Crossover
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Autore: Son Goku97    21/01/2018    4 recensioni
Michael era un ragazzo come tanti che faceva una vita come tanti, finché qualcosa scuoterà per sempre la sua vita cambiandola radicalmente. Michael risulta essere un Soul Paladin, guerriero mandato da Dio per sconfiggere il male che si sta risvegliando inesorabilmente e questa volta non punterà soltanto al nostro universo, ma al multiverso. Michael si troverà a dover proteggere le persone a cui tiene e si troverà a lottare al fianco degli eroi che lo hanno accompagnato per tutta l'infanzia. Riuscirà Michael a sconfiggere il male?
Genere: Avventura, Azione, Comico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Anime/Manga
Note: Cross-over | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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L’inizio di tutto – Parte 1
 
Son Goku97: Salve a tutti ragazzi io sono Son Goku97 e questa è la mia prima FanFiction su questo sito. Spero vi piaccia! Mi scuso se c'è qualche errore e ripetizione, cercherò di migliorare :-). Detto ciò vi auguro buona lettura!  

Si dice vi siano vite unite fra loro nel tempo, legate da un'antica chiamata, che riecheggia nelle Ere.
 
Io mi chiamo Michael, sono un ragazzo che ama stare fuori dai guai, non amo una vita complicata. Mi piacciono molto i manga. Non ho molti hobby proprio perché mi stanco in fretta delle cose e condivido questa mia passione dei manga e degli anime con un mio amico Andrea. Vivo in un paese di montagna dove non succede mai nulla. Ho quindi una vita noiosa; ma a me piace così, o meglio piaceva…….
Tutto cominciò diverso tempo fa in una fredda serata di dicembre…… 


