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Autore: DreamGirls    25/06/2009    2 recensioni
Alessandra e Lara sono due diciassettenni all'apparenza normali.
Se non le si conosce e se non contiamo le rispettive famiglie, i compagni di scuola, il nuovo - ? - arrivato e la sua nuova cerchia di amici, i professori, i vicini, i conducenti affabili dei bus e gli stranieri affascinanti incontrati ad un bar, per caso.
E tutti gli avvenimenti che sconvolgeranno la loro vita, in meglio o in peggio questo è ancora da scoprire.
Tra vecchie cotte, voci, feste clandestine, auto distrutte, punizioni scolastiche, luna park e tante altre cose, riuscirò a parlare anche di quello che tutte noi sogniamo o abbiamo già vissuto: il primo vero amore.
Genere: Romantico, Commedia | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: Incompiuta
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A Lara, perché anche se ti sembra impossibile, sei stata tu quella che ha sostituito in parte la mia signora Ispiratrice – spero – momentaneamente scomparsa.
So che mi odierai perché ho cambiato il mio nome ma non il tuo, ma…
E’ così XD Non me ne volere, lo sai che ti adoro *-* E so che adorerai Stefano – leggi e scopri chi è XD - <3

A Fiore, Flow, che ha avuto la pazienza di leggere questa cosa e addirittura le è piaciuto! Hai fegato, viperona.
Chissà che non compaia una nanetta bionda ed acida, nella fic * fischia *
Spero ti piacciano le parti che ho aggiunto in questa mia fic romantica adolescenziale da diabete, proprio come la volevi tuuuu! <3




~ Dannata ora legale!

“Io vado!” Salutò la ragazza dall'ingresso, aggiustandosi quel dannato ciuffo che, come ogni mattina, aveva la leggera tendenza di spararsi dove cavolo gli pareva.

“ Lara? Tesoro, sono le sei!”
La testa di una donna - la testa della signora Carmen Longo, minuta e con intensi occhi color pece, proprio come quella ragazzina -, sbucò dalla porta della cucina, con la voce ancora roca per via del sonno.
La diciassettenne la guardò con un occhiata piuttosto eloquente.

Alessandra!” Sospirò, divertita. “ Auguri, tesoro.”

“ Magari bastassero, mamma!” Sbuffò, alzando gli occhi al cielo e prendendo il compact disc dal tavolino.
Quella mattina, era sicura che neanche arrivare a quell'ora a casa della sua migliore amica – che era l’unica che la madre, con la fissa di svegliare la propria prole e il proprio marito ad un orario per lei “salutare”, non riusciva a smuovere - , sarebbe servito a svegliarla per arrivare ad un orario decente a scuola.

~



“ Tu.”
“Io.”
“ Sai, Ludovico, mi piacerebbe restare qui a continuare con te questa conversazione interessante, ma potrei almeno entrare?”
Chiese, inutilmente. Il cervello di quel ragazzo la mattina era letteralmente spento, peggio che durante tutto il giorno. Lo sorpassò, guadagnandosi un “ nana”, a cui avrebbe pensato dopo.

“ Buon giorno signori Cudicini.” Lara salutò educatamente i genitori della propria migliore amica, mostrando vittoriosa il cd che aveva in mano, sotto lo sguardo divertito del padre della sua migliore amica.

“ Oh, vedo che siamo passati ai metodi forti.” Ghignò Martina, in tutto il suo splendore rosa. La ragazza si era sempre domandata se in quella famiglia fossero realmente tutti parenti, o se i signori Cudicini avessero adottato i propri figli.

Insomma, il signor e la signora Cudicini erano dei semplici genitori. La signora Sara Cudicini era la tipica mamma indaffarata fra lavoro e famiglia, riservata e molto attenta ai dettagli.
Una signora dagli enormi occhi verdi, ereditati da sua figlia, all’apparenza calma.
All’apparenza. Perché guai a farle trovare un solo calzino fuori posto.
Forse per questo era stata amabilmente soprannominata Hitler dai suoi figli?
Poi c’era sua marito, Giovanni.
Da uno che si chiama Giovanni ti aspetteresti un tizio calmo, smilzo e pacifico.
In realtà era davvero un tipo così, se solo non fosse che all’età di quarantotto anni aveva ancora idee come scappare con il suo migliore amico – nonché tuo padre – per andare ad un concerto rock di una band degli anni ’70.
D’altronde, quando hai una moglie che in coppia con la moglie del tuo migliore amico – mia madre – potrebbe provocare in pochi secondi la fine del mondo, di certo i tuoi figli non possono che essere alquanto strambi o normali, dipende dai punti di vista.

Ludovico, il primogenito, diciottenne.
Fissato con il calcio e con il lato B delle ragazze. Insomma, bastava avere un bel sedere per avere dietro uno dei ragazzi più carini del liceo. Tutti lo conoscevano come un playboy, ma in realtà era solo un ragazzino timido che grazie al gel ed ai suoi splendidi occhi cerulei era diventato figo.

Martina, terzogenita, tredicenne.
Quattro mesi fa punk, due barbie, ieri emo, oggi barbie. Fissata con il rosa, Hello Kitty, i cani da trasportare in una borsa - rigorosamente paillettata e rosa. - ed i reality. Con una sfilza di cotte e di fidanzati da far invidia al suo idolo. Paris Hilton. La chioma bionda ed i suoi occhi azzurro cielo le erano di sicuro d’aiuto.

E poi... Poi c'era lei. Alessandra – Alex, oppure Lal. Anche se l’ultimo era riservato solo ed esclusivamente per Lara, che veniva fulminata ogni qualvolta usava quel nomignolo - , secondogenita, diciassettenne.
Con un look strambo quanto i cantanti che scopriva ogni giorno attraverso il tubo – you tube -.
O i vecchi lp di suo padre. Con sbalzi d’umore che la portavano dall’essere la persona più adorabile del mondo, a quella più acida e detestabile di tutte. Con dei morbidi capelli più rossicci che castani e ribelli, che ovviamente lei odiava. Era infatti nota per la sua scarsa autostima di sé stessa, coperta dal suo contagioso sarcasmo.

Tutti insieme formavano una delle famiglie più strane che Lara Longo avesse mai visto. Una battuta poco gentile di Ludovico la riportò alla realtà e mentre parlava gli dette un sonoro schiaffo dietro la nuca.

“Sì, ormai mi resta da provare solo questo, se neanche la minaccia di bruciare i suoi libri ha funzionato.”
Sospirò, rassegnata. La sua migliore amica sapeva bene che non avrebbe avuto il coraggio di bruciare la sua collezione di libri semplicemente perché erano libri che entrambe amavano, e bruciarli era considerabile un reato con pena da scontare assicurata. Tutti conoscevo l’indole vendicativa di Alessandra. Insomma, non andava provocata.
Per questo avanzava tremante verso la sua camera, nonostante un gattino arruffato e arrabbiato su un cartello le “urlasse” di non disturbare.

Tre, due, uno…!”
Premendo il tasto “start”, Lara incrociò le dita, sperando in una punizione non troppo dolorosa.
Lei, dopotutto, lo faceva solo per arrivare una misera sola volta in orario a quella maledetta scuola, evitando il solito litigo tra la rossa che ora dormiva angelica e la Perrotta, la professoressa di latino.

{ Aprire gli occhi e ritrovarti qui E’ come aprire una finestra al sole E’ l’emozione del salto nel vuoto che mi porta da te}(*)

La rossa si sveglio di colpo, balzando fuori dal letto con gli occhi sbarrati dal terrore, girandosi a destra ed a sinistra urlando “ NO, VI PREGO, SPEGNETE QUESTA TORTURA! ”

Una volta individuata la fonte, ancora poco lucida, ridusse gli occhi a due fessure.
“ Preparati a morire, Longo, stavolta sarà una morte lenta e dolorosa!”

“ Ma… Io” Provò a giustificarsi la ragazzina, con le mani tese davanti a lei come una specie di scudo protettivo.

“ CORRI SE VUOI VIVERE!”
Addio, mamma. Ti ho voluta bene.

~



“ Avanti, Lal, non esagerare!”
“Laruccia, osi anche darmi dell’esagerata?!” La ragazza spalancò gli occhi, fissando truce l’amica e rischiando di schiantarsi contro un palo, sulla via per arrivare alla fermata del bus.

Perché prendere il bus quando c’è il fratello della tua migliore amica che ha l’auto?
Semplice, fratello idiota uguale niente cervello uguale quandosiamoascuolaiononticonosco.

“ Ok, forse Marco Carta non era uno dei metodi migliori per svegliarti ma… Ero disperata, sul serio. Lo facevo per te, perché non voglio che quella stronza della Perrotta ti faccia innervosire, perché ti vogliono bene e...”

“ Le tue scuse non cancelleranno il piano malvagio che sto architettando.” La piccola mora sbuffò, pronta al peggio. Ma ormai è noto a tutti che il peggio non ha mai fine.

“ Salve Stefano, che è successo?” Chiesero in coro le due al guidatore anzianotto del bus di quella fermata.

“ Bezzy ha esalato il suo ultimo respiro arrivati qui.” Rispose tristemente il signor Fuselli , aggiustandosi il berretto sul capo.

“ Oh, no, davvero?” Alessandra si avvicinò, dando delle pacche affettuose al conducente. Lo conoscevano da quando erano piccine e poi, diventate ragazzine, c’erano sempre stati lui e la sua Bezzy ad accompagnarle a scuola da quando avevano dodici anni.
Era semplicemente il vecchietto affabile del quartiere, della veneranda età di sessantotto anni, che tutti adoravano per quelle guanciotte piene e rosse.

