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Autore: Ladyhawke83    28/12/2017    3 recensioni
Questa storia partecipa al Calendario dell’Avvento (Ripopoliamo i Fandom!) indetta dal gruppo facebook Il Giardino di Efp.”
21 Dicembre. VENTUNESIMA CASELLA.
Obbligo: Scrivi un missing moments fluff. "Hai visto? Nevica!". No ship.
Fandom Fantasy
Protagonisti I fratelli Simenon ed Erinn Vargas
Questa storia partecipa anche al contest "Brother, my Brother" di Elettra.C
“Eliiiin, Eliiin! Guarda!” Il piccolo mezzelfo prese in mano una manciata di neve fresca e la portò verso la sorella.
“Questa sabbia è bianca e fredda…” disse il bambino tutto concentrato sulla propria manina, rossa per il contatto con la poltiglia ghiacciata.
“Simenon, quella non è sabbia, è neve!” Disse la bambina verso il fratellino, usando, controvoglia, la lingua comune, anziché l’elfico, per rispondergli.
Erinn Vargas, pur avendo solo dieci anni, aveva già, negli atteggiamenti, la maturità di sua madre Anuviel, unita ad un apparente distacco verso il fratellino più piccolo.
Genere: Fantasy, Fluff, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
- Questa storia fa parte della serie 'Prequel de “La promessa del mago”'
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“Hai visto? Nevica!”

 

“Eliiiin, Eliiin! Guarda!” Il piccolo mezzelfo prese in mano una manciata di neve fresca e la portò verso la sorella.

“Questa sabbia è bianca e fredda…” disse il bambino tutto concentrato sulla propria manina, rossa per il contatto con la poltiglia ghiacciata.

“Simenon, quella non è sabbia, è neve!” Disse la bambina verso il fratellino, usando, controvoglia, la lingua comune, anziché l’elfico, per rispondergli.

Erinn Vargas, pur avendo solo dieci anni, aveva già, negli atteggiamenti, la maturità di sua madre Anuviel, unita ad un apparente distacco verso il fratellino più piccolo. 

La bambina aveva lunghi capelli bianco dorati, la pelle chiara e rosea, e gli occhi di uno splendente verde smeraldo. Un’elfa a tutti gli effetti, esile, ma di altezza sopra la media, dotata di una mente acuta e di una fervida immaginazione.

Suo fratello, il piccolo Simenon Vargas, aveva ereditato i tratti dal padre, ed in confronto ad Erinn, lui pareva il brutto anatroccolo accanto ad un bellissimo cigno, con quei suoi capelli neri, gli occhi troppo scuri, la pelle pallida e quelle orecchie smussate, sembrava più un figlio di Adamo che un elfo.

“Eliiin, cos’è la neve? Perché cade dal cielo?” Chiese con vocina petulante il piccolo mezzelfo alla sorella maggiore, che guardava la distesa d’acqua salata, stranamente immobile, davanti a loro.

Quella rarissima tormenta invernale aveva ghiacciato le onde del mare, che se ne stavano lì, placide, meravigliose, sospese a metà, come se qualcuno avesse fermato lo scorrere il tempo, e ne avesse fatto un’opera d’arte cristallizzata, lasciando gli scogli orfani del loro familiare sciabordio.

Fiocchi candidi e purissimi continuavano a cadere copiosi sulle teste dei due bambini e sulla spiaggia, trasformando le dune di sabbia in collinette bianche e vellutate. In quella zona costiera, e direttamente confinante col deserto di Ardivestra, un simile evento atmosferico era un fatto più unico, che raro.

“Quante volte ti ho detto di non storpiare il mio nome? Si dice “Erinn”, con la “R”, non “Elin”…” La biondina guardò il fratello spazientita, come se non sopportasse che il piccolo mezzelfo, il quale aveva appena compiuto tre anni, ancora non parlasse correttamente.

“Scusa…” disse lui, stringendo le manine e guardandosi i piedi, mortificato.

Simenon adorava la sorella. La adorava a tale punto da voler  essere come lei, eppure si sentiva diverso, imperfetto, non del tutto accettato.

Quel suo difetto di pronuncia, che sarebbe poi sparito con l’eta, non faceva che accrescere la sua timidezza ed insicurezza.

“Adesso non piangere… dai vieni qui e guarda…” Disse Erinn, con un tono un po' più dolce, tirando il fratellino a sè e indicandogli le nuvole sopra le loro teste.

“La neve non è altro che pioggia ghiacciata. Ogni fiocco che cade dal cielo è perfetto e diverso dagli altri”. Spiegò Erinn tutta seria, mentre con una mano raccoglieva un cristallo che rapidamente a contatto col suo palmo si sciolse.

“Allora le neve è come me e te?” Chiese Simenon tutto contento.

“Come?” Chiese lei, con un forte accento elfico sull’ultima sillaba.

“Sembrano tutti uguali, come fratelli, ma sono diversi, come noi due. Siamo diversi, ma perfetti?”. Il piccolo mezzelfo dai capelli corvini fissò la sorella con sguardo speranzoso, voleva disperatamente sentirsi simile a lei.