<< Va bene ci sentiamo più tardi su Skype, ora vado che mi sto congelando >>Disse un ragazzo da sotto la sciarpa.
<< Si si tranquillo, ti scrivo più tardi >> risposi io tutto infreddolito.
<< Però non fare al solito tuo che poi ti dimentichi sempre di scrivere e tocca scrivere a me >> disse l’altro da sotto la sua sciarpa.
<< Si mi ricordo Andrea non preoccuparti >> gli risposi piuttosto seccato ed ansioso di andare.
Detto ciò ci dividemmo per tornare ognuno alle rispettive case. Già perché quella sera non prendemmo la strada in comune per tornare alle nostre case e ciò fu un grosso errore. Le case di me e di Andrea non distano neanche 10 minuti a piedi solo che quella sera decidemmo di fare una passeggiata più lunga e di passare per un’altra strada, una strada più lunga ed estremamente silenziosa la sera. Così ci separammo ed io mi misi le cuffiette come mio solito prima di tornare a casa. Dopo qualche istante cominciai a sentirmi osservato; era un periodo che mi succedeva spesso, anche a scuola prima che la finissi. Ma quella sera era diverso, c’era qualcuno che mi seguiva. Inizialmente pensavo si trattasse di quelle strane paranoie che vengono alle persone quando si trovano in luoghi isolati e poco illuminati ma, cominciai a ricredermi quando, da dietro alcuni alberi che costeggiavano la strada provenne uno strano rumore, come di qualcosa che calpestava le foglie secche ai piedi degli alberi. Mi tolsi le cuffie e le rimisi in tasca. Mi voltai di scatto ma, non vi era proprio nessuno. Come si può sentire dei passi, di sera, in una strada senza che ci sia nessuno? Bella domanda. Non lo sapevo e non lo volevo scoprire. Affrettai il passo e mi diressi nei pressi della via laterale che era sia ben illuminata che ben frequentata. Intanto il rumore che proveniva dalle mie spalle si faceva sempre più nitido e sembrava un insieme di persone che avessero altrettante tipi di scarpe diversi che, ovviamente voltandomi io non vidi. Affrettai ancora di più il passo, ormai c’ero mancava qualche metro all’imboccatura della via. Arrivato all’imboccatura della via e svoltato l’angolo, forse la paura (me la stavo facendo addosso) forse la fretta, non mi accorsi che la strada era chiusa per lavori; infatti una grossa parte della strada era recintata da palizzate metalliche che impedivano a chiunque di cadere all’interno del nuovo varco per i tubi dell’acqua. E si, se ve lo state chiedendo ci diedi una testata contro. Quando mi rialzai mi accorsi che tutto a torno a me regnava un silenzio irreale, anche se fossi riuscito a superare la palizzata sembrava come se il paese fosse deserto. Intanto il rumore di passi era cambiato, si faceva sempre più vicino. Poi improvvisamente si arrestò e rimase un silenzio spettrale rotto solamente dal rumore del vento che con il suo ululare spazzava tutto il paese.
<< Ti prego ditemi che sto sognando >> dissi cercando di autoconvincermi.
Da dietro un vetro di una finestra quello che mi sembrò un uomo, mi stava osservando. Guardandolo meglio effettivamente non era un uomo. Di sera era più difficile da distinguere ma aveva un colorito della pelle nera come una notte senza stelle che sembrava riflettere leggermente la luce. Aveva degli occhi piuttosto larghi e, non so bene di che colore avesse gli occhi ma erano terrificanti; mettevano i brividi soltanto a guardarlo. Sul suo volto si disegnò un’espressione terribile, un’espressione di un selvaggio e di una spietatezza terribile. Indosso aveva soltanto un paio di jeans, era a dorso nudo, aveva un fisico estremamente prestante, in poche parole era un fascio di muscoli. Con un solo pugno spacco il vetro della finestra situata al terzo piano di una casa, saltò sulla ringhiera del balcone e spalancando la bocca mostrò una lingua di dimensioni esagerate si leccò la bocca e “strascicando” le parole mi disse:
<< Tu, ragazzo verrai con me >> mi disse guardandomi con occhi di brace.
<< V…V…Venire dove? No grazie, mamma mi ha insegnato a non andare con gli sconosciuti >> Gli risposi con un filo di voce.
Il mostro lanciando un ruggito infernale, saltò dal balcone e atterrò come se nulla fosse di fronte a me. Io ero completamente esterrefatto. Il solo guardarlo mi dava la nausea, emanava un odore marcescente e un incredibile senso di morte.
Con una velocità incredibile mi colpì al volto con un manrovescio scaraventandomi contro la palizzata in ferro. Mi si avvicinò lentamente e con fare deciso andò per toccarmi con una mano, quando la sua mano si fermo a mezz’aria e rimase fisso a guardare qualcosa. Nel colpirmi aveva fatto uscire dal mio cappotto il crocifisso che portavo al collo, vedendolo il mostro cominciò a parlare in una lingua strana e incomprensibile e si allontanò da me con un balzo.
<< Tu…Cosa diamine sei? Sei un demone >>
Con una risata terrificante l’essere rispose: << Presto noi domineremo il mondo moccioso e allora neppure il tuo Dio potrà proteggerti >> Detta questa frase la sua lingua si allungò e mi si strinse intorno al collo sempre più stretta.
<< Certo che siete davvero disgustosi, sarà un piacere rimandarti a casa >>
Una voce femminile rimbombò in tutta la via. Il mostro quasi non se ne fosse accorto avvolse ancora più forte la lingua intorno al mio collo. Prima che persi i sensi ricordo soltanto una ragazza che con un coltello gli tagliò la lingua. Da li in poi buio completo.
Cominciai a svegliarmi lentamente, non sapevo quanto tempo fosse passato, avevo i sensi offuscati, la testa mi roteava e non riuscivo bene a mettere a fuoco dove mi trovavo. Per qualche istante rimasi perfettamente immobile, poi lentamente la mente cominciò a schiarirsi e vidi davanti a me una ragazza che mi chiamava.
<< Michael, Michael svegliati, è tutto finito ora >> disse la ragazza accarezzandomi la testa.
Non appena mi fui ripreso mi accorsi che non ci trovavamo più nel vicolo dove ero stato aggredito da quell’essere mostruoso. Effettivamente non sapevo dove mi trovavo, ero all’interno di un edificio. La cosa che mi colpì subito fu l’altezza del soffitto, era altissimo, in grado di tenere all’interno anche casa mia. Sul soffitto vi erano tantissimi affreschi e disegni raffiguranti scene bellissime di angeli e uomini che parlavano. In particolar modo mi colpì il dipinto di un cavaliere che tagliava la testa ad un drago enorme e rosso con sette teste e dieci corna e un diadema sopra ogni testa. Quell’uomo roteando la spada aveva tagliato due delle sette teste. Il cavaliere indossava un’armatura e cavalcava un magnifico cavallo bianco.
<< Ti sei svegliato finalmente >> Mi disse la ragazza seduta sul letto alla mia sinistra.
Ero in un letto, con lenzuola bianche e tutto intorno a me la camera aveva numerosi mobili che sembravano tutti molto antichi e tutti rifiniti con tante trame molto complesse. Vicino al letto vi erano numerose sedie e sgabelli tutte di fattura molto elaborate con cuscini in raso tutti rivestiti da pregiati merletti di seta. In tutta la stanza inoltre erano attaccati numerosi quadri, da molto grandi a piccoli quasi come una fotografia. Pian piano provai a girarmi e non appena lo feci percepii una fitta lancinante al fianco sinistro che mi fece vedere una miriade di puntini luminosi davanti agli occhi.
<< Piano fai piano, non devi sforzarti, ti aiuto io >> Mi disse la ragazza.
Pian piano mi aiutò a girarmi e diverse volte dovetti trattenere l’impulso di urlare con tutto il fiato che avevo in corpo. Infine, quando mi girai sul fianco sinistro vidi una bellissima ragazza dai capelli corvini e lunghi raccolti in una coda di cavallo, aveva gli occhi di un nero intensissimo, talmente intenso che ci si poteva smarrire guardandola. Il viso era molto aggraziato, aveva dei lineamenti molto dolci e delle labbra rosse come ciliegie. Mi sorrise e quel sorriso ebbe il potere di attenuare, almeno per un po', il dolore che avevo al fianco. Aveva un sorriso di quelli che ti fanno sognare, uno di quelli che ti può rallegrare la giornata, uno di quei sorrisi che faresti di tutto per non spegnere. Inutile dire che aveva un fisico sbalorditivo perché potreste prendermi per un pervertito. Aveva un vestito scollato che lasciava intravedere delle forme morbide e delicate, la sua pelle era ambrata ed era molto prestante; il vestito era di un rosso di una tonalità stupenda che ne risaltava la pelle leggermente abbronzata. Insomma, toglieva il fiato.
<< Dove mi trovo? Che cosa mi è successo? >> Chiesi con un filo di voce
<< Stai tranquillo sei al sicuro ora, riposati un altro po' poi ti aiuto ad alzarti >> Rispose la ragazza con tono gentile
<< A proposito, io sono Cloe >> Continuò facendomi l’occhiolino
<< Ok, Cloe ma dove mi trovo? >> Gli chiesi cominciando a preoccuparmi
<< Sei da delle persone a cui stai a cuore >> Mi rispose con un sorriso malizioso
<< Ma di preciso a chi sto a cuore? A delle persone? Vi ringrazio per avermi salvato ma ora devo tornare a casa >> Risposi cercando di alzarmi dal letto, quando mi accorsi che ero a petto nudo ed avevo gran parte di esso ricoperto da bende.
<< Sei stato fortunato ad essertela cavata così, il colpo che hai subito da quell’essere ti ha scagliato contro le palizzate di ferro e ti ha fratturato due costole >> Mi disse lei in tono grave.
<< Okok va bene, ma io voglio tornare a casa, non posso prendere e sparire da casa come se nulla fosse, ti ringrazio davvero per avermi salvato da quell’essere ma… >> Mi interruppi fissando Cloe negli occhi
<< Quella cosa, che cos’era? >> Gli dissi in tono preoccupato
<< Era un demone delle tenebre, diciamo che sono dei cacciatori che per abilità e poteri possono rintracciare qualunque persona e, generalmente quando l’hanno trovata è difficile che la lascino scappare. >> Rispose lei con estrema naturalezza.
<< Devo aver battuto anche la testa in tutto ciò e, comincio a credere che anche tu l’abbia battuta >> risposi in tono ironico ridendogli in faccia.
<< hahahhahaha >> Scoppiò a ridere Cloe
<< Sei simpatico e inesperto, presto capirai tutto. Tuttavia, è strano il motivo per cui quel mostro cercava proprio te… >> Disse la ragazza spostandosi la coda di cavallo dalla spalla.
<< Credo che, sto per impazzire. >> Le risposi guardando il soffitto.
<< Inoltre, tu lo hai sconfitto…… >> le dissi sollevandomi a fatica.
<< Si, non era qualcosa di così impossibile >> rispose lei.
<< Quindi che cosa saresti tu, una specie di guerriera che vive in un castello? Sei una principessa guerriera? Sei la versione più giovane di Xena? >> le dissi sbeffeggiandola.
<< Lo scoprirai presto >> E facendomi la linguaccia uscì dalla stanza.
" Dove sono finito? Voglio tornarmene a casa " Dissi tra me e me.
 
