Fumetti/Cartoni europei > Miraculous Ladybug
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Autore: Jack Joker    21/01/2018    0 recensioni
Una studentessa scopre di avere dei super poteri e decide di usarli per combattere le Akuma, farfalle in grado di controllare l'animo delle persone. Accanto a lei c'è il carismatico Chat Noir, un ragazzo che cerca di sconfiggere Papillon, il malvagio che controlla le Akuma. I due portano una maschera che cela le loro vere identità e nella vita reale sembrano non conoscersi... eppure la curiosità di smascherare l'altro è troppa e alla fine le maschere cadranno. Ma sarà la fine per entrambi...
Genere: Azione, Fantasy, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Adrien Agreste/Chat Noir, Alya, Gabriel Agreste, Marinette Dupain-Cheng/Ladybug, Papillon
Note: AU, Missing Moments, What if? | Avvertimenti: Contenuti forti, Spoiler!, Violenza
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Potevo correre o potevo rimanere. Due erano le scelte ed io ne trovai una terza. Potevo combattere e questa era l'unica scelta che non avevo mai rifiutato. 

Ero senza potere... ed un suono familiare mi diceva che il tempo era giunto al termine. Corsi in avanti tentando di avvicinarmi ma un colpo ben assestato dai nostri nemici creò una frattura nel pavimento. Lo squarcio si allargò e la terra mi si sgretolò sotto i piedi. Caddi e sentii le ossa del braccio rompersi. Urlai con quanto fiato avevo in corpo e vidi tikki comparire davanti i miei occhi, non era mai un buon segno. Il dolore si calmò immediatamente e feci forza sul braccio sano per alzarmi. Le ossa erano al posto giusto e si risaldavano ma il dolore non scomparve mai del tutto. 

Guardai davanti a me, eravamo entrati nella base operativa di Papillon. Senza saperlo i nostri nemici ci avevano fatto un favore o forse ci avevano messo in trappola. Cercai ovunque senza trovarlo e poi sotto un trave di acciaio vidi una mano nera spuntare fuori. Corsi come non avevo mai fatto in vita mia. Lui era li, schiacciato da tonnellate di peso ed io caddi in ginocchio con la disperazione impressa sul volto. Volevo chiamarlo, anzi dovevo farlo, per accertarmi che fosse ancora vivo...ma non ci riuscivo. L'avevo sempre chiamato con nomi diversi, ne avevo mille in mente, come erano mille i modi per descriverlo e mille erano le immagini di lui. Quando pensai al modo spensierato con cui mi sorrideva... non riuscii a trattenere le lacrime. 

Non può essere morto, pensavo disperatamente, lui... non mi lascerebbe mai così. 

Afferrai la sua mano e urlai con tutta la voce che avevo in corpo. Dissi il suo nome... il suo vero nome ... e la trave iniziò a muoversi.

Spalancai gli occhi, ero nella mia stanza, era stato solo un sogno. Un sogno molto reale. Ansimavo e le coperte sembravano soffocarmi. Cosa avevo visto? mi chiedevo senza trovare alcuna risposta. Eppure c'è l'avevo sulla punta punta della lingua ma aprii la bocca e non ne venne fuori nulla. Qual'era ? Mi chiedevo con gli occhi spalancati e le coperte strette nei pugni. Qual'era il nome che avevo gridato? Chi c'era sotto la trave?

  
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