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Autore: LadyLicionda    14/01/2018    0 recensioni
Eiko Wadsworth scopre improvvisamente di soffrire di Disturbo Dissociativo dell'Identità, ovvero personalità multipla. I suoi problemi iniziano quando realizza che ogni personalità è dotata di una volontà propria, di desideri propri e di ambizioni uniche. Come se non fosse abbastanza, ognuna di loro si scopre ben presto innamorata di una persona diversa. Riuscirà Eiko a mantenere il suo segreto e a destreggiarsi fra le attenzioni romantiche di sette irresistibili ragazzi senza soccombere ai capricci delle sue eccentriche personalità? NOTA BENE: Per questa versione è previsto un finale multiplo (uno per ognuno dei ragazzi di KNB). Il rating potrebbe cambiare con il progredire della storia. I personaggi di KNB appartengono all'autore originale Tadatoshi Fujimaki, tutti gli altri sono personaggi creati da me.
Genere: Generale, Introspettivo, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Kiseki No Sedai, Nuovo personaggio, Taiga Kagami, Yukio Kasamatsu
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Capitolo 17

“Non dimenticarmi, Ryōcchi”

 

 

 

 

 

 

La location del servizio fotografico si trova all’interno di un centro commerciale di Shibuya. Appena arrivati, saliamo subito all’ultimo piano. L’equipe è già sul posto, intenta a preparare il set per i modelli. Kise si precipita a salutare il direttore per poi farmi un cenno e incoraggiarmi ad avvicinarmi. Io e Haruka veniamo così presentate a un uomo di mezza età, estremamente carismatico e socievole. Arthur è poco distante da noi. È rimasto in disparte ma i suoi occhi vegliano costantemente su di me. Sono più tranquilla sapendolo al mio fianco. Mentre sto ancora sorridendo tra me e me rasserenata, avverto il tocco di una mano sulla mia spalla. Di riflesso mi volto indietro e quasi non credo a quello che vedo. Una ragazza bellissima dischiude le labbra e pronuncia il mio nome con occhi colmi di commozione. Non sono sicura se il luccichio nelle sue pupille sia dovuto ai fari montati sul set o ad un sottile velo di lacrime.

«Sei venuta», sussurra prendendomi affettuosamente tra le sue braccia. La mia nuca si posa sul suo petto caldo e una fragranza di vaniglia invade i miei sensi. «Quanto mi sei mancata. Sono felice di sapere che stai bene».

«Mi dispiace», rispondo a mia volta con il groppo alla gola. Poter risentire la voce di Mayumi è per me una gioia immensa e allo stesso tempo fonte di rammarico. Forse perché riesco ad avvertire in essa la consolazione, quel senso di sollievo che soltanto il mio essere qui, in carne ed ossa, tra le braccia della mia migliore amica ha potuto donare al suo cuore in pena. Nel suo stringermi a sé, quasi non volesse più lasciarmi andare, riesco a sentire tutto l’affetto di Mayumi, la sua amicizia ma anche l’inquietudine che l’ha turbata dal giorno in cui l’ho lasciata senza neanche una parola.

«Mi dispiace», continuo a ripetere, sperando che questo basti ad assolvermi dal mio peccato. «Mi dispiace».

«Il passato è passato. Ciò che conta è che tu sia qui adesso».

Trattenendo le lacrime che altrimenti rovinerebbero l’impeccabile trucco, Mayumi scioglie l’abbraccio e si prende qualche istante per osservare il mio volto. Infine, con un sorriso nostalgico, dichiara: «Non sei affatto cambiata».

«Non posso dire lo stesso di te», rispondo alzando lo sguardo. «Sei diventata più alta. La tua pelle sembra porcellana e il tuo corpo sembra quello di una modella».

«Perché lo sono», commenta strizzandomi l’occhio.

«Alla fine hai realizzato il tuo sogno», i nostri occhi si spostano su Kise, circondato da truccatori e stilisti.

«E’ vero che adesso trascorro molto più tempo insieme a lui, ma Kise continua a vedermi solo come un’amica, perciò sono ancora lontana dal realizzare il mio sogno», dichiara con un po’ di delusione.

Quando infine viene richiamata dal direttore per iniziare le riprese, con un gesto amichevole si allontana. Io e Haruka ci sistemiamo su un lato del set per non disturbare i due attori protagonisti. Sebbene non sia io a dover recitare davanti ad una telecamera, mi sento emozionata e tesa allo stesso tempo. Non posso che provare ammirazione per Kise e Mayumi, per la professionalità con cui svolgono il proprio lavoro. Sembrano così diversi dai due compagni di classe con cui ero solita trascorrere le giornate tra i vecchi banchi di scuola. Entrambi hanno un’aria molto più matura e forse è proprio questo a farmi provare un lieve disagio. Guardandoli mi sembra di essere rimasta indietro.

