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Autore: Belarus    28/12/2017    0 recensioni
«… si chiama Hatsuhinode, la prima aurora dell’anno. Bella vero?» domandò a voce alta subito dopo, girandosi un attimo a sorridergli prima di fissare il cielo che lentamente si colorava della stessa tonalità dei suoi capelli.
Kidd vi lanciò appena un’occhiata, i suoi occhi rimasero calamitati altrove e un grugnito di assenso gli sfuggì di bocca, unico e solo per un tempo imprecisato, in mezzo al silenzio dell’isola ancora addormentata.
Sì, lo era a suo modo.
[Teru Teru-Bouzu missing moment][KiddAya]
Genere: Commedia, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Eustass Kidd, Nuovo personaggio, Pirati di Kidd
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
- Questa storia fa parte della serie 'Teru-Teru Bouzu '
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Titolo : Shogetsu - Capodanno
Personaggi: Eustass Kidd, Aya Mononobe(OC), Pirati di Kidd.
Note: Non lo so perché lo scritta, mi sentivo ispirata e ho seguito l’istinto, pardon. Per chi si approcciasse a questa storia senza aver mai letto la mia long – Teru Teru Bouzu – sappiate che Kidd è alle prese con la mia piccola, tremenda Aya, Drago Celeste fuggito da Marijoa per seguire il suo sogno: vedere tutte le isole del Grande Blu. Non vi serve altro da sapere, se non che beh… diciamo che in qualche strana maniera, del tutto personale ed incerta, Kidd nutre una sorta di affetto nei suoi confronti… Per chi legge TTB, l’aggiornamento arriverà con il nuovo anno. A tutti buone feste e buon anno nuovo, merci!


Shogetsu






Omisoka



«’col cazzo che l’anno prossimo te la faccio passare ancora! Hai rotto!» aveva sbraitato uno dei suoi uomini attraversando la spiaggia gelida, rivolto a chissà chi per chissà cosa e dal cortile del covo quella dannata donna aveva drizzato la testa come se l’avesse attraversata una scossa elettrica.
Così gli aveva riferito Wire quando, molte ore dopo era andato ad accertarsi che il motivo della sua assenza prolungata non fosse che era ormai cadavere in uno dei corridoi umidi.
«Ed è morta?» domandò distratto, togliendosi gli stivali davanti al camino con un calcio.
«No Capitano. Dice di starsi… preparando.» rispose l’ufficiale, decisamente poco convinto.
Adesso che lo sentiva neppure Kidd era molto convinto da una simile spiegazione, ma quella donna era l’essere più strano che gli fosse mai capitato sotto tiro e per di più di sesso femminile, non c’era da stupirsi di niente. Poteva starsi preparando per qualsiasi cosa, così fece spallucce e passò oltre.
«E tu lasciala fare, saranno affari suoi.»

Hakizome



Per un paio di minuti rimase a godersi lo spettacolo dal corridoio e con lui Killer. Conciata a quel modo, con i capelli che le volavano da una parte all’altra, per metà appiccicati alla nuca sudata e uno strofinaccio legato alla vita, era attraente. Poi beh, vederla ruzzolare a denti stretti sotto i colpi di un materasso tre volte più grande di lei era fottutamente divertente, se non fosse che rischiava di rompersi l’osso del collo.
«Che diavolo stai facendo?» domandò alla fine dopo l’ennesimo capitombolo.
Aya si girò a guardarlo come se avesse sempre saputo di avere i suoi occhi addosso, il viso impolverato.
«È piuttosto… evidente Kidd.» masticò, abbandonando il materasso sul terrazzo con un ultimo sforzo.
«Se vuoi inscenare qualche stronzata romantica da mocciosi scordatelo donna, non mi rotolerò là fuori con te solo per farti vedere due cazzo di stelle stasera.» gracchiò con una smorfia, sentendo Killer sospirare lì accanto con un impercettibile segno di diniego della testa che a lui non sfuggì.
La vide sollevare stranita un sopracciglio e poi abbassare le spalle magre.
«… gli stavo facendo prendere aria.» chiarì, indicandogli la porta spalancata da cui entrava un vento a dir poco gelido.
«Non è mica un futon.» berciò con ovvietà e Aya socchiuse rassegnata gli occhi, prima di voltarsi e dargli le spalle.
«Figurati Kidd, non mi è di alcun disturbo aiutarti con le pulizie d’inizio anno, ma accetto comunque il tuo grazie.» cianciò indaffarata, riprendendo da dove aveva lasciato con tutta l’intenzione di proseguire quella follia.
Con la fronte aggrottata insistette ad osservarla e le avrebbe volentieri fatto pagare quelle insolenze che si permetteva se non l’avesse vista cominciare una nuova lotta anche con il tappetto di fronte al camino. Che continuasse a fare qualsiasi cosa la sua mente da donna avesse partorito, ci avrebbe pensato lei stessa o il tappetto a completare l’opera come meritava.

