavimento
mentre, correndo, raggiungeva l'esterno e spariva dalla vista della
fata della musica che, solo allora, lasciò andare la parola
che
aveva trattenuto inconsciamente per troppo tempo.
“Tornado.
Si chiama Tornado.”
Tornado.
Un
momento.
“Tornado.
Sono una fottuta idiota.” sussurrò, raccattando la
borsa e pagando
in fretta e furia quel poco che avevano preso.
“Sei
un'idiota, è innegabile.” fece Icy, sbattendo il
tomo di magia
oscura, che era precedentemente
intenta a studiare,
sulla testa di sua sorella minore. Quest'ultima si lagnò non
poco
prima di rispondere all'insulto.
“Che
cosa ne sapevo io che voi non vi sareste fatte i cazzi vostri nemmeno
oggi?! E poi non mi hanno preso, no? Cazzo, mi annoiavo e avevo
bisogno di divertirmi un po', visto che non posso attaccare le
fatine. Non mi va di fare le mummie come voi due.”
“Certo
sorellina, ma camuffarsi dal personaggio di un cartone animato non ti
sembra leggermente oltre il limite?” le rispose Darcy,
facendo il
suo ingresso nella stanza con ancora gli occhiali da lettura sul
naso.
“Io
faccio quel cazzo che mi pare. E poi mi state facendo un cazziatone
assurdo quando la stronza – ed indicò Icy con
particolare enfasi –
si è travestita da Sposa Cadavere per Samhain e nessuno ha
detto
niente!”
Lo
sguardo che entrambe le sue sorelle le rivolsero bastò a
farle
chiudere la bocca.
Nuovo
inizio un cazzo, è tutto uguale a ieri.
Che
palle.
Condizioni
per l'uso:
OOOOOH
questa volta ho fatto il ritardo quello vero, shame on meeee.
Scusate, scusate davvero, è dai primi di novembre che cerco
di far
uscire qualcosa di decente da questa roba eeee guess what non ci sono
riuscita.
Però
meritavate delle notizie e, dopo aver fatto ventordici modifiche
foooorse sono riuscita a far uscire qualcosa di decente.
Forse.
Yule,
festa pagana che coincide con il solstizio d'inverno, simboleggia
l'inizio del nuovo ciclo; è di usanza fare le tipiche
promesse che
gli occidentali (parlo per la cultura italiana che, effettivamente,
è
l'unica che conosco nella sua interezza ed è l'unica di cui
posso
parlare senza prendere granchi enormi) fanno il 31 dicembre,
cioè
l'ultimo dell'anno. Anno nuovo, vita nuova si usa dire; nel
paganesimo ciò coincide con il giorno più buio
dell'anno, dopo il
quale la luce comincia a riguadagnare la sua posizione nel giorno.
Questa
festa, dunque, è caratterizzata fortemente dalla
volontà di
prendere una nuova strada, arricchire la propria vita con dei nuovi
inizi. Il tutto trattato con gaiezza e spero veramente di non essere
andata troppo oltre con le cazzate, ma è dura trattenersi
con
Stormy.
Poi
alla fine credo solo lei sia abbastanza stupida da fissarsi con un
anime ed andare in giro in cosplay (ammesso che sappia cosa sia).
IIIIH nello scrivere questa frase mi accorgo di quanto potrebbe non
piacere a molta gente, quindi mi ritiro nel mio guscio.
Dannazione
a me per il ritardo e tutto il resto, ma nonostante tutto spero che
tale lettura sia stata di vostro gradimento. Ringrazio Ghillyam,
Applepagly, Lady
Choc e pappardella
per aver recensito Mabon (che mannaggia a me mi sono dimenticata di
ringraziare la scorsa volta).
Pappardella
e Lady
Choc per
aver inserito la storia (sempre Mabon) nelle preferite.
Ringrazio
di nuovo Ghillyam ed
Applepagly per aver
recensito anche Samhain (u go girls!) e DarcyRocks99
per
avermi fatto sapere anche lei cosa ne pensa.
Grazie
a tutti per il supporto, siete fantastici.
Mary