L’s Bloody
Rain
5 novembre 2004
Quella non era una bella giornata.
Non lo era per niente.
Eppure quella palla di
cuoio consumata continuava a rotolare, immergendosi talvolta nel fango creato
dall’umidità, e correva, da piede a piede, per poi infilarsi nello spazio
compreso tra due tronchi d’albero. Dopodichè qualcuno
urlava “goal!”, riceveva pacche sulle spalle e si rimetteva a giocare.
Nell’aria c’era odore di
pioggia e il cielo tinto di grigio non prometteva nulla di buono.
Mello non aveva voglia di giocare nel fango. Si era
seduto sull’erba soffice ai piedi della Grande Quercia e seguiva con poco
interesse lo svolgimento dell’ennesima partita di pallone, finchè
la sua attenzione non fu catturata da un individuo che, lentamente, aveva
attraversato il campo da calcio, incurante della partita in corso, e si era
andato a sedere vicino a lui.
Mello lo guardò un secondo: cosa ci faceva Near all’aria aperta? Erano rare le volte in cui era
uscito, cos’era questa novità? Poi… c’era qualcosa che lo affliggeva…Ma cosa?
-Piove.- asserì Near.
-Lo so.- confermò il biondo individuando le sottili gocce d’acqua che
tagliavano l’aria.
-…Pioverà forte.- continuò Near.
-So anche questo.-
I loro discorsi erano
sempre così, corti, concisi, senza grandi significati, senza grandi
fantasie.
Ma quella volta Near
pronunciò parole che non erano da lui:
-Oggi accadrà qualcosa di brutto.-
-Come fai a saperlo?- chiese Mello
osservando i ragazzi che raccoglievano la palla e che si riparavano tra le mura
di casa. Se quella poteva essere definita
casa.
-Me lo sento.-
Riparati dalle foglie
dell’albero, i due ragazzini osservavano il cielo diventare più scuro, fino a
tingersi di nero pece. Tuoni in lontananza annunciavano l’arrivo di un pesante
temporale.
-Rientriamo. O rischieremo di bagnarci.- propose Mello
alzandosi, ma l’altro sembrava essere ancorato al terreno.
-Io resto. Voglio sentirla.-
-La pioggia?-
-Aha.- annuì. Senza un vero perché, anche il biondo si
risedette e aspettò quasi con ansia che quelle nuvole scaricassero tutto il
loro contenuto.
La pioggia si infittì e finì inesorabilmente per bagnarli. Ma a loro sembrava non importasse. Erano entrambi immersi
ognuno nei propri pensieri. Non era niente di nuovo, ma quella volta c’era
qualcosa che non andava.
Un fulmine svettò nel
cielo proprio accanto a loro e li colse di sorpresa, tanto che Near sobbalzò e afferrò istintivamente la maglