Crossover
Ricorda la storia  |       
Autore: Ash Visconti    02/01/2018    3 recensioni
Via Lattea. Un futuro imprecisato. Un Nuovo Ordine è sorto dalle ceneri di un era di lotta e devastazione, pronto a riportare la pace e l'unità nella galassia con ogni mezzo necessario, anche quelli sporchi. Ma quando i fautori di ordine e stabilità negano le libertà altrui è tempo di combattere. Tra i combattenti per la libertà un gruppo di persone forma un team per lottare uniti insieme ad altri eroi.
Crossover tra: Warhammer, Hunger Games, Maze Runner, Divergent, World of Warcraft, Starcraft, Diablo e Thief. Nonché personaggi originali. Se questa premessa vi ha incuriosito, leggete pure!
Nota: potrebbero apparire un paio di personaggi OOC.
Genere: Fantasy, Guerra, Science-fiction | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Libri, Videogiochi
Note: AU, Cross-over, OOC | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
   >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
Benvenuti lettori e lettrici, spero che questo mio sforzo sarà di vostro gradimento!
Non preoccupatevi se appariranno fandom od opere che non conoscete: li presenterò in modo che capiate bene le cose!
Ringrazio le Registe, autrici qui su EFP, perché mi sono ispirato al loro crossover per scrivere questo.
Altre fonte di ispirazione è stato Star Wars, in particolare il film Rogue One e la serie animata Star Wars Rebels. Buona lettura!



Capitolo 1 - Segmentum XIII




Il pianeta Scintilla visto dallo spazio.


"I am the King, I am the leader of battle and war
I am the Legion, I am the bringer of light
I am the torch, I am the love, I am your sin
Come to me, kneel down for me, one more time

I am the Emperor of the Sun, I am the first and the last
I am the New World Order to come, I am the first and the last
My Kingdom's rising, your world is dying
Within a blink of an eye
I am the Emperor of the Sun, I am the only one

I am the King, I am the leader of Heaven and Earth
I am the warfare, I am the bringer of hate
I am the knife, I am the sword, I am your sin
Come to me, kneel down for me, one more time"

"Emperor of the Sun"; Triarii

Il cielo tra i grattacieli di Scintilla si era tinto della tonalità arancio che annunciava la notte, e gli abitanti della gigantesca metropoli si ritiravano nelle proprie case finita la giornata lavorativa; mancavano ancora due giorni al fine settimana, ed allora avrebbero avuto serata libera.
C’era però chi lavorava ancora nel suo ufficio, anche a quell’orario.
Tra questi vi era Lord Solar Macharius, governatore del Segmentum XIII della Galassia, di cui il pianeta Scintilla era stato nominato capitale.
Macharius era un uomo di mezza età, vicino alla sessantina, meno bravo a combattere di come fosse stato in gioventù (sebbene non aveva mai brillato molto sia con la spada che con la pistola), ma aveva accumulato ormai tutta quell’esperienza necessaria che gli serviva per il ruolo di governatore di un settore della Galassia, lavoro che, come quello di guidare eserciti, non era esente da rogne.
Ma in fin dei conti era un bene che il Consiglio avesse scelto lui per governare il Segmentum XIII, vista la situazione difficile.
Già… situazione difficile.
Sapeva, od almeno ne aveva una forte sensazione, che molti degli altri governatori avevano riso alle sue spalle, affermando che se il governo del settore gli dava noie era perché si era beccato un Segmentum che portava il numero della scalogna più nera.
Macharius era certo che fosse un semplice modo per prenderlo in giro: lui non era superstizioso e non credeva che lo fossero gli altri governatori. Semplicemente il suo Segmentum gli dava più noie perché i ribelli al Nuovo Ordine era molto scaltri e tenaci.
Ma, e di questo ne era certo, la loro scaltrezza e tenacia non sarebbero state infinite per sempre ed anche il Segmentum XIII della Galassia alla fine avrebbe giurato eterna fedeltà alle direttive del Nuovo Ordine.
Al suo computer, esaminò gli ultimi rapporti dei suoi subordinati stillati dalla linea del fronte ed una smorfia di disappunto gli deformò il viso quando ne giunse alla fine. Niente da fare, la linea di fronte organizzata dai generali del settore Koprulu era diventata troppo forte ed organizzata, specie con l’aggiunta delle potenti navi di quegli alieni di Aiur, i Protoss.