Waraizome



Aveva attraversato il corridoio in silenzio, con quei suoi passi impercettibili che le facevano macinare più chilometri di un maratoneta e per una frazione di secondo si era fermata a guardare all’interno della stanza. Non ci sarebbe stato niente di male a dirla tutta, non si impicciava mai, se non fosse che in quella frazione di secondo i suoi occhi avevano incrociato quelli di Heat e lei aveva sorriso.
«Vuole che gliele suoni per caso?!» minacciò l’ufficiale con la bocca fumante, puntando la soglia della porta come se lei fosse stata ancora lì a spronarlo ad una rissa.
«Non essere esagerato, non ha fatto nulla.» provò a calmarlo Wire, il tridente sulle gambe da lucidare.
«L’hai vista?! Mi ha sorriso! A me!» il ché era strano, troppo strano, perché se c’era una cosa che metteva Aya in soggezione quella era trovarsi Heat davanti.
Non erano fatti per stare vicini quei due, non si sopportavano e non lo nascondevano. Lo sapevano tutti, ma Wire parve ricordarsene solo in quel momento. Ci pensò su per un po’, poi tornò ad abbassare la testa sulla propria arma.
«Sarà di buoni propositi.» ipotizzò e tutti tranne Heat annuirono.

Osechi-ryori



C’era più roba dentro quei mini contenitori da bento di quella che ce n’era stata al banchetto che aveva organizzato l’equipaggio dopo l’arrivo nello Shinsekai, ma la cosa che davvero metteva i brividi non era la quantità di cibo quanto piuttosto che quella dannata donna avesse smanettato ai fornelli. Con Killer.
«C’è del fukucha, puré di patate alle castagne, kobumachi, orata arrosto, carne alla salsa di soia e un sacco di altre cose! … ha controllato tutto, tranquilli. Non c’è niente di avvelenato.» elencò, lanciando uno sguardo complice al suo vice che annuì serio ancora con il grembiule addosso.
Lo aveva sempre un po’ inquietato che l’hobby di Killer fosse la cucina, vederlo conciato a quel modo gli sembrava innaturale, adesso – sebbene non l’avrebbe mai ammesso – era seriamente terrorizzato all’idea che quei due facessero comunella.
«L’hai fatta cucinare?!» chiese incredulo, mentre Wire annusava la porzione che gli veniva offerta.
Come razza gli era venuto in mente di mettere quella donna dietro i fornelli? Ogni volta che entrava lui in cambusa lo fulminava perché si mettesse solo a sedere e lei poteva toccare il cibo, cucinarlo?!
«Mi ha chiesto di aiutarla.» ribatté piatto e Kidd aggrottò la fronte.
Per quanto l’aspetto dicesse il contrario, Killer era un uomo educato e a tratti cavalleresco, ma da lì a quello.
