Lucy Hool viveva in una tranquilla cittadina della Scozia meridionale, insieme alla sua normale famiglia babbana. Al contrario di molti altri bambini della sua età, Lucy non si aspettava di ricevere quella misteriosa lettera all''età di undici anni. Fu proprio quella lettera a cambiarle la vita.

La mattina del primo settembre 1991 Lucy si svegliò all'alba, agitata e scossa dalla felicità. Aveva dormito con la divisa che aveva comprato pochi giorni prima a Diagon Alley, tenendo la sua bacchetta nuova di zecca tra le mani, ignara del pericolo a cui si era esposta tutta la notte.

Alla stazione, nel binario 9 e ¾ il treno rosso mostrava tutta la sua maestosità apparendo tra il vapore che usciva dalla sua canna fumaria. La scena che, agli occhi di un mago non aveva nulla di speciale, per Lucy era uno spettacolo emozionate e soprattutto magico.

Il binario era gremito di persone vestite in modo bizzarro che spingevano carrelli pieni di bagagli. Alcuni bambini portavano con se animali che nelle gabbie sembravano soffrire tutto quel caos.

Lucy, che anche lei spingeva il carrello, in mezzo a sua madre e suo padre, più sorpresi di lei, cominciò a riflettere e a prendere veramente coscienza di ciò che l'avrebbe attesa per quei prossimi sette anni.

Dopo i saluti, Lucy si caricò il baule sul treno, poi corse a cercare un posto libero, per non dover essere costretta a passare tutto il viaggio in piedi. Ogni cabina davanti alla quale passava aveva raggiunto il numero massimo di ospiti, arrivata in coda al treno cominciò a mettersi l'anima in pace. Questo finché, persa nei suoi pensieri da bambina, non si scontrò con una figura pallida.

- Hey tu, guarda dove vai! - Esclamò il ragazzino contro cui aveva sbattuto.

Lucy lo guardò. I capelli biondi, la divisa già indossata, circondato da due che dovevano essere i suoi migliori amici. - Scusami. - Rispose. - Stavo cercando un posto. -

Il ragazzino sogghignò. - Come ti chiami? -

- Lucy. -

- Di cognome. - Sbuffò lui.

- Hool. -

- Hool come il pozionista? - Chiese il ragazzo a destra del biondo.

- No. - Rispose Lucy. - Tutti i miei parenti sono babbani. -

Il biondo fece un passo indietro. - Be' allora penso che passerai tutto il viaggio in piedi. -

***

Il soffitto di Hogwarts era un luminoso manto di stelle. Lucy camminò tra i tavoli delle case insieme agli altri ragazzini del primo anno, con il volto rivolto verso l'alto. Quando però il gruppo di fermò, Lucy non potette fare a meno di sentire un poco di agitazione all'interno del suo stomaco. Il cappello parlante, il mezzo con cui li avrebbero smistati era lì, su uno sgabello, e lei era molto curiosa di capire come funzionasse. La professoressa, una donna dall'aria severa, con dei piccoli occhiali sulla punta del naso e un cappello a punta sulla testa cominciò a leggere i nomi in alfabetico. Ci volle un po' prima che, finalmente Lucy sentisse il suo nome.

La ragazzina camminò con le gambe che sembravano di burro verso lo sgabello su cui era poggiato il cappello parlante. Quando si sedette il tessuto logoro le coprì la vista. Una voce rimbombò nella sua testa: - Mmh... interessante. Si... c'è talento e voglia di mettersi alla prova... Ma dove ti metto. Forse è corvonero la tua strada? Mmmh... molta ambizione... SERPEVERDE! -

Ciao! Sono nuovo su EFP. Fin da piccolo ho amato la saga di Harry Potter, quella che mi ha avvicinato alla letteratura; ma mai avrei pensato di avere il coraggio di pubblicare una mia storia su internet, anche se in anonimo. 
Spero di ricevere qualche commento, giusto per capire dove sbaglio e così migliorarmi. 
Grazie di essere arrivati fino alla fine del capitolo. 
Euron