16/01/2018
0 recensioniCapitolo 1.
15 settembre 2015. Aula numero 34. Quarto anno di liceo. Primo giorno di scuola.Appena entrate, io e Martha ci guardiamo in giro per trovare il posto in cui sederci.
“Guarda lì è perfetto!” esclama lei, indicando gli unici due posti colpiti dai raggi del sole.
Annuisco e la seguo. Con un gran sospiro mi siedo e inizio a fissare quella maledetta cattedra vuota e polverosa.
Già immagino le rotture di palle degli insegnanti: “Avete studiato?”, “L’anno prossimo vi diplomate”, “Ora non si scherza più”. Che poi studiare in estate dovrebbe essere proibito in tutto il mondo. Cioè come si può pensare che dopo nove mesi di scuola qualcuno abbia voglia aprire un libro? Ah sì, dimenticavo Rosy. Una che pur di leccare qualche culo ad un professore è disposta anche a leggere “Il buio oltre la siepe” trenta volte consecutive.
La campanella suona e tutti sono in classe. La porta si spalanca ed eccola, la più stronza di tutti ma anche la mia preferita in assoluto: la professoressa Lacroix. Un metro e venti di pura cattiveria, ma contemporaneamente arrapante con la cultura che si portava dietro. Fare lezione con lei era come fumarsi dieci canne tutte insieme: gira forte la testa, mal di stomaco ma manda in paradiso!
“Buongiorno ragazzi! Scusate il ritardo” afferma. Appoggia il computer sulla cattedra, lo apre, sorride e allunga lo sguardo in fondo all’aula.
“Tu devi essere il nuovo ragazzo, mi hanno parlato di te” gli dice sorridendo.
Mi giro e incrocio il suo sguardo, occhi color mare, capelli color oro e uno strano sorriso del cazzo.
“Spero le abbiano parlato bene di me!” esclama con un tono quasi compiaciuto.
Tutti spalancano gli occhi e persino io che di paura della professoressa non ne avevo visto che ero l’unica ad avere ottimo nella sua materia.
Questo tizio o è scemo o deve aver avuto un professore peggio de Lacroix, ad esempio Hitler.
“Evitiamo le battute signor…?” dice la professoressa alzando le sopracciglia in segno di una risposta.
“Alex, Alex Cordoba”.
Lo fisso, lui si volta verso di me e mi fa quel sorrisino da cazzone. Mi volto verso Martha con un senno di disappunto le dico: “Mi sta sul cazzo quel tipo”.
Attenzione, io non mi sono neanche presentata: sono Faith e sono una maledettissima stronza.
I giorni passano e io cerco di studiare il comportamento del nuovo arrivato da lontano. Aveva fatto amicizia, nei giorni precedenti, con tutto il consiglio d’Istituto, persino con il rappresentante degli studenti Brody.“Cosa fai oggi pomeriggio?” irrompe Martha.
“Non lo so, credo mi ingozzerò di Kinder Cereali e guarderò qualche serie TV. Tu cosa fai?” le rispondo, continuando a fissare il novellino da lontano.
“Io e Matt andiamo al centro commerciale, se ti va raggiungici” mi dice Martha.
“Ti faccio sapere io. Ma quel tipo nuovo come lo vedi?” le domando incrociando le braccia.
“In che senso? Non mi dire che ti piace!” ridacchia Martha.
“Scherzi?!” controbatto spostando il mio sguardo su Martha che mi ride praticamente in faccia.
“Ma qual è il problema Faith?” sbotta lei, “è da più di un anno che con Mike è finita, non vedo perché no!”
Mike. Mike. Mike. Un anno più piccolo di me, fisico da urlo e uno charm che ti manda in catalessi.
La guardo, sbuffo e mi rimetto a sedere controllando il telefono.
11 chiamate perse segnalava il cellulare.
Mamma; Papà; Kelly; Mike; Mike; Mike; Mike; Mike; Mike; Mike; Nonna.
“Cazzo!” grido scattando dalla sedia. La classe si ferma di botto voltandosi verso di me.
Mi guardo intorno e con un sorrisetto rassicuro tutti “tutto okay!”.
Mi rimetto a sedere e sento su di me gli occhi di quel ragazzo. Lo sento pian piano avvicinarsi a me.
“Comunque Mike esce con un’altra” mi dice tutto d’un fiato.
Alzo gli occhi e faccio cenno di disapprovazione.
“E tu come diavolo lo conosci? Ma poi perché origliavi ciò che stavo dicendo?” sbotto.
“È con me nella squadra di pallanuoto, siamo amici” ridacchia.
“Perché tu fai pallanuoto?” me la rido, puntando il dito sul suo girovita. È molto più grosso di Mike.
Lui mi sorride e tutto d’un tratto alza la maglietta della Pyrex che ha indossato questa mattina.
“Perché non sono in forma forse?”
Con quel gesto attira l’attenzione di Martha che fino a questo momento era impegnata a riassumere il capitolo di filosofia appena assegnato: Giordano Bruno.
Olive e Monika non riescono a smettere di fissarlo ed io non riuscivo a togliergli gli occhi di dosso.
Grazie per aver letto il primo capitolo di questa mia storia.
Lasciate una recensione se vi è piaciuta oppure se non avete capito bene qualcosa che chiarirò nel prossimo capitolo!
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