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Autore: DonutGladiator    19/01/2018    2 recensioni
AmericanCollegeAU!
La “Zeta Psi” è sempre pronta quando si tratta di iniziare i nuovi membri della confraternita. E Katsuki e Izuku sono pronti a mettersi in gioco per provare di esserne degni.
Ma sarà veramente così facile passare di notte all'interno di un cimitero buio?
Genere: Comico, Generale | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Izuku Midoriya, Katsuki Bakugou, Un po' tutti
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
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Questa storia partecipa al COWT-8
Missione 1: "Cerimonia"
 
La cerimonia d'iniziazione


Quando aveva accettato di partecipare alla festa nella confraternita degli “Zeta Psi” non aveva calcolato di trovarsi invischiato in una cerimonia di iniziazione.
Ad averlo saputo prima, Izuku ci avrebbe pensato due volte prima di assecondare il capriccio di Ochaco, una ragazza che aveva conosciuto da un paio di settimane e che frequentava con lui le stesse lezioni di lingue e con cui aveva stretto amicizia in breve tempo. La ragazza quella mattina gli aveva suggerito di andare alla festa per iniziare ad ambientarsi in quella che il ragazzo sapeva sarebbe diventata la sua confraternita per i successivi anni di college.
Izuku sognava di entrarvi da quando aveva scoperto che il suo più grande idolo, che, guarda caso insegnava nello stesso college, era stato un membro della confraternita.
Alla fine, era arrivato alla festa con due ore di ritardo e si era fatto strada tra i ragazzi che avevano iniziato a bere, urlare e ballare tra loro, usando ogni scusa per strusciarsi sulla preda che avevano puntato.
Recuperato un bicchiere con all’interno quello che sperava fosse solo birra notò uno dei ragazzi che frequentava i suoi stessi corsi che stava parlando con Ochaco, mentre in un sottofondo ancora abbastanza piacevole si sentivano le note di Kaleidoscope dei Blink-182.
-Iida, ci sei anche tu!- esclamò Izuku, alzando una mano che venne intercettata per un cinque dell’altro ragazzo.
Anche Ochaco salutò l’amico, distratta subito dopo da un tavolo apparecchiato con dolci di forme che non aveva mai visto. Da lì alla separazione dai due ragazzi il passo fu più che breve.
-Non me la sarei persa per nulla al mondo. La Zeta Psi che apre le porte anche ai non iniziati. Non credevo lo facessero anche loro!- sorrise.
-Veramente, lo fanno sempre a inizio anno, per trovare i nuovi membri.- spiegò la voce femminile di una ragazza dai capelli corvini legati in una coda alta e un vestito rosso che non lasciava quasi niente all’immaginazione.
-Oh, beh….- Iida sembrava far fatica a mantenere lo sguardo sul suo viso, attirato inevitabilmente verso la scollatura del vestito della ragazza, troppo educato per azzardarsi a guardarla per più del dovuto: -Non ne avevo idea.- aggiunse, sistemandosi gli occhiali in un gesto tattico che doveva celare il suo imbarazzo.
-Deku!- una voce più che familiare gli arrivò alle orecchie, prepotente come suo solito. Solo poche persone lo chiamavano in quel modo e il ragazzo che aveva pronunciato quelle parole era una di quelle che avrebbe preferito evitare di incontrare, soprattutto in quel posto.
Girandosi, si trovò davanti Katsuki, che, tenendo tra le mani un bicchiere mezzo vuoto, gli si avvicinava a tutta velocità. Il volto era appena arrossato, e gli occhi sembravano quelli di un animale selvaggio. Quanti bicchieri aveva bevuto dall’inizio della festa?
Meglio non pensarci.
-Ka-Kacchan!-
-Deku!- ripeté il ragazzo, allungando il suono della “u” in modo minaccioso, fermandosi davanti a lui, guardandolo dall’alto in basso con il suo solito cipiglio spaventoso: -Che sei venuto a fare qui, eh?- domandò.
Izuku deglutì. Nonostante conoscesse Katsuki da quando fossero piccoli aveva sempre avuto paura dei suoi modi burberi e imprevedibili. Guardò Iida, cercando un qualche supporto, che però non arrivò, dato che il ragazzo si era allontanato con la ragazza in rosso e di lui non c’era più alcuna traccia.
