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Autore: Xanaxei    20/01/2018    0 recensioni
{ SPOILER ALERT }
Tsuna è diventato il Decimo Boss dei Vongola a tutti gli effetti.
Nel corso degli eventi, però, dovrà prendere un'importantissima decisione... sarà in grado di tener onore ai propri doveri? Oppure dimostrerà di essere il solito ImbranaTsuna?
Una nuova stella sta nascendo e faremo nuovamente la conoscenza di Reborn, il quale mostra un aspetto diverso rispetto al passato.
Sta per ricominciare la sua carriera da insegnante privato.
E non ci andrà mica leggero.
Perché lui è
Tutor... Hitman... REBORN!
Genere: Avventura, Azione, Science-fiction | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Hayato Gokudera, Nuovo Personaggio, Reborn, Tsunayoshi Sawada, Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Era una giornata di pioggia, le goccioline ticchettavano sulla finestra con tormento. Una mano, fu poggiata sulla vitrea superficie e gli occhi color nocciola osservavano il buio paesaggio innanzi ad essi.

Era passato più di un anno da quando non aveva avuto più sue notizie e una sorta di malinconia le attorcigliava lo stomaco, quasi a bloccarle qualsivoglia movimento avesse intenzione di fare.

Successivamente, gli angoli della bocca si innalzarono, non appena videro i luminosi fari della limousine corvina fermarsi di fronte all’appartamento.

«È… tornato, finalmente» disse lei, con voce tremolante, girandosi e affrettandosi ad andare verso l’entrata di casa.

 

Una mano affusolata aprì la portiera del veicolo, mentre con la libera teneva innalzati due ombrelli neri: uno per sé e il secondo che, subito dopo tese in avanti, per l’uomo all’interno della macchina.

«Si sbrighi. Non vorrete prendervi un raffreddore! Vostra moglie si prenderà pensiero, altrimenti».

L’uomo poi si fece un po’ più in là, cosicché il coetaneo gli si mettesse vicino, sotto l’ombrello.

«Ti ringrazio infinitamente, Gokudera-kun» disse semplicemente questo, sorridendo «Spero proprio che non si arrabbi, allora».

 

Aveva il cuore in tumulto, i capelli lunghi e rosso carota le erano cresciuti parecchio negli ultimi anni. Giacché, sembrava davvero cresciuta rispetto all’ultima volta.

Vide la maniglia dorata girarsi e poi la porta spalancarsi. I suoi occhi si illuminarono alla vista del consorte.

Era cambiato anche fisicamente: gli occhi e i lineamenti del viso erano più marcati, sebbene restassero gentili, come il suo rassicurante sguardo.

«Tsu-kun!» esclamò la donna, allacciandogli le braccia al collo.

L’uomo mormorò, invece, solo un flebile “Kyoko”, mentre con dolcezza la stringeva a sé.

I due stettero in silenzio per diversi minuti, senza proferire alcunché. Finché Tsuna, ora il Decimo Boss dei Vongola, non avvicinò le loro labbra in un lungo bacio. Un bacio che sapeva di passione, malinconia e mancanza d’affetto, essa creatasi in quei suoi mesi d’assenza e lontananza da lei.

 

Il giorno dopo, Kyoko salutò l’uomo all’interno della limousine e, una volta che il veicolo fu lontano dalla sua vista, la donna si toccò lo stomaco con entrambe le mani e lo osservò, facendosi scappare un piccolo risolino.

«Chissà…»

 

Passarono ben quattro mesi e finalmente il Decimo Boss dei Vongola poté prendersi degli attimi di respiro.

Nel tragitto, continuava a stringere tra le mani una bianca lettera che odorava di rose e spontaneità.

Gokudera si sistemò il cappellino da autista e, subito dopo, andò ad osservare la figura che appariva sullo specchietto retrovisore.

«Non potete immaginare quanto io possa capirvi in questo momento, Decimo» fece l’uomo al volante, vestito di tutto punto, in giacca e cravatta. Il Decimo, poi, non n’era da meno.

Tsuna si sistemò meglio sul sedile, rilassando le spalle.

«Sono felice, Gokudera-kun. La famiglia… sta per allargarsi».

