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Autore: Yurha    13/01/2018    2 recensioni
" [...] Dopo un pò Mike uscì dal suo ufficio con la postura e l'espressione di un uomo sconfitto, come non aveva mai fatto prima. [...] Si diresse verso l'ascensore e Connie, facendo attenzione a non farsi vedere da nessuno, sgattaiolò nella stanza appena lasciata, chiuse la porta a chiave e andò a sedersi sull'ancora calda poltrona di Mike Cutter. [...] "
Salve a tutti :D ecco a voi una nuova storia a capitoli per i fan e fan sfegatati della coppia Mike/Connie, spero vi piaccia e grazie in anticipo per esservi soffermati e scusate se qualche capitolo risulta lunghetto =D
Genere: Romantico, Sentimentale, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altri, Mike Cutter
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Ti Seguirò Fino In Fondo
 
«Michael, fermati e stai zitto.» disse Connie al povero Cutter che stava parlando da dieci minuti buoni e gesticolando sui i documenti sparsi sopra la sua scrivania, senza darle modo di rispondere.
Lui finalmente la guardò.
Connie usava il suo nome completo solo quando voleva la sua completa attenzione, mentre lui, in quel momento, quell'attenzione voleva metterla tutta sulle carte davanti a sè.

Michael Cutter ha ed ha avuto una carriera piena ed intensa: durante il Grande Blackout di un torrido agosto, ha autorizzato la perquisizione di un negozio ormai abbandonato da anni anche se il giudice rigettò la richiesta mettendo a rischio l'intero caso; ha manipolato testimoni, sospettati e detenuti, una volta rischiò perfino la rottura di uno zigomo per dimostrare la pericolosità del sospetto stesso e per gli altri.. È arrivato anche a manipolare la giuria tramite la sua fidata assistente Connie, usando la sua grande bellezza ma ha anche rischiato di perdere la sua licenza di esercizio solo per aver combattuto contro la sua ex professoressa dell'università..

«Mike, è un tuo preciso dovere di Procuratore consegnare tutte le prove alla difesa.» disse Connie incrociando le braccia al petto, un pò contrariata.
«Solo se discolpanti e comunque quel testimone era ed è tutt'ora sotto potenti farmaci, tutta la storia non è neanche lontanamente coerente, nè realistica, ecco perchè Lupo e Bernard non hanno seguito quella pista ed ecco perchè non posso credere a quel dannato video, magari la data è sbagliata, magari è stato contraffatto, magari è un montaggio..» replicò Cutter alzandosi dalla sua poltrona in pelle nera ed appoggiando una mano sulla scrivania, mentre con l'altra indicava i documenti.
Connie sospirò.
«Mike da quanto ci conosciamo noi due?» chiese con tono più basso.
Lui la guardò per un secondo. «Sono quattro anni a fine mese, ma questo cosa c'entra con il caso?»
«In quattro anni ti ho visto fare cose a dir poco al limite della legalità, ma nonostante questo ho sempre creduto fermamente in te anche se alle volte, credimi, avrei tanto voluto chiedere il trasferimento, ma non l'ho fatto per amore della Giustizia ed in nome della nostra grande amicizia. Mike, io ti seguirò fino in fondo, sempre, ma mi spiace, non questa volta, non occulterò delle prove alla difesa, anche se servissero a tenere dietro le sbarre un uomo viscido e crudele come quello.» rispose lei con tono forse un pò troppo alterato, ma non era stata una cosa voluta.
Si girò ed andò a prendere il pesante giaccone e la sua ventiquattrore dal divano vicino la porta d'ingresso dell'ufficio del suo capo, poi se ne andò senza salutarlo e senza aspettare una sua risposta.
Mike rimase stupito dallo sfogo della sua assistente, non era da lei abbandonarlo in quel modo, anche se era già capitato una sola volta ed anche in quel caso dovette scegliere se perdere il processo o perdere Jack e Connie.
Sospirò sonoramente.
«Hey Connie, aspetta, ti prego torna qui!» disse a voce alta, non sapendo neanche se avesse già preso l'ascensore per uscire dall'edificio. «Io non.. posso lasciarti andare.. Ho bisogno di te!» continuò lui senza pensare.
Subito dopo realizzò ciò che aveva detto e si sentì avvampare, quindi sperò che chiunque avesse sentito quelle parole pensasse ad un problema di feeling lavorativo.. ed in effetti era solo quello il problema, ma in quel momento Connie spuntò dalla porta di servizio dell'ufficio di Mike.
«Che vorresti dire con "Non posso lasciarti andare"?» chiese alzando un sopracciglio.
Mike si sentì avvampare ancora di più, quindi si schiarì la voce e si sedette di nuovo sulla sua poltrona, abbassando lo sguardo sui documenti sparsi sulla scrivania per evitare di guardarla negli occhi ed evitare quella domanda.
«Mike..»
«Andiamo a bere qualcosa, offro io.» disse lui di punto in bianco interrompendola.
Connie lo guardò senza dire una parola.
Lui alzò lo sguardo dalle carte. «Tanto quando avrò consegnato queste avremo perso definitivamente, quindi tagliamo corto e perdiamo in fretta, offro io il drink della sconfitta.»
Lei sorrise lievemente. «Ok ci sto. Ci vediamo tra mezz'ora al Davi's? È molto tranquillo e carino.»
«D'accordo, giusto il tempo di dare una sistemata qui dentro.» rispose indicando il tavolo.