E invece sono proprio io ad essere cambiata così profondamente da temere di perdere me stessa da un momento all’altro e scomparire per sempre da questo mondo. Persino ora sento di non essere al sicuro. I miei occhi continuano a cercare Kise. Indugiano sulle sue braccia strette attorno alle spalle di Mayumi; sui suoi occhi d’ambra socchiusi in una tenera devozione; su quelle provocanti labbra che accendono un desiderio che non ha nulla di pudico, che è puramente carnale. Un desiderio che non è mio ma che brucia nel mio corpo e nella mia testa con una intensità insopportabile. E ogni mio sforzo di reprimerlo non fa che intensificarlo, facendomi tremare di passione. Sono stata ingenua a pensare che sarei riuscita a soffocare i sentimenti di Seiko con la mia sola forza di volontà, dopo averla portata io stessa così vicina a Kise. A cosa stavo pensando quando ho accettato di venire qui, ignorando l’avvertimento di Haruka?

Le mie gambe perdono improvvisamente forza facendomi cadere sulle ginocchia. Kise attira a sé Mayumi, annullando la distanza tra i loro corpi. Il battito del mio cuore accelera e le mie mani si chiudono sul mio petto. Sento lo stomaco salirmi in gola e il cervello vibrare con violenza nel mio cranio. Senza volerlo mi mordo le labbra finché i miei denti bucano la morbida carne facendola sanguinare. Una rabbia devastante cresce rapidamente dentro di me, ma è solo quando le labbra di Kise si posano su quelle di Mayumi per un leggero bacio che riesco a focalizzare con chiarezza il sentimento che pulsa in ogni singola cellula del mio corpo. Gelosia. La gelosia di Seiko. Il suo desiderio di allontanare Mayumi da Kise. L’irrazionalità del suo odio per la ragazza che ha osato macchiare il suo principe.  

«Stupida sciacquetta».

I suoi pensieri si sovrappongono rapidamente ai miei, troppo in fretta per darmi la possibilità di ricacciarli indietro e, prima che possa avvertire Haruka, l’oscurità cala davanti ai miei occhi.

 

***

 

Stupida. Stupida sciacquetta. Non la perdonerò mai. Pagherà caro questo affronto. Solo perché non sono libera di prendere il controllo di questo corpo quando voglio, pensa di poter mettere le sue sudice mani sul mio Ryōcchi? Eiko potrà anche considerarla sua amica ma io non sono come lei. Questa sciacquettta è finita sulla mia lista nera nel momento in cui ha dichiarato di essere innamorata di lui, del mio principe. E oggi ha decisamente oltrepassato il limite. Ha approfittato del lavoro per raggiungere il suo diabolico scopo. Ma da adesso non avrà altre occasioni di giocare sporco. Ora che ho di nuovo il controllo di questo corpo si pentirà della sua sfacciataggine. Le mie mani tremano ancora di rabbia e la mia mente è piena di vendetta. La fortuna sembra favorirmi. Il direttore ha appena mandato in pausa l’intero staff  e la piccola sciacquetta si sta dirigendo da sola verso i bagni. E’ la mia occasione.

Senza indugiare un secondo, mi rimetto in piedi e inizio a camminare con decisione. Devo allontanarmi prima che Ryōcchi si accorga di me. Per fortuna i bagni si trovano sul lato opposto del piano, lontano dal set. Affretto il passo e raggiungo la piccola sciacquetta ignara non appena varca la porta della toilette riservata alle donne. La mia mano si allunga in avanti, pronta ad afferrare i suoi capelli, se non fosse per un paio di braccia che mi tirano indietro, facendomi quasi perdere l’equilibrio. Mi libero dalla stretta con uno gesto brusco e, livida in volto, mi preparo ad inveire contro chiunque abbia osato interferire con la mia vendetta.

«Che cosa pensi di fare?», strillo al culmine della collera.

«Questo dovrei chiedertelo io», risponde l’altra ragazza e mi basta un attimo per riconoscere Haruka. Con le braccia incrociate al petto, mi fissa con diffidenza, in attesa di una risposta.

«Non sono affari tuoi. Sparisci!», le ordino, per nulla intimorita.

«E’ chiaro che non sei Eiko», mormora per un istante fra i denti, per riportare subito dopo le sue attenzioni su di me. «Chi sei?».

La sua insistenza è fastidiosa. «Ti ho detto che non sono affari tuoi».

In un moto di irritazione, Haruka schiocca la lingua. «E’ qui che ti sbagli. Non si può certo dire che tu abbia uno sguardo amichevole in questo momento. E se non hai intenzioni amichevoli allora, si, sono affari miei. Che cosa volevi fare a Mayumi?».

«Darle la lezione che merita. Quella piccola sciacquetta ha osato toccare il mio Ryōcchi e deve pagare!».