-Sono qui per la festa.-
-Non dire cazzate! Sei venuto perché vuoi entrare nei “Zeta Psi”!- urlò, facendosi più vicino all’altro, quasi a sfiorare i loro nasi, un ghigno intimidatorio che sembrava solo aspettare una mossa falsa da parte di Deku.
-Ehi, ehi, ehi.- una voce maschile che entrambi non conoscevano si intromise nel loro discorso, separandoli. A parlare era stato un ragazzo dai capelli biondi, di poco più grande di loro, che sfoggiava un sorriso gentile: -Non è il posto adatto per litigare. Chiunque voglia entrare nei “Zeta Psi” è più che ben accetto. Accettiamo tutti, è la nostra politica.-
-O almeno, chi si dimostrerà degno di far parte della nostra confraternita.- un’altra voce maschile si aggiunse a quelle parole.
-Forse abbiamo trovato i nostri due primi candidati per la cerimonia di iniziazione!- esclamò raggiante il ragazzo che aveva parlato all’inizio, rivolgendosi al nuovo arrivato.
-Tu dici?- chiese l’altro, manifestando apertamente i suoi dubbi sui due ragazzi.
-Passerò qualsiasi cerimonia vogliate propormi!- esclamò Katsuki, irritato per il fatto che qualcuno pensasse non fosse degno di qualcosa.
Il ragazzo biondo guardò l’orologio appeso al muro della casa che ormai era brulicante di persone e arricciò il naso: -Avremmo voluto iniziare tra un’altra ora, ma direi che possiamo anticipare un po’ la tabella di marcia, che dici?- chiese all’amico, che annuì e accennò anche lui a un sorriso, sebbene a Izuku sembrasse essere un tantino a disagio. Se fosse per il suo confratello o per altro, non riuscì a capirlo.
-Allora… si parte!- esclamò il biondino, come se dovessero partire per la gita scolastica. Prese Izuku e Katsuki sotto braccio e li forzò a seguirli fuori dalla casa, non senza proteste.
 
Quindi adesso Izuku si trovava in una macchina completamente nuova in compagnia di due sconosciuti e Kacchan, senza avere la minima idea di quello che i due intendevano per cerimonia di iniziazione.
L’idea di Ochaco di venire alla festa era più che buona, iniziare a guardarsi intorno e stringere qualche amicizia con i membri, per poi tentare l’accesso in qualche modo. Se non fosse che i membri della “Zeta Psi” non la pensavano in quella stessa maniera e che non appena avevano capito che c’erano due potenziali membri erano già passati al rito di iniziazione.
Le mani erano serrate a pugno sulle ginocchia, mentre stringeva la stoffa dei jeans, guardando fisso verso il basso, intimorito dall’eventuale conversazione.
Il ragazzo biondo, che si era presentato come Mirio Togata, continuava ininterrottamente della confraternita e di come fosse bello esserne il presidente. L’altro ragazzo, Tamaki Amajiki guidava, aggiungendo frecciatine di tanto in tanto, ma Izuku non stava più ascoltando.
Katsuki, invece, appoggiato al finestrino, guardava fuori, rapito dalle nuvole temporalesche che continuavano ad ammassarsi nel cielo, tentando di sopprimere l’irritazione che cresceva a furia di sentire l’altro parlare di cose che non gli interessavano.
-Dove stiamo andando?- domandò, mentre l’auto svoltava per l’ennesimo vicolo buio.
Una risata si levò da Togata, ma non rispose alla domanda di Katsuki.
Pochi minuti dopo la macchina si fermò.
Izuku guardò fuori dal finestrino e rabbrividì.
Sebbene non conoscesse ancora perfettamente la città, era facile associare quel luogo a un cimitero, cartello a parte, le lapidi erano tetramente visibili sotto la luce del cielo stellato.
Katsuki ridacchiò: -Mi avete preso per un ragazzino delle elementari? Credete mi possa spaventare per un fottuto cimitero?- chiese, sarcastico.
