Ringrazio
anche solo chi legge.
Piccola
scena Stormpilot, ambientata in Episodio
VIII°. Leggero What if.
★Autore:
Kamy
★Fandom:
Star Wars.
★
Iniziativa: Questa storia partecipa al “NEON Lights
challenge” a cura di Fanwriter.it!
★
Numero Parole: 528.
★
Prompt: NEON 02.
Scritto
in cielo
Finn
camminava guardandosi intorno, aveva gli occhi
sporgenti e liquidi, il suo corpo ignudo era coperto da una busta di
plastica
trasparente ricolma d’acqua, che schizzava da una serie di
buchi.
“Finn,
vieni qui. Va tutto bene” lo rassicurò Poe. Lo
raggiunse e lo condusse con sé in un’altra stanza.
Gli sfilò la busta e lo vide
tremare.
Finn
lo guardava con aria confusa.
“Dove
sono? Chi sono? Che è successo?”
balbettò.
Poe
si sfilò la giacca di pelle e gliel’avvolse sulle
spalle, facendolo sedere su una sedia.
“Il
miglior pilota dell’universo” lo riconobbe Finn.
Poe
lo premette contro il proprio petto e lo cullò,
ridacchiano.
“Lieto
sia la prima cosa che ti sei ricordato”
sussurrò.
Finn
strinse gli occhi e gli strofinò il viso contro
il petto coperto da una larga maglietta.
<
Lui ha ‘guidato’ la mia vita. Sin da bambino non
ho conosciuto niente. Dati, allenamenti, istruzioni, programmazioni
mentali.
Che sia la forza o un computer, le nostre anime vengono violate.
Lui
mi ha dato un nome, uno scopo, una vita… >
pensò.
“Ora
mi ricordo anche di essere una ‘feccia
ribelle’”
scherzò.
Poe
fece una risata calda e Finn rabbrividì di
piacere, ma le sue labbra erano ancora bluastre.
“Se
mi aspetti qui ti recupero dei vestiti. O prima
preferisci che ti prepari qualcosa di caldo?” chiese il
pilota. Lo guardò in
viso, i suoi occhi fissavano quelli dell’altro, riflettendosi
in essi.
“Dov’è
Rey?” domandò Finn, Poe fece un respiro
profondo.
“’Sta
tentando di diventare la futura speranza jedi
della galassia o qualcosa del genere” ammise.
Si
sentirono dei bip e, rotolando, BB8 entrò correndo
nella stanza, tra le braccine metalliche portava dei vestiti. Poe si
affrettò a
chiudere la porta alle spalle del droide.
“Tu
non ti vergogni, però non vuoi che altri mi
vedano. Sei davvero gentile” ammise Finn. Alzò lo
sguardo e vide che l’ambiente
oscuro era illuminato da una luce al neon candida, il cui bagliore si
rifletteva sulle pareti. Riportava la scritta: “It’s
written in the sky”.
“Questa
è la mia stanza. Non mi va che nessuno ti veda
con le chiappe al vento” sussurrò Poe.
Finn
deglutì, le guance arrossate e le orecchie
bollenti.
<
È scritto nel cielo > lesse le parole della
luminaria.
“Come
il nostro incontro” bisbigliò.
Poe
si sedette accanto a lui e iniziò ad aiutarlo a
infilarsi i boxer, Finn gli avvolse le braccia intorno al collo, il
fiato
mozzato e il respiro veloce.
“Non
c’è bisogno, davvero”
biascicò. La voce gli uscì
particolarmente stridula.
“Sai,
penso anche io fosse scritto nelle stelle il
nostro incontro. Insomma, dovevo essere tuo prigioniero, ed invece ci
siamo
salvati a vicenda. La morte finora ha cercato di separarci innumerevoli
volte e
continuerà a farlo, ma… Rischierei la vita
dell’intero universo, ma la tua no.
Non voglio vederti combattere questa guerra, per quanto ti voglia al
mio
fianco. T’implorerei di non andare se potessi”
ammise Poe. La voce gli era tremata.
Finn
gli passò la mano scura sul viso e gli accarezzò
le labbra.
“Non
puoi chiedermi di starti lontano. Voglio solcare
questi cieli con te” mormorò.
“Lo
so” rispose Poe. Chiuse gli occhi e lo baciò.