 Nonostante il mio tono infuriato, Haruka non si scompone, limitandosi a rivolgermi uno sguardo perplesso.

«Ryōcchi? Dov’e che ho già sentito questo nome?». I suoi occhi ruotano verso l’alto, come a cercare la risposta su un punto impreciso del soffitto. Quando la lampadina si accende infine nella sua testa, l’espressione sul suo volto muta in una smorfia di delusione. «Seiko?».

Sentirla pronunciare il mio nome come se fossi l’ultima miserabile di questo mondo fa ribollire il sangue nelle mie vene. Come se non fosse abbastanza, un lungo sospiro di noia lascia le sue labbra ed è abbastanza per farmi capire con quanta sufficienza stia ora guardando alla mia persona. È evidente che ai suoi occhi non appaio come una minaccia, quanto piuttosto come una bambina petulante e viziata, difficile da trattare solo a causa dei suoi continui capricci. Mi sento così umiliata e oltraggiata. Se al mio posto ci fosse Meiko, lo sguardo nei suoi occhi sarebbe diverso. Solo perché io non ho mandato tre studenti in fin di vita all’ospedale pensa che sia meno pericolosa? Crede di potermi ridicolizzare in questo modo?

«E’ meglio che vieni con me, prima che qualcuno si faccia male». La sua impazienza e ora più visibile ma la sua minaccia non mi spaventa. Tuttavia sono le sue prossime parole a farmi davvero infuriare. «Sedare una stupida lite tra due ragazze, che si prendono per i capelli per il solito belloccio di turno nei bagni di un centro commerciale, è l’ultima cosa che voglio fare oggi».  

Accecata dall’umiliazione, mi scaglio su di lei, afferrandole i capelli con entrambe le mani. Con tutta la forza che ho, inizio a scuotere la sua testa inveendo contro di lei.

«Stupida lite? Stupida lite?! Cosa ne puoi sapere tu? Non hai mai avuto uno straccio di ragazzo e non ti sei mai innamorata. Sei solo un maschiaccio che crede di poter risolvere tutti i problemi con minacce e risse. Non hai il diritto di parlarmi così».

«Allora siamo più simili di quanto credi», le dita di Haruka catturano i miei capelli in una stretta dolorosa e tenace.

«Lasciami subito andare, strega!», le ordino serrando a mia volta la presa.

«Prima tu, mocciosa!».

«Sei più grande di me solo di un anno, non darti tante arie».

«Ma sono sempre più grande, perciò molla la presa».

«Non mi sei mai piaciuta, lo sai? Il tuo modo di guardare tutti dall’alto verso il basso mi dà sui nervi».

«Neanche tu mi sei particolarmente simpatica, se è per questo».

Con uno strattone, Haruka mi spinge contro uno dei lavandini, tenendomi sempre per i capelli. Nonostante il dolore inizi a propagarsi per la mia testa, non intendo dargliela vinta. In un momento di lucidità, il suo piede entra nel mio campo visivo e decido di passare al contrattacco. Approfittando della sua vicinanza, utilizzo tutta la forza di cui dispongo per pestarglielo, cercando di indirizzare il colpo sulle dita. Con un urlo, Haruka tira indietro la gamba, allentando così la presa su di me. Approfittando del suo sbilanciamento, la spingo verso la porta chiusa di uno dei bagni. Purtroppo la mia statura non è di grande aiuto in situazioni del genere e non passa molto prima che quella strega di Haruka decida di vendicarsi.

«Sei…davvero una ragazzina insopportabile», grugnisce appena prima di mordere il mio braccio.

«E tu sei una selvaggia!», le urlo contro cercando di domare il dolore. Riconosco che è un’avversaria tenace, ma non sarò io a lasciare il campo di battaglia per prima. «Pensi che non sia capace di giocare sporco anch’io?». I miei denti si chiudono allora sul suo braccio mentre con le mani riprendo a scuotere la sua testa, sperando di farle mollare la presa.

«Eiko!».

All’improvviso, da una delle porte chiuse dei gabinetti, emerge Mayumi.  In un attimo è fra me e Haruka. Il suo corpo statuario riesce infine a separarci ma non prima che io sia riuscita a ottenere il mio piccolo premio. Tra le dita delle mie mani, infatti, spuntano alcune ciocche di capelli. In un gesto di vittoria, porto il braccio in aria per mostrare alla mia rivale il trofeo che attesta la mia vittoria. Tuttavia il suono della voce di Mayumi mi fa rinsavire.

«Eiko, cosa sta succedendo?».

Tra le mie mani sarebbero dovuti esserci i suoi capelli. Dopotutto era questo il piano originale.

«Tu! Oggi ti è andata bene, ma la prossima volta non sarai così fortunata. Azzardati ad avvicinarti ancora al mio Ryōcchi e la prossima testa che prenderò fra le mani sarà la tua, piccola sciacq…».