Dopo un po' che ero solo stavo per assopirmi quando venni svegliato da dei passi che si avvicinavano accompagnati da diverse voci. Si fecero sempre più vicine finché la porta si spalancò di colpo e ne comparve un ragazzo dai capelli castani, aveva un volto molto serio con una cicatrice sul labbro che ne accentuava l’espressione corrucciata. Aveva degli occhi verde come degli smeraldi che rilucevano di una luce selvaggia e glaciale. Era un tipo che metteva i brividi. Aveva un fisico estremamente prestante, in poche parole, era un fascio di muscoli. Era piuttosto alto, forse un po' più di me e credo fosse un po' più grande di me. Si avvicinò al mio letto e tirò via le coperte senza dire una parola. Dietro di lui entrò un’altra ragazza, aveva dei lunghi capelli rossi che gli ricadevano sulle spalle; il viso era molto dolce, la pelle bianca e candida come la neve faceva risaltare le lentiggini sul viso. Aveva una maglietta arancione a maniche corte e dei jeans con gli strappi. Il fisico era anche per lei piuttosto prestante ma era un po' più minuta rispetto a Cloe. Naturalmente anch’essa era molto bella.
Il ragazzo biondo si mise accanto a me sul letto, poi mi sollevò come fossi un sacco di patate senza provocargli il minimo sforzo, poi con fare deciso si girò verso la ragazza con i capelli rossi e gli disse:
<< Rachele toglili le bende e procedi >>
<< Si signore subito >> Rispose la ragazza con tono accondiscendente
La ragazza mi si avvicinò e con le sue delicate mani cominciò a srotolare le bende che mi fasciavano dal petto fino alla pancia. Una volta tolte abbassai lo sguardo e ciò che vidi mi lasciò di sasso; Un livido di un colore molto scuro, si ampliava dall’ombelico fino alle fino al fianco sinistro.
<< Che ne pensi? >> Gli chiese il ragazzo biondo con aria preoccupata
<< Che se avessimo aspettato ancora un po' probabilmente sarebbe stato difficile poter fare qualcosa >> Rispose Rachele
<< Quindi che cosa volete fare? Chiamare soccorsi? >> Chiesi io estremamente preoccupato.
<< Non preoccuparti Michael, ci penserò io a rimetterti in sesto >> Mi rispose la ragazza sorridendomi.
Poi con un movimento delicato appoggiò la sua mano destra sul mio livido e il contatto mi provocò una fitta di dolore così forte che mi ritrassi di scatto ma il ragazzo biondo mi tenne fermo e mi disse:
<< Stai calmo, fidati di noi vedrai che andrà tutto apposto >> Mi disse puntandomi i suoi occhi verde smeraldo.
La ragazza rimise la sua mano sul mio petto e chiuse gli occhi. Il dolore che mi dava il solo contatto con quella mano era inimmaginabile. Poi ad un tratto, la mano della ragazza cominciò a risplendere di una flebile luce purpurea e, se bene poco prima era appena percettibile, ogni instante che passava diveniva più visibile e intensa.
Il dolore che provavo a poco a poco cominciò ad attenuarsi ed insieme ad esso cominciò a restringersi anche il livido, era una sensazione molto gradevole, sembrava come quando si rimane a galla sull’acqua del mare e si sentono le onde che pian piano attraversano il tuo corpo. Dopo circa un quarto d’ora il livido era sparito e la ragazza si interruppe.
<< È stato più complicato del previsto ma ho fatto riassorbire il sangue coagulato, adesso rimane soltanto da sistemare la costola >>.
Io ero talmente esterrefatto che non capivo nemmeno quello che diceva, la fissavo con un’espressione inebetita e gli occhi sgranati. Non potevo credere a ciò che avevo visto fino a quel momento, una ragazza usando una sorta di magia mi aveva curato…era qualcosa che andava completamente al di fuori della mia comprensione.
<< Tu…Sei una maga? Siete degli stregoni? Chi accidenti siete voi? >> Dissi guardando il ragazzo biondo che mi sorreggeva.
<< Calma ragazzo, ti spiegheremo tutto ora però dobbiamo sistemarti >> rispose lui
<< Ma non voglio che mi sistemiate proprio per niente! Chi accidenti vi conosce? Voglio… >> Non riuscii a finire la frase perché il ragazzo mi sollevò con una facilità come se sollevasse un ramoscello secco e mi mise a sedere. Sentii una nuova fitta di dolore alle costole, così forte che mi tolse il fiato e una miriade di puntini gialli mi comparve davanti agli occhi e soltanto per poco non persi i sensi. La ragazza si alzò e andò verso una cassettiera nell’angolo destro della camera e ne estrasse qualcosa, poi con cura lo ripose nei cassetti e richiuse il cassetto. Quando tornò davanti a me aveva un pezzo di stoffa in mano, la avvolse e mi disse:
<< Mordi >> Disse la ragazza guardandomi piuttosto seria
<< Non ho nessuna intenzione di farmi imbavagliare da voi, che cosa diavolo volete fare? >> Risposi io a fatica
<< Rimetterti in sede la costola, ti conviene mettere quel pezzo di stoffa in bocca >> Rispose la ragazza corrucciata
Poi con un movimento fulmineo mentre stavo per controbattere mi infilò quel panno in bocca.
<< Devi resistere, non ci vorrà tanto >> Mi disse la ragazza accarezzandomi il viso
<< Procedi pure >> Disse la ragazza guardando il ragazzo alle mie spalle.
Il ragazzo biondo allontanò un braccio, sorreggendomi con l’altro. Portò il braccio sinistro sul mio fianco, all’altezza di dove prima si trovava il livido e ci poggiò la mano. Rachele guardò l’altro negli occhi e annuì. L’altro ragazzo con una forza incredibile strinse il mio fianco, sentii le ossa scricchiolare e quella fu l’ultima cosa che sentii prima di perdere i sensi.
Al risveglio, mi trovavo sempre nella stessa stanza e come la prima volta accanto a me c’era Cloe che questa volta stava avvolgendo le bende e le stava sistemando dentro un baule.
<< Ti sei svegliato finalmente >> Disse la ragazza girata di spalle.
<< Già, così sembrerebbe >> Risposi io
La ragazza dopo aver posato le bende si girò e con le mani ai fianchi ed un sorriso furbesco in viso mi disse:
<< Forza, alzati allora! Vuoi stare a poltrire nel letto tutto il giorno forse? >>
Pian piano provai a muovermi e con mia grande sorpresa non c’era più alcuna traccia del dolore. Scostai le coperte e scesi dal letto; mi alzai la maglietta e con uno sconcerto tale che rimasi a bocca aperta come un idiota per qualche minuto, non c’era più nessun segno del livido.
<< Allora quella ragazza mi ha davvero guarito! Ma è una figata! >> Dissi io
<< Ora cominci a crederci? >> Rispose Cloe sorridendomi
<< Ho ancora tanti dubbi e sospetto che tutta questa storia sia dovuta al fatto che ho battuto anche la testa >> Dissi scherzando a Cloe
<< Sei uno scemo! Coraggio mettiti le scarpe, ti porto a fare un giro per conoscere il posto >> Rispose ridendo Cloe
<< Ok ma…la mia famiglia? Sarà in pensiero, posso tornare da loro? O almeno contattarli? >>Dissi io guardando gli occhi cerulei di Cloe.
<< Ma certo che puoi tornarci, tuttavia prima devi venire con me, oltre che farti fare un giro devo mostrarti una cosa >> Rispose Cloe
