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Autore: Haedeas    07/01/2018    1 recensioni
{ TodoDeku · POVDeku alternato con POVTodoroki }
Due settimane senza di lui. O forse erano tre? Non sapevo di essere così capace di perdere il conto del semplice susseguirsi dei giorni.
Genere: Fluff, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Shonen-ai | Personaggi: Izuku Midoriya, Shouto Todoroki
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Morbus

a todo/deku one shot





Due settimane senza di lui. O forse erano tre? Non credevo di essere capace di perdere così facilmente il conto del semplice susseguirsi dei giorni. Nella mia mente, ingenuamente, mi rassicuravo che tutto fosse dovuto alla quotidianità dovuta al semestre orale della scuola. Dopo tutto i giorni delle lezioni ora erano più o meno simili se non fatta eccezione per avvenimenti particolari che andavano via via sperdendosi a causa della familiarità tra di noi, che si solidificava sempre di più.
Eravamo tutti presi dalle lezioni del professor Aizawa. Nonostante il generale mormorio di sottofondo davanti all’introduzione delle nuove materie orali, la classe non parve farsi intimidire di fronte alle novità che ci riservava il futuro. Eravamo sempre più fieri di essere la classe 1-A della Yuei.

Tuttavia, mi sentivo… strano.

Un giorno aveva fatto assenza, il che era strano per lui. La media delle sue assenze era dello zero percento, il che sottintendeva il motivo per cui era il terzo tra i più bravi della classe.
Chiaramente, non destò l’attenzione né di Iida, ancor meno di Momo, benché nei suoi confronti fossero i più attenti… e poi c’ero io, che controllavo a prescindere le condizioni della classe. Era come se il mio cervello lavorasse appresso cento computer contemporaneamente e senza sosta, fortunatamente tutto ciò non mi recava disturbi di alcun genere.

Tuttavia, era assente.

Il primo giorno aveva destato solo la mia curiosità.
Ehi, è normale assentarsi. Non siamo macchine, dobbiamo avere valvole di sfogo o sennò il nostro corpo provvederà per noi in modi meno comodi.
Quando arrivò la prima settimana di assenza per lui, il mio cervello aveva ormai un chiodo fisso: il suo corpo aveva ceduto a chissà quale stress fisico o psicologico, e la madre si era così arrabbiata da farlo stare a casa. Però, perché una settimana? Perché proprio una intera settimana, per dir più quando il professor Aizawa aveva introdotto una materia nuova benché discussa?
Il pensiero “perché” quasi l’avevo scritto al centro del mio cervello in caratteri cubitali immensi in nero su bianco grassetto in inglese se necessario sospesi per dir più in aria per quantificare il mio grado di preoccupazione nei confronti di un ragazzo che conoscevo così poco!

Dovevo calmarmi.

Non era necessaria tutta quella preoccupazione. Mi sarebbero venuti i capelli bianchi per lo stress.
Sarebbe bastato un semplice messaggio, no?

Quel sabato pomeriggio decisi di prendere il cellulare, dopo aver passato ore a fissare una macchia nel soffitto della mia stanza, a riflettere sul nulla.
Non volevo disturbarlo.


Nuovo messaggio per Todoroki Shouto.
Testo: “Buona sera, Todoroki! Come mai non sei venuto a scuola in questi giorni? Mi dispiace così tanto che t
u sia stressato! Spero di vederti lunedì! A presto!

-Deku”


Ma che cosa avevo appena inviato? Ero realmente sicuro che la causa della sua malattia fosse stato lo stress?
Oh Dio, oh Dio! Che cosa avevo combinato?


Nuovo messaggio per Todoroki Shouto.
Testo: “Buonasera! Sì, sono di nuovo io… scusami, non volevo diagnosticare senza sapere il motivo della tua assenza così prolungata! Non disturberò più.

-Deku”



Sono un perfetto idiota.



**



Dopo due settimane di assenze continue, mio padre si era accertato di farmi trovare il certificato adatto che le giustificasse tutte. Erano stati giorni davvero difficili. Detestavo esser malato, tuttavia avevo deciso di seguire il consiglio di mia sorella: rilassarmi.
Il morbillo, come aveva detto il dottore, era una malattia che poteva capitare ai ragazzi della mia età.

Quel fatidico lunedì avevo ricevuto un terzo messaggio da parte di Midoriya,
che mi chiedeva di far colazione con lui quella mattina. Non era un’idea cattiva, perciò accettai… non avevo molti contatti coi miei coetanei. Deku era stato l’unico a preoccuparsi in tal modo nei miei confronti, ed avevo sentimenti così contrastanti verso questa sua premura da farmi arrossire le gote.