“Sì, Simenon. Noi siamo un po' uguali e un po' diversi”Ammise Erinn, accennando un sorriso. Faceva la dura, ma in realtà non sapeva resistere agli occhioni dolci del fratellino. Non lo avrebbe mai detto apertamente, ma era grata di non esser da sola a sopportare la gelida compostezza e il distacco emotivo di sua madre. Avere il piccolo Simenon a cui badare era sì una seccatura, ma anche una benedizione, significava aver qualcuno a cui parlare, da cui ricevere e donare affetto.

“È tutto bianco hai visto? Anche il Castello! Sembra che abbia i capelli bianchi e la barba, proprio come Oren...” osservò Simenon entusiasta.

“Dai...Oren, la nostra guardia, non è così vecchio...” disse Erinn soppesando l’età del guerriero, che aveva all’incirca gli stessi anni del padre, ma essendo umani mostrava già alcuni fili argentei tra i capelli castani.

“Sì, ma è tanto noioso...” borbottò il piccolo mezzelfo ricordando tutti i divieti che Oren impartiva ai due fratelli, per la loro sicurezza.

“Non fare questo, non fare quell’altro, sali qui, giù di lì...” Erinn scimmiottava con la voce e gli atteggiamenti, il vecchio Oren, facendo sbellicare dalla risate Simenon, che, per il troppo ridere, si sbilanciò finendo per cadere con il didietro nella neve fresca.

“Quanta neve!” Disse la vocina del bimbo, del quale si notava solo la sommità della testa, il corpicino era sprofondato in almeno mezzo metro di manto nevoso.

“Dai vieni pulce! Ti aiuto io!” Disse la bambina, dallo sguardo luminoso, allungando una mano verso quella del piccolo mezzelfo.

I piedi di Erinn non toccavano quasi il soffice terreno, lei era in grado di fluttuare usando la magia della voce, suo fratello Simenon no, troppo piccolo ancora per operare alcun tipo di incantesimo. La sorella lo tirò fuori senza sforzo, guardandolo apprensiva.

“Guardati! Ti sei inzuppato tutto! Ti ammalerai e la madre si arrabbierà con me…” disse Erinn, preoccupata dalla reazione dei genitori, se Simenon si fosse raffreddato. La bambina non chiamava mai sua madre “mamma”, o “Anuviel”, semplicemente “madre”, un po' per timore, un po' per rispetto.

“Ma no… è così bello qui… facciamo l’angelo!” Urlò Simenon euforico e fradicio.

“No Simenon, è ora di rientrare, spira un vento che non mi piace. Andiamo…” annunciò categorica la sorella e Simenon non poté fare a meno che seguirla mesto mesto.

“Non fare quella faccia, lo sai che ti voglio bene, no?” Disse la bambina dai capelli dorati, stringendolo a sé.

“Melin Le Elinn…” disse Simenon, un po' incerto nella voce, rivolgendole un’occhiata vergognosa e timida.

“Melin Le Simenon, Melin Le…” Erinn squadrò quella peste di suo fratello, col suo metro scarso d’altezza, il moccio al naso, il mantello bagnato e, per la prima volta in vita sua, pensò che sarebbe diventato un grande uomo, a dispetto delle apparenze.

“Elinn?” Il mezzelfo le prese una manica tirandogliela.

“Sì, Simenon…” Rispose lei, senza guardarlo, mentre del vapore usciva dalle sue labbra, e la bambina iniziava a tremare per il freddo pungente.

“La neve ci sarà anche domani?” Chiese lui dubbioso, dato che non conosceva la neve, avendola vista per la prima volta quella mattina.

“Certo! Tutto questo non scomparirà in un giorno!” Disse lei, come se fosse una cosa ovvia, ma il piccolo mezzelfo non parve capire.

“Allora faremo l’angelo insieme, domani?” Chiese lui.

“Se non ti prendi un malanno sì, farò l’angelo con te! Ora fila, che dobbiamo rientrare!” Disse Erinn, spingendolo in avanti sul viale del castello, vicino all’ingresso principale.

Dall’alto di una finestra, uno sguardo severo, e glaciale, osservava i bambini che rincasavano pieni di neve fin dentro gli abiti.

“Erinn mi sentirà, questa volta… le avevo detto di badare al fratello!” Disse Joseph, suo padre, poi si voltò, scendendo le scale per andare incontro alla sua incosciente prole.

 

***

 

 

Questa storia partecipa al Calendario dell’Avvento (Ripopoliamo i Fandom!) indetta dal gruppo facebook Il Giardino di Efp.”

- 21 Dicembre. VENTUNESIMA CASELLA.

Obbligo: Scrivi un missing moments fluff. "Hai visto? Nevica!". No ship.

Fandom: Fantasy

Protagonisti: I fratelli Simenon ed Erinn Vargas.

Partecipante anche al contest "Brother, my Brother" di Elettra.C

 
   
 
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