Anime & Manga > Naruto
Segui la storia  |       
Autore: Silvi_MeiTerumi    07/01/2018    1 recensioni
«Se non sbaglio un tempo il Villaggio dell’Erba riuscì quasi a conquistare il mondo grazie allo Scrigno del Paradiso» affermò neutro il Kazekage, sostenendo lo sguardo del suo interlocutore.
«Ha detto bene, quasi. Ma il giorno successivo dall’apertura di questo, il Villaggio venne completamente raso al suolo» spiegò diretto senza far trasparire nessuna emozione, come se quel fatto non lo avesse minimamente colpito.
«Sappiamo però che da quell’evento nacquero due fazioni, quella militare chiamata ‘La Verità dell’Erba’, intenzionata a far risorgere il Villaggio e quella detta ‘Il Fiore dell’Erba’ che si opponeva alla guerra» intervenne Temari, cercando con lo sguardo man forte dai fratelli.
Il silenzio che seguì dopo venne interpretato come segno d’assenso.
«Sarò diretto, da che parte sta?», il giovane marionettista in quel momento sperava solo che le sue supposizioni fossero infondate. Suna poteva essere di nuovo in pericolo.
*
«Brilla il sole da Sud, soffia il vento da Nord, c’è un’intensa complicità. Le notti d’oriente sono calde lo sai, più calde che mai, ti potranno incantar. Non farti abbagliar, potresti bruciar di passione anche tu» canticchiò lo strano signore guardando nella sua direzione come per avvertirla, come per maledirla.
Genere: Azione, Comico, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Kankuro, Nuovo Personaggio, Sabaku no Gaara, Temari, Un po' tutti
Note: OOC | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Naruto Shippuuden
Capitoli:
   >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

Prologo.
 
Erano passati sei mesi dall’attacco al Paese dell’Erba, ma al Villaggio il dolore per le perdite in battaglia tormentava ancora la gente.
Le case stavano venendo ricostruite minuziosamente, come a voler riportare tutto esattamente come prima. I campi incendiati, così come gli alberi, stavano ricominciando a prendere quel colore che li caratterizzava e che distingueva proprio Kusa, quel verde smeraldo acceso che poteva far invidia persino al Paese del Verde.
Le cose, tuttavia, erano cambiate inevitabilmente.
Uno dei Saggi di Kusa, Harada, aveva deciso che nella probabilità di un nuovo agguato da parte di Amagakure era necessario chiedere l’aiuto a Sunagakure.
Un’ idea così assurda non poteva che averla lui, si ritrovò a pensare Momoko mentre percorreva in completa calma la stradicciola che portava a casa.
E io che volevo ricominciare ad affinare le mie tecniche, sbuffò irritata, non posso credere che abbiano scelto proprio me per questa assurda missione.
«Che hai da brontolare sottovoce?» non si era resa conto che la madre la stava aspettando in giardino, intenta ad accudire amorevolmente i suoi amatissimi fiori.
«Guarda che quella che ti si è presentata è una grande occasione» la punzecchiò ancora la giovane donna.
«Sai che occasione, andare a Suna è davvero un’opportunità incredibile» rispose ironica andando ad aiutarla ad annaffiare i piccoli boccioli di rosa.
Pian piano aveva ricominciato, come tutti gli altri del resto, a riprendere la sua solita routine giornaliera. In qualche modo bisognava andar pur avanti.
Aiutava la madre e il padre a dirigere la serra del Villaggio e nel tempo libero si esercitava nelle cure mediche.
Almeno questo era quello che intendeva fare il più tempo possibile, ma quella mattina, all’alba per essere precisi, Jou si era presentato tutto trafelato sulla soglia di casa sua.
Il compagno di squadra sembrava così entusiasta della notizia che doveva dargli che appena aperta la porta l’aveva stritolata in un abbraccio. Al ripensarci le venivano i brividi.
Abbiamo una missione di livello C! aveva strillato svegliando anche i vicini, dovremo scortare Harada nel Paese del Vento!.
Se questa per lui poteva definirsi una missione da ritenere così eclatante, sicuramente non ci stava con la testa. Era pur vero che la maggior parte delle volte, quando erano ancora genin, le missioni che dovevano svolgere erano di livello D, però non è che ci fosse stato un gran salto di qualità.