«Le hai fatto cucinare roba da mangiare per noi?!» ripeté serio, vedendogli serrare le braccia.
«Voleva ringraziarvi in previsione del nuovo anno, è stata gentile.» sibilò metallico, in quello che era a tutti gli effetti un rimprovero.
Persino con la maschera in dosso a Kidd non sfuggì l’occhiata raggelante che lo trapassò e più per dell’improvvisa pena che per paura, abbassò il capo sui contenitori da bento. Sembravano appetitosi in effetti ed erano curati, si vedeva lontano un miglio che si era impegnata e la cosa gli provocò uno strano nodo alla gola. Quella maledetta aveva cucinato appositamente per ringraziarlo, aveva cucinato per lui e non era mai capitato che qualcuno – eccezion fatta per Killer, ma Killer non contava era Killer – avesse fatto una simile carineria a lui. Perché doveva essere così fottutamente premurosa con lui?!
«Se non ti va non mi offendo. È la prima volta che lo faccio per cui di certo non sarà questo gran-» la sentì provare a blaterare con l’intento di non obbligarlo e quell’ennesima stoccata al suo orgoglio lo fece scattare.
Le mani si mossero talmente in fretta da non darle neppure il tempo di terminare e arraffata una manciata di roba da una dei contenitori se la ficcò in bocca senza guardare.
«Non quello Kidd!» gli urlarono addosso sia Killer che Aya, ma era tardi.
Qualcosa di viscido gli era già sceso lungo la gola, la sentiva bruciare appena sotto lo stomaco e quella sensazione inconfondibile, piena di brutti e dolorosi ricordi, glielo fece sputare interamente sul tavolo. Con gli occhi lucidi e la bocca in fiamme, piantò le mani sul legno lanciandole un’occhiata spaventosa.
«Io non mangio il curry udon!» ringhiò inferocito, vedendola sottrargli il contenitore con lo sguardo fisso.
«Quello è il mio… il tuo era questo…» fece presente, passandogli quello giusto.
Kidd lo fissò con tutta l’intenzione di rivoltarglielo sulla testa per il colpo basso, ma quell’assurda composizione che vi aveva fatto sopra e che replicava il suo Jolly Roger gli rivoltò lo stomaco persino più di quell’odioso curry udon che a lei invece piaceva tanto. Combattuto tra il dar sfogo alla propria rabbia e il tirarle i capelli per quelle assurdità da brava ragazza che si faceva venire in mente, serrò i denti sino a farsi male alla mandibola e solo allora le strappò il contenitore del bento di mano.
«Dai qua.» ordinò seccato, marciando fuori dalla cambusa a passo di carica con la propria cena.
Che fosse maledetta lei, il curry udon e il suo fottuto vice.
«Non cucinerò mai più, gli fa un pessimo effetto.»