<< D’accordo… >> Risposi io piuttosto incerto
Non appena mi fui messo le scarpe e dato una sistemata, Cloe mi portò a fare un giro ed effettivamente era davvero un castello quel posto. Lo avevo detto solo per scherzo ma ci avevo preso. Da una finestra si scorgeva una torre altissima, dove si vedeva a malapena la fine aprendo la finestra e guardando fuori. La torre non aveva le classiche merlature tipiche dei castelli ma, aveva dei tetti a forma di cono che si stringevano man mano che proseguivano verso l’alto ed erano di un rosso molto acceso. inoltre, sulla cima mi venne detto che vi erano delle campane che venivano suonate in caso di pericolo. La struttura del castello era per lo più fatta in pietra bianca e le merlature erano presenti soltanto nei muri che collegavano una torre all’altra. Cloe mi fece visitare una torre da cui si godeva di un panorama che toglieva il fiato; sotto di noi un’immensa distesa di neve si estendeva a perdita d’occhio e si notavano gli inconfondibili picchi delle montagne intorno a cui volteggiavano delle aquile che si sentivano “gridare”. Cloe mi spiegò che quel castello era tanto antico quanto grande. Mi raccontò che inizialmente era appartenuto ad un ordine di cavalieri così antichi che il loro nome si era perso nelle ere. Ma se il fuori era stupefacente il dentro lo era ancora di più. In molti angoli del castello vi erano delle antiche armature ormai arrugginite dal tempo ma non per questo meno belle che, avevano entrambe le mani intorno all’elsa di una spada con la punta appoggiata sul pavimento. Avevano le visiere degli elmi calati e sulla loro testa si notavano dei pennacchi ancora di colore piuttosto acceso. Per i corridoi vi erano dei tappeti rossi lunghissimi che si perdevano a vista d’occhio e, ai lati, vi erano oltre alle armature, dei mobili in legno con sopra dei vasi dall’aspetto antichissimo che dovevano avere un valore senza eguali. Mi tenni ben alla larga dall’avvicinarmi a quei vasi per paura di inciampare e di romperli. Un altro aspetto che mi lasciò di stucco, era la quantità enorme di stanze, ogni 4-5 metri da una stanza ve ne era un’altra e, ai lati delle stanze c’erano dei vasi con dei bellissimi cespugli che rendevano un’atmosfera ancora più lussuosa.
<< Queste che vedi sono le stanze degli ospiti o della servitù >> Mi spiegò la ragazza.
Mi fermai di colpo e Cloe si voltò con aria interrogativa guardandomi.
<< Ma in tutto ciò voi chi siete? Questo castello è meraviglioso ma cosa ci fate qui dentro? >> Gli chiesi alla ragazza
Lei mi rispose con tono perentorio:
<< Lo scoprirai tra poco Michael, prima devo portarti da una persona, te la senti di attendere ancora un po'? >> Mi domandò lei
<< Ok…Come se tutto ciò non fosse già abbastanza assurdo >> Gli dissi di rimando io
Continuammo a camminare per un po' finché ad un certo punto svoltato un angolo ci trovammo di fronte ad una porta diverse dalle altre; se le altre erano perlopiù in legno decorato, questa era fatta in un tipo di legno differente ed aveva delle rifiniture in oro, come anche le maniglie. Oltre a ciò la forma della porta era più stondata e somigliante ad un arco. Sopra alla porta vi era uno stemma incorniciato di una fiamma gialla e arancione su uno sfondo nero; era uno stemma pensai, forse di una casata.
<< Che cosa facciamo qui? >> Domandai a Cloe
<< Entriamo >> Mi rispose con un sorriso
Con fare deciso la ragazza bussò alla porta.
Per qualche istante non si udì nulla, poi una voce all’interno disse:
<< Venite pure >>
Così facendo Cloe aprì la porta, inclinando la maniglia d’oro ed entrammo. L’interno era stupefacente. Il soffitto era a volta segno che ci trovavamo all’interno di un’altra torre e a giudicare dalla grandezza del posto dedussi che si trattava della torre più grande, la torre che in passato durante la storia era la dimora dei nobili e ultima difesa nel caso di invasione. Vi erano delle scale che salivano per circa una ventina di metri e conducevano ad un piano sovrastante che era circondato dal corrimano della scala. In alto un’enorme lampadario di cristallo illuminava la grandissima stanza ricolma di moltissimi oggetti, prima tra cui un’enorme distesa di libri, che si estendeva dal piano dove ci trovavamo noi fino al soffitto (pavimento del piano di sopra). La quantità di libri era impressionante e sembravano anch’essi libri di molto valore. Ai margini della libreria nascosto nella semi oscurità mi accorsi che c’era una persona che riponeva un libro negli scaffali. Guardai Cloe e la sua espressione si indurì. Dopo aver posato il libro la sagoma uscì alla luce e ne mostro un ragazzo che credo avesse più o meno la mia età, aveva dei capelli neri lisci che gli arrivavano fino al collo, gli occhi erano neri, di un nero feroce e freddo. Il ragazzo era piuttosto allenato ma meno del ragazzo biondo di qualche ora prima, era alto come me ed indossava dei pantaloni di una tuta blu e, una maglietta nera con scritto VANS. Non appena il ragazzo ci vide il suo volto si allargò in un sorriso agghiacciante, come quello di un cacciatore che trova la sua preda. Dei brividi mi corsero lungo la schiena e c’era qualcosa in quel ragazzo di terribile che dava i brividi soltanto a guardarlo.
<< Ben arrivato, tu devi essere Michael >> Disse il ragazzo
<< Smettila Ethan, non abbiamo tempo da perdere >> Disse la ragazza
<< Suvvia, non essere scortese voglio soltanto conoscere il ragazzo che è sopravvissuto ad un demone delle tenebre >>. Rispose il ragazzo avvicinandosi a passi leggeri con un sorriso piuttosto inquietante in volto. Quando fu faccia a faccia con me, mi soppesò, poi con aria non curante disse:
<< Perché cercava te quel mostro? >>
<< Secondo te io lo so? Per me secondo te è stato divertente tutto questo? >> Risposi fissandolo negli occhi. Un lampo d’ira attraversò i suoi occhi:
<< Come osi rivolgerti a me in questo modo? >> Il ragazzo dicendo ciò alzò lentamente una mano e la chiuse a pugno. Si intromise Cloe che si frappose fra noi due e, con fare duro gli disse:
<< Se alzerai una sola mano, interverrò io >>Rispose la ragazza adirata
Il ragazzo pian piano abbassò il braccio e il suo volto tornò alla normalità ma, la cosa più inquietante era l’espressione del suo viso; se fino a poco prima aveva un’espressione feroce adesso aveva un’espressione innocente come un bambino.
<< Non c’è problema, avremo senz’altro modo di discuterne… >> Ma il ragazzo non riuscì a finire il discorso perché dal piano sovrastante la libreria stava scendendo un uomo. Era un uomo dal fisico scultorio, era calvo, aveva una barba e dei baffi castani che gli incorniciavano il viso, indossava una camicia di raso bianca e dei pantaloni grigi molto raffinati, entrambe, sia la camicia che i pantaloni ne esaltavano la mascolinità.