Ma comunque era oltraggioso per lei dover accompagnare quel vecchiaccio, non lo stimava per niente, anzi, lo riteneva responsabile del declino del Villaggio. Infondo era stato lui stesso a dare il via ai conflitti che ricoprivano Kusa.
Infastidita ancora dal pensiero riprese a strappare con più foga le erbacce.
«Vedo che ci stiamo impegnando parecchio» la beffeggiò una voce al di là della staccionata.
«Che c’è, Honami?» borbottò sempre più irritata dalla faccenda.
«Buon pomeriggio anche a te!» la riprese l’amica «sono venuta a prenderti!» trillò subito dopo allegra.
«Ma stasera non è la serata» le disse confusa, sì perché da quando si erano conosciute una sera a settimana una delle due ospitava l’altra e stavano così ore e ore a parlare e ad abbuffarsi senza ritegno di biscotti e gelato.
«Lo so, cara Momo. Ma tra un’ora esatta inizia l’incontro per definire i vari dettagli della missione» spiegò calma e sorridente.
«Ma perché vi ostinate a chiamarla missione? Io la definirei piuttosto una perdita di tempo» rispose seccata.
«Questo non ha importanza, solo che dovresti prenderla sul positivo. Non siamo mai uscite da Kusa!» le si potevano vedere le stelline brillare negli occhi mentre pronunciava quella frase veritiera.
Decise di non replicare, non ne sarebbe valsa la pena.
«Ci vediamo dopo!» salutò la madre raggiungendo Honami, doveva solo resistere per qualche giorno, niente di più.
 
«Sei sicuro di quello che hai intenzione di fare?» domandò insicura la ragazza portandosi entrambe le mani sui fianchi, sporgendosi poi verso il ragazzo seduto comodamente sulla poltrona di fronte a lei.
«Sì, non vedo dove sia il problema» ribattè questo socchiudendo gli occhi.
In Consiglio era stato affrontato già il problema e la decisione era stata oramai presa.
«Spero solo che tutto questo non si rivolti poi contro di noi» sbuffò ancora lei nervosa, non era per niente d’accordo con il proprio fratello, ma d’altronde non poteva fare più di così. Insistere lo avrebbe solo innervosito.
«Il Villaggio dell’Erba è in crisi e come Nazione confinante, noi abbiamo un accordo con loro. In caso di bisogno li avremmo aiutati» si sforzò di ripetere il tutto con calma.
«E questo lo capisco, davvero. Però non mi è chiaro il perché dovremmo ospitare così a lungo uno dei loro leader. Il Villaggio verrà ricostruito a breve» ritentò nonostante si era ripromessa di non insistere più pochi secondi prima.
Non ricevendo risposta cercò con lo sguardo l’altro ragazzo presente nella stanza, sperando che almeno lui potesse far ragionare quella testa calda del fratello.
«Nemmeno io sono d’accordo, Temari» disse sentendo lo sguardo infuocato della biondina su di sé.
«Allora perché te ne stai zitto? Di solito quello che ha sempre da ridire sei tu!» lo attaccò la sorella «Gaara siamo preoccupati per te, potrebbe essere una trappola» continuò cercando di mantenere la calma.
«Io devo andare a riparare Karasu, non ho tempo di star qui a litigare inutilmente» borbottò il mezzano dei fratelli avviandosi verso la porta. La testa sembrava volergli scoppiare da un momento all’altro, non appena di ritorno da una missione era stato immediatamente convocato dal Kazekage.
Nemmeno lui era entusiasta di quanto deciso, però non poteva opporsi. La maggioranza era stata chiara, non poteva scoppiare un conflitto per così poco, bisognava essere prudenti.
«Kankuro!» si sentì richiamare dopo pochi minuti, sapeva non avrebbe demorso, infondo la conosceva come le sue tasche.
«Non posso credere che tu non gli sia andato contro, capisco che alla fine lui ci ignori sempre… Ma almeno provare a persuaderlo!» lo accusò parandosi di fronte, impedendogli di continuare ad avanzare.
