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Autore: ELIOTbynight    27/12/2017    0 recensioni
Che la propria anima appartenga al Lato Oscuro o alla Forza, le emozioni sono così intense ed infinite, più dell'universo stesso, troppo per essere semplicemente ignorate o represse. Questi giovani promesse, Jedi, Sith, schiavi o comuni cittadini lo sanno, perché lo hanno sperimentato sulla loro pelle.
STAR WARS!AU, crossover su diversi fandom di gruppi kpop. Questa raccolta è scritta a quattro mani. Per ogni dettaglio in più, leggete le note conclusive del primo capitolo.
[SULAY] "Come osi tu venirmi a chiedere di venire via con te, dopo tutto ciò che ho passato per colpa tua?!"
[KAISOO] "Perchè mi sono lasciato soggiogare dalla magnifica sensazione che mi pervade solo standogli accanto?"
[CHANBAEK] "Hai mai pensato che … per il lato oscuro saresti perfetto?"
[HUNHAN] "Non mi abbandonerai anche tu, vero?"
[TAORIS] "Siamo soli, su un intero pianeta! Se ci dovessero scoprire, saremo finiti."
[XIUCHEN] "Non è stata colpa tua, vuoi mettertelo in testa?"
Genere: Avventura, Introspettivo, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Shonen-ai, Yaoi | Personaggi: Altri
Note: AU, Cross-over, Lemon | Avvertimenti: nessuno
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Lightsaber; a life saver

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Erano così morbide le sue labbra, e così familiare e nostalgica quella sensazione.

Le loro lingue intrecciate con foga, le sue mani grandi sulla propria schiena, il profumo dolciastro della sua pelle e quel calore così sempre febbricitante.
Erano due anni ormai che non baciava quelle labbra, che non ne saggiava il sapore dolce e la loro morbidezza, che non sentiva i suoi palmi ruvidi contro la schiena e il suo odore nelle narici; due anni che non si faceva stordire dalla sua voce profonda e ansante, liberata in gemiti rauchi e profondi contro il suo orecchio, che il calore del suo corpo non lo avvolgeva quando aveva gli incubi, non lo proteggeva, non lo riscaldava.
Gli mancava. Gli mancava terribilmente, eppure era stato proprio lui a voler troncare la loro relazione perchè per il codice Jedi non era concessa, era stato lui a preferire la Forza al suo amore, era stato questo a far crescere la sua rabbia, rabbia che aveva portato odio e odio … che aveva portato al dolore.
Era stato lui a dargli tutti i motivi per passare al lato oscuro, eppure lo amava ancora così tanto.

Possibile che fosse così facile per loro? Vivere in quella freddezza forzata, solo per poter "essere superiori" ed un tutt'uno con quella stramaledettissima Forza?
Possibile che quel potere valesse la felicità semplicemente e puramente umana? Era davvero così bello vivere in un'apatia autoindotta? Così facile essere indifferenti e insensibili ai sentimenti altrui? Ai sentimenti di quello che avrebbe dovuto essere il suo partner?
Codardi, ecco cos'erano.
Isolarsi dalle emozioni, non provare più nulla, era così facile. Quando non si ha nulla per la testa è facile condurre il potere come si vuole, senza aver paura che sfugga al proprio controllo.
Ipocriti a dire che il lato oscuro fosse "più facile". No, il lato oscuro era conciliare le emozioni e da esse scaturirne potere.
Nel lato oscuro si faceva i conti ogni secondo con la rabbia che si aveva dentro, lo spirito di vendetta che dilaniava e il dolore che si sentiva vivo dentro di sé e pulsava insieme al cuore.
Il lato oscuro non era soccombere alla rabbia, bensì impedire che questa non lo divorasse.
Così facile chiudere i sentimenti in una scatola e buttare via la chiave.
Quando convivere con emozioni scaturite da ricordi e sentimenti che non si volevano dimenticare, per nulla, ricordi degli anni più belli della sua vita, ricordi di una felicità ora in frantumi, e ricordi che ormai non arrecavano altro che rabbia da controllare e lacrime da ricacciare indietro era ciò che di più difficile potesse fare.

Persino il ricordo di come aveva perso l' avambraccio gli sembrava più piacevole di quelli che li raffiguravano insieme, persino il ricordo del laser che gli corrodeva e cicatrizzava la pelle, persino di come tagliava l'osso come se fosse stato di gelatina, persino il ricordo del bruciore persistente lo faceva stare meglio.
Che poi quella protesi l'avesse progettata e costruita la stessa persona che gli arrecava ancora tanto dolore, questo era un altro paio di maniche.
Costruita su misura, con portaspada incorporato. Era ancora lucida e nera, quasi fosse nuova, senza un graffio, solo con le loro due lettere incise dentro.
L.S.
Gli venne solo una nostalgia dilaniante nell'ammirare quella protesi lucente e meravigliosa, uscita dalle mani e dalla mente creativa del suo grande amore.
Era incredibile come nonostante tutto, nonostante ormai fossero agli antipodi, nonostante fosse stato lui a far finire tutto, nonostante ora le loro fazioni fossero eterne nemiche, era incredibile come lui riuscisse ancora ad amarlo come se non fosse mai successo nulla.

