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Autore: juvia_89    20/01/2018    3 recensioni
Questa storia è ambientata una decina d'anni dopo la seconda serie del franchise, ovvero Pretty Cure Max Heart, e vede come protagoniste le due eroine, ormai adulte, Nagisa e Honoka, la quale sarà messa davanti ad una realtà davvero struggente per lei.
Genere: Angst, Drammatico, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Hikari Kujo/Shiny Luminous, Honoka Yukishiro/Cure White, Nagisa Misumi/Cure Black
Note: AU | Avvertimenti: Incompiuta
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Honoka aprì gli occhi.
Era una giornata leggermente ventosa, ma non eccessivamente fredda: di fatto la primavera si era ormai del tutto impossessata della piccola città in cui viveva da sempre, assieme al suo dolce ed inseparabile amico Chutaro.
Si soffermò per un istante con lo sguardo sul piccolo altare che aveva costruito nella sua stanza e disse piano: “Ciao, Nonna.”
Quell’altare era infatti dedicato a Sanae, la sua maestra di vita, il suo mentore, che era scomparsa parecchi mesi prima; purtroppo la ragazza non aveva ancora superato completamente il lutto, e la rattristava ancor di più il fatto che questo fosse il primo compleanno in assoluto passato senza quella che indubbiamente si era dimostrata una delle migliori compagne di vita per lei.
Si trattava proprio del fantomatico 4 aprile, l’unico giorno in cui poteva vedere i suoi genitori, che non erano riusciti a rincasare dal lavoro nemmeno per il funerale della compianta Sanae.
In quell’occasione infatti, solo Nagisa ebbe la premura di starle vicina e tenerle compagnia, rinunciando ad un week end in montagna con Shogo, per assicurarsi che la sua migliore amica non rimanesse sola e non si chiudesse troppo in sé stessa, com’era solita fare nei momenti bui.
Il fatto che fosse il giorno del suo compleanno non rendeva Honoka particolrmente triste o felice, se non per un fattore di non poca importanza: avrebbe visto Nagisa.
Le due ragazze nei due anni passati assieme combattendo contro Dotsuku avevano stretto un legame profondo, che le aveva rese più mature e più forti, un legame che anche anni dopo il compimento della loro missione come Pretty cure si era consolidato, creando le basi per una sincera ed inestinguibile amicizia.
Quel giorno si sarebbero dovute trovare da Akane, che da qualche anno aveva aperto un locale, per festeggiare assieme ad Hikari ed Hikaru il compleanno di Honoka.
La ragazza avvertiva però una stana sensazione, come un brutto presentimento, come se qualcosa in quella giornata che si prospettava divertente e spensierata avrebbe potuto aggiungerci una nota stonata e renderla in qualche modo triste, o dispiaciuta.
Alzandosi dal letto, cercò di scacciare quel pensiero dalla mente, concentrandosi su ciò che l’aspettava una volta uscita di casa quella mattina e sulla cena prenotata dai suoi genitori al ristorante, che prevedevano di rincasare nel tardo pomeriggio.
Durante il tragitto che separava casa sua al bar di Akane, pensò a Nagisa.
Era da ormai parecchio tempo la sua migliore amica ed insieme avevano condiviso moltissimi ricordi che le avevano segnate indelebilmente; nonostante il loro rapporto fosse sempre stato sincero e senza segreti, Honoka aveva sempre guardato la ragazza con occhi intrisi di ammirazione e aveva sempre considerato il loro rapporto più di una semplice amicizia.
Nagisa aveva detto più volte di ammirarla, ma erano sempre stati episodi scolastici o sportivi, in occasione dei quali l’amica si sentiva, a detta sua, inferiore, malgrado non avesse nulla da invidiarle.
Venne distratta dai suoi pensieri da un grido: “Honokaaa!! Non posso crederci! È il tuo compleanno, mettici un po’ di entusiasmo!!”
Naturalmente era Nagisa, che con una gran corsa le venne incontro e le disse ridendo: “Buon compleanno, vecchietta!”.
“Mi chiami così solo perché hai qualche mese in meno di me, ma guarda che anche tu quest’anno compirai venticinque anni!” disse contrariata Honoka, lasciandosi scappare un sorriso: tutte le sue preoccupazioni erano scemate in un momento, grazie alla solarità dell’amica.
Si diressero assieme verso il locale, dove le aspettavano Hikari, suo fratello minore e Akane, che aveva riservato un tavolo esclusivamente per loro.
I fratelli fecero i loro auguri alla festeggiata e, tutti assieme si diressero verso il tavolo, che era già stato addobbato a dovere dalla proprietaria del locale, felicissima di ospitare i quattro amici per quell’occasione speciale.
“Come sta Ryouta?” chiese subito Hikaru, i ragazzi avevano infatti la sessa età e frequentavano la stessa scuola.
