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Autore: BakemonoMori    03/01/2018    0 recensioni
"Loro sono qua fuori, non importa come o quando, loro sono sempre fuori da questa porta"
La storia che narra di un ragazzo che cadde in rovina per non aver ascoltato le voci che da tanto lo perseguitano.
Genere: Dark, Drammatico, Malinconico | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Loro sono quà fuori, non importa come o quando, loro sono sempre oltre questa porta.

Li vedo da anni, loro mi fissavano solamente all'inizio, il che li rendeva semplici da ignorare;
con il tempo si sono fatti sempre più fastidiosi, solo io ero in grado di percepirli, mi
sussuravano all'orecchio cose terribili all'unisono, mi punzecchiavano con i loro artigli,
arrivando a ferirmi certe volte.

Il tutto peggiorò con il tempo, la voce si faceva sempre più intensa e malvagia, i tormenti
incessanti non mi lasciavano mai.

Le persone iniziarono a credermi pazzo, mi evitavano fissandomi con i loro sguardi taglienti,
le loro parole d'odio mi ferirono in continuazione; ero solo, la famiglia e gli amici mi
abbandonarono assieme a tutti gli altri, per me non esisteva più un luogo sicuro.

Le entità continuavano a fissarmi da dietro ogni angolo, più passava il tempo meno cercavo
di ascoltare la loro voce; ormai ho dimenticato cosa volessero da me, so solo che non mi
hanno mai lasciato, tormentando la mia intera esistenza.

I miei genitori mi mandarono da psicologi, ma nulla, da psichiatri, non fecero altro che
imbottirmi di pasticche di merda, non avevano altro scopo che rendermi una fottuta pianta;
così realizzai che non volevano liberarmi dai tormenti, volevano liberarsi di me, ma non ci
riuscirono.

Smisi di prendere le pillole, nascondendole ovunque possibile, e decisi di fingere di non
vedere più quegli esseri nella speranza di essere nuovamente accettato, almeno in casa mia.
Funzionò, per un breve periodo, fino a che le creature non mi portarono ad un attacco di
panico -come venne definito dagli psichiatri- durante la cena il mio cuore battè a mille,
iniziai a faticare a respirare, tremai, i miei genitori mi guardarono preoccupati, ma appena
mia madre si avvicinò, la mia unica reazione fu quella di urlarle contro, corsi verso l'angolo
della stanza e mi chiusi in me stesso, coprendomi il viso con le mani e attendendo che tutto
finisse.

Riniziarono le sedute psichiatriche peggio di prima, quei dannati medici dissero che avevo
iniziato a soffrire d'ansia a causa di una sospesa assunsione di quelle pillole del cazzo, così
riniziarono a prescrivermele, in modo da farmi cercare altri luoghi dove nasconderle.

Più passava il tempo più la situazione peggiorava, io continuavo a stare al loro gioco,
fingendo di prendere le pillole e di non vedere più quei bastardi "immaginari", ma ai medici
non stava bene, secondo loro io non stavo seguendo adeguatamente il percorso da loro
prescritto.

I mesi continuavano a trascorrere ed io me ne stavo sempre di più chiuso in camera, oltre
ad andare a quelle noiosissime sedute psichiatriche oviviamente; ogni giorno sembrava più
lungo, la mia vita pareva essere diventata una costante punizione, le presenze si facevano
sempre più pressanti ed io ero costretto a sopportare in silenzio, venendo oltretutto
sgridato dagli psichiatri.

Un altro mese ed eccone una nuova, secondo gli psichiatri avevo iniziato a soffrire di una
grave depressione, che cazzata colossale, non ero depresso, non soffrivo d'ansia, ero solo
perseguitato da fottuti spiriti! Ma niente, la loro idea non cambiò e così aumentarono i
medicinali da nascondere ogni giorno.

Ancora del tempo, tornato da un'ennesima seduta psichiatrica mi diressi esausto in camera
mia e la ritrovai vuota, dietro di me mia madre in lacrime e mio padre che mi guardava in
cagnesco indicando l'uscita, varcata la soglia di camera mia ecco tutta la mia roba
impacchettata ed i miei vestiti dentro numerose valigie. In quel momento non ci vidi più ed
iniziai ad urlare l'impossibile contro quei bastardi, tutte le bestemmie e le imprecazioni
conosciute su questa terra e tutto l'odio represso negli anni; mio padre mi prese di peso,
facendomi uscire mente mia madre diceva frasi insensate come: "Non ti fai mai un esame di
coscienza?" "Non hai idea dei sacrifici che abbiamo fatto per pagare le tue cure..." "Cosa ti
dice la testa?"

Ed eccomi, chiuso nella stanza di un appartamento di merda, in fuga da malvagie entità che
mi hanno rovinato la vita, fucile alla mano e sguardo basso mentre, con la canna in bocca,
tengo saldo il dito sul grilletto.

Com'è che la chiamavano? "Voce della coscienza", beh, non mi avrai mai...

   
 
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