Cancellai subito quel pensiero dalla mia testa.

Mi affrettai, dunque, per raggiungere il bar Academy nella posizione che Midoriya mi aveva inviato via Whatsapp. Non ero molto pratico di quelle vie, conoscere tutti i distretti di Tokyo impegnava la memoria anche dei più bravi.
Non ci volle molto affinché mi perdetti, per l’appunto. Giravo, giravo senza trovare la nota insegna che il mio compagno mi aveva inviato per foto.
Mi guardavo attorno ma non trovavo nulla dei punti di riferimento da lui indicati, realizzando così di essermi
perso.
Non ci voleva. Stavo, per dir più, facendo tardi a lezione, ed un ritardo non avrebbe certamente spiegato le altre assenze al professor Aizawa.

Decisi di chiamare Midoriya.

Mi apprestai a digitare il suo numero sullo schermo del mio smartphone, e accostai il telefono all’orecchio.

«Buongiorno, Midoriya. Mi dispiace, temo di essermi perso.»
Quello che sentii dall’altra parte fu un gemito. Un gemito di tristezza. Era
così triste per me?
Il cuore mi batté ancora.
«
Possiamo incontrarci di fronte alla biblioteca del liceo, però.»
«
Certo! Nessun problema, corro!» e chiuse subito la chiamata. Aveva un entusiasmo tutto suo, Izuku. Avevo imparato ad apprezzarlo presto nella convivenza scolastica, e mi domandavo se fosse così umile e buono anche nella vita privata.

Che domande…

Per non perdere dell’altro tempo prezioso, mi accinsi a raggiungere l’entrata principale nonché unica della nostra biblioteca scolastica.
Era un edificio imponente esattamente come tutti quelli che componevano il liceo U.A. Grande: maestoso ed elegante. Una scuola fatta su misura di eroi.

Mi voltai all’improvviso e lo vidi. Midoriya, Deku, Izuku.
Lui.
Mi sentii davvero strano.
Percepivo una sensazione inspiegabile proprio alla bocca dello stomaco. Dei formicolii che mi tormentavano le labbra, le mani. I miei quirk si erano letteralmente scambiati di posto solo per quelle lentiggini spruzzate sul viso, quegli occhi verdi, quei capelli spettinati.
Mi ritrovai a pensare quanto Midoriya fosse adorabile, e non potei non concordare e ammettere la semplice realtà dei fatti.

«Ehi, ciao!» mi salutò. Il suo tono non era alto. Ricambiai presto il saluto, e chinai piano il capo in avanti.
«Ti ringrazio per la premura che hai dimostrato durante i miei giorni di malattia, Midoriya. Non ho potuto risponderti perché mio padre esige regole ferree in casa. Spero tu non te la sia presa.»

Vidi il suo viso scoppiare in un colore rosso davvero intenso, che mi portò a domanda se un volto umano potesse mai raggiungere un colore così vivo.

«No, no! Scusami tu per averti disturbato! Era strano da parte tua fare così tante assenze, e… pensai che un messaggio non poteva far così male.»

Non mi guardava. Aveva lo sguardo piantato ai suoi piedi, come se essi potessero mai essere così realmente interessanti.
Rivolsi lo sguardo altrove per un secondo, poi ritornai su Midoriya.

«Mi hanno fatto piacere i tuoi messaggi, invece.»
Decisi di posare l’indice ed il medio sul suo mento per costringerlo a guardarmi. Poi accadde che… lo baciai.
Non credevo che il mio primo bacio potesse essere gay. Non avevo mai appurato a mente lucida la mia sessualità, eppure se potessero esserci labbra più fresche e buone di Deku su ciò avevo seri dubbi a riguardo.







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Bene, bene… è la mia prima fan fiction in questo fandom e potrei morire d’imbarazzo.
Spero che come mio piccolo debutto non sia male! Una piccola one shot mentre attendo che la fantasia mi colpisca dritta in faccia per proseguire l’altra fan fiction. Buon Dio, soffro internamente ed urlo.
Appuro che nel POV di Deku alcuni periodi sono fatti volontariamente lunghi per rendere l’idea dei pensieri affollati, dell’ansia e della preoccupazione del patato, di conseguenza non preoccupatevi, non avete letto male l’assenza di punteggiatura ahah

   
 
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