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Autore: Fandoms_Are_Life    14/01/2018    1 recensioni
- Io… ecco, io… - cominciò a balbettare Sarada, con voce tremante. Sakura non l’aveva mai vista così insicura: sua figlia era sempre stata una ragazza determinata e con la testa sulle spalle, e aveva sempre avuto ben chiari i suoi obiettivi. Allora perché si stava comportando in quel modo?
Sakura la vide prendere un respiro profondo ed esalare tutto d’un fiato: - Credodiessermiinnamorata.
[...]
Sarada, però, continuò a tenere lo sguardo basso e pronunciò le parole successive talmente piano che credette che sua madre non le avesse sentite: - E se ti dicessi che si tratta di una ragazza?
Ma Sakura sentì, eccome se sentì.
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Perdere un amore è quanto di doloroso ci sia al mondo, Sakura lo sa, e non permetterà mai a Sarada di compiere il suo stesso sbaglio.
{SakuSara mother/daughter relationsip ~ Coming out ~ accenni SakuHina e SaraHima}
Genere: Malinconico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna, Shoujo-ai | Personaggi: Sakura Haruno, Sarada Uchiha
Note: Missing Moments, What if? | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Dopo la serie
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- Mamma, posso… posso parlarti un attimo?
Sakura alzò gli occhi dal libro che stava leggendo per puntarli sul viso di sua figlia, sorridendole calorosamente. - Certo, tesoro! Dimmi tutto.
Sarada sospirò profondamente e si lisciò le maniche della felpa nera che indossava. Si intonava perfettamente ai suoi occhi e ai suoi capelli: era un’Uchiha in tutto e per tutto.
A quel pensiero, il sorriso di Sakura si incrinò un po’: Sasuke non era mai a casa e si stava perdendo il calore di quella famiglia che aveva a lungo ricercato. Sakura, però, aveva smesso da tempo di affannarsi per ricevere le sue attenzioni: era stata una ragazzina sciocca e cieca a pensare di volerle ottenere a tutti i costi quando, in realtà, al posto di quel nero opprimente che la circondava sempre avrebbe desiderato essere avvolta da un bianco perlaceo in grado di farla sentire al sicuro, apprezzata e amata.
Scosse lievemente la testa nel tentativo di scacciare quei pensieri e la malinconia che le portavano e tornò a focalizzare la propria attenzione sulla figlia, l’unica cosa buona che aveva ottenuto da quel matrimonio.
Sarada non parlava: teneva lo sguardo puntato in basso e si mordeva le labbra, quasi come se avesse compiuto un atto di cui si vergognava profondamente.
- Tesoro, tutto bene? - domandò Sakura, posando il libro sul tavolino posto di fronte a sé e alzandosi. Poggiò le mani sulle spalle della figlia e piegò appena il capo per essere alla sua altezza: oramai la sua bambina era cresciuta.
- Io… ecco, io… - cominciò a balbettare Sarada, con voce tremante. Sakura non l’aveva mai vista così insicura: sua figlia era sempre stata una ragazza determinata e con la testa sulle spalle, e aveva sempre avuto ben chiari i suoi obiettivi. Allora perché si stava comportando in quel modo?
Sakura la vide prendere un respiro profondo ed esalare tutto d’un fiato: - Credodiessermiinnamorata.
La donna sgranò gli occhi verdi e poi ritrovò il sorriso, stampando un bacio sulla guancia della figlia. - Tesoro, è una notizia bellissima! Non devi vergognarti, è più che normale. Dopotutto, oramai hai sedici anni.
Sarada, però, continuò a tenere lo sguardo basso e pronunciò le parole successive talmente piano che credette che sua madre non le avesse sentite: - E se ti dicessi che si tratta di una ragazza?
Ma Sakura sentì, eccome se sentì.
Il suo cuore saltò un battito mentre cercava di metabolizzare le parole della figlia. All’improvviso, la sua mente si riempì di immagini che aveva tenuto segregate nella memoria, troppo dolci e dolorose per poter essere rivangate in quella nuova realtà che non le apparteneva: una risata timida, quasi come se la persona che la stesse emettendo fosse timorosa di infastidire il prossimo col suono della sua voce; mani soffici, in grado di tranquillizzare e curare le ferite dell’anima; un sorriso talmente bello e raro da far rimanere senza fiato chiunque ne fosse il destinatario; sguardi carichi di parole mai dette e gesti mai compiuti per paura di infrangere un equilibrio voluto da altri.
Sakura chiuse gli occhi per un istante, lasciando che quei ricordi le invadessero il cuore dopo così tanti anni. Quando sollevò nuovamente le palpebre, Sarada aveva le iridi puntate sul suo volto e sembrava sull’orlo del pianto.
La donna sorrise di nuovo, un sorriso carico di nostalgia e dolcezza, e posò le labbra sulla fronte della figlia, accarezzandole una guancia. Dopodiché, le prese le mani tra le sue e disse: - Non aver paura dei tuoi sentimenti, mai. Non cercare di nasconderli né di cambiarli: accettali così come sono, accettati così come sei. Non c’è nulla di più bello dell’amore, in questo mondo, e va vissuto appieno, senza se e senza ma. - Le afferrò il mento fra due dita e fece incrociare i loro sguardi. - Coltiva questo sentimento e non rinunciarvi mai, tesoro mio.
A quel punto, un leggero sorriso cominciò a fare capolino sul volto di Sarada, che si decise ad esternare il suo ultimo dubbio: - Credi che papà mi accetterà?
Sakura rise, nonostante sentisse le lacrime pungerle gli occhi. - Penso che ne sarà addirittura sollevato! Dal giorno della tua nascita, il suo incubo peggiore è stato immaginarti tra le braccia di un ragazzo. Credo proprio che con una femmina non avrà nulla da ridire!
E allora anche Sarada rise, abbracciando la madre con un affetto che non aveva mai provato prima: - Grazie, mamma. Ti voglio bene.
Rimasero in quella posizione a lungo, prima che la ragazza decidesse di staccarsi e di stampare un bacio sulla guancia della donna.
- Allora, mi vuoi dire chi è la fortunata? - domandò Sakura, scompigliandole amorevolmente i capelli.
Sarada arrossì, giocherellando nervosamente con un filo della felpa che indossava, e mormorò un flebile - Himawari.
Sakura rimase a bocca aperta nell’udire quel nome, dopodiché il suo sorriso si ampliò ulteriormente: dopotutto, tale madre tale figlia.
Si abbracciarono un’ultima volta prima che la sedicenne salisse le scale per dirigersi nella sua stanza col cuore più leggero. Solo quando fu finalmente sola, Sakura si concesse di versare una lacrima in ricordo di quell’amore perduto e mai sbocciato del tutto.
A quanto pare le nostre figlie sono destinate a ottenere quella felicità che, da giovani, io e te agognavamo tanto, eh, Hinata?