Sbuffò contrariato: un escalation del conflitto ormai era inevitabile, ed ormai avrebbe dovuto richiedere altre navi da guerra per sfondare il perimetro e poi puntare sui pianeti ribelli.
E la lista dei pianeti controllati dai ribelli era parecchio alta: almeno metà del Segmentum XIII, il suo Segmentum, era fuori dal controllo dal governo del Nuovo Ordine.
Il gruppo di pianeti riuniti nella Confederazione guidata dal Presidente Valerian Mengsk, uomo giovane ma capace, si  era alleato diplomaticamente e militarmente con tutti quei pianeti che si opponevano all’offerta del Nuovo Ordine di far parte di una Galassia unita e sicura.
E tutto perché un mucchio di bastardi anarchici e complottisti erano fuggiti in quella zona ed avevano avvelenato la mente dei leader locali coi loro discorsi! Ma quando gli avrebbero presi, gliela avrebbero fatta pagare cento volte tanto!
Ripensò ai vari mondi sotto il suo controllo o a quelli che non lo erano: oltre ad Aiur ed a quelli del Settore Koprulu, fuori dal suo controllo c’era il disastrato pianeta Calderis, c’era un pianeta insignificante di cui non ricordava il nome, c’era un mondo pre-industriale chiamato “Azeroth”, uno dei pochi pianeti dove quella cosa chiamata “magia” era ancora presente. Un altro posto in cui la magia era presente era il pianeta rinominato “Terra II” che di maghi ne aveva a iosa ed anch’esso era sotto il controllo della Resistenza, così si chiamava il gruppo che si opponeva al Nuovo Ordine nel suo Segmentum.
Tuttavia Terra II aveva una debolezza: un gruppo di individui che detestavano il governo in carica ed il suo cosiddetto Difensore. Segretamente favorevoli all’offerta del Nuovo Ordine avevano promesso di consegnare il pianeta al Nuovo Ordine, una volta tolto di mezzo l’individuo noto come “Difensore”, che odiavano a morte. Una buona offerta.
La Resistenza aveva cercato di presidiare il pianeta Typhon, ma l’offensiva dell’Armata Galattica aveva stroncato sul nascere quell’evento, ed ora quel sistema era stabile e sicuro dietro le loro linee.
Anche su Sanctuarium, la situazione era altrettanto stabile, col pianeta tra i possedimenti del Nuovo Ordine, perfettamente al sicuro nella loro linea del fronte.
Pure su quel mondo feudale era presente la magia, ma in ogni caso non avrebbe potuto opporsi alle loro armate, maghi o no, e comunque si erano presentati per com’erano: benefattori, a dispetto di quanto dicevano quei ribelli anarchici, sempre pronti ad opporvisi, ed un bel po’ di seguito l’avevano conquistato in quel mondo primitivo.
Sul pianeta operava un reggimento dei Ranger Asgardiani ed uno dei Cacciatori di Teschi di Kanak, impegnati a spazzar via tutte quelle creature non umane che tormentavano gli abitanti, cosa che aumentava i consensi tra la popolazione.
Anche i pianeti di Misthaven e Meridian, benché vicini alla linea di fronte, erano ben custoditi all’interno del suo dominio sebbene tormentati da problemi interni, più evidenti su Meridian.
Il Governatore tamburellò le dita sulla scrivania, chiedendosi se dovesse fare una videochiamata agli uomini che aveva nominato Governatori Planetari, guardò l’orologio digitale del suo ufficio e decise che mezz’ora poteva dedicarla.
Organizzò la videochiamata sul suo computer ed attese la risposta del primo ricevente.
Dopo venti secondi lo schermo si accese ed apparve la faccia di un uomo anziano con capelli e barba bianchi, vestito elegantemente. Da una tasca della giacca faceva capolino una rosa dai petali bianchi.
“Salve Presidente Snow”.
“Salve Lord Solar Macharius” disse cortesemente il Governatore Planetario del pianeta Meridian, o almeno di quella civiltà umana che ne restava dopo decenni di crisi economiche e politiche.
Civiltà umana riunitasi in una nazione chiamata Panem, in cui era a capo l’uomo che aveva appena chiamato.
Macharius riteneva che fosse l’uomo giusto al governo: in certe situazioni occorreva un uomo dal pugno di ferro per controllare le masse. Il contro altare era che spesso le masse non erano tanto docili da accettare i fatti come stavano.