Togata  si girò verso di loro, mantenendo un sorriso soddisfatto sul volto.
-Dovrete passare attraverso il cimitero, prendere una qualsiasi cosa nella cripta dov’è sepolto il corpo del sindaco fondatore e poi uscire dall’altro lato. Noi vi aspetteremo lì.-
-Ehi, mi hai sentito? Questa prova è stupida. Se dovete fare un’iniziazione, fatela fatta bene, cazzo.- esplose irritato il ragazzo, premendo un dito sulla fronte di Togata.
-Kacchan!-
-Tu sta zitto Deku! Non hai alcun motivo di stare qui!-
-Ragazzi, per favore, non litigate. C’è spazio per entrambi nella confraternita, purtroppo. Se supererete la prova.- parlò anche Amajiki, visibilmente infastidito dalle urla di Katsuki.
-Sono sicuro te la darai a gambe urlando come una femminuccia.- ringhiò il ragazzo verso Izuku.
-Se faremo quanto ci avete chiesto, potremo entrare nella “Zeta Psi”?- domandò Izuku, ignorando i commenti provocatori dell’altro, che per tutta risposta iniziò a urlare parole incomprensibili ancora più forte di prima.
-Quello che abbiamo detto. Cerimonia. Iniziazione. Se passate la prova, siete dentro.- spiegò di nuovo Togata.
-Basta che ve ne andiate dalla mia auto!- sbottò il moro, avendo superato il limite di sopportazione di quel maledetto ragazzino urlante.
-Ah! Prima che me ne scordi… Datemi i vostri cellulari.-
-Cosa!?-
-Non preoccupatevi. Li riavrete quando uscirete, non siamo mica dei ladri.-
 
Dopo aver consegnato con riluttanza i cellulari, i due ragazzi scesero dalla macchina, Katsuki con un’espressione seccata per via di Izuku e l’altro ragazzo intimorito dalla situazione e la presenza opprimente del compagno.
-Ehi, Kacchan senti…-
-Non parlarmi!- sbottò di nuovo, iniziando poi a camminare verso il cancello.
Izuku lo seguì, decidendo che non era il caso di iniziare a capire i motivi per il quale Katsuki sembrava ancora avercela con lui.
Non che fosse cambiato qualcosa nel loro rapporto da quando andavano al liceo, ma sperava che l’altro avrebbe un po’ abbassato i toni al college. Forse far parte della stessa confraternita avrebbe attutito un minimo quel suo atteggiamento.
-Non starmi così vicino.- disse il ragazzo, aumentando un po’ il passo.
Izuku non si era minimamente accorto di essergli praticamente accanto. Era entrato nel cimitero senza alcun timore, conscio del fatto che non c’era niente di strano in quel luogo. Lo aveva già fatto altre volte alle superiori. Case stregate o cimiteri, in realtà non c’era alcun mostro o fantasma in agguato e ogni volta era solo la suggestione a giocare brutti scherzi.
-Scusami.- rispose allontanandosi da lui, ma non troppo, come se a stargli troppo lontano potesse comunque spuntare qualcosa.
Il biondo manteneva un passo spedito, ma ondeggiava appena, come se dovesse calibrare bene i passi prima di farli.
-Kacchan. Quanto hai bevuto?-
-Non sono cazzi tuoi.-
Perché aveva chiesto? Katsuki non gli rispondeva quasi mai in maniera educata, o meglio, a ogni sua domanda, aspettarsi una risposta che non fosse un ringhio contrariato, era quasi un miracolo.
Le ultime nubi coprirono anche la luna, togliendo gran parte della visibilità. Ormai si vedeva poco all’interno del cimitero, le lapidi illuminate di rado da qualche raggio di luna che filtrava attraverso le nuvole, o qualche lampo che anticipava la venuta del tuono poco distante. Katsuki rallentò il passo, Izuku gli si mise al fianco, indicando la struttura che doveva essere senza alcun dubbio la cripta di cui avevano parlato i due ragazzi più grandi. Si fermarono davanti all’ingresso, chiuso da un cancelletto che anche un bambino con un po’ di sforzo avrebbe potuto aprire, sprovveduta di un serio lucchetto che impedisse l’accesso ai visitatori occasionali.