“ Se vuoi faccio controllare il motore da mio fratello, magari riesce a farla tornare al suo antico splendore!” Propose Lara, guadagnandosi un occhiata da Stefano. Daniele Longo non gli era mai piaciuto.
Lara alzò gli occhi al cielo. Insomma, va bene, suo fratello non era il massimo della maturità e della gentilezza, ma era un gran meccanico.

“ Ehm, signorine?” Le ragazze lo guardarono.
“Non siete in ritardo?” Domandò gentile mentre le due si guardavano confuse.
“ Ma sono le sette e trenta!” Disse Lara, guardando l’orologio.
“ Veramente… Ieri era l’ultima domenica di marzo…

Oh cazzo!” Imprecò Lara.
Erano state delle vere idiote a non capire che quei sorrisetti delle rispettive famiglie tramavano qualcosa.
Insomma, era strano che dopo il pessimo risultato al test di fisica di entrambe le loro famiglie l’avessero presa così bene senza punirle.
La punizione era… La Perrotta! La temibile, malvagia, Perrotta e le sue melodrammatica sceneggiate.

LARA!” Urlano il signor Fuselli e Alessandra.
Solo che il primo la rimproverava per la parolaccia, l’altra la guardava furiosa, col fumo che le usciva dal naso e dalle orecchie.

“ Guarda che sono state Hitler e Mussolini, ne sono sicurissima! Prenditela con loro!” Gracchiò Lara con voce tremante, indietreggiando. Sperava di ritardare la sua morte a qualche oretta, al massimo qualche minuto ancora.

“ Dopo, ma tu… TU MI HAI SVEGLIATO CON QUEL COSO LA’, CON QUELLA VOCE CHE MANCO AVESSE MANGIATO PIETRE E SIAMO LO STESSO IN RITARDO! Che situazione divertente, non trovi?!” Sì, non ci trovava proprio nulla di divertente.

“ Non fare così, lo sai che ti si forma quella brutta fossetta sul mento…”
“ PREPARATI A MORIRE!”

“ A dopo signor Fuselli!” Gridò Lara, correndo verso scuola inseguita da una rossa inferocita, sotto lo sguardo rassegnato del conducente.

~



“ Spera solo che non inizi a blaterale su quanto ti influenzo negativamente o ti uccido.” Lara la guardò spaventata, nessuna delle due era considerabile alta, lei era circa un metro e sessanta mentre Alex era solo qualche centimetro più alta.

Solo che lei, Lara, sembrava così piccola, adorabile ed indifesa e lo era realmente. Alex invece lo sembrava, nonostante in realtà fosse un demonio. Il diavolo e l’acqua santa, in pratica.

Bussarono, ed entrando, scusandosi, in classe lo spettacolo che si ritrovarono davanti non piacque a nessuna delle due.
Il loro solito posto, all’ultimo banco della fila destra accanto alla porta, era ora occupato da Topolina - la secchiona della classe, che da tre anni occupava da sola il suo amato primo banco. – con il posto accanto vuoto.
Non ci volle molto per capire chi delle due sfortunate ragazze avrebbe rinunciato al loro venerato posto in ultima fila. Alex, sconsolata, guardò verso il primo banco e quasi non le venne un infarto.

OH. MIO. DIO.!” Urlò, mentre Lara era visibilmente sconvolta quanto lei.

“ Oh, Cudicini, non è contenta? Non dovrà sedere sola al temuto primo banco!” Rise maligna la Perrotta, appoggiando meglio gli occhiali sul naso aquilino.

Alessandra non si muoveva, con gli occhi ancora sgranati puntati nelle iridi celesti del moro, che la osservava scioccato come lei.

“ Vi presento il vostro nuovo compagno. Ragazze, lui è il signorino Marinelli Federico.”

Beh, non proprio nuovo.

Pensarono all’istante i tre.



___________________



Spazio Autrice:

(*) Sì, la canzone è tu sarai la forza bla bla bla di Marco Carta. Non me ne vogliate, ma io proprio non lo sopporto. Mi dispiace se ho offeso qualcuno a cui piace questo bravissimo ragazzuolo – ma come sono simpatica u.u -.
Nessuno dei personaggi esiste realmente, né i fatti che accadranno in questa fic sono reali. Ho preso alcuni nomi da persone che conosco e che sono veramente fratelli/sorelle/etcetc.
Questa storia è nata da una delle mie tante seghe mentali, non so dove si ambienta né come continuarla, perciò a chiunque potrà interessare che non si aspetti aggiornamenti lampo. Ho già una mia idea di come sono i personaggi, cioè, gli attori che somigliano ai miei personaggi.
Se volete li posto, ma se vorrete immaginarveli da soli, fate pure. Descrizioni migliori avverranno nel prossimo capitolo. Non so se dal prossimo il Pov sarà in terza persona o … boh.

Hasta Luego,
M.
  
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