“A cosa devo questa inaspettata chiamata?”
“Solo una piccola chiacchierata per sapere direttamente dal Governatore Planetario, da lei la situazione militare di Kol” rispose tranquillamente il suo superiore.
“Se i rapporti che ha ricevuto parlavano di nessuna novità rilevante, coi ribelli sempre arroccati alla Fortezza Settentrionale, allora le posso confermare che è tutto vero. Ma le truppe hanno circondato completamente la base degli insorti”.
“Bene. Vedrà che presto, sarà il Nuovo Ordine a dominare su Kol”.
“Ottima prospettiva, considerando che non siamo ancora riusciti a stanare la Resistenza dalla fortezza settentrionale”.
“E’ solo questione di tempo. Le truppe che ho inviato, unite ai suoi Pacificatori, riusciranno a piegare i ribelli. A tal proposito, vorrei sentire  da lei pareri sull’assedio alle basi della Resistenza. Ho letto rapporti secondo cui, al momento, è ad un punto di stasi.”
“In effetti è così, ma il comandante dei reggimenti di Krieg mi ha assicurato che è solo questione di tempo prima che le ultime roccaforti della Resistenza cadino.”
“Si fidi dei reggimenti di Krieg, signor Snow; nessuno è bravo come loro nelle guerre d’assedio.”
“Vero, sono più affidabili di quelli precedenti.”
Macharius si accigliò.
“Di che parla?”
“Lo sa. Di quel reggimento di Savlar.”
“Ah, quello.” Macharius fece un gesto di noncuranza. “Era solo una Legione Penale, niente di importante.”
“Legione Penale che mostrava una inadeguata preparazione bellica, come mi ha riferito il Comandante dei miei Pacificatori. Avrà saputo che in uno scontro coi ribelli il reggimento di Savlar è stato completamente decimato”.
“Sì, del quindicesimo di Savlar ne sono sopravvissuti soltanto un centesimo dell’intera forza. Non un gran perdita, e la vittoria dei ribelli dal punto di vista tattico  si può considerare irrilevante.”
Snow rimase un attimo in silenzio.
“Signor Macharius, capisco la volontà del suo partito di sfoltire le prigioni dell’Ordine e dare ai detenuti una chance di, ehm… redenzione,  ma non crede che sia meglio schierare truppe più adeguate per queste operazioni… delicate?”
“L’ho fatto”,  replicò il governatore seccato. “Oltre al reggimento di Savlar ho inviato anche un reggimento di Praetoria ed uno di Krieg; hanno ricevuto un addestramento adeguato a differenza di quello approssimativo delle Legioni Penali. Ed a tal proposito, un altro reggimento di Krieg è arrivato il prima possibile per sostituire quello di Savlar. Si ricordi le mie parole: tra poco quella fortezza cadrà”.
“Allora attenderò che i  soldati di Krieg diano il massimo nella guerra d’assedio”.
“Nell’Armata Galattica, non c’è nessuno più bravo di loro in quel tipo di guerra! Vedrà che presto il pianeta sarà sotto il nostro completo controllo”.
“Ne è sicuro, governatore?”
Quell’ultima battuta lo irritò.
“Signor Snow, ho passato sette anni interi della mia vita, sette anni interi!, a riunificare i sistemi occidentali della Galassia prima di finire qui. So combattere e so gestire le mie battaglie. Perciò le assicuro che il suo sistema e tutti gli atri del mio Segmentum, saranno solidi e sicuri sotto le direttive del Nuovo Ordine!”
Snow annuì. “Molto bene, governatore. La contatterò personalmente per comunicarle la sconfitta dei ribelli.”
Detto questo la chiamata si concluse.
Macharius pensò che non c’era rischio che la Resistenza vincesse su Meridian, i Corpi della Morte di Krieg avrebbero piegato in tempo ogni difesa prima di eventuali azioni della flotta ribelle.
Sicuro di questo fece la seconda chiamata, stavolta al Governatore Planetario di Misthaven.
Alla risposta della chiamata, sullo schermo apparve un uomo che si intuiva essere alto e magro, con corti capelli castani e gli occhi verdi.
“Saluti, Sire Hansen”.
“Saluti, Governatore. Preferirei il titolo di “Vostra Maestà”, anche se mi rendo conto che la mia sovranità si estende su un singolo pianeta, non su un intero settore della Galassia”.
