INTRO
“Fermo!
Metti giù quell’ascia idota. Queste qui sono
valide.
Non dovremmo sprecare della carne buona. Possiamo venderle a Kattegat
come
schiave. Sono giovani e carine e ci sono così tante cose per
cui potebbero
essere usate”:
Ivar ghignò ad un mastodontico
guerriero vichingo che si inchinò al suo ordine.
“Legale
con delle corde e portale alle navi con il resto del
bottino”.
Non
c’era molto come bottino stavolta.
Erano andati in
Inghilterra solo per vendicare la morte di re
Ragnar, e così avevano fatto.
Non si erano
fermati molto, giusto il tempo di far riprenere
i guerrieri e di sistemare la barche ed erano partiti di nuovo.
Bjorn lo
aiutò noncurante a salire su una delle navi e lui
immediatamente strisciò in un angolo lontano dagli altri.
Era superiore a
loro, se voleva stare da solo nessuno avrebbe
dovuto dirgli niente, non che avrebbero avuto abbbastanza coraggio da
farlo
comunque.
Chiuse gli occhi
con tutta l’intenzione di riposare un po’.
Salparono.
“Lasciami
andare, stronzo! Sei solo un selvaggio, un pagano,
lasciami!”
Ivar
aprì un occhio chiaramente infastidito dal tono
incrediilmente alto di quell’urlo proveniente da una delle
schiave.
Vide il vichingo
mastodontico cercare di toccare una delle
schiave più giovani e lei che cercava di combattere al
meglio che poteva.
In qualche modo
riuscì a mordergli la mano a sangue.
Striscià
annoiato verso di loro.
Il gigante
indietreggiò non a suo agio.
Ivar si
issò sui gomiti per poi appoggiarsi alla barca per
mettersi in equilibrio.
Fissò
intensamente la ragazza e le diede un forte manrovescio
sulla guancia facendola sobbalzare per la sorpresa e il dolore.
“Pensi
che non capiamo la tua lingua mmh? Pensi di poterci
combattere? Pensi che potresti vincere uhn?”
Premette la sua
mano sulla schiena di lei finchè non si
sporse dalla barca con metà del corpo, quasi perdendo
l’equilibrio.
“Sai,
ancora un pochino di pressione e cadi nell’acqua. E
siamo vicini a dove viviamo noi. Vedi, qui l’oceano
è freddo come il ghiaccio.
Non resisteresti un
giorno. Sai quanto è
doloroso morire di freddo uhn? Vuoi provarci?”
Lei tremava solo
in silenzio senzadare alcun cenno di vita.
“RISPONDIMI”:
urlò mentre la spingeva verso l’acqua ancora un
po’. “Vuoi provarci?”
La ragazza
scosse la testa per dire no.
Meglio essere
prigioniera e viva che libera e morta, pensò.
Ivar la
lasciò andare con uno strattone indelicato e lei
cadde subito in inocchio. Le gambe le tremavano e non ressero il suo
peso.
“Non
rifare una cosa così stupida di nuovo, la prossiama
volta potrei non essere così compassionevole.”
E con uno
sguardo disgustato tornò nel suo angolo chiudendo
di nuovo gli occhi, sicuro che quella ridicola scenetta fosse bastata
per
tenerla al suo posto.
Lei si
abbracciò le ginocchia e rimase zitta ed immobile per
tutta la durata del viaggio.
I guerrieri le
nutrirono con del pane e del pesce e con un
po’ di acqua una volta al giorno.
Non sorsero
altri problemi finchè non raggiunsero Kattegat.
NOTE:
Ciao a tutti!
Vorrei fare una
premessa, questa è una traduzione.
La storia
originale è stata scritta sempre da me, ma è
stata
pensata in inglese.
Quindi troverete
magari che l’italiano non è fluente al 100%
e questo è il motivo.
Se volete
leggere l’originale il nome è lo stesso e la
trovate su Wattpad,
Fanficition.net e
Archive forum of our own.
Qui i link:
Fatemi sapere
che ne pensate se vi va!
Al prossimo
capitolo!
Arechan96