Valutando a
posteriori la vicenda, Jongin è disposto ad ammettere che il
contenzioso si
sarebbe potuto risolvere pacificamente. Questo, è inteso, se
l’altro
protagonista non fosse stato Sehun. (Sehun è un corollario
vivente della legge
di Murphy: se qualcosa può andare storto, state pur certi
che accadrà e la
colpa sarà, al 99.99%, soltanto sua.) Per quanti giri di
parole e parafrasi si
tentino di usare onde mitigare il lato becero della faccenda, la mela
della
discordia riguarda, questa volta, una parte importante di Jongin. Molto
importante. Addirittura vitale.
Detto fuor
di metafora, il bubbone scoppia quando, in seguito ad una copula
più selvaggia
del solito, Sehun ha l’incoscienza di esprimere un parere
poco lusinghiero
circa le (scarse) dimensioni di Jongin Junior. Le parole esatte sono:
“Amore,
ultimamente ti si è ristretto oppure è sempre
stato così piccolo?”
Segue un
silenzio inorridito da parte di Jongin. L’indignazione, mista
a shock, si fa
strada in lui con prepotenza. Immane pirla che non è altro,
pensa costernato.
Ho indetto scioperi sessuali per molto meno. L’ho quasi
soffocato col cuscino,
mesi fa, per molto meno. Come osa? Come? Che Sehun goda segretamente
nel venire
ignorato e respinto da lui quando ne combina una delle sue? Infastidito
dagli
interrogativi senza risposta che gli affastellano la mente, Jongin li
caccia
via con un brusco cenno del capo. Passa quindi al contrattacco,
passivo-aggressivo al punto giusto.
“Noto
una
certa sfumatura di derisione nella tua voce o è solo una mia
impressione?”
Sehun,
intento a studiare l’anatomia intima del compagno, non
raccoglie la
provocazione; anzi, ci casca con tutte le scarpe. “Non
prenderla a male. È
carino, aggraziato. Ma non paragonabile al mio” indica a
bella posta il proprio
uccello. “Io ce l’ho extra large”
conclude fiero, a petto in fuori.
“Indubbiamente”
concorda l’altro. “Però non mi risulta
che sia questo il motivo per cui tre
quarti dei jeans che ti passano le stylist non ti entrano”
sottolinea,
zuccheroso.
“Stai
insinuando che sono ingrassato?” domanda Sehun strabuzzando
gli occhi, a metà
tra il panico e l’offesa da lesa maestà.
“Forse”
chioccia
Jongin, un perfido risolino dipinto in volto. “Ma il culone
ce l’hai sempre
avuto, no?”
“IO
NON HO
IL CULONE” protesta lui a gran voce.
“Curioso,
perché tutti sembrano pensare il contrario. Sai come ti
chiamano in dormitorio,
dietro le quinte, tra i corridoi della SM? Kim Kardashian Con
l’Arnese”
infierisce Jongin.
Sehun emette
un nitrito incoerente e colmo di furore. “Li mortacci
vostri!” strepita
(sfoggiando dialettismi che non sapeva di conoscere). “Chi
è l’infame che ha
messo in giro un simile svilente soprannome, eh? Kyungsoo? Baekhyun?
Uno dei
Super Junior?”
“Ce
l’hai
davanti a te, il sudetto infame” Jongin accenna un inchino di
squisita
eleganza. Sogghigna con vera, autentica perfidia; Sehun ne è
intimorito, e
anche vagamente attratto.
“Sei
cattivo” accusa, il labbro inferiore un po’ tremulo.
“Però
sincero” si china a recuperare i propri abiti dal pavimento.
“Io sarò scarso là
dove non dovrei, ma di certo tu abbondi dove non è
onorevole. La natura dà, la
natura toglie” chiosa, ed esce vestito solo a
metà.
Infilatosi
addosso un maglione (caldamente sollecitato da Jongdae, colpito da un
attacco
di mammachiocciaggine acuta), Jongin va in cerca di conforto fraterno.
Giacché
il suo best bro numero uno è Sehun e il numero due,
Kyungsoo, è al momento in
piacevoli faccende affaccendato con Joonmyun, non gli rimane che
rivolgersi al
terzo in classifica -a pari merito con Jongdae, in verità-
ovvero Baekhyun. E
ad essere del tutto onesti, Baekhyun si dimostra ancora una volta un
attento
ascoltatore, partecipe degli altrui drammi nonché,
all’occorrenza, un savio e
machiavellico consigliere.
“Il
tuo
ragazzo è davvero un broccolo: stesso Q.I., stessa
sensibilità” sentenzia alla
fine del resoconto.
“Infatti”
annuisce Jongin con veemenza. “Criticare il pene di un uomo
equivale a
criticarne la virilità. Non si fa, accidentaccio.
È da cafoni. E poi sarei io
lo stronzo che lo sfotte per il suo didietro?” sbuffa.
“Urge
una
vendetta esemplare, direi” suggerisce Baekhyun, luciferino
nei modi e ancor più
nell’animo (benché Kyungsoo resti imbattibile).
Jongin lo
guarda ammirato. “Sono tutt’orecchi,
senpai”.
Il mattino
seguente, durante la colazione, Jongin e Sehun sono gli ultimi ad
approdare in
cucina. Entrambi letargici come al solito, uno che cammina a gambe
larghe ma
quasi compiaciuto e l’altro, piuttosto cupo, che si massaggia
con decisione la
mascella e tossisce raucamente. Non porre domande, alle volte,
può salvare la
vita. I ragazzi lo sanno e restano in silenzio, senza commentare,
sicché il
pasto prosegue tranquillo sino al suo termine. Sehun è
fulmineo ad alzarsi da
tavola, preda di una fretta indiavolata.
“Calma,
tigre” ride Chanyeol. “Il bagno è mio,
mi sono prenotato per il primo turno
della doccia”.
“Inoltre
oggi tocca a te lavare i piatti” aggiunge Minseok.
“Ehm.
Dopo”
risponde a fatica Sehun, la voce graffiata e sottile di chi ha una
brutta infreddatura.
Il fatto non
sfugge a Joonmyun, che infatti gli chiede apprensivo: “Ti
senti bene? Sembri
raffreddato. Hai mal di gola?”
L’interpellato
avvampa a tutta forza, borbotta qualche patetica scusa e fugge a passo
di
carica. Viene naturale, agli altri, puntare gli sguardi su Jongin, il
quale dal
canto suo sorbisce una tazza di tè, compassato come un
baronetto inglese.
“Che
gli
prende stamattina al tuo pucci-pucci?” domanda caustico
Kyungsoo. “È persino
più broccolo del normale”.
Jongin
scambia un’occhiata complice con Baekhyun. “Nulla
di grave” alza le spalle.
“Diciamo che il signorino aveva bisogno di un ripasso del
galateo, e anche di
sperimentare personalmente che qualsiasi cosa, per quanto piccola sia, appare al contrario enorme
se te la ficcano bene in
fondo, su per la gola”.
La
malvagità
della risata con cui conclude la spiegazione raggela i presenti.
Baekhyun,
invece, applaude di cuore (e Kyungsoo risplende di orgoglio paterno).
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