Quando il Nuovo Ordine era giunto sul pianeta Misthaven aveva trovato un mondo dominato da un’oligarchia nobiliare, all’apparenza tranquillo, ma da mesi tormentato da una lotta politica per la successione al trono. Il nobile Hansen contestava l’elezione di una nobildonna di nome Lachryma come sovrana, e la civiltà umana era diventata turbolenta nel conflitto tra chi sosteneva uno e chi sosteneva l’altro.
Il fatto che la sovrana non volesse avere niente a che fare col Nuovo Ordine aveva fatto il resto. Anche se poi era fuggita dal pianeta con quanti più sostenitori possibili, nascondendosi nel settore Koprulu.
“La chiamo per sapere da lei com’è la situazione sul pianeta”.
“Stabile”.
“Tracce della ex sovrana?” chiese poi Macharius.
“Nessuna”.
“Allora sarà in qualche pianeta controllato dalla Resistenza, assieme a tutti quelli che in passato la approvavano l. Tracce di basi ribelli?”
“Nessuna. Ma può darsi che siano ben nascoste”.
“Non credo. Sono sicuro che le avremmo già trovate a quest’ora”.
“Mi auguro che sia come dice lei”.
“Bene, i rapporti che ho ricevuto parlavano di disordini locali, spero non celino qualcosa di grosso sotto”.
“Stia tranquillo governatore, sono solo proteste e sommosse circoscritte, non celano nulla del genere”.
“Molto bene, allora, volevo accertarmi di questo. Arrivederci e buona fortuna, sire”.
“Altrettanto a lei”.
Terminata anche l’ultima videochiamata, Macharius poté concedersi una pausa di un’ora, di cui ne approfittò per cenare col frugale pasto preparato dalla servitù, e poté concedersi alcuni minuti di pausa, benché, una volta finito, dovesse sistemare ancora alcune cose del lavoro e perciò tornò nel suo studio.
Due minuti dopo, il suo attendente gli annunciò la visita di del Colonnello Eli Hamsha, e Macharius chiese di farlo entrare, dato che lo stava aspettando.
Il Colonnello Hamsha, vestito con la sua vistosa divisa bianca e blu, entrò con la tipica aria marziale dei militari d’alto rango originari di Scintilla. Nella mano sinistra teneva un tablet.
“Governatore” salutò quello facendo il saluto militare.
“Colonnello” ribatté Macharius. “E’ pronto per la missione?
“Sissignore! Prima dovrei riferirle una faccenda importante”.
“Ovvero?”
“Una brutta faccenda nel Mondo Forgia vicino a Scintilla; la notizia è giunta da poco ed ho preferito comunicarvela io di persona”.
“Parli. Di che si tratta ora?” fece bruscò il governatore.
“Incursione alle fabbriche dell’Adeptus Mechanicus da parte di un commando ribelle”.
La cena che il governatore aveva appena mangiato gli ribollì nello stomaco.
“Che danni?”
“Due Titani di classe Warlord distrutti”.
Macharius si trattenne dal bestemmiare. I Titani erano il meglio che l’Adeptus Mechanicus potesse offrire per l’Armata Galattica, ma ci voleva un sacco per fabbricarli.
“Gli Skitarii dormivano? Credevo che i Mondi Forgia di questo settore fossero più efficienti in fatto di sicurezza!”
“I ribelli sono stati scaltri. Hanno pure lasciato la loro firma”.
Mostrò sul tablet la foto di un muro su cui era dipinto a mo’ di graffito con la vernice blu una “R” dentro un cerchio.
“Il simbolo parla chiaro, signore: è il Team Rogue!”
Macharius sbuffò. Il Team Rogue.
Di tutte le squadre di ricognizione o di infiltrazione e sabotaggio che la Resistenza metteva in campo, il Team Rogue era quello di più recente formazione, ma era diventato ben presto molto noto, sia per il numero di imprese compiute che per la bravura nel portarle a termine. Nonostante si fosse spesso trovato in situazioni difficili il Team Rogue era sempre riuscito a cavarsela senza un graffio.
Era incredibile il successo di quella piccola squadra, che non si sapeva con certezza da quanti elementi fosse composta…
“Di quanti membri era composto il commando ribelle secondo i testimoni?”
“Una decina, ma non sappiamo ancora dire il numero esatto” rispose  il colonnello.