Gokudera sorrise, tornando a guardare la strada davanti a sé. Il Decimo era di buon umore e lui non poteva che esserne orgoglioso, sia come suo Braccio Destro e, soprattutto, sia come suo amico.

Una volta arrivati, il Boss non poté aspettare oltre e così uscì dalla macchina quasi correndo.

Aprì la porta di casa con uno scatto ma, stranamente, si impietrì.

Sgranò gli occhi e istintivamente fece un passo indietro.

«Kyo...» il suo nome gli morì in gola, poi cacciò un forte urlo e si inginocchiò in terra, sopra quella pozza di sangue.

Kyoko. La sua Kyoko, era rivolta a pancia in giù sul pavimento e, non appena Tsuna la girò, poggiandole la testa sulle sue ginocchie, poté quindi notare una profonda ferita provenire sullo stomaco e, cosa più strana, persino su zone più delicate sotto al basso ventre.

In quel momento, nella stanza entrò pure Gokudera, il quale aveva sentito le urla fino al pian terreno.

«Signor Decimo! State ben—»

«Presto, dobbiamo subito dirigerci in ospedale!» fece il Boss con tono tremolante ma allo stesso tempo, autoritario «Non c’è un secondo da perdere».

Gokudera lo guardò e poi, senza dire niente, affiancò il Decimo e lo aiutò a trasportare il corpo svenuto della donna fino alla macchina.

 

Furono ore di pura agonia per il Neo Vongola Primo. Il quale, seduto in sala d’aspetto, era con la schiena china e tenersi il capo con entrambe le mani.

Lo sapeva: essere un Boss della mafia avrebbe comportato solo che guai. Ma alla fine aveva accettato, perché proteggere i suoi cari era la cosa più importante al mondo, la sua vera missione nella vita.

Tuttavia, aveva fallito. Se l’erano presa con Kyoko… e la loro piccola creatura. Tsuna non sapeva nemmeno chi fosse l’artefice di quel disgustoso quasi-delitto.

 

Passò mezz’ora, un Dottore gli chiese di seguirlo per parlargli in privato. Il viso di Tsuna parve ancora più stanco e stressato, a fine conversazione.

«La donna sta bene» aveva detto — difatti, Tsuna si era tranquillizzato «Tuttavia… Mi dispiace, signor Sawada».

Il Decimo trattenne le lacrime ma parve che le brutte notizie non fossero affatto finite.

«Sua moglie ha davvero avuto un colpo di fortuna a scampare alla morte.

Purtroppo, però, uno dei due proiettili che l’ha colpita le ha fatto riportare danni inspiegabili interni, sotto al basso ventre. Perciò, non sarà più in grado di iniziare altre gravidanze. Anzi, penso che non possa permettersi di farlo mai più».

A Tsuna mancò il fiato ma nonostante questo, cercò di essere l’adulto che era.

La cosa gli puzzava: avevano usato precisamente due proiettili e, a quanto pareva, per l’artefice, tutto era andato liscio come l’olio. Sembrava studiato a tavolino, tant’è che Tsuna optò per affermare che si trattassero di altri proiettili speciali, totalmente diversi da quelli Dell’Ultima Volontà.

 

Quando il Decimo tornò da lui, Gokudera s’alzò da una delle sedie della sala d’aspetto, agitato.

«Allora, Decimo. Kyoko-san come sta?»

«Si sta riprendendo» aveva risposto, cupo. Gokudera lo aveva notato subito, perciò si preparò al peggio.

Tsuna lo guardò intensamente, stringendo i pugni.

Dietro loro due, si manifestò un’alta figura in completo nero e cappello italiano del medesimo colore.

Tsuna lo chiamava “l’Angelo senza Ali”, altri lo conoscevano come il sicario più forte e astuto nel mondo.

Gokudera lo vide subito, poi fece cenno al suo Boss di girarsi; quand’egli lo fece, il nuovo arrivato lo salutò come suo solito.

«Chaos, Tsuna» fece, con tono mascolino e rauco, decisamente diverso da quando era solo uno dei Sette Bambini Maledetti degli Arcobaleno.