Prima che possa terminare la frase, la mano di Haruka è sulla mia bocca per zittirmi e trascinarmi lontano da Mayumi.

«Tu adesso vieni con me senza fare storie», la sua voce è poco più di un sussurro al mio orecchio.

«Va tutto bene, ragazze?».

Haruka solleva lo sguardo su Mayumi, visibilmente confusa e preoccupata.

«Si, tutto bene. Io e Eiko abbiamo avuto solo una piccola discussione. Ogni tanto capita tra cugine, no?».

«Non sembrava una piccola discussione», osserva Mayumi, poco convinta.

«Lo era, fidati. Non è la prima volta. Non devi preoccuparti. Forse è meglio se ora torni sul set».

Il tentativo di Haruka di allontanare Mayumi è fin troppo palese. Continua a stringermi a sé e ad indietreggiare come se fossi una bomba pronta ad esplodere da un momento all’altro. Farmi vedere da Mayumi in questo pietoso stato è imperdonabile. Provo a scalciare e ad agitare le braccia per opporre resistenza, ma quella selvaggia di Haruka è più forte di me e non ci impiega molto a trascinarmi fuori dai bagni. I miei occhi bruciano di rabbia mentre guardo il mio reale obiettivo allontanarsi da me. In questo momento non so chi odiare di più: se Haruka per essersi intromessa nella mia vendetta e avermi umiliata di fronte al mio nemico; o Mayumi per il suo sguardo di compassione, per quella finta apprensione nelle sue parole, per quella sua aria di superiorità. Mi sento terribilmente frustrata.

Una volta sole, Haruka mi lascia finalmente andare. La sua unica preoccupazione è assicurarsi che il mio comportamento non abbia insospettito Mayumi e ancora una volta non posso fare a meno di sentirmi sminuita. Sono pur sempre sua cugina anch’io. Solo perché non parlo come quella perdente di Eiko, non vuol dire che la mia esistenza sia meno importante della sua. O che lei sia più reale di me. Io sono io. Avremo anche la stessa faccia, ma siamo due persone completamente diverse. Pensa forse che sia stato facile per me mettere Eiko a dormire e prendere il suo posto? Il mio posto. Si, perché anch’io ho lo stesso diritto di usufruire di questo corpo, nessuno ha mai detto che fosse solo di Eiko. Non chiedo tanto, in fondo. Solo un po’ di considerazione da parte della mia famiglia.

«Hai messo su il broncio?».

L’improvvisa domanda di Haruka mi fa realizzare ciò di cui non mi ero accorta: le mie labbra sono curve in una smorfia di risentimento, come una bambina a cui hanno portato via il giocattolo preferito.

«E a te che importa?», ribatto voltando la testa di lato nel tentativo di ignorare mia cugina. «Scommetto che non vedi l’ora di liberarti di me per riavere indietro Eiko».

Non immaginavo che le mie parole sarebbero suonate tanto infantili. Sembro davvero una ragazzina immatura, ma cos’altro dovrei fare? Io non sono come Meiko, non ho la sua stessa aura intimidatoria. E non ho alcuna intenzione di somigliarle. Non voglio essere presa in considerazione usando la paura. Ma nemmeno desidero essere trattata come un ospite indesiderato. Voglio solo avere la mia possibilità con Ryōcchi. È tanto difficile da capire?

«Dove è Eiko? Sta bene?», domanda Haruka.

Eiko. Eiko. Sempre Eiko. Non ne posso più di sentire il suo nome.

«Eiko non c’è e ti posso assicurare che non la rivedrai tanto presto!», la mia risposta esplode dal mio petto con lo stesso impeto di uno scoppio di fucile e provoca una reazione infastidita di Haruka. Del resto non è mai stata una ragazza paziente. Eppure rinuncia a rispondere alla mia provocazione, prendendo un lungo respiro.

«Torniamo a casa», dichiara infine. «Non posso rischiare che tu faccia qualcosa di stupido come prima e metta nei guai Eiko».

«Aspetta!», la parola irrompe dalle mie labbra prima che il mio cervello riesca a formularla.

C’è un attimo di silenzio, durante il quale Haruka cerca di scoprire le mie intenzioni. A questo punto non ho altra scelta che essere onesta con lei.

«Non portarmi via, per favore. Prometto di non fare niente di…stupido, ma fammi restare fino alla fine delle riprese».

«Dammi un buon motivo per cui debba accontentarti».

«Perché…te l’ho chiesto con gentilezza? E perché ho promesso? Mi sembrano due motivi abbastanza validi. No?».

Un sopracciglio di Haruka si alza, manifestandomi la sua incertezza nell’accogliere la mia richiesta. Non mi importa di apparire disperata, perché lo sono. Se per convincerla devo inginocchiarmi davanti a lei, lo farò, ma spero davvero di non dovere arrivare a tanto. Non sarebbe salutare per le mie ginocchia.