Il governatore del Segmentum si limitò ad annuire. Ricordò le voci secondo cui i membri che componevano quel Team venissero ognuno da un pianeta diverso, cosa tutto sommato normale secondo Macharius; d’altronde la Resistenza era collocata su più mondi.
“Grazie per avermi riferito l’informazione colonnello Hamsha, anche se c’è poco da ringraziare, a dir la verità. Veniamo ora al motivo del colloquio”.
Il governatore si alzò dalla scrivania e raggiunse un angolo della stanza dove era situato un proiettore, facendo cenno al militare di avvicinarsi.
Dopo che Macharius ebbe digitato un codice ed alcuni pulsanti, il proiettore trasmise una mappa del Segmetum XIII, contraddistinta da una linea rossa ad indicare il fronte che divideva le forze del Nuovo Ordine da quelle della Resistenza.
“Di recente i nostri esploratori hanno scoperto una cosa molto interessante: un pianeta ai confini del mio territorio, estremamente isolato, indi per cui ne ignoravamo l’esistenza. Fino ad ora”.
Il poi il proiettore zommò sulla parte del settore interessata: i confini con le Stelle Halo, una zona desolata ai confini della Galassia, compresa nel Segmentum governato da Lord Solar Macharius.
Il mondo interessato era evidenziato da una luce rossa.
“Per puro caso l’abbiamo trovato. Isolato da ogni cosa. E’ incredibile che vi siano ancora esseri umani laggiù!”
Lasciò per qualche attimo in sospeso le parole per sottolinearne l’importanza all’altro uomo, poi il proiettore cambiò di nuovo immagine, mostrando l’ologramma sferico dell’isolato pianeta agli occhi del militare.
“Stando alle informazioni che abbiamo raccolto, questo pianeta è chiamato dalle popolazioni locali umane Mallus” spiegò Macharius. “E’ un mondo feudale, diviso in vari regni, abitato sia da umani che da non-umani, e molti di quest’ultimi sono pericolosi ed ostili all’uomo”.
“Il suo compito” proseguì dopo un attimo di pausa, “è scortare un mio ambasciatore sul pianeta, lì prenderete contatti con i rappresentanti della nazione più sviluppata del mondo e le farete la mia offerta di far parte del Nuovo Ordine, con tutti i vantaggi che porterà tale atto. Avete carta bianca, purché Mallus sia integrato nel mio Segmentum”.
“Molto bene, signore. Una domanda: i ribelli conoscono l’esistenza di questo pianeta?”
“Bella domanda. Al momento pare di no. Ma se si presenteranno membri della Resistenza su Mallus, sa come agire”.
“Sissignore. Il mio reggimento è quasi pronto, se non ci saranno intoppi partiremo tra poco”.
“Va benissimo”.
Alzatosi dalla scrivania si diresse verso la finestra del suo ufficio dove rimase ad ammirare il panorama ormai notturno della città ed i grattacieli illuminati.
Scintilla era un pianeta avanzato e forte, eppure una cosa minuscola se paragonata all’immensità della Galassia.
Il colonnello rimase al suo posto in quanto non aveva ancora ricevuto il permesso di congedarsi.
Dopo qualche momento di silenzio il Governatore del Segmentum prese la parola.
“La missione iniziata anni fa dal Nuovo Ordine di riunificare questa Galassia e gli umani sparsi lì non è ancora conclusa, forse ci vorranno anni per completarla completamente, ma noi faremo il possibile, sconfiggeremo e piegheremo chi si oppone alla nostra sacrosanta missione. Noi piegheremo i ribelli di questo segmentum e riunificheremo i loro pianeti al governo del Nuovo Ordine, con ogni mezzo necessario. E se i Ribelli sono troppo pazzi o stupidi per accettare la mano che gli offriamo allora gli daremo il pugno, dico bene?” aggiunse voltandosi verso
“Sissignore”.
“Ed è meritato quel pugno?”
“Sì, signore”.
“E perché?”
“Perché se la sono cercata”.
“Esatto! Esatto!” esclamò Macharius. “Lo dica a tutti, anche ai suoi uomini! Quegli anarchici alienofili hanno morso la mano dell'aiuto che gli abbiamo teso! Se la sono cercata! E per tale motivo li puniremo!”
Si risedette alla scrivania.
“Al lavoro ora! Niente dovrà fermarci questa volta!”
   
 
Leggi le 3 recensioni
Ricorda la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
   >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Crossover / Vai alla pagina dell'autore: Ash Visconti