Dopo un pò Mike uscì dal suo ufficio con la postura e l'espressione di un uomo sconfitto, come non aveva mai fatto prima. Il caso era ormai morto e questo affliggeva profondamente Mike.
Quel caso era incredibilmente importante per lui e quando una nuova prova, una prova inconfutabile, una maledetta videocamera di sorveglianza di una banca, collocava il sospetto a più di cinquecento miglia dalla città, Mike sentì come se una pallottola fosse riuscita a colpire la sua anima.. Ci aveva messo mesi e mesi della sua vita, notti intere passate in un solitario ufficio per poi crollare sulla scrivania o sul divano vicino la porta a metà mattina, ma Connie era sempre presente, per lui, solo per lui.
Quando entrava nel suo ufficio e lo trovava addormentato, si preoccupava di coprirlo con una coperta e, accovacciandosi vicino a lui, gli accarezzava i capelli non più castani ma tendenti al biondo cenere e gli chiudeva tutte le veneziane per farlo riposare almeno un pò, poi, quando si svegliava trovava sempre il suo caffè ad aspettarlo con un biglietto: "Buongiorno capo :D "


Si diresse verso l'ascensore e Connie, facendo attenzione a non farsi vedere da nessuno, sgattaiolò nella stanza appena lasciata dal suo capo, chiuse la porta a chiave ed andò a sedersi sull'ancora calda poltrona di Mike Cutter.
Sentì il suo dolce ma virile profumo aleggiare ancora, quindi chiuse gli occhi ed inspirò molto profondamente, come se volesse accogliere dentro di sè tutta l'essenza di quell'uomo che la faceva tanto impazzire, in tutti i sensi.
Voleva che quel profumo si assorbisse completamente nella sua memoria, voleva che diventasse indelebile dentro di lei ed in parte lo era già.
Si buttò indietro facendo inclinare lo schienale della poltrona, quindi lasciò vagare la sua mente, beandosi del calore del corpo di Mike lasciato su quella sedia, accontentandosi del sostituto di quell'abbraccio che sognava da tanto tempo.
Sapeva che Mike era attratto da lei, le faceva spesso i complimenti sull'aspetto, le aveva detto anche che gli piacevano i suoi occhi castani che, con la luce del sole, rivelavano anche dei bellissimi riflessi dorati e le sue gambe gli piacevano dannatamente, infatti, dopo quella volta in cui lo confessò, notò che le guardava molto spesso, molte volte lo trovava a fissarla, ma quando incrociavano i loro sguardi, lui si schiriva la voce e rivolgeva forzatamente la sua attenzione su altro, qualsiasi altra cosa che non fosse Connie Rubirosa, quindi lei abbassava lo sguardo ed accennava ad un sorriso dolce e compiaciuto.
Lei iniziò anche a notare dei comportamenti a cui non dava molto peso all'inizio, come aprire spesso la camicia fino al terzo bottone oppure offrirle da bere nel suo ufficio o ancora fare dei commenti che in sua presenza non farebbe mai.
Quello che però Connie amava di più in lui era la passione che metteva in tutto ciò che faceva, quella stessa passione che aveva visto solo in Jack McCoy.
Tutte le cose che ha fatto, non per vincere i processi, ma che ha fatto per puro amore della Giustizia era incredibile. Michael Cutter era un uomo così dedito alla Legge che alle volte si dimostrava incrollabile, era davvero l'orgoglio del Procuratore Capo Jack McCoy.
