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Autore: LadyDP    07/01/2018    3 recensioni
"Non ne posso più. Non è possibile che abbia ancora voce in gola.
Non ho mai sentito una creatura più frignona in tutto l’universo.
Devono essere i suoi difettosi geni umani."
°°°
Storia Genderbend (gli uomini sono donne,e le donne sono uomini)
Genere: Comico, Fluff, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Bulma, Re Vegeta, Trunks, Vegeta | Coppie: Bulma/Vegeta
Note: nessuna | Avvertimenti: Gender Bender
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Non ne posso più. Non è possibile che abbia ancora voce in gola.

 

Non ho mai sentito una creatura più frignona in tutto l’universo.

 

Devono essere i suoi difettosi geni umani.

 

 

È da tutto il giorno che piange.

 

Ho pensato che avrebbe potuto resistere, che avrebbe capito che io ho altro da fare

piuttosto che stare dietro al suo pannolino, o a qualunque problema abbia.

 

E invece no. Piange, e non accenna a smettere. Non si stanca mai.

 

Perfetto, ho una bambina che piange quanto una bambina umana con la forza di una bambina sayan.

 

Devo essere per forza io a gestirla.

 

Qui nessuno sarebbe in grado di gestire un essere del genere.

 

 

Ogni giorno rinuncio ad ore su ore di allenamento per badare ai suoi capricci.

 

Ho resistito senza fiatare per giorni, quando ancora dormivo nella culla reale, con la fame che mi consumava da dentro ed il pannolino che… bè, avrete capito.

 

Questo perché sapevo che mia madre doveva allenarsi.

 

Mi sembrano pensieri del tutto normali, perché mia figlia non ci arriva?

 

 

Ma oggi mi sono stufata, e l’ho lasciata ad autogestirsi. Non so se ce la farà-deve farcela.

 

Però sono anche le cinque di sera, e le mie orecchie implorano pietà da un bel po'.

 

 

Va bene.

 

Andrò a vedere che problema ha.

 

 

Che dovrei aspettarmi dalla prole di quello smidollato dai capelli blu?

 

 

Esco dalla Gravity Room e proprio in quel momento l’urlo smette.

 

O è morta, o ha capito e sono una brava madre.

 

 

Faccio per rientrare, tutta contenta, quando sento un urlo ben diverso.

 

 

Cazzo.

 

Lo smidollato.

 

Mi volto.

 

 

 

 

È fuori dalla porta, con la poppante in braccio. Non sembra amichevole.

 

 

Vorrei scappare. Quell’idiota è abituato a viziarla.

 

Se scopre che non l’ho calcolata per tutto il giorno, bè….

 

Effettivamente la sua forza in confronto alla mia fa ridere,

 

ma non credo di volerlo fare arrabbiare veramente.

 

Andiamo, non posso davvero aver paura di lui.

 

 

Lo affronto.

 

 

Mi avvicino a piedi, camminando, a braccia incrociate.

 

 

 

 

“Che cosa vuoi?”

 

Tento di apparire fredda e diretta.

 

 

Credo sia appena rincasato dal lavoro.

 

Ha la camicia in disordine,la cravatta slacciata e non ha la giacca.

 

Uno sguardo che non vi auguro di ricevere da nessuno.

 

 

“..se davvero non hai voglia di badare a tua figlia me lo dici,

 

prenderò una baby-sitter.”

 

Questa frase mi colpisce e fa male, e non so perché.

 

 

“Quella mocciosa è un tormento continuo.

 

Non ne ho mai visto una più viziata.” dico con disprezzo, osservandola, e poi fissandolo negli occhi, ma mi pento di questo tentativo di sfida, e li abbasso, vergognandomene.

 

 

“Non so che bambini conosci tu.

 

 

Evidentemente a due mesi ti preparavi il biberon da sola.”

 

 

Effettivamente, ricordo che dovevo aspettare molto prima di essere sfamata.

 

Ma non ricordo di mia madre che lo faceva.

 

Quindi, chi lo faceva?

 

Una balia? Non avevo balie.

 

L’uomo raccoglie un lembo della copertina che abbraccia la bambina.

 

Sembra stanca, segnata da una brutta giornata.

 

Mi fa male al cuore.

 

L’uomo sembra deluso.

 

Rientra. Mi chiude la porta davanti.

 

 

Resto immobile. Sento qualche parola.

 

“Tua madre è una testa di cazzo.”

 

Alzo gli occhi al cielo.

 

°°°

 

“La principessa piange da una settimana,Vostra Maestà.

 

I soldati non ne possono davvero più, i suoi urli giungono fino all’altra parte del pianeta.” dice un soldato, in ginocchio, sotto lo sguardo della regina.

 

“Sciocchezze. Lo sa benissimo che non ho tempo per lei.

 

Io non sento nessun pianto.” ribatte, accavallando le lunghe gambe sul trono,

e poggiando le mani ai lati.

 

Il soldato assume uno sguardo sofferente.

 

Sull’orlo della porta, c’è il suo generale. Un uomo alto, robusto, molto forte ed intimidatorio.

 

Entra, e sale le scale delle stanze della sovrana, sotto il suo sguardo infastidito, ma impotente.

 

 

 

 

La culla reale, che risiede in una stanza molto lontana da quella della sovrana, accoglie una bambina dai lunghi capelli neri a punta, e gli occhi color ebano, profondi come il cielo.

 

 

La bambina è stremata da lunghi giorni di stenti.

 

La sua forza, il suo corpo di piccola e forte sayan le impongono di non mollare,

 

ma forse sa anche lei che, se nessuno interverrà,

 

mancherà poco alla sua fine.

 

 

 

Le porte si spalancano.

 

Il suo piccolo cuore sussulta.

 

 

La sua voce si rompe, solo dei gemiti fuoriescono, dei singhiozzi.

 

“Piccolina!” la richiama un uomo, che sporge dal bordo della sua regale tana.

 

Fa un po' paura, ma il suo sorriso le da fiducia.

 

 

Ha qualcosa in mano, una specie di barattolo con del liquido bianco, ed una punta gommosa.

 

Con non troppa delicatezza, glielo ficca in bocca.

 

 

Oh! Ma è cibo!

 

 

“C’è qui il tuo papà,tesoro..” le sussurra.

 

Ormai sembra tutto apposto.

 

 

 

 

 

“Tua madre è una testa di cazzo.”

   
 
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