<< Ora basta così Ethan, grazie per aver ricevuto gli ospiti ma ora ci penso io >> Rispose l’uomo con tono deciso
<< Come desidera >> E detto questo il ragazzo a passo svelto si allontanò fissandomi per un’ultima volta prima di richiudere la porta alle sue spalle. Cloe abbassò la testa in segno di reverenza e con tono gentile disse:
<< Signore, le ho portato… >>
Ma non riuscì a finire che l’uomo rispose:
<< Tu devi essere Michael! Ti ringrazio Cloe, venite salite con me >> Rispose l’uomo con un sorriso.
<< S…Si, piacere mio, lei sarebbe? >> Risposi io guardandolo stralunato
<< Io sono Victor! Scusa se non mi ero presentato, vieni di sopra Michael voglio spiegarti tutto >> Rispose l’uomo sorridendo.
<< Vieni anche tu Cloe >> Disse rivolgendosi alla ragazza che era rimasta un po' in disparte.
Salimmo le scale e, nel mentre, quell’uomo dalla testa pelata ci raccontò tantissime cose riguardo al castello, che era appartenuto a diversi principi, vi venivano fatte continuamente feste e banchetti, finché più avanti nella storia era diventata anche la base di sette.
<< Come nel vostro caso? Anche voi siete una specie di setta? >> Chiesi a Victor.
Lui mi rispose di rimando con un sorriso << Diciamo di sì >>
Guardandolo meglio mentre mi parlava notai che testa pe…voglio dire Victor, aveva delle spalle molto robuste e la camicia a mezze maniche mostrava gli avambracci dalla pelle ambrata e, sul braccio sinistro vi era lo stesso tatuaggio che vi era sopra alla porta, una fiamma. Arrivati al piano di sopra e superati una cosa come 300 scalini, ci trovammo davanti ad uno studio, vi era una scrivania al centro della stanza in mogano, con sopra tantissime scartoffie, così tante da rendere impossibile anche solo immaginare quante ce ne fossero, vi erano anche sulla scrivania due schermi di computer, di cui riconobbi la marca perché amatore da sempre dei Computer. Dietro la scrivania la stanza aveva un’enorme finestra che ne mostrava il panorama montano in tutto il suo splendore. Da li si riusciva ad intravedere fino alle valli e, intravidi non eccessivamente lontano anche il monte in cui ero cresciuto. Intorno a tutta la stanza vi erano piante ed era ricca di numerosi quadri antichi. Le sedie erano in pelle di un rosso molto acceso, soltanto che a dispetto della sedia di Victor, i braccioli erano di stoffa, mentre quelli della sua poltrona sempre in pelle. Notai anche che attaccato in mezzo a tutti gli altri quadri vi era lo stesso stemma che avevo visto di sotto e che Victor aveva tatuata al braccio. Victor si accomodò e ci fece segno di sedersi anche a noi, si accomodò alla poltrona e tirò fuori da un cassetto della scrivania un sigaro, lo accese e cominciò a fumare. Dopo aver tirato qualche boccata iniziò a scrutarmi e poi disse:
<< Dunque Michael, tu ti starai chiedendo chi siamo, perché sei finito in questo pasticcio e soprattutto che diritto abbiamo di tenerti qui >>
<< Si infatti >> Risposi io coprendomi il naso per evitare di sentire l’odore pungente del fumo.
<< Noi siamo un’antica associazione segreta, molto antica, più antica persino dei templari >> Disse Victor guardandomi negli occhi.
<< Il nostro compito >> Continuò l’uomo << è da sempre quello di proteggere il mondo dal male. Noi ci occupiamo per così dire di eliminare il male in eccesso nel mondo e, di lasciare soltanto quello indispensabile per l’equilibrio naturale delle cose >>.
<< Ovviamente fin qui c’ero arrivato ma, io voglio sapere tutto questo cosa c’entra con me? Voglio tornare dalla mia famiglia, saranno in pensiero… >>
Victor tirò qualche altra boccata dal sigaro e poi continuò:
<< Vedi ragazzo, da sempre il male ha cercato di insorgere e di soggiogare l’umanità, da sempre sognano di governare e l’ultima volta che ci sono riusciti il mondo è stato sull’orlo della fine >> Victor posò il sigaro su un’elegante portacenere argentato e proseguì:
<< Così Dio, diede ad un uomo il compito, oltre che la forza di estinguere il male dal mondo e di ricacciarlo nelle profondità dal quale era uscito >>.
<< Si dice che quell’uomo scelto fosse una persona giusta e di nobili ideali, così dopo un’estenuante lotta sul filo del rasoio l’uomo mandato da Dio scacciò il male e vegliò per diversi secoli sul mondo. Quando il compito fu terminato decise di comune accordo con Dio di tramandare il potere a persone “adatte” scelte in tutto il mondo di modo che non fosse mai lasciato da solo >>. L’uomo si interruppe e fece una pausa. Io guardavo quell’uomo convinto che all’interno del sigaro non ci fosse solo del semplice tabacco.
<< Ok Ok ma siamo sempre allo stesso punto, io cosa c’entro con tutta questa barzelletta? >> Risposi sempre più adirato
<< Michael >> Intervenne Cloe << Tu sai che è vero quello che ha detto Victor, il mostro che ti ha attaccato lo ha fatto per un motivo preciso, altrimenti non attaccano direttamente un umano >>.
La guardai pensieroso, tutti i torti non li aveva in fondo. Quel mostro se l’era presa con me e aveva cercato di rapirmi se non peggio, per quale motivo?
<< D’accordo la starò a sentire, finisca pure >> Dissi rivolgendomi a Victor
<< Come stavo dicendo ragazzo, Dio volle che il mondo non rimanesse più sguarnito, così insieme a quell’uomo decisero di tramandare a delle persone i poteri e il suo compito. Quell’uomo divenne la luce di speranza che Dio mandò sulla terra a cacciare il buio. Così quell’eroe prese il nome di Soul Paladin, il sogno delle anime di non essere più scacciati dal buio e di non essere più attanagliati dalla paura costante della notte. Tuttavia, passarono secoli da quell’uomo il primo Soul Paladin al suo successore, così quell’uomo addestrò secondo gli insegnamenti di un angelo un gruppo di persone affinché proteggessero il mondo finché un altro Soul Paladin non fosse venuto per disperdere il male >>. L’uomo fece una pausa e fece calare la cenere del sigaro nel portacenere.
<< Quelle persone siamo noi ragazzo e gli venne dato il nome di Perpetual Flames, le fiamme perpetue che vegliano sul mondo e che illuminano il buio nell’attesa della nuova comparsa di un Soul Paladin >>.
<< Tu ragazzo mio, crediamo che quel mostro ti desse la caccia perché credesse che tu sia un Soul Paladin >>Disse l’uomo fissandomi con i suoi occhi castani.
<< Mi state prendendo in giro? Credete veramente che io creda ad una storia del genere? Sembra una di quelle storie che si trovano su i libri! Detto ciò voglio tornare a casa mia, voglio tornare dalla mia fam… >>. Venni interrotto prima di completare la frase.
Dalle scale da cui eravamo saliti, salirono mia madre e mio padre, abbracciai mia madre e salutai mio padre. Poi guardando negli occhi mia madre mi disse:
<< Pensavo che fossi morto, mi hai fatto morire di paura. Poi per fortuna dei ragazzi mi hanno spiegato tutto >>.
Mi sciolsi dall’abbraccio e la guardai negli occhi marrone scuro come i miei.
<< Vuoi dire che tu gli credi? >> Gli dissi guardandola
<< Abbiamo sempre saputo che c’era di più in te Michael, una volta quando eri piccolo ti sognai come saresti stato da grande, mentre combattevi dei mostri e salvavi delle vite. Udii poi una voce nel sogno che mi diceva di avere fiducia e di non avere mai paura. Al mio risveglio per paura di quel sogno giurai che finché non lo avessi scoperto non ti avrei mai detto la verità e raccontato quel sogno. Credimi l’ho fatto per proteggerti >>. Disse la donna accarezzandomi il viso.
<< Lo abbiamo fatto per il tuo bene Michael >> Rispose mio padre.
Venimmo interrotti da Victor e Cloe che ci dissero che c’era soltanto un modo per vedere chi effettivamente io fossi. Così, io Cloe i miei e Victor scendemmo di due piani al disotto e percorremmo una lunga scala che portava in una stanza contrassegnata dall’inconfondibile fiamma che questa volta stranamente era blu.
<< Coraggio entra >> mi fece Cloe sorridendomi.
<< Perché mai dovrei entrarci? >> Risposi io guardando Cloe e gli altri << E poi da solo? >>.
Victor mi poggiò una mano sulla spalla e facendomi l’occhiolino mi disse:
<< Michael, entriamo anche noi ma prima c’è una sorpresa per te li dentro >> Disse Victor sorridendo.
Spinsi piano la maniglia gettando un’ultima volta lo sguardo a testa pelata e agli altri ed entrai.
L’interno della stanza era enorme. Vi erano tantissime armi riposte su apposite mensole. Tantissime pistole, archi e spade di ogni tipo, misura e grandezza. La stanza enorme era suddivisa in varie aree, era per così dire, una palestra nella quale vi si poteva fare pratica con ogni arma. Mentre camminavo notai i bersagli per le pistole e gli archi. La stanza enorme aveva ai lati delle colonne che sorreggevano la struttura del tetto, ed erano di un materiale nero e freddo e finemente decorate con motivi dorati. Tra una colonna ed un’altra si snodavano quattro corridoi che dividevano la stanza in quattro parti; La parte dedicata all’allenamento con le armi bianche, quella dedicata all’allenamento con le armi da fuoco (compresi anche gli archi), la parte dedicata all’allenamento marziale e poi in fondo a destra vi era una strana stanza con una porta socchiusa da cui giungeva un rumore di elettricità come se qualcuno stesse sistemando dei circuiti elettrici. Il pavimento della sala era fatto con piastrelle in marmo bianco decorate con complesse forme geometriche che sinceramente il solo guardarle in un momento del genere mi dava il mal di testa. Mi incamminai verso il corridoio da cui proveniva il rumore di elettricità, finché non giunsi in prossimità di una porta di colore scuro e notai che era socchiusa. Mi avvicinai pian piano evitando di fare anche il più piccolo rumore ed aprii la porta. Quello che vidi all’interno fu piuttosto strano. Ci trovavamo in una stanza completamente diversa da prima, era molto più illuminata, il pavimento aveva delle piastrelle in ceramica colorate e anche qui, vi erano molte armi. Mi colpì il fatto che dritto di fronte a me nel muro, vi erano tre mobili pieni di cassetti, uno in fondo e due ai lati, i mobili erano in legno con dettagli in ferro e nel mobile al centro si notava un cassetto più grande degli altri con una maniglia dorata. Non riuscii più a distinguere altro perché la luce diventava più intensa, sempre di più.
<< Chi diamine è che ha portato il sole dentro una stanza? >> Scherzai tenendomi gli occhi coperti con le mani.
La luce era abbagliante e il suono elettrico che ne proveniva era diventato fortissimo. Distinguevo a mala pena la mia mano, ma mi sembrò di notare a mezz’aria una sagoma; si trovava alla mia sinistra così, cercai di avvicinarmi e più mi avvicinavo più la luce era intensa e il rumore aumentava diventando quasi insopportabile. Avvicinandomi meglio la sagoma mi sembrò quella di una persona ma, dirlo con tutta quella luce non era facile. Così feci la cosa più normale che si poteva fare in un momento come quello, urlai.
<< Heeey, chiunque tu sia puoi spegnere questa diamine di luce? Temo che diventerò cieco così. Heeeey mi sente?! >> Alla detta di quelle parole, la luce cessò di colpo insieme al rumore elettrico e la sagoma che avevo visto poco prima mi cadde addosso.
<< Accidenti ti togli? Sei pesante dannazione! >> Lo rimproverai io
<< Chi diamine sei tu? Accidenti che male >> Rispose l’altro
Ci rialzammo e quando i miei occhi si ripresero vidi un ragazzo muscoloso, in canottiera nera e pantaloni neri, piuttosto prestante, quasi come il ragazzo biondo con la cicatrice. Anche lui era biondo, aveva i capelli a spazzola e…..
Non riuscii a finire la frase perché io conoscevo quel ragazzo eccome. Era Andrea.
Era qualcosa di impensabile; lui non era super muscoloso e non sapeva rimanere a volare a mezz’aria, ma era lui.
<< Andrea! >> Lo chiamai io
Il ragazzo che si massaggiava la testa si voltò a guardarmi e rimase di stucco anche lui.
<< Michael! >> Mi chiamò lui <<  Che ci fai tu qui? >>
<< Questo dovrei chiederlo io a te, dannato idiota >> Lo rimproverai io
<< Da quando in qua sai volare? Ma poi ti sembra il caso di cadermi addosso in quel modo? >> Risposi io guardandolo strano
<< ahhahahaahah stai calmo >> Rispose lui sorridendo.
<< Comunque anche tu, non urlare più in quel modo, mi hai fatto perdere la concentrazione e sono caduto. Potevo essermi fatto molto male >> Mi rimproverò lui
<< E io allora? Stavo diventando cieco per te che brillavi come una stella cometa! >> Gli urlai puntandogli il dito contro.
<< haahhaahahah scusami non sapevo che ci fosse qualcuno, in genere rimango qui alcune ore a meditare e ad esercitarmi e non ci viene molta gente. Gli altri preferiscono allenarsi con le armi >>. Rispose il ragazzo come se fosse la cosa più normale del mondo.
<< Ok ok, non mi interessa, io voglio sapere tu cosa ci fai qui? E perché improvvisamente ti sei pompato ed emani scosse elettriche? >> Gli chiesi indignato
<< Tranquillo ora ti spiego tutto >> Rispose il ragazzo sorridendo
In quel momento entrarono nella sala, Victor, Cloe e i miei genitori.
<< Ah vedo che vi siete ritrovati! >> Disse Victor in tono allegro
<< Ritrovati? Mi è caduto addosso questo idiota! Sai la novità? >> Mi girai verso Andrea << Sei pesante! Dovresti dimagrire! >>
<< Chi deve dimagrire? >> Mi disse guardandomi male << Questo è il peso dei miei muscoli! >> Rispose Andrea baciandosi Il muscolo del braccio
<< Fai veramente pena >> Lo canzonai io
<< Smettetela voi due >> Intervenne Cloe << Alzati, dobbiamo spiegare delle cose a Michael >>
<< E già che ci sei Mister Muscolo vai a prendere la sfera >> Lo prese in giro Cloe