«E’ solo che…», riprendo a parlare in tono incredibilmente affabile per non rischiare di innervosirla, «ho aspettato così a lungo questo giorno. Adesso che sono finalmente riuscita a prendere il controllo di questo corpo, non voglio perdere l’occasione di vedere Ryōcchi con i miei occhi, anziché attraverso gli occhi di Eiko o di qualcun altro. Ti chiedo solo di lasciarmi trascorrere qualche ora vicino a lui, giusto il tempo di ammirarlo mentre lavora e di rivolgergli la parola per la prima volta».

Haruka rimane in silenzio. Dopo quello che ho appena fatto, non posso biasimarla se ha qualche difficoltà a fidarsi di me. Il suo piede inizia a tamburellare nervosamente per poi fermarsi di colpo. Mi sento come un criminale in tribunale. Pensare che il mio futuro dipenda dalla sua decisione non mi rende affatto tranquilla. In fondo ha detto che non le sono molto simpatica e non mi stupirei se adesso mi afferrasse per un braccio e mi trascinasse fuori dal centro commerciale senza sentire ragioni.

Il cuore mi schizza in gola quando infine dischiude le labbra per emettere il verdetto finale ma, al posto della sua voce, a raggiunge le mie orecchie è invece una voce maschile, sopraggiunta inaspettatamente alle mie spalle.

«Credo che la signorina Seiko non abbia cattive intenzioni».

Non avrei mai immaginato che il semplice suono del mio nome potesse farmi sentire tanto felice. Riesco chiaramente a percepire il mio viso illuminarsi alla vista di Arthur che avanza verso di me sorridendomi benevolo. Nel mio cuore sento sbocciare un dolce calore confortevole che scioglie presto ogni nodo di tensione formatosi durante la terribile attesa. In questo momento non potrei desiderare di avere un alleato migliore. Come faccio ad esserne tanto sicura? È semplice: Arthur mi ha chiamata con il mio vero nome e lo ha fatto guardandomi negli occhi. Diversamente da Haruka sembra avere accettato in qualche modo la mia esistenza, anche se forse solo temporaneamente. Ma che importa, se posso avere la mia occasione con Ryōcchi?

Tuttavia, nonostante l’intervento di Arthur, Haruka si affretta a controbattere.

«Solo perché potrebbe non avere cattive intenzioni, non significa che non possa diventare un problema».

Abbandonando l’idea di riuscire a convincere Haruka, dirigo tutte le mie attenzioni su Arthur, implorandolo silenziosamente con il mio migliore sguardo da “adorabile cucciolo fiducioso”.

«Se lei è d’accordo, sono pronto ad assumermi la piena responsabilità della signorina Seiko», dichiara Arthur in tono formale.

Sono felice che abbia deciso di prendere le mie parti, ma non mi aspettavo che si spingesse a tanto. Voglio dire, chiunque al suo posto avrebbe cercato di liberarsi di me in favore di Eiko: in questa situazione sarebbe la cosa più logica da fare. Ma non per Arthur. Sono confusa: dovrei essergli grata o preoccuparmi? La sua risposta alla mia preghiera è stata troppo…veloce.

«Dopotutto la signorina Seiko ha promesso di comportarsi bene, giusto?».

Questa volta la domanda è rivolta a me, ma nei suoi occhi non vedo alcun rimprovero, solo molta complicità.

«Assolutamente!», rispondo quindi con sincerità, quasi senza rendermene conto. Posso solo pensare che la fiducia di Arthur mi abbia in qualche modo indotta a seguire il suo piano, qualunque sia. È vero che non ho cattive intenzioni, anche se forse prima ho un po’ esagerato. Non volevo certo fare davvero del male a Mayumi. Ero solo arrabbiata e…gelosa. E una ragazza gelosa a volte può commettere qualche piccolo errore.

«E’ come ha detto Arthur», ribadisco con maggiore convinzione. «Non farò niente di male e mi comporterò bene, lo prometto, perciò fammi restare. In fondo Eiko sta dormendo adesso e ci vorrà un po’ di tempo prima che si svegli di nuovo».

Forse non avrei dovuto menzionare Eiko, visto che il suo nome ha di nuovo messo Haruka sulla difensiva, ma è la verità. Tuttavia non posso fare a meno di compiere un passo indietro timorosa. Haruka sembra notare la mia paura e tira un lungo sospiro, forse per comunicarmi che, almeno per ora, sono fuori pericolo.

«Ti concedo fino alla fine delle riprese e resterai incollata a me per tutto il tempo, hai capito bene?».

Le mie labbra si allargano in un grande sorriso. «Sissignora!».

Haruka sbuffa annoiata e con un cenno mi ordina di seguirla. Ubbidisco e la raggiungo saltellando di felicità. Passando di fianco ad Arthur, però, mi fermo un istante e, prima che egli mi rivolga la parola, le mie braccia sono attorno a lui.