«Ascoltami bene» iniziò innervosito «so bene che il Villaggio dell’Erba più volte è stato accusato di collaborare con il Villaggio della Foresta, ma non per questo possiamo venire meno all’accordo stipulato con loro. Potrebbe essere un modo per arrivare al Kazekage, lo so bene, ma noi saremo pronti a scovarli».
La giovane jonin chiuse gli occhi affranta, doveva lasciare che gli eventi facessero il loro corso, in cuor suo Temari sperava vivamente che Harada, l’anziano saggio che avrebbero dovuto ospitare, non commettesse sciocchezze. Quest’ultimo infatti era popolare per i suoi modi di fare ‘doppiogiochisti’ e la sua sete di aspirare a un potere sempre più grande. Insomma, un individuo poco raccomandabile.
«Non preoccuparti Tem, sorveglierò io stesso Gaara» tentò di tranquillizzarla Kankuro, si era promesso di proteggere suo fratello a qualunque costo.
 
«Hai preso tutto il necessario?» si premurò di chiederle il padre emozionato più di lei.
«Sì, non preoccuparti» tentò di soffocare l’istinto di urlare anche contro di lui, perché doveva mettersi sempre a piangere per motivi così futili? Se lo domandava spesso Momoko, ma l’unica risposta a cui era venuta a capo era perché lui era semplicemente fatto così.
«Non vedrò la mia bambina per ben quattro mesi» piagnucolò stringendola a sé. Già, quattro lunghi e interminabili mesi. E lei che era convinta che la perdita di tempo sarebbe durata pochi giorni. Quando lo aveva scoperto si era portata la mani nei capelli e aveva sbarrato gli occhi, tutto sotto lo sguardo divertito dei suoi compagni.
Un leggero bussare alla porta li fece scogliere l’abbraccio. Probabilmente gli altri la stavano aspettando.
«Ti ho preparato un po’ di Onigiri da mangiare durante il viaggio» gli spiegò la madre porgendole un cestino viola «so che anche a Honami e Jou piacciono».
Annuì sconsolata, allora non era tutto un sogno, ma era la cruda realtà.
«E’ ora che vada, non vorrei mai arrivare tardi» disse in tono ironico raccogliendo le ultime cose, fortunatamente il carico era leggero. A Suna faceva caldo e quindi non servivano indumenti pesanti.
Una volta salutati i genitori si apprestò a correre verso il luogo d’incontro, non prima d’aver lanciato un ultimo sguardo alla sua casa. Sperava che in quel lungo lasso di tempo non accadesse niente e che la normalità potesse continuare indisturbata.
In pochi minuti raggiunge Honami e Jou, ma con suo dispiacere notò che anche Harada era già lì, non lo sopportava proprio. Si muoveva sempre in modo altezzoso e guardava gli altri dall’alto in basso, come se fossero formiche da schiacciare in qualsiasi momento.
«Seppur io sia uno dei ninja più forti in circolazione mi hanno affidato voi come scorta, quindi vedete di non crearmi casini» sibilò quando tutti e tre i chunin lo stavano guardando.
E allora vacci da solo nel deserto, pensò mentre sentiva la rabbia salire, spero ti entri una quantità immane di sabbia negli occhi, anche se questa sorta di maledizione non era un granché si ritrovò lo stesso a ridacchiare tra sé e sé.
Cominciarono così a camminare in silenzio, fino a quando Honami pose una domanda che fece gelare il sangue nelle vene a Momoko.
«E’ vero che il Kazekage ha dentro di sé il demone tasso?».
Non ci aveva pensato prima, ma non era detto che fosse vero, infondo potevano benissimo essere delle leggende che circolavano per tenere lontano dei possibili nemici.
«Ebbene sì, quindi evitate di farlo arrabbiare se non volete ritrovarvi sotto terra, o meglio, sotto la sabbia» la risata divertita che seguì dopo le fece venire voglia di prenderlo a pugni.
Sperava si stesse prendendo gioco di loro, non voleva finire in pasto a un demone.
 
«Non trovo giusto che Harada abbia un alloggio tutto suo! A noi hanno riservato solo una stanza!».