<< Perché piacciono anche a te i miei muscoli oltre che a Rachele, Fiammetta? >> Gli disse di rimando lui
<< Come mi hai chiamata? >> Disse imbestialita Cloe
<< Adesso basta! Vado io a prendere la sfera. Tu Andrea spiega a Michael come stanno le cose e sarà meglio per voi che la smettete di comportarvi come mocciosi >> Disse piuttosto alterato Victor.
<< Ok Ok testa pelata >> Disse Andrea tra sé e se.
L’uomo si avviò verso il mobile che avevo visto all’entrata e scomparve per qualche attimo.
<< Insomma vuoi dirmi che diavolo succede? >> Dissi sempre più indignato guardando Andrea
Andrea si strinse nelle spalle << Bhe diciamo che non so da dove cominciare >> Disse Andrea grattandosi la testa.
<< Diciamo che io sono qui da quando avevo 6 anni. So che è difficile da credere Michael ma hai avuto un amico fino ad ora che è un gran figo >> Disse Andrea sorridendo
<< Che ha un grande ego piuttosto >> Disse Cloe ironicamente
Andrea scagliò un’occhiataccia a Cloe e poi proseguì a raccontare.
<< Stavo dicendo >> Proseguì il ragazzo guardando di sottecchi Cloe << Quando avevo 6 anni durante un pomeriggio mentre giocavo con altri bambini, accadde un’incidente >> Andrea si interruppe e mi guardò negli occhi.
<< Accadde che, per un banale litigio tra bambini si scatenò il mio potere >> Disse Andrea in tono grave.
<< Tanto tu non lo avessi notato Michael io posseggo l’elemento fulmine >> Proseguì Andrea ma questa volta senza vantarsi.
<< Durante quell’incidente rischiai di folgorare tutti i bambini presenti >> Andrea si fermò per riflettere in tono grave e poi proseguì:
<< Diedero la colpa ad un corto circuito ma comunque sia per un periodo nessuno voleva più avvicinarmisi, sembrava che tutti avessero paura di me. Finché un giorno Victor mi si avvicinò, mi disse che lui sapeva di cosa fossi capace e che non aveva paura di me e che mi avrebbe aiutato ha controllarlo meglio >>.
<< Mi ricordo di quell’incidente a malapena….Chi si immaginava che eri tu… >> Dissi osservando Andrea
<< Si ma, la cosa che mi da fastidio Andrea è che io sono tuo amico, a me potevi dirlo! Io non lo avrei mai detto a nessuno! Anche perché secondo te qualcuno mi avrebbe creduto?! >> Urlai contro Andrea
<< Lo so…ma Victor non mi ha mai permesso di farlo. Soltanto i miei genitori lo sanno >> Rispose Andrea << So cosa stai per chiedermi >> Mi interruppe Andrea prima che pronunciassi parola
<< Riguardo allo spostamento tra casa nostra e qui è piuttosto semplice, il fulmine mi fa essere veloce >> Disse Andrea sbeffeggiandosi.
In quel momento tornò Victor con uno strano involucro tra le mani. Victor aprì il cofanetto quando si fu seduto per terra accanto a me. Fece tacere tutti e mi spiegò che quello che stavo per fare poteva cambiarmi la vita per sempre.
<< D’accordo >> Risposi io sicuro di me
Victor tirò fuori dal sontuoso cofanetto rivestito in raso un fagotto di stoffa rotondo. Lo srotolò e ne rivelò il contenuto: una sfera di vetro grande circa una trentina di centimetri. Sembrava una di quelle sfere che usano le maghe (sedicenti) che ci sono alle fiere per leggerti il futuro. Era completamente trasparente e non mostrava neppure un minimo graffio. L’omaccione mi porse delicatamente la sfera tra le mani e con aria severa mi disse:
<< Michael, con questa sfera tra le mani vedremo chi tu sia davvero. Questa sfera è in grado di mostrare l’intera vita delle persone mostrandone pregi e difetti. Inoltre, mostra se una persona ha una particolare familiarità con un elemento o se ho ragione nel tuo caso con tutti >>. Disse Victor
Strinsi la sfera nelle mani e fissai Victor negli occhi.
<< Adesso concentrati e incanala la tua energia nella sfera >> Mi disse il capo dei Perpetual Flames.
<< Ok >> Risposi io piuttosto dubbioso.
Mi concentrai stringendo la sfera tra le mani, incrociai lo sguardo con mia madre che mi sorrise e con Cloe, ciò mi spinse a concentrarmi e a dare il meglio di me. Incrociai lo sguardo anche con Andrea che faceva il cascamorto con Rachele che nel frattempo era arrivata insieme ad altre persone per assistere. Devo dire che avere gli occhi addosso di tutte quelle persone mi agitava parecchio ma a poco a poco svuotai la mente e la sfera iniziò a brillare, prima impercettibilmente poi in maniera sempre più intensa. Ciò fu più che sufficiente per zittire tutti all’interno della sala, persino Andrea smise di fare il casca morto. La sfera riluceva di diversi tipi di luce ad intermittenza, passava dal blu acqua, al verde foglia, al rosso fuoco al giallo elettrico ed infine una luce bianchissima investì tutta la sala. Adesso ero in grado di incanalare energia anche senza concentrarmi. La sfera cominciò a scaldarsi sempre di più finché cominciò a diventare difficile persino tenerla in mano. Victor che era di fronte a me non fece una piega, rimase impassibile come era all’inizio come se la cosa non lo scuotesse affatto. Infine, quando la sfera era ormai rovente sotto gli occhi attoniti delle persone presenti, me compreso, la sfera si incrinò e la luce si spense.
Victor di fronte all’incrinatura della sfera di vetro rimase di stucco e sbiancò.
La sala tornata alla sua normale luminosità, mostrò le facce sconcertate dei presenti. Tutti mi guardavano come se fossi un alieno compresi i miei genitori.
Victor ritrovata la calma, almeno apparentemente, con tono grave mi disse:
<< Tu sei indubbiamente il Soul Paladin Michael. Ma quello che più mi preoccupa è che mai prima d’ora la sfera si era incrinata; quell’oggetto è antichissimo. Tu devi cominciare l’addestramento il più in fretta possibile. Tutti noi >>. Disse Victor alzando la voce e dando più enfasi al discorso << Ci troviamo davanti ad uno dei più potenti Soul Paladin mai esistiti, questo significa soltanto una cosa: che si sta avvicinando una minaccia di dimensioni così grandi da far sembrare la Seconda guerra mondiale una scaramuccia tra mocciosi. Quindi invito i maestri qui presenti a cominciare subito l’addestramento di Michael, con la supervisione mia e di mio figlio Frederick >>.
Si intromise il ragazzo che mi aveva rimesso in sesto le costole:
<< Dobbiamo sbrigarci prima che tutta quell’energia dentro Michael sia troppo grande da potersi controllare o potrebbe diventare una minaccia anche per noi >>.
L’omone dalla folta barba si voltò verso di me dopo aver raccolto la sfera ed averla richiusa nel cofanetto e mi allungò una mano. Dopodiché con un flebile sorriso mi disse:
<< Sei pronto ragazzo ad intraprendere questa strada insieme a noi? >>.
<< Non che abbia molta scelta testa pelata >> Rispose Andrea da dietro
Victor sobbalzò e per poco non fece ricadere la sfera.
<< Si, anche se la cosa ha sempre meno senso, accetto >> Risposi afferrando la mano di Victor e rimettendomi in piedi.
 