«Grazie», esclamo. Sento il suo corpo irrigidirsi nel mio abbraccio ma, pur comprendendo il suo disagio, mi concedo qualche secondo in più per esprimergli la mia gratitudine. Dopotutto, Arthur è la prima persona ad avermi trattata come una di famiglia.

 

***

 

Con l’umore alle stelle, ritorno sul luogo delle riprese e, come promesso, mi siedo in silenzio vicino ad Haruka. Ancora non riesco a credere di essere qui, a un passo dal mio Ryōcchi. Ora che posso guardarlo di persona non posso che ammirare la sua perfezione, la sua eleganza, la sua indescrivibile bellezza. Il mio cuore freme di gioia ed eccitazione e sono troppo felice per soffermarmi sul fatto che Mayumi sia la sua partner in questo lavoro. Ogni mio pensiero ruota intorno alla sua immagine e, prima che me ne accorga, il direttore si congratula con i due attori per l’ottimo lavoro svolto. Tecnici e stilisti si adoperano per smontare le varie strutture di illuminazione e raccogliere i costumi di scena. Purtroppo questa giornata è giunta al termine più in fretta di quanto avessi sperato e io non sono ancora riuscita a parlare con il mio principe. Ma forse non tutto è perduto.

«Si è fatto piuttosto tardi», commenta Haruka osservando il display del cellulare. «Il sole è ormai calato quasi del tutto».

La guardo raccogliere la cartella e incamminarsi verso le scale mobili, ma non la seguo: non posso ancora andarmene via. Notando la mia esitazione, Haruka mi indirizza uno sguardo severo, ma io rimango dove sono.

«Lascia almeno che lo saluti», la supplico.

«E’ fuori questione. Se aprissi bocca potresti dire qualcosa di stupido o sbagliato e destare sospetti. Kise e Mayumi credono che tu sia Eiko, ricordi? Per quanto detesti ammetterlo, tu non sei lei, e questo significa che non parli e non ti comporti come Eiko, quindi non possiamo rischiare. Torniamo a casa».

«Non è giusto!», la mia protesta esce fuori con più veemenza di quanto avessi programmato e mi guadagna immediatamente un’occhiataccia di Haruka. «Non è…giusto», ripeto questa volta moderando il tono della mia voce. «Ho fatto quello che mi hai chiesto, me ne sono rimasta buona per tutto il tempo come promesso. Merito una ricompensa. È solo un saluto, in fondo. E poi, come pensi che la prenderebbe Ryōcchi se Eiko se ne andasse via senza dire una parola?».

La mia ultima osservazione sembra fare presa su Haruka, sebbene non sia contenta che sia stata io a farglielo notare.  

«Tu cosa ne pensi?», Haruka distoglie lo sguardo da me per interrogare Arthur.

«Penso che la signorina Seiko non abbia tutti i torti. La signorina Eiko è una buona amico del signorino Kise».

«Sapevo che tu mi avresti capita. Sei il migliore, Arthur!», esclamo piena di entusiasmo.

Sono così felice di avere un alleato tanto persuasivo dalla mia parte che potrei abbracciarlo di nuovo. Ma rinuncio prontamente non appena i miei occhi si posano sull’immagine sublime di Ryōcchi che mi viene incontro sorridendomi con affetto.

«Eikocchi!»

Non importa se il nome che esce dalle sue labbra non è il mio, né se la ragazza che stanno guardando i suoi bellissimi occhi d’ambra non sono io. Ciò che conta è che lui sia finalmente qui, davanti a me e che mi abbia rivolto la parola. Non ho bisogno di altro per corrergli incontro, gettargli le braccia intorno al collo e posare le mie labbra sulle sue per donargli il mio primo bacio. Si, ho baciato Kise Ryōta e non mi pento assolutamente di averlo fatto, poiché questa potrebbe essere la mia prima e ultima occasione. So di avere promesso, ma una ragazza innamorata è capace di qualsiasi follia.

Non voglio sentire nulla. Non voglio vedere nessuno. Non voglio preoccuparmi di quello che mi succederà o delle conseguenze che Eiko dovrà affrontare al mio posto. Ryōcchi è fra le mie braccia. Posso toccarlo, accarezzare i suoi capelli con le mie mani. Posso sentire il profumo della sua pelle che inebria i miei sensi, il suo respiro che riscalda il mio volto. In questo momento lui è mio. Fra i nostri corpi non c’è distanza a separarci. Riesco a sentire il battito del suo cuore che pulsa freneticamente. Percepisco il suo imbarazzo provocato dai miei piccoli seni che premono contro il suo petto. È a disagio, confuso e non mi sorprende che lo sia. La vera Eiko non avrebbe mai osato tanto. Ma io non sono Eiko e non voglio nascondere i miei sentimenti. Quello che provo per Ryōcchi è reale, come il profondo bacio che stiamo condividendo.