«Piantala Momoko, noi siamo solo dei chunin!» le rispose a tono la compagna di squadra.
Erano arrivati a Suna da un paio di ore e Momoko non sopportava di già l’aria estremamente calda presente nella propria stanza. Non che questa fosse misera, anzi, era arredata in modo molto carino e la vista era a dir poco mozzafiato. Si era ricreduta sul deserto, vederlo all’orizzonte dall’alto ti faceva sentire una briciola a suo confronto, ma allo stesso tempo ti catturava inevitabilmente.
Si era fatta una doccia fredda per scacciare via tutta la fatica accumulata e dopo di che si era fiondata nella stanza accanto, sicura di trovare Honami intenta a truccarsi per uscire. Si stava annoiando e infastidirla le avrebbe fatto passare il tempo.
«Guarda che dobbiamo solo andare a cena». La osservò passarsi la spazzola tra i capelli biondi e fini, per tutto il viaggio non aveva fatto altro che lamentarsi del vento misto a sabbia che si infilava tra i capelli. Lo aveva detto lei che era meglio non partire, inoltre la sua pelle si era rovinata tutta a causa dello sbalzo di temperatura avvenuto.
«Prendi esempio da Jou, lui non si preoccupa del proprio aspetto. Inoltre spargersi sul viso tutta quella robaccia non serve a niente» la provocò Momoko lasciandosi andare sul letto che profumava di vaniglia.
«Prima di tutto Jou è un maschio! E secondo, quello che dici non ha senso. Sbaglio o non sono io la più ambita nel Villaggio?» squittì stizzita ma allo stesso tempo orgogliosa della propria persona.
«Non ditemi che state già litigando». Entrando nella stanza il giovane chunin aveva percepito subito la tensione creatasi, non era una novità che quelle due amassero punzecchiarsi. Diverse sia fisicamente che caratterialmente Momoko e Honami erano sempre in competizione, Jou credeva fosse normale questa loro rivalità, infondo erano ragazze. Ma d’altronde sapeva anche che erano grandi amiche .
«Io vado a fare un giro, vi aspetto davanti al chiosco che abbiamo visto prima» sbadigliò la castana alzandosi velocemente e sorpassando i due.
«Che cosa? Come al solito ne combinerai una delle tue!» la sbeffeggiò l’altra, sicura di quanto detto.
Come risposta sentì solo lo sbattere della porta e un flebile ‘questo lo vedremo’.
 
Le strade di Suna erano sicuramente più affollate di quelle del proprio paese ultimamente, pensò Momoko distratta, ma dopo il violento attacco subito era normale che la gente preferisse starsene rintanata in casa anche a distanza di mesi.
Ma lei mai avrebbe immaginato di trovarsi in mezzo al deserto, circondata da mura altissime e con strani tizi con il turbante che la fissavano incuriositi.
Eppure ora si trovava lì, e contro ogni sua aspettativa il villaggio le sembrava accogliente. Non aveva spazi verdi né abbellimenti, però gli ampi palazzi facevano di Suna una città partciolare.
L’indomani avrebbe anche visitato il palazzo del Kazekage, anche se Momoko si sentiva in qualche modo a disagio, le parole di quel vecchiaccio le rimbombavano nella mente continuamente.
Tuttavia sbuffò calciando un sassolino, il suo stomaco reclamava qualsiasi tipo di cibo, ma chissà quando quei due si sarebbero fatti vedere.
Non seppe per quanto camminò, ma dopo aver svoltato per due volte a destra si ritrovò in un piccolo viale occupato sui lati da numerose bancarelle.
Si guardò intorno incuriosita, sbirciando di tanto in tanto i prodotti in vendita. Lo sapeva di portare con sé qualche spicciolo in più, ma d’altronde avrebbe avuto tutto il tempo per ritornare nei giorni successivi, anzi, mesi.
«La signorina vuole una collana? Un bella collana per la signorina» sobbalzò quando un venditore le si avvicinò sorridente porgendogli il gioiello.
«Oh no grazie, non è il caso» rispose gentilmente indietreggiando, andando così a scontrarsi con due bambini.
