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Autore: BakemonoMori    28/12/2017    1 recensioni
Era una ragazza molto malata e questo era tutto ciò che sapeva.
Narrazione di come una ragazza gravemente malata combatte questa suddetta, con l'aggiunta di surrealismo alla vicenda.
Spero vi piaccia, buona lettura.
Genere: Dark, Malinconico, Suspence | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: Violenza
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Era una ragazza molto malata e questo era tutto ciò che sapeva; 17 anni di solitudine causati
dalla malattia di cui nessuno le aveva ancora dato spiegazioni, sapeva di essere gravemente
malata ma ogni volta che tentava di chiedere, tutte le risposte che le venivano date
volgevano a cambiare argomento, perciò si era arresa da tempo allo scoprire di più; in
fondo, i suoi genitori sapevano cosa fosse meglio per lei.

L'unica cosa che era ancora in grado di renderla felice era il suo più grande amico Aaron, lui
aveva passato l'intera infanzia al suo fianco, scavalcando giorno dopo giorno la recinzione
che separava le abitazioni, per poi entrare dalla finestra di camera sua; questo accadeva da
anni, o almeno... così fu fino a quel giorno:

Era la data della sua più grande visita medica e lei teneva immensamente a vedere Aaron
prima di essa, ma nulla. Salì in auto, durante tutto il viaggio ci fu il silenzio più totale, la
ragazza guardava fisso il tragitto e, dato che non usciva praticamente mai, era affascinata da
qualsiasi cosa vedesse.

Erano arrivati, di fronte a lei si ergeva il grigio ospedale, luogo a lei ormai troppo familiare,
anche solo uno sguardo verso di esso la faceva sbiancare e tremare di paura.

Stava entrando, mentre il suo solito senso di disagio e terrore la pervadevano; di fronte a lei
comparve la figura di un medico, che con una mano le faceva cenno di procedere verso
destra, e lì andò. La stanza in cui entrò era fredda, il medico era con lei e con la mano la
guidava verso il lettino; usuali visite, controllo del respiro, della gola, il battito cardiaco e
soliti elettrodi, in fronte e sul petto, con cui aveva ormai confidenza.

Il medico sorrise guardando la ragazza: "Questa potrebbe essere la volta buona! Forse
riusciremo a sconfiggere la tua malattia!" disse giocondo, scatenando un sorriso perfino in
lei.

Il medico prese una siringa avvicinandosi a lei, che lo guardava in silenzio, per poi iniettarne
il contenuto nel suo braccio; inizialmente la ragazza non sentiva nulla, ma in breve tempo
la testa iniziò a girarle e svenne sul lettino di quella fredda stanza grigia.

Al suo risveglio si trovava in un luogo buio, dominato dal gelo e dal silenzio; lei sedeva
immobile nel punto dove si era destata, si guardava attorno tremante, nella speranza che
qualcosa accadesse.

Di colpo tutte le luci si accesero, ed una volta adattati gli occhi, di fronte a lei comparve
Aaron, in piedi di fronte a lei, mentre la guardava con aria furiosa e minacciosa

La ragazza era confusa e spaventata mentre il suo amico restava immobile nell'angolo della
stanza; di colpo la voce meccanica di un altoparlante risuonò per la stanza:"Soggetto
numero 99" la ragazza sobbalzò dalla paura mentre Aaron restava impassibile "Impiantata
chirurgicamente sul vostro cuore si trova la chiave di questa cella; ora sapete cosa fare con i
vari strumenti sparsi per la stanza" subito dopo la fine di quelle parole si udì una risata da
parte di colui che parlava, ed in sottofondo un singhiozzare, come di qualcuno che stesse
piangendo.

La ragazza si voltò nuovamente verso l'amico che, una volta impugnato un bisturi, si gettò
con forza su di lei, buttandola brutalmente a terra; lei tentava di ribellarsi ma tutto fu futile,
la forza del ragazzo era nettamente superiore.

Aaron era seduto sul ventre di lei, che invano tentava la fuga, le aveva bloccato le braccia
tenendole i polsi con una mano, mentre con l'altra puntava saldamente l'arma al petto della
ragazza.

Con estrema cura le tagliò gli abiti, scoprendole il petto, per poi incidere la pelle fino ad
essere fermato dallo sterno; le urla della ragazza risuonavano acute per la stanza, ma lui
sembrava non farci caso mentre tirava tutto ciò che le copriva le ossa via dal proprio posto,
fino a vedere la chiave posta sul suo cuore. Lentamente la estrasse, tra urla, pianti e lamenti
della ragazza, dal cui petto non smetteva di sgorgare sangue.

Aaron subito corse verso la porta, aprendola con la chiave appena conquistata; una volta
uscito si trovò di fronte il medico, assieme ai genitori della ragazza: "Finalmente ci sei
riuscita! Hai sconfitto la malattia!" disse il medico con un sorriso in volto, mentre sul
pavimento una chiazza di sangue andava creandosi; la ragazza aveva gli occhi sgranati, persi
nel vuoto, mentre cadeva sulle sue ginocchia: "Hai cacciato la tua altra personalità e non
tornerà più!"

Sua madre, in lacrime, le corse incontro stringendola a se, mentre Aaron impassibile cadeva
al suolo, consapevole di essere fuggito alla sorte ma intrappolato nel corpo della sua unica
amica, un'entità indesiderata che andava estirpata ma aveva vinto, separando per sempre
una ragazza dalla propria vita mai ottenuta.

Non si mosse, rimase a terra mentre tutti cercavano di portarla in salvo, ma non voleva, il
suo ultimo desiderio fu quello di restare con colei che lo aveva generato, adempiendo al suo
compito; un amico immaginario che prese parte all'esistenza di una giovane bambina, la
quale realtà alterata dalla schizofrenia aveva causato il tutto, rendendo quella innoqua
amicizia parte del proprio essere.

E così morì la fusione tra il menzognoso ed il reale, un mostro che non sarebbe mai
dovuto esistere, caduto tra le braccia della madre, come esperimento fallito.

   
 
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