«Bisogna organizzare una riunione urgente» aveva iniziato «Dobbiamo parlare del destino dei Vongola».

Reborn fece una piccola pausa, Tsuna lo guardò spaesato, mentre il Braccio Destro si fece avanti, cercando di capire quanto possibile. Ciononostante, aveva già un’idea di come sarebbe andare a finire.

«Di cosa stai parlando?»

Reborn si tenne il cappello con una mano e, leggermente, si coprì con esso la fronte.

«Non possiamo ignorare ciò successo quest’oggi. Considerando che non sappiamo come potrà svolgersi il Destino, bisogna sempre essere pronti all’evenienza.

Per questo motivo...» il sicario parve più serio che mai «Bisogna decidere l’Erede che prenderà il posto di Tsuna come Undicesimo Boss a Capo della famiglia Vongola».

Tsuna non riusciva a muoversi ma era vero: aveva bisogno di un erede che portasse avanti la famiglia. Ma non voleva che a quel povero malcapitato accadesse ciò che era accaduto a lui qualche anno prima.

Tuttavia, ripensandoci, era un compito a cui non poteva scappare.

Ormai, aveva smesso di farlo da fin troppo tempo.

«Va bene» aveva, quindi, dato il suo consenso «Faremo come hai suggerito tu, Reborn».

 

All’interno d’una stanza lussuosa ed enorme, vi era un grande tavolo rotondo composto da sette poltrone messe tutt’attorno ad esso.

«Hibari-san è in ritardo» aveva detto Ryohei, controllando per la terza volta l’orologio sul suo polso.

Tsuna sospirò, poi si alzò dal suo posto di Capo Famiglia. Tutti si fecero attenti, ascoltandolo.

Per quanto fosse un Boss a tutti gli effetti, Tsuna non si era ancora abituato a questo suo incarico davvero fin troppo importante.

Prese un altro respiro.

«Non preoccupatevi. Come al solito, sarà Kusakabe-san a riferire ogni cosa ad Hibari-san, prendendo il suo posto alla riunione e facendogli, così, da sostituto».

Gokudera sbuffò e, incrociando le braccia, emise una smorfia.

Yamamoto poggiò un braccio sul tavolo, inclinando il capo di lato «Cosa c’è che non va, Tsuna?»

Erano tutti al corrente di ciò che era successo a Kyoko l’altro ieri, tuttavia, nessuno era a conoscenza di come Tsuna avrebbe gestito la cosa, considerando che quella era stata una riunione del tutto improvvisa.

«Innanzitutto, vi ringrazio per i bei fiori e per le belle lettere inviate a mia moglie. Le ha molto apprezzate» aveva iniziato, cercando di smorzare un po’ gli animi. Una sfida persa in partenza, dato il motivo della riunione «Comunque sia, ciò che è accaduto è inammissibile e mi occuperò io personalmente a prendermi la briga di scovare il colpevole».

Detto ciò, ci furono gli altri guardiani che, ovviamente, si proposero di dare una mano al loro Capo.

«Infine, ho preso un’importantissima decisione».

Tsuna, alle volte, sembrava effettivamente cambiato. E quella volta non fu da meno.

«Gokudera-kun» il Boss si riferì al suo Guardiano della Tempesta, il quale s’alzò di colpo dalla sedia, non appena si sentì interpellato «Mi dica pure, Decimo!»

«Lo so che stai per diventare papà e forse questo potrebbe essere una richiesta inopportuna per un neo genitore, tuttavia...» Tsuna lo guardò intensamente, determinato più che mai «Sei l’unico, qui dentro, che ha una forte parentela con la famiglia Vongola. Di conseguenza, il nascituro che tua moglie porta in grembo, è un buon partito per diventare l’Undicesimo Boss di questa famiglia».

Gokudera non seppe cosa dire.

Si sentì senz’altro lusingato, ciononostante provò quasi paura per quella richiesta.

«Decimo, io...»

«Se non te la senti, dillo ora. Non devi crucciarti, in caso cercheremo un altro modo».

No. Non poteva deludere il Decimo in questa maniera.

«Accetto la vostra offerta» alla fine, Hayato aveva dato il suo consenso.


 
   
 
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