«Scusatemi» farfugliò guardandoli attentamente, non avevano fatto caso a lei, intenti ad osservare la bancarella piena di spezie e pane. Riflettè un attimo prima di capire cosa avessero.
«Dovete essere affamati, ecco prendete» disse porgendo loro un panino, le dispiaceva vedere quei bambini in quelle condizioni.
«Nessuno ruba dalla mia bancarella!» un omone dalla lunga barba nera la strattonò improvvisamente per il polso e Momoko presa alla sprovvista sbarrò gli occhi.
«Lo sapete qual’ è la punizione per chi ruba?!» gli sbraitò ancora contro non lasciandogli il tempo di replicare. Lei stava prendendo i soldi, non voleva assolutamente rubare.
Decise di contare fino a dieci, non doveva perdere la pazienza per così poco. Sfortunatamente il vecchio mercante sembrava aver perso il senno e in una frazione di secondo aveva estratto un kunai puntandoglielo contro.
«Ma cosa crede di fare, eh?» gridò infuriata cercando di sottrarsi alla presa.
«Cosa è sta succedendo qui?» una voce sovrastò il brusio che si era venuto a creare. Momoko sentì che quello era il momento giusto per svincolarsi e contrattaccare.
Velocemente estrasse il proprio kunai pronta a colpire, non voleva ucciderlo, ma solo ferirlo alla mano cosi che la mollasse.
Era pronta a sferrare il colpo, ma un millesimo di secondo prima che la propria arma colpisse il suo obbiettivo, questa le venne strappata dalle mani.
«Volevi anche uccidermi?» la spinta fu abbastanza forte da farla cadere a terra. Vide il pugno dell’uomo pronto a colpirla in pieno viso, ma la voce di prima intervenne ancora urlando un ‘fermo, è un ordine’.
«Esigo delle spiegazioni, subito». Momoko potè finalmente vedere il suo salvatore, sempre che lo fosse. Non si aspettava che qualcuno intervenisse.
«Questa straniera ha rubato un panino».
«L’ho dato a dei bambini affamati. E poi stavo per pagarglielo, idiota» nonostante l’ultima parola l’aveva sussurrata, questa arrivò forte e chiara alle orecchie dei presenti.
«Signore, la prego, non vede che questa ragazzina è solo una screanzata e una ladra?!».
«Ma come si permette! Per fortuna che in questo posto saremmo stati accolti calorosamente» sbraitò alzandosi e pestando i piedi a terra.
Sentì quello strano ragazzo imprecare nella sua direzione prima di avvicinarsi a lei e scrutandola indagatorio.
«Bhè? Vuoi una foto o un autografo?» sbottò infastidita.
«Fa meno la spiritosa, bambolina» ghignò divertito vedendola arrossire e irrigidirsi, il marionettista amava mettere in imbarazzo o a disagio, a seconda delle situazioni, chi gli stava di fronte. Specialmente se la persona in questione era una ragazzina impertinente, ma soprattutto perché appena notato il copri fronte di questa aveva capito da dove provenisse.
«Bambolina a chi?! Cafone!» ribatté lei puntandogli l’indice contro. Momoko non sopportava i nomignoli, in particolar modo se a dargliene uno era uno strambo tizio vestito totalmente di nero e con dei simboli sulla faccia.
«Che ti avevo detto? Chissà cosa ha combinato questa volta!» all’udire la voce della propria amica, Momoko si voltò innervosita. Honami cominciò subito a inveirle contro mentre Jou si apprestò a scusarsi, anche se non sapeva cosa fosse successo esattamente.
«E così siete voi la squadra che scorta Harada?» quella domanda fece bloccare i tre giovani ragazzi.
«Sì, siamo noi. E lei è?» domandò civettuola Honami con l’intento di aggraziarselo, in qualche modo doveva riparare al danno.
«Cosa te ne frega?» lo aggredì invece Momoko perdendo del tutto la pazienza, non solo nel deserto aveva dovuto sopportare per interminabili ore la presenza di Harada, ma ora le toccava anche essere additata come ladra.
«Sabaku no Kankuro» rispose prontamente il ragazzo, ignorando la frecciatina appena ricevuta.