Il ragazzo era più che sicuro che quella non fosse la prima volta che ragazzi della sua età, o forse più giovani, entrassero nel cimitero di notte. Il posto però sembrava in ordine e molto pulito, segno che ci doveva essere un custode che teneva particolarmente al suo lavoro.
Alzando gli occhi notò che una piccola telecamera aveva il tasto rosso luminoso acceso, probabilmente in funzione.
-Kacchan…- sussurrò, appendendosi alla sua camicia, strattonandola appena, come se qualcuno potesse osservarlo: -La telecamera è accesa…-
-Non essere sciocco. Se fosse stata accesa non ci avrebbero mandato qui. Sarà sicuramente rotta, come ogni cosa che viene pagata con i soldi pubblici della città.-
-E se qualcuno ci stesse guardando? Se chiamassero la polizia?-
-Sta zitto Deku! Se vuoi entrare con me, entra. Altrimenti rimani fuori. Non m’interessa di tutte le tue paranoie. Fai come cazzo vuoi!-
Izuku non aggiunse altro. Sui due ragazzi calò il silenzio e Katsuki iniziò ad armeggiare con il cancello, riuscendo ad aprirlo dopo tre tentativi.
-Ehi. Che cosa potremmo prendere all’interno?- domandò Izuku, volendo riprovare a costruire un discorso civile con l’altro.
-La cosa più vicina andrà bene.- biascicò il ragazzo, abbassando lo sguardo, spingendo il cancello scricchiolante in avanti e guardando, nervoso, dietro di lui con un rapido movimento, come se il silenzio del cimitero, interrotto solo dal rombo dei tuoi, fosse più rumoroso della casa della confraternita.
Izuku sentì il cuore che accelerava.
Possibile che fosse bastata la scomparsa della luna e l’apertura di un cancello chiuso per farlo sentire così intimorito da quel posto?
Sbirciò verso Katsuki, e trovò riflessi sul suo volto i suoi stessi pensieri.
Forse rispetto a lui il ragazzo nascondeva le sue emozioni con più facilità, ma era sicuro che in quel momento fosse nervoso dall’assenza di una luce sufficiente a vedere l’interno della struttura. Non avevano nemmeno i loro cellulari per aiutarsi, quindi entrare lì dentro significava fare un salto nel buio.
Dopo alcuni istanti di stallo, in cui nessuno dei due voleva fare il primo passo, fu Katsuki quello a muoversi per primo, biascicando una bestemmia e immergendosi nell’oscurità.
Izuku lo seguì pochi istanti dopo, finendogli contro, dato che il ragazzo si era fermato dopo aver fatto solo pochi passi: -Ehi, Kacchan…- biascicò, affacciandosi dal suo fianco e iniziando a osservare il luogo in cui si trovavano.
Abituandosi all’oscurità in maniera graduale i suoi occhi riuscirono a mettere a fuoco quello che c’era all’interno della cripta.
E quello che riuscì a vedere non gli piacque neanche un po’.
Al centro della sala, dove doveva trovarsi la bara del sindaco, c’era effettivamente il feretro di pietra, ma era misteriosamente aperto e il coperchio pesante si trovava poggiato vicino essa.
Il busto arcigno di quello che doveva essere il ritratto dell’uomo era poggiato su una piccola mensola scavata nella pietra, due ceri erano poggiati ai lati e per terra, vi era qualcosa che ancora non riusciva a identificare, forse corone di fiori o qualcosa di simile. Fortunatamente due mazzi di fiori erano buttati proprio vicino all’ingresso della stanza in cui si trovavano e Katsuki si piegò lentamente per prenderne, per usarlo come prova di essere entrato in quel posto.
-Kac- un gesto stizzito dell’altro lo interruppe prima che potesse completare la domanda.
-Quante volte ti ho ripetuto di non parlarmi? Andiamo!- urlò il ragazzo, esasperato.
Il cielo rombò nuovamente.
Poi ci fu uno strano verso nell’aria, come di qualcuno che torna lentamente in vita. Un verso gutturale e spaventoso si levò dalla tomba di pietra.