«Accidenti!».

Sento la voce di Haruka esplodere alle mie spalle: è infuriata. Tra pochi secondi proverà a separarmi da Ryōcchi, mi trascinerà lontano da lui e forse non lo rivedrò mai più. Inoltre, Eiko sta per svegliarsi. Presto mi sostituirà in questo corpo e chissà se riuscirò di nuovo a tornare. Il mio futuro con Ryōcchi è così incerto forse perché io stessa non ho un futuro. Eiko è fortunata: quando riaprirà gli occhi la prima persona che vedrà sarà Ryōcchi. Ma io? Cosa ne sarà di me? Di questi miei sentimenti che non verranno mai ricambiati? Di questo intenso desiderio che non verrà mai appagato? Perché devo rinunciare al mio sogno d’amore proprio ora che riesco finalmente a stringerlo tra le mie mani? Non è giusto. Se sono destinata  a sparire, voglio assicurarmi di portare con me almeno il ricordo del ragazzo che amo. Il primo e ultimo ricordo.

Mi sento più debole e questo vuol dire che Eiko sta per tornare. Mi stringo a Ryōcchi con le forze che mi rimangono. La sua bocca si allontana dalla mia, interrompendo così il bacio. Ha di nuovo il controllo di sé e i suoi occhi mi guardano con sgomento. Le sue mani afferrano le mie spalle.

«Eikocchi…».

«Ti prego, non respingermi», lo interrompo prima che possa rifiutarmi.

Calde lacrime scivolano sulle mie guance. Non ho più niente da perdere, tanto vale essere onesta. La mia è una supplica disperata. Riesco a vederla riflessa negli occhi di Ryōcchi. Mi osserva, desideroso di comprendere. Non è arrabbiato. Non mi odia per quello che ho fatto. È preoccupato. Per Eiko. Per la sua preziosa amica che improvvisamente sembra non riconoscere più. Non riesco a sopportare che i suoi pensieri siano per lei, nonostante ora stia guardando me. Perché non posso essere io Eiko? Non è giusto. Non è giusto che Ryōcchi non riesca a vedermi, quando io non ho occhi che per lui.

«Non è giusto», le mie parole sommesse si mescolano alle mie lacrime.

Il volto del mio principe è davanti a me eppure sembra così distante. Il calore del suo corpo si sta estinguendo e la sensazione dei suoi capelli fra le mie dita è quasi impalpabile. Non voglio andare. Non voglio addormentarmi di nuovo. Ma come posso evitarlo quando le ombre sono così vicine? Se soltanto riuscissi a strappargli una promessa.

«Non dimenticarmi, Ryōcchi», sussurro infine sulle sue labbra.

Per un breve istante, le sue pupille si allargano e la sua bocca si muove, ma la mia coscienza è ormai troppo lontana perché io riesca a sentire le sue ultime parole per me.

 

***

 

Una spiacevole sensazione accompagna il mio risveglio. Mi sento frastornata e ho un mal di testa terribile. Provo a sollevare le braccia per toccarmi le guance, da cui sento divampare un intenso calore, ma le mie mani si posano su qualcos’altro. Le mie dita iniziano a scorrere lentamente sul tessuto, bloccandosi su quello che sembrerebbe essere un nodo. Mi ci vogliono qualche secondo e parecchi sbattimenti di palpebra per mettere  a fuoco l’immagine. Una cravatta. La osservo con più attenzione, notando in essa una certa famigliarità. L’ultima volta che ho visto una cravatta simile a questa è stato poco prima che Kise si togliesse la divisa scolastica per indossare gli abiti di scena e iniziare le riprese dello spot pubblicitario. Mentre provo a fare chiarezza sulla situazione, qualcuno mi afferra all’improvviso da dietro, facendomi ruotare su me stessa.

«Se pensi di passarla liscia, ti sbagli di grosso. Aspetta solo che arriviamo a casa e…»

«Haruka?», pronuncio confusa, ritrovandomi l’espressione imbufalita di mia cugina a pochi centimetri dal mio naso. Per qualche strano motivo i suoi occhi si assottigliano velenosi. Perché è così arrabbiata con me?

«Non provare a fare la finta tonta», minaccia.

«Aspetta, non capisco. Che cosa sta succedendo?», la interrogo, non potendo sopportare oltre la sensazione di disagio che rapidamente si fa strada dentro di me.

Haruka sembra pronta a ribattere in un tono affatto amichevole, ma si zittisce prima di proferire parola. Si prende invece qualche momento per studiarmi quindi, avendo confermato i propri dubbi, riprende sussurrandomi, in modo che nessun altro possa sentire: «Eiko? Sei tornata?».

«Tornata?», ripeto a mia volta, ma subito realizzo il vero significato dietro la sua domanda. «Non dirmi che è successo di nuovo?», le chiedo sentendomi venire meno per un istante.