Sia Honami che Jou impallidirono al sentire quel nome, sapendo bene chi fosse. Chinarono la testa imbarazzati, questo casino non ci voleva.
«Io me ne vado! Non ho fatto niente e tutto questo è assurdo! Domani farò rapporto al vostro Kazekage!» strillò gonfiando le guance.
«Momoko, non fare così» la pregò Jou invano.
Non lo ascoltò nemmeno, riprese il suo kunai da terra e cominciò a correre verso la sua stanza ignara dello sguardo divertito puntati su di lei, fino a quando la sua figura non si mischiò nella folla.
 
«Sono appena arrivati e già creano scompiglio» borbottò infastidita Temari dopo aver ascoltato con attenzione quanto accaduto dal fratello.
«Non c’è da preoccuparsi, la sua scorta è composta da semplici ragazzini, questo vuol dire che per il momento ha intenzione di starsene tranquillo» la rassicurò il marionettista mentre riponeva con delicatezza le sue marionette.
«Io non ci conterei, sappiamo bene quanto quell’uomo sia subdolo, non a caso il Villaggio dell’Erba ha perso fiducia a causa sua» riflettè la giovane jonin guardando con sospetto Kankuro. Quando aveva quel sorrisetto stampato in faccia non prometteva nulla di buono.
«Si può sapere cosa stai tramando?» chiese infatti indagatrice «non pensare di agire di testa tua su quanto accaduto, sai che prima bisogna riferirlo a Gaara» lo ribeccò la sorella.
«Non sto pianificando niente» si difese «o almeno per ora» ridacchiò poco dopo, provocandola.
Temari alzò gli occhi al cielo, non sarebbe cambiato mai, questo suo carattere gli sarebbe rimasto a vita.
«Comunque io vado a letto, sono esausto. Buonanotte» la salutò trattenendo uno sbadiglio e dirigendosi verso la sua camera.
Era curioso di cosa sarebbe accaduto domani, si immaginava già la faccia di quella ragazzina vedendolo di fianco al Kazekage. Sapeva di averla provocata anche lui, ma nessuno gli aveva mai risposto a tono.
Avrebbe sfruttato la sua posizione per osservarla meglio, infondo poteva essere un possibile nemico, anche se all’idea gli veniva da ridere. Chissà perché Harada aveva deciso di portarsela appresso come scorta, non sembrava forte né tantomeno incuteva terrore.
Una semplice ragazzina, ecco come l’aveva inquadrata. Nonostante ciò doveva trovare un modo per tenere sotto controllo la situazione senza che suo fratello ne venisse a conoscenza, altrimenti sai che ramanzina gli aspettava.
Non gli avrebbe di certo permesso di spiarli, era cambiato Gaara. Ora si comportava come un vero Kazekage e non sopportava che gli ospiti venissero trattati come potenziali pericoli.
Assurdo, pensò Kankuro, il Villaggio della Foglia ha fatto lo stesso errore in passato e ci è mancato poco che venisse distrutto, riflettè una volta finito di levarsi il kumadori e sdraiarsi così sul morbido letto.
Gaara sta dando troppa fiducia anche verso chi non conosce, ma pazienza, ci penserò io.
 
 
Salve a tutti coloro che stanno leggendo, sperando che il primo capitolo sia all’altezza delle aspettative. E’ la prima volta che pubblico una fanfiction su Naruto e come avrete capito questa si baserà su un personaggio femminile da me inventato, Momoko, e su Kankuro. Ho scelto lui in primis perché mi è sempre piaciuto come personaggio e perché trovo che la sua sia una storia interessante, seppur non approfondita in particolar modo.
Questa storia non seguirà precisamente gli eventi in ordine cronologico dell’anime, infatti inizia quando Gaara è già stato rapito e poi riportato in vita.
Ma poi tutti questi dettagli si capiranno più in là, ovviamente accetto consigli e anche critiche. Mi fa piacere sapere cosa ne pensato della storia così da poterla sempre migliorare.
Meglio non dilungarsi, grazie anche per chi leggerà solo.
Al prossimo capitolo <3

  
Leggi le 1 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
   >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Anime & Manga > Naruto / Vai alla pagina dell'autore: Silvi_MeiTerumi