Strinse il pugno meccanico, alzandosi dal suo letto posto nel suo alloggio personale alla base Sith su Arkains. Si rivestì della casacca, si mise il mantello ed uscì fuori nel balcone della sua stanza.
Già, Arkains, il pianeta di Suho; governato dall'impero da tempo immemore, costellato di città luminose e maestose che la notte prendevano vita con luci stravaganti e meravigliose.
Il pianeta di Suho; in effetti aveva sentito la sua presenza da quando era atterrato, ma si era detto solo che era pura e semplice illusione, in ogni caso.
Doveva andarsene … o sarebbe impazzito.
Raggiunse la cabina di pilotaggio ed informò l'equipaggio della loro partenza immediata, e di riferire all'astronave madre che ci era voluto meno tempo del previsto.
Non poteva stare più su quel pianeta che gli ricordava Suho in tutto e per tutto.

Lo stesso Suho che era appostato nei pressi dell'astronave di Lay e che non appena sentì vociferare della partenza immediata, corse a nascondersi all'interno dell'astronave. Ora che era lì, non lo avrebbe lasciato scappare.
Lo aveva pedinato per tutta la missione e non poteva di certo lasciarlo andare, non di nuovo.
Non come gli aveva detto di non amarlo più, solo per poter continuare il suo percorso di crescita.
Si sentiva un maledetto e stupido egoista, stentava ancora a credere a quel che aveva osato fargli: ora Lay era un Sith, uno degli eterni nemici dei Jedi, uno dei praticanti dell'impetuoso lato oscuro, e tutto per colpa sua.
Per un suo stupido desiderio, neanche realizzato.
Se non avesse deciso di lasciarlo per seguire i suoi maestri, sarebbe rimasto ancora al suo fianco. Aveva solo peggiorato le cose, senza contare che non aveva smesso di pensare a lui nemmeno un secondo. Lo amava troppo e per uno stupido errore aveva rovinato tutto.
Pensava che sarebbe stato meglio per entrambi e ora uno era ai servizi del lato oscuro e lui era in una sorta di stallo in cui la sua Forza era bloccata e non riusciva a migliorarsi.
Gli mancava da morire e mai, mai si era sentito tanto stupido in vita sua.

Sentiva la sua presenza muoversi silenziosa e nascosta, turbata più di quanto non ricordasse. Doveva assolutamente raggiungerlo e parlargli prima che raggiungesse l'astronave madre. Doveva portarlo via, via con lui, una volta per tutte.
Si affrettò a seguirlo silenziosamente, arrivandogli finalmente alle spalle sotto la stiva della nave.
- Lay.- sussurrò Suho, aspettandosi qualsiasi cosa.
Lay rimase fermo e in silenzio per attimi interminabili, fino a quando poi non si voltò calandosi il cappuccio.
- Allora sei davvero qui. Che cosa vuoi, Suho?-
Quella domanda gli spezzò il cuore. Quel tono così freddo e quell' espressione così distante gli fecero correre le lacrime agli occhi. Ma le ricacciò indietro, cercando la voce e la forza di tirarla fuori.
- T-torna con me.- chiese allungandogli una mano, che fu subito accompagnata dalla sua spada laser.
- Perchè dovrei? Per te? Scordatelo. Ho passato i due anni peggiori della mia vita e tutto quello che sai fare è venire qui, come se nulla fosse, dopo due anni in cui ho patito l'inferno, solo per chiedermi di tornare da voi? No, Suho. Non dopo ciò che mi hai fatto! Come puoi pretendere che io dimentichi?-
-Non ti ho mai chiesto di dimenticare, ma di perdonare la scelta egoistica di un povero uomo senza famiglia e senza amore che voleva solo essere fiero di se stesso e che voleva rendere felice te. So che ho fatto tutto l'opposto, ma ti prego Lay, vieni via con me … -
La rabbia non faceva che crescere in lui.
Si sentiva ribollire. Davvero gli stava chiedendo tutto quello? Basandosi su parole inutili, come se non fosse mai successo nulla?