«Non ti preoccupare», mi tranquillizza immediatamente, temendo che possa cadere nel panico. «Seiko ha combinato un bel casino, ma nulla che non possa sistemare. Tu resta calma e lascia parlare me».

Incapace di pensare lucidamente, mi affido a mia cugina, assecondandola nel suo gioco mentre si presta ad affrontare Kise. Ad un tratto mi accorgo di quanto mi sia vicino e di quanto turbata sia l’espressione nei suoi occhi. Senza volerlo, abbasso lo sguardo, provando un’inspiegabile vergogna. Che cosa ha fatto Seiko per farmi provare tanto imbarazzo in presenza del mio amico?

Haruka gli rivolge infine la parola, usando molta cautela.

«Immagino che tu sia piuttosto confuso, e ne hai tutto il diritto, ma lasciami spiegare. Come forse avrai notato, oggi Eiko non si sente molto bene. La verità è che questa mattina aveva un po’ di febbre ma ha insistito per andare ugualmente a scuola». Le sopracciglia di Kise si increspano per un momento, mostrando la sua preoccupazione. «Mia cugina è di costituzione un po’ debole e temo che durante la giornata le sue condizioni siano peggiorate portandola a…delirare».

Cosa?! Delirare? Cosa sta cercando di fare Haruka? Vuole farmi passare per pazza?

«E’ chiaro che non era in sé poco fa quindi ti chiedo di perdonarla e di comprendere la situazione», conclude mia cugina, sperando di essere riuscita a convincere Kise.

Con mia grande sorpresa, il mio amico annuisce e sospira sollevato. «Confesso che per un attimo non sapevo cosa pensare», ride imbarazzato. «Se non stava bene, poteva dirmelo».

«In realtà lo ha fatto», gli ricorda immediatamente Haruka, «ma tu non hai voluto sentire ragioni e hai continuato a mandarle messaggi per tutto il giorno».

Un altro risatina imbarazzata si libera dalle labbra di Kise. «Mi dispiace, è tutta colpa mia. Non avrei dovuto insistere».

Le sue attenzione si spostano quindi su di me. «Ti chiedo scusa, Eikocchi. Ti ho obbligata a venire nonostante stessi così male da avere le allucinazioni».

Allucinazioni? I miei occhi cercano prontamente Haruka, domandando spiegazioni, ma mia cugina scuote la testa invitandomi semplicemente a reggerle il gioco, per il momento.

«Ehm…non ti preoccupare», rispondo dunque provando a mettere una buona dose di convinzione nelle mie parole. «Credo, comunque, di dover essere io a scusarmi per…qualunque cosa abbia fatto».

L’espressione di Kise muta in una sguardo pietoso e il suo tono diventa più compassionevole. «Devi sentirti davvero male per non ricordare nemmeno quello che è successo. Ma forse è meglio così», mormora infine l’ultima frase fra sé e sé. Le sue mani si posano allora sulle mie spalle.«Eikocchi, torna a casa e pensa solo a riposarti. Non preoccuparti per me, ti prometto che dimenticherò tutto, così non ti sentirai a disagio la prossima volta che ci vedremo».

Va bene, adesso sono davvero preoccupata. Perché dovrei sentirmi a disagio? Se non scopro subito che cosa ha combinato Seiko durante la mia assenza, credo che impazzirò.

«Perfetto!», esclama Haruka, prendendomi in custodia. «Adesso che abbiamo chiarito tutto, sarà meglio che riporti Eiko a casa».

«Certo, andate pure e, Eiko», questa volta è Mayumi a parlarmi. «Spero che tu ti rimetta presto».

Sia lei che Kise mi rivolgono un ultimo sorriso gentile mentre mi incammino con Haruka e Arthur verso le scale mobili. Appena prima di dare le spalle a Kise, però, i miei occhi catturano un lieve mutamento nel suo sguardo. Tristezza? Preoccupazione? Qualunque cosa abbia fatto Seiko, ha avuto su Kise un impatto sicuramente molto più profondo di quanto il mio amico voglia dare a vedere. Spero solo che questo non intacchi la nostra amicizia.

Quella sera, dopo cena, Haruka ha convocato una piccola riunione segreta in camera mia, alla quale hanno preso parte anche Naoko e Yoichi. Ovviamente anche Arthur era presente. Al termine del suo dettagliato rapporto ho pregato che il pavimento si aprisse sotto i miei piedi e mi inghiottisse, facendomi sparire definitivamente. Come potrò incontrare di nuovo Kise ora che Seiko l’ha baciato?!

 

♥♥♥

 

Salve, ragazzi! ^^

Con questo nuovo capitolo vi auguro uno splendido 2018 e una magnifica settimana.

 

Un bacione a tutti.

Lady L.

 

 

   
 
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