“Come al solito” sbuffò Nagisa “Quando non gioca a calcio, sta attaccato ai videogames e viceversa! Non studia per niente e poi ovviamente si lamenta dei voti bassi che prende a scuola, quello scemo!”
“Dovresti essere l’ultima a criticarlo per questo”, rise Honoka “anche tu a scuola sei sempre stata sul filo del rasoio per quanto riguardava i voti!”.
“Se pensi di potermi prendere in giro gratuitamente solo perché è il tuo compleanno, ti sbagli di grosso cara! Mangerò tutta la tua torta e ruberò tutti i tuoi regali!!”
Fu così che, tra una battuta e l’altra, la mattinata trascorse in fretta, lasciando spazio all’ora di pranzo; Hikari ed Hikaru salutarono le due amiche e si diressero al centro commerciale, con lo scopo di fare qualche commissione per Akane, che ancora li ospitava, mentre quest’ultima servì alle ragazze il pranzo: due fumanti porzioni di takoyaki, la sua specialità.
Honoka notò però che Nagisa iniziava a comportarsi in modo strano: guardava spesso verso il basso, come spesso faceva quando si sentiva a disagio o in imbarazzo, ma ad un certo punto, guardandola di scatto negli occhi le disse: “Senti Honoka, voglio farla breve, è una cosa molto importante per me e non ho mai avuto dubbi che fossi tu la persona giusta per svolgere questo compito”.
La ragazza non aveva mai avuto un’espressione così seria, se non in battaglia, così Honoka si inquietò, e non poco: forse la stata sensazione percepita la mattina non era del tutto infondata.
“Io e Shogo il prossimo anno ci sposeremo.” Ecco il primo macigno.
“E... Vorrei che tu e solo tu fossi la mia damigella d’onore, voglio solo te. Nessun altro.” Questo era il secondo peso che si era sganciato, ed era andato a finire dritto sulla schiena di Honoka, che per un attimo rimase paralizzata.
La ragazza cercò in una frazione di secondo di ricomporsi, di sembrare felice per la sua migliore amica e di non mostrare neanche una minima parvenza di cedimento, di fronte a quella notizia, che la amareggiava tanto.
Nagisa glielo aveva chiesto sicuramente in buona fede, non avrebbe mai pensato che una responsabilità del genere per Honoka rappresentasse un fardello così grande.
Le faceva male il cuore, ma doveva resistere, per sé stessa ma soprattutto per la sua amica.
“Io… Oh Nagisa, è una notizia fantastica! Sarei davvero orgogliosa di essere la tua damigella d’onore!!”
Esclamò, abbracciandola istintivamente per nasconderle gli occhi che le stavano diventando lucidi.
“Honoka… Grazie mille, davvero, non sai quanto questo sia importante per me e pensavo potessi pensare qualcosa di sbagliato su di noi!” disse l’amica stringendola forte a sé; le sembro quasi di percepire un singhiozzo, ma pensò di essersi sbagliata e ricacciò indietro quel pensiero.
Honoka si ricompose e strinse a sua volta l’amica, ridendo: “Come avrei potuto giudicarvi, in fondo vi ho fatti conoscere io, sciocchina!” e la baciò su una guancia, l’unico posto in cui avrebbe potuto sperare di baciarla d’ora in poi, pensò con amarezza.
Le ragazze rimasero ancora un po’ assieme, scherzando e ricordando i vecchi tempi, quando parecchi anni addietro, da malapena conoscenti che erano, si scoprirono assieme prescelte per ricoprire il ruolo di paladine del Giardino della Luce.
Quando Nagisa la salutò, Honoka sentì una fitta al cuore e cercò di reprimere tutta quella tristezza che cercava di risalirle il petto e la soffocava, tenendola per la gola.
Doveva essere felice per la sua migliore amica, punto.
Non aveva alcuna possibilità di cambiare le cose, Nagisa aveva trovato chi l’amava e l’apprezzava appieno ed era un bene che quella persona fosse Shogo, con il quale la ragazza stava assieme ormai da parecchi anni.
La ragazza si diresse lentamente verso casa sua, doveva prepararsi per accogliere i suoi genitori e, mentre chiudeva la porta di casa alle sue spalle, scoppiò in un pianto liberatorio.
Era felicissima di esser stata scelta da Nagisa come damigella d’onore, come testimone del suo amore con Shogo, ma lo sarebbe stata ancor di più se la ragazza l’avesse scelta per stare al suo fianco, anche se in fondo, sapeva che quell’opzione sarebbe stata realizzabile solo nelle sue fantasie.
Si rannicchiò nel cortile interno della casa e Chutaro la raggiunse, scodinzolando incuriosito.
“Ebbene sì, amico mio” disse singhiozzando “sono proprio una pessima damigella d’onore”.
  
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