E così, per l'ennesima volta, mi ritrovo a cercarla.
Colei che mi dà l'energia per restare in piedi.
Anche perchè, essendo una zombie, non è facile.
Maru-chan poteva trovarsi ovunque, ma probabilmente sapevo di trovarla al parco abbandonato. Purtroppo le streghe non hanno il permesso di vedersi con amici o fidanzarsi con zombie.
La loro legge nº3 era chiara: "Gli zombie sono esseri inferiori alle streghe, e quest'ultime non possono avere contatti con loro".
Ma a Maru-chan stranamente non importava. Lei era diventata strega per caso, prima era anche lei una morta-vivente. Ma poi rischiò la morte vera e propria, quella per irradiazione, e una strega che passava di lì le diede l'opportunità di tornare in vita. Convertendosi a strega. Non ci potè fare niente, per lei era sempre meglio di morire, ed io avrei fatto lo stesso. Ma ora non possiamo incontrarci. O almeno possiamo farlo, ma in segreto.
Corro al parco, o almeno vado più veloce che posso. Una fievole luce si scorge da dietro un albero.
- Maru-chaaaan! Sei qui? - non potevo gridare altro. Bastava lasciarle sentire la mia voce per farla uscire da qualsiasi nascondiglio. Ed in effetti era lì.
- Aspetta, Ruby-chan, esco subito.
Hanamaru sembrava ancora più curata di prima. Rispetto ai miei vestiti, i suoi erano veramente belli, cuciti con amore sicuramente da lei, mentre io avevo due straccetti che duravano sì e no un anno. Ma cosa me ne importa? Maru-chan è qui. Ci siamo viste di nascosto. Ora dobbiamo non farci beccare.
Il parco lo conoscevamo bene: così abbandonato da non avere neanche una lucina di un lampione. Ci venivamo sempre prima che diventasse ciò che è ora. E da quando è successo, ovvero due anni fa, ci siamo viste solo tre volte, compresa questa.
Vi chiederete come riusciamo ad organizzarci, a questo punto.
Beh, lei è Hanamaru Kunikida, io la conosco da quando sono nata, o forse morta, o risorta, quello che sono. Lei è una mia sempai, anche se di poco, ed essendo ancora una morta, la sua tomba era vicino alla mia. Poi, pochi mesi dopo, sono rinata io, e lei mi ha sempre fatto compagnia. Giocavamo insieme a quel poco che conoscevamo, festeggiavamo insieme i nostri compleanni, una volta andammo anche in gita insieme. Poi con questa sua conversione è cambiato tutto.
Mi dispiace poterla vedere così poco, le vorrei dire tante cose ma non so da dove iniziare. Ma è lei che, con aria mogia, attacca briga.
- Ruby-chan, devo dirti una cosa...
Io la assecondo ed annuisco pensierosa. Con tono ancor più triste, dice:
- Non possiamo più vederci.
- C-c-cosa? - sono incredula. Cosa significa ciò? D'istinto inizio a piangere, e lei versa giusto una lacrima per solidarietà.
- Ricordi quando sei mesi fa ci siamo viste? Una del mio gruppo ha notato me, ma non te, al parco. Quindi hanno dei sospetti e non mi lasciano uscire.
- E ora?
- Sono scappata di nascosto. Questa credo sia la nostra ultima volta insieme. Mi dispiace, Ruby-chan.
Maru mi sorride. Uno di quei sorrisi dispiaciuti e in pena. Poi però scende dalla scopa, e mi si avvicina. Qualunque cosa avesse fatto non mi sarebbe importata, ma tra venti minuti sarebbe sorto il sole. E se vado sotto il sole mi brucio viva. O morta. Comunque sia, diciamo che in quei pochi secondi succede solo una cosa. Potreste considerarla una pazza. Una folle.
Ma Maru mi ha baciata. Per poco, ma mi ha baciata. Non mi importava niente. Il problema dello stesso sesso era per gli umani. Non per noi mostri. Meglio, per me, perchè Hanamaru-chan era una strega, non un mostro. C'è un attimo di silenzio. Il sole sta sorgendo dietro la collina.
- Volevo lasciare il segno del nostro ultimo incontro - Maru sorride, questa volta è un sorriso tenero, che infonde calore ma che non mi brucia - ora corri, che se no muori. Per sempre.
Con le lacrime agli occhi decido di rimanere lì. Finchè il sole non sarebbe sorto.
- Grazie, Maru-chan. Ma se tu sei così nei guai a causa mia, è meglio che vada incontro al mio destino.
Ho preso una decisione. Avrei passato l'ultimo secondo della sua vita con lei.
- Ruby! No!
Troppo tardi, Maru-chan. Oramai di me non c'è più traccia. Addio.