Qualche volta, quando lei stessa era stata messa in prima fila a condurre la Pubblica Accusa, sentì quasi che avesse ereditato dai suoi due mentori quella stessa passione, ma certamente non era la stessa cosa che guardare Mike esercitare la professione in quel modo..
Ad un certo punto, Connie si ricordò di quando Mike ha volontariamente fatto in modo che lei influenzasse non coscientemente quel giurato.
"Dio, quanto avrei voluto tirare un pugno in faccia a Mike quando l'ho scoperto.." pensò sorridendo lievemente. "Però, se non fosse stata per l'e-mail che mi ha mandato quell'uomo, oggi non saprei che anche Mike pensa che io sia la "donna ideale" e non saprei neanche che gli piacciono le mie gambe.." pensò ancora sorridendo in modo malizioso, questa volta.
Si ricordò anche di quando il Legal-Aid entrò in sciopero.
"Ah, quella volta l'ho messo proprio in difficoltà. Dopo tutto mi è piaciuta l'espressione di stupore su quel bel viso d'angelo che ha.."
Ma nonostante tutti i litigi e le discussioni hanno sempre lavorato fianco a fianco, cosicchè lei potesse un giorno ricevere quell'intensa passione che dominava il Sostituto Procuratore Esecutivo Michael Cutter.
Connie si ricordò anche quando Mike si mise e mise tutto contro il razzista Cedric Stuber..
L'occhiata furente che lanciò contro quell'uomo, quasi fuori controllo quando sentì la parola "ispanico" uscire con odio da quella bocca..
Non riusciva proprio a controllarsi quando si osava toccare in un qualsiasi modo la sua più cara amica ed assistente Connie Rubirosa.
"Può anche tenersi la mia licenza!" quelle parole le risuonavano in testa come se le stesse dicendo in quel momento.
Lei amava proprio quella dannatissima passione aggressiva e difensiva, soprattutto quando era rivolta a difendere lei.
Da quando Michael Cutter fu promosso a Sostituto Procuratore Esecutivo della contea di New York, lei era caduta come in un sogno, molte volte non riusciva a credere che la maggior parte degli uomini, se non erano intimoriti dalla sua professione, lo erano per la sua grande bellezza, ma Mike non lo era per nessuno dei due motivi.
Connie sapeva molto bene che lui poteva essere forte e feroce come un leone, ma poteva essere dolce e tenero come un gattino? Quanto potere poteva prendere su di lui? Quanto potere poteva prendere lui su di lei?
Per un momento la sua mente vagò su loro due, immaginò Mike sopra di lei che la guardava intensamente con i suoi bellissimi occhi blu, così profondi da sembrare l'Oceano..
Lei sapeva perfettamente quanto la sua lingua fosse esperta mentre esponeva i fatti di un caso, controinterrogava i testimoni o esponeva l'arringa iniziale e conclusiva..
Si chiese se quella stessa lingua fosse esperta in ben altri campi e a quel pensiero arrosì ed il suo cuore accelerò di colpo.
Aprì gli occhi e tornò in sè ricomponendosi, anche se non aveva nessuna voglia di lasciare quei dolci pensieri quasi lussuriosi ma poi si ricordò che il Mike in carne ed ossa l'attendeva al bar.
«Bene, è tempo di dare una scossa al destino.» disse fiduciosa ad alta voce a sè stessa.
Le venne in mente un'idea per tirarlo un pò su di morale, aveva ancora poco tempo per prepararsi..
  
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