Hatsumode e Hatsuhinode



Persino dopo che ci si avvicinava quella donna sembrava un animaletto rannicchiato sulla spiaggia. Sola, con le gambe al petto, il mento sollevato verso i fiocchi di neve che cadevano e un giaccone troppo grande per le spalle rinsecchite che si ritrovava. Dava quasi l’impressione d’essere capitata lì per un tremendo naufragio o magari di essere sul punto di rituffarsi in acqua per sparire da dove era venuta. A Kidd faceva sempre una certa impressione guardarla in quei momenti, un misto di soddisfazione per avere di fronte a sé il primo Drago Celeste fuggitivo e di dubbio nel non sapere mai con esattezza cosa le passasse per la testa.
«È un’altra delle tue stronzate per cominciare bene il nuovo anno donna?» s’informò seccato dal vento freddo, sentendo gli stivali affondare nella sabbia coperta dai primi fiocchi di neve.
Ogni tanto nevicava su quell’isola, ma non durava mai tanto da lasciare il segno. Era un freddo che andava e veniva a proprio piacimento, si insinuava nei corridoi, faceva cigolare le porte per gli spifferi e lo obbligava a mettere qualcosa sotto la pelliccia.
«Parlare così non sta bene Kidd. I kami ti sentono.» biascicò Aya, aprendo gli occhi verso il cielo.
Il viso le si era bagnato per i fiocchi ormai sciolti dal calore della pelle e una goccia le scivolava lungo in collo sin dentro il giaccone, ma tra le ciglia lunghe ed i riccioli rossicci qualcuno persisteva determinato a mantenere la propria postazione.
«Non ti serviranno a niente quei mantra e filastrocche.» provò a convincerla, vedendola rigirarsi tra le dita uno di quei Teru Bouzu che costruiva ogni tanto.
Non sopportava quelle superstizioni, le trovava solo inutili sciocchezze cui far affidamento quando non si era in grado di realizzare con le proprie forze ciò che si voleva, ma non era il caso di quella donna. Lei aveva abbastanza volontà da rivoltare mezzo mondo, Kidd glielo aveva letto in faccia appena conosciuti, eppure persisteva nel ripetere tra sé e sé quelle frasi vuote e non aveva davvero intenzione di dissuaderla. Aveva quasi l’impressione che la confortasse farlo, per questo aggrottò la fronte quando la propria voce venne fuori più dura del previsto. Aya forse non se ne accorse o piuttosto non vi badò, si limitò ad abbassare la testa e lanciare la bambolina in acqua.
«Non devono servire a me…» sussurrò pensierosa, guardandola sparire tra le onde cupe «… si chiama Hatsuhinode, la prima aurora dell’anno. Bella vero?» domandò a voce alta subito dopo, girandosi un attimo a sorridergli prima di fissare il cielo che lentamente si colorava della stessa tonalità dei suoi capelli.
Kidd vi lanciò appena un’occhiata, i suoi occhi rimasero calamitati altrove e un grugnito di assenso gli sfuggì di bocca, unico e solo per un tempo imprecisato, in mezzo al silenzio dell’isola ancora addormentata.
Sì, lo era a suo modo.
«Torna dentro stupida donna, si gela.» sputò alla fine, voltandosi a grandi passi per andar via e Aya si sollevò paziente con un sospiro per seguirlo.








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Note dell’autrice:
Tante note a capodanno sono tante note per tutto l’anno! Grazie ai kami sto pubblicando questa storia prima del fatidico giorno, ma voi che non potrete rimandare o anticipare perché sì il 2018 arriverà lo stesso, badate bene a come vi comporterete. Aya vi ha dato il buon esempio, Kidd ci ha provato, fatelo anche voi.
- Shogatsu: Vi ho già detto che è il capodanno giapponese. Bene sappiate che in Giappone tutti lo festeggiano come noi il primo giorno di gennaio, ma ad Okinawa si segue ancora il calendario cinese per cui mi sono permessa di pubblicare ora.
- Omisoka: La vigilia di capodanno.
- Hakizome: Le pulizie di inizio anno, in cui si sbattono i futon all’aria aperta e si caccia la polvere dalle case.
- Waraizome: Il primo sorriso dell’anno, perché in Giappone il sorriso è molto importante. È sacro anzi. I giapponesi sorridono sempre e non, come pensano molti occidentali bacati, perché sono stupidi, ma piuttosto perché ritengono che farlo infonda felicità in chi gli sta intorno e perché mostrare la propria tristezza o rabbia non è buon costume.
- Osechi-ryori: è un piatto tipico del periodo di capodanno in cui ogni famiglia giapponese riempie un bento delle proprie pietanze preferite o di quelle tipiche del luogo in cui vive. Aya lo prepara insieme a Killer(provetto cuoco) per ringraziare Wire e Kidd del loro supporto e mette dentro tutto quello che può portar loro fortuna, ma ne prepara uno anche per sé con il curry udon che lei adora. Adesso… secondo le SBS di Oda Kidd non sopporta più il curry udon, gli provoca addirittura dolori lancinanti… tutto perché quella santa di Shiruton Doruyanaika – di cui malauguratamente non conosciamo ancora nulla – gli ha mollato un pugno sul naso dopo essere stata presa in giro mentre lo mangiavano insieme. Vendetta, tremenda vendetta, direbbe qualcuno.
- Hatsumode e Hatsuhinode: La prima aurora e il primo giorno. Molto romantico… si è capito?


  
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