-K-Kac-Kacchan…- bisbigliò ancora una volta il ragazzo, convincendosi che doveva essere solo il vento a giocargli brutti scherzi.
La luminosità improvvisa e accecante lo mostrarono in tutta la sua spaventosa mole. Quella che sembrava una figura umana avvolta in un bozzolo, con due occhi iniettati di sangue, fu illuminata dalla luce, mentre si alzava dalla tomba di pietra.
Fu solo Izuku a urlare, e fu il primo a scappare dalla cripta, portandosi dietro la corona di fiori che era sfuggita di mano a un Katsuki letteralmente pietrificato dalla paura, che venne trascinato quasi di peso a seguire l’altro ragazzo nella sua corsa verso la salvezza. Izuku continuò a correre fino a quando non vide il cancello dell’altro lato del cimitero, sperando che quella cosa non potesse seguirli in alcun modo.
Quando si fermarono, per mancanza di Izuku a continuare a correre, entrambi avevano il fiatone per la fatica.
Katsuki sembrò ritrovare la parola, e si staccò con uno strattone dalla presa di Izuku, che si lasciò cadere a terra, stremato.
-Se dici qualcosa di questa storia a qualcuno…- iniziò, anche lui cercando di fare i respiri più profondi possibili per immagazzinare della nuova aria: -Giuro che ti ammazzo.-
Il ragazzo non diede molto peso a quelle parole, riceveva minacce di morte da parte dell’altro praticamente un giorno sì e l’altro pure. Era decisamente più facile sfuggire a lui piuttosto che a uno zombie.
-Secondo te che cos’era?- chiese, ripensando alla strana creatura.
-Che cazzo ne so?- ribatté l’altro, volendo chiudere il discorso.
La macchina dei ragazzi più grande lampeggiò, facendogli intendere che dovevano sbrigarsi a tornare.
-Deku, davvero. Una sola parola e sei morto, siamo intesi?-
Izuku annuì, nemmeno lui voleva raccontare in giro di come aveva urlato ed era scappato via.
-Comunque avevo ragione io.- soffiò Katsuki, assumendo un ghigno divertito.
-In cosa?-
-Sei scappato come una femminuccia.-
 
Nella cripta, intanto, il bozzolo sbatteva gli occhi, liberandosi dal maledetto sacco a pelo e mettendosi la sciarpa al collo, infreddolito. Poi, guardò l’orologio e sospirò. Si era addormentato di nuovo.
Quei maledetti ragazzi non arrivavano mai, lui crollava dal sonno, sdraiato all’interno di un vano di pietra e guarda caso, il sacco a pelo lo portava sempre con lui. Non avrebbe dovuto accettare la richiesta di Toshinori, soprattutto non dopo un’estenuante giornata di lavoro e correzione dei temi.
-Ah, ah, ah!- la potente voce dell’altro arrivò alle sue orecchie, come evocato. Poco dopo lo guardò entrare con una torcia elettrica stretta tra le mani e il suo solito sorriso a trentadue denti: -Gli hai fatto prendere un bello spavento Aizawa!- concluse, ridendo.
Se lo conosceva bene – e lo conosceva bene ormai – si era goduto tutta la scena da dietro qualche anfratto del cimitero. Magari aveva fatto anche un video a quei poveri ragazzini.
-La prossima volta non contare su di me.- gracchiò Aizawa, stiracchiandosi e uscendo dalla bara, vuota da più di 100 anni. In realtà non c’era mai stato nessuno al suo interno. Il sindaco era stato sepolto da tutt’altra parte. Quella costruzione era solo per rappresentanza.
-Lo dici ogni volta.-
-Ma questa volta dico sul serio.- si avvicinò a lui e si lasciò cingere dal braccio libero dalla torcia: -Devi farti smettere di coinvolgere nelle cerimonie di iniziazione dei novellini.-


E mi infilo anche in questo fandom!
Spero di scriverci più spesso. Ammetto di aver corretto la storia di fretta, mi è sfuggito sicuramente più di un refuso. Appena mi riprendo un attimo ricontrollerò tutto.
Grazie per la lettura <3
   
 
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