Nel frattempo, nel corridoio che portava in quella stanza….
 
Ethan aveva assistito senza farsi vedere da nessuno ed in preda all’ira con pugno creò un solco profondo alcuni centimetri nel muro.
<< Inammissibile! Un moccioso bastardo con quei poteri! Ma lo vedremo! >> Disse tra sé e se il ragazzo avvolto da una tunica nera.
Il ragazzo si tirò il cappuccio sul capo e si incamminò velocemente per il corridoio….


Son Goku97:  Siamo arrivati alla fine della prima parte del capitolo! Ci tenevo a precisare che questa è una storia Crossover ma mi sono preso due capitoli per spiegare cosa succede nel nostro mondo! Spero vi sia piaciuto, io vi saluto e ci vediamo nelle recensioni se qualcuno vuole darmi qualche parere è ben accetto :-). Di seguito sono elencati i personaggi che fanno parte dell'associazione, noi ci vediamo presto con la seconda parte ;-).  
 

Personaggi: 


Rachele: Rachele è una maga e una guerriera piuttosto dotata, i suoi poteri principali sono il controllo dell'elemento acqua, del ghiaccio e può vaporizzare le cose che tocca, dal controllo dell'elemento acqua ha sviluppato anche straordinari poteri curativi. Ha un carattere piuttosto dolce e gentile per questo preferisce usare i suoi poteri per curare piuttosto che per uccidere.

Victor: Victor è uno tra i guerrieri oltre che mago più potente nel nostro mondo oltre che tra i capi delle altre sedi dell'associazione. I suoi poteri principali eccetto quelli magici consistono nel controllo dell'elemento terra e dell'elemento aria. Ha svolto tantissime missioni da giovanissimo, divenendo oltre che un guerriero eccezionalmente dotato anche uno stratega militare, così facendo in breve tempo si è conquistato la stima degli altri maestri divenendo ad appena 17 anni capo della nostra sede dell'associazione.
 
Frederick: Frederick è il figlio del capo dell'associazione Perpetual Flames Victor. Anche lui è un guerriero ed un mago eccezionalmente dotato, ha svolto un'enorme quantità di missioni e ciò ne ha mostrato il valore a tutti i membri dell'associazione. Da suo padre ha ereditato l'elemento terra. Non si sa molto altro sulle sue abilità e su questo ragazzo, l'unica cosa che si sa è che è un tipo che rimane sempre calmo anche nei momenti più critici somigliando ancora di più a suo padre Victor da cui ha ereditato anche il vizio del fumo.
 

Andrea: Andrea è un ragazzo che aiutò Victor tempo fa in seguito ad un incidente con il suo elemento, i fulmini. Si dice che i fulmini insieme al fuoco sia uno degli elementi più difficili da controllare ma sotto la supervisione di Victor imparò già in tenera età a controllarli. Andrea è un ragazzo piuttosto orgoglioso dei suoi poteri, ha un ego piuttosto smisurato, si allena tantissimo da quando Frederick lo sconfisse in un combattimento di allenamento. Questo lo ha portato a considerare Frederick suo rivale. Non perde occasione per mettersi in mostra davanti a Rachele. Questo personaggio è l'alter ego di Sayman, mio amico nonchè scrittore di FanFiction su questo sito. 

Cloe: Questa bellissima ragazza ha un carattere principalmente gentile e scherzoso ma sa anche essere molto decisa e aggressiva. Si crede che sia per la sua doppia natura che sia entrata in sintonia con il fuoco. Il fuoco sa riscaldare ed essere un amico gentile ma anche un terribile nemico. Cloe è diventata una maestra di tutto rispetto all'interno dell'associazione.
 
Michael: Michael era un ragazzo normalissimo che aveva una vita come tanti altri ragazzi ma poi la sua vita è stata stravolta e cambierà per sempre. Nelle sue vene scorre il sangue del Soul Paladin, un guerriero mandato da Dio per sconfiggere il male. I suoi poteri sono vastissimi si dice che il primo Soul Paladin scuotesse le montagne con un solo colpo. Sarà in grado Michael di scongiurare il pericolo che incombe? 

Ethan: Questo ragazzo è vissuto sempre all'associazione e Victor gli ha fatto da padre allenandolo e insegnandogli tutto quello che sapeva. Ethan si è allenato duramente credendo che un giorno lui sarebbe diventato il Soul Paladin e per lui non è mai esistito altro oltre che l'allenamento e l'associazione. I suoi poteri sono piuttosto singolari, utilizza una tossina che avvolge il suo corpo e gli permette di abbattere nemici con un solo colpo. Inoltre ha una forza davvero incredibile. Chissà che non sia diventato Soul Paladin perchè nasconde le ombre nel cuore....

La sede dell'associazione: Questo castello è tanto grande quanto antico. Si dice che sia appartenuto a numerosi nobili durante la storia. Questo posto divenne una delle sedi dell'associazione dopo che ne notarono le capacità magiche, capacità si dice che gli pemette di modificare i suoi interni nel corso del tempo, un pò come il Labirinto di Dedalo. Nasconde tesori ma anche molti segreti. 

 
   
 
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