Non ce la fece più, lo guardò con le fiamme dentro alzando di scatto il braccio destro, alzando anche Suho stesso, che si aggrappò al suo stesso braccio. Lay cominciò a stringere lievemente.
- Come osi tu venirmi a chiedere di venire via con te, dopo tutto ciò che ho passato per colpa tua?! Sto patendo le pene dell’inferno, il dolore mi sta dilaniando, la nostalgia mi corrode e la solitudine mi fa a pezzi … e questo solo ed esclusivamente per colpa tua!- ogni parola che usciva dalla sua bocca era forte, così come si stava facendo la presa di Lay sul collo di Suho.
- Tua e del tuo stupido desiderio di grandezza e di una volontà di riscatto che non avresti mostrato a nessuno oltre che a te stesso! Mi hai lasciato da solo a combattere contro i miei demoni e ne hai solo creati altri, non arrecandomi altro che delusione e sofferenza … Ti sei fatto accecare dal potere più di quanto non abbia mai fatto io!- strinse ancora la presa, mentre Suho strabuzzava gli occhi e annaspava frettolosamente in cerca d'aria.
- E ora guardati, in piena balia del potere oscuro che per tutta la vita hai disprezzato e che ti tiene in bilico tra la vita e la morte … - la vista di Lay cominciò ad offuscarsi e la sua voce si fece meno ferma.
- V-Vita che potrei strappare dalle tue mani in questo momento, perchè non meriteresti che questo per ciò che mi hai fatto … -
Subito dopo, un tonfo sordo e potente ed entrambi a terra. Suho riprese a respirare dopo un'apnea che gli parve infinita e Lay in ginocchio, curvo sulle spalle.
- MA NON POSSO! Perché … Perchè ti amo ancora più della mia stessa vita e so che se mi chiedessi un altra volta di venire via con te, non esiterei un istante a dirti di si.-
Le sue spalle ormai erano scosse dai singhiozzi, la sua spada era ormai lontana, e il suo corpo accasciato a terra come se stesse subendo la tortura più terribile.

Suho non perse nessuna di quelle parole. Si alzò in piedi e corse verso l'altro, alzandogli il busto e stringendolo in un abbraccio che sapeva troppo di casa e di amore. Lo strinse, gli accarezzò i capelli ed inspirò il suo profumo, lasciandolo sfogare contro la sua spalla.
- Torna a casa con me, Lay.- gli sussurrò in un filo di voce rotto dalle lacrime mal trattenute.
E la sua risposta fu un semplice cenno con la testa seguito dalla risposta spezzata.
- Sì, Suho, tornerò a casa con te anche se sono passati due anni, anche se ho creduto di odiarti ogni giorno di più, anche se pensavo che non saresti mai venuto a salvarmi … tornerò a casa con te.-
Fu Lay a staccarsi da quell'abbraccio, solo per guardarlo, come a fargli un'implicita e indissolubile promessa. Suho non potè che mal celare un sorriso felice, felice di aver ritrovato la forza di seguire il suo cuore, felice di aver ritrovato e riabbracciato la causa per cui il suo cuore batteva, felice di poterlo amare di nuovo come una volta, che lo avesse aspettato, di poter rimediare a tutto il dolore che gli aveva arrecato. Solo e semplicemente felice.
Per suggellare quelle promesse appuntate solo mentalmente, gli diede un bacio sulle labbra, dapprima dolce e leggero, ma che divenne presto impetuoso e al sapore di lacrime.
Un bacio che sapeva di casa, che sapeva di amore.
Un bacio che valeva due anni di lontananza.
Un sonoro schiocco fu il segnale che le loro labbra si erano distaccate. Lay era ancora stordito dalla sensazione arrecatagli da quel bacio che aveva sognato e bramato per mesi, e poi un sussurro, solo un sussurro all'orecchio di Lay.
- Ti amo anche io.-




*




Ciao a tutti, sono Eliot e gestisco questa raccolta, anche se essa è scritta non solo da me, ma anche dalla mia amica Sophie (NamjoonAddicted).
L'idea è nata proprio dalla one shot che avete appena letto, dedicata alla SuLay. Inizialmente Sophie l'aveva scritta per un'iniziativa, ma poi ad entrambe è venuta la voglia di dedicare una piccola storia ambientata nell'universo di Star Wars anche ad altre coppie che ci piacciono - degli EXO e non solo, perché ci sono tante coppie che shippiamo nel kpop in generale. Ed eccoci qui!
Riempiremo la raccolta di storie di entrambe, anche se significherà magari vederne due di fila da parte mia o di Sophie; io scriverò le note in fondo alle sue storie e lei in fondo alle mie. Io mi sono occupata di betare le mie e le sue storie, lei ha creato tutte le immagini aesthetic che vedrete in testa ad ogni capitolo.
Per quanto riguarda la trama, un filo logico effettivamente c'è, ma non è abbastanza forte da rendere questa raccolta di one shot una vera e propria long fiction. Si tratta semplicemente di piccole storie a sé, ambientate tuttavia nello stesso contesto.
Per il momento i fandom previsti sono EXO, Super Junior e BTS, ma non escludiamo che altri gruppi kpop vengano coinvolti in futuro.
E niente, io smetterei con le chiacchiere inutili e passerei alla parte in cui vi imploro in ginocchio di lasciarci una traccia del vostro passaggio, una recensione, un inserimento nei preferiti o nelle ricordate... insomma, fateci sapere che cosa ne pensate. xD
Un bacio a tutti! :*

Eliot
   
 
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