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Angolo dell’autrice:
Salve a tutti! Questa è la prima volta che mi accingo a scrivere su una, anzi, due coppie shoujo-ai riguardo a un tema così delicato come il coming out. Spero con tutto il cuore di non averlo trattato con troppa leggerezza, sebbene si tratti di una storia senza molte pretese, e di aver tratteggiato bene il carattere di tutti i personaggi (non avendo ancora visto/letto nulla di Boruto non sono sicura di essermi destreggiata bene con Sarada, perciò, se notate delle imprecisioni col suo carattere originale, non esitate a farmelo notare ;)). Be’, che altro aggiungere? XD Sono davvero felice di aver terminato questa storia in così breve tempo, perché ha rappresentato una mia piccola vittoria: era da tempo che desideravo scrivere sulla SakuHina e la SaraHima (sebbene sia una fervente shipper NaruSaku, SasuHina, BoruSara e MitsuHima xD), e devo ammettere di essere abbastanza soddisfatta di questa breve OS. Ovviamente, però, l’ultima parola spetta a voi lettori. ;) Spero che abbiate gradito la storia e, anche se così non fosse, mi piacerebbe avere un vostro parere in merito, che sia sotto forma di recensione o di messaggio privato. ;* Grazie mille per aver anche solo letto fin qui. <3
Baci da Fandoms_Are_Life.

   
 
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