07/01/2018
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Prima storia nel fandom e prima senza betaggio da quando HSwall mi ha preso sotto la sua ala, quindi, quando avrà un po' di tempo, la controllerà. Non dovrebbero esserci errori, Cecilia me l'ha spulciata un po', così da non pubblicare orrori ahah.
Ringrazio entrambe per il loro sostegno, così come tutto il Circolo che mi è vicino più che mai in questo momento particolare.
Dedica alla mia sorellina come tutto ciò che scrivo e alla mia lotta contro Hodge, il colosso.
Vi auguro buona lettura, spero mi facciate sapere cosa ne pensate! ^^
Leaving
"Mi hanno offerto un lavoro a Washington, a capo di una squadra anti-corruzione. Ho deciso di accettare."
Washington.
Non aveva mai odiato una parola, una città tanto quanto in quel momento.
Lo vide spostare lo sguardo e fissarlo, stava sondando la sua reazione, ormai lo conosceva troppo bene.
Doveva dire qualcosa, qualsiasi cosa potesse fermare quel momento e lasciargli il tempo di pensare.
"E' un lavoro prestigioso."
"Già, mi sto ancora abituando all'idea."
Stava scappando, glielo poteva leggere negli occhi mentre pronunciava quelle parole.
Lo avrebbe lasciato lì, senza di lui...
La stretta al petto che sentì a quel pensiero lo fece riscuotere.
"Va bene?"
"Va bene? Certo, amico. Ci saremmo dovuti separare ad un certo punto, no? Le persone cominciavano a parlare."
Avrebbero potuto dire di tutto, a questo punto, non gli sarebbe importato. Voleva che David rimanesse.
Sapeva che era grazie a lui che era riuscito ad appianare quel lato di sè troppo spigoloso dal recente ritorno in patria. Era la sua ancora e lo stava facendo andar via.
"Don lo sa già?"
Ecco, Don avrebbe potuto aiutarlo nel trovare un qualsiasi cavillo che gli avrebbe permesso di tenere il suo partner con sè.
"E' stato lui a raccomandarmi."
Maledizione.
Stringergli la mano ed abbracciarlo non era mai stato così difficile, ma doveva farlo, giusto? Per lui, solo per lui. Lo sguardo che gli rivolse quando si staccarono fu più doloroso di qualsiasi ferita di arma da fuoco. Poteva leggerci la speranza appassirsi fin troppo velocemente.
Voleva che gli chiedesse di restare? Di mandare all'aria la sua promozione, la sua carriera, solo per lui?
Colby sapeva che lo avrebbe fatto, come sapeva i sentimenti che il partner provava per lui negli ultimi anni, che non aveva mai ricambiato.
Non lo avrebbe fatto. Non gli avrebbe rovinato la vita per dei sentimenti con cui non era riuscito a venire a patti prima di quella mattina, di quell'annuncio.
Lo avrebbe accompagnato all'aeroporto, portato un paio delle sue valigie e lo avrebbe seguito fino a dove gli era possibile. Lo avrebbe guardato superare i controlli, voltarsi verso di lui un'ultima volta e avrebbe trattenuto le lacrime ai lati dei propri occhi fino a quando non avrebbe visto David girare l'angolo e sparire dalla sua vita per sempre.
Era tutto molto semplice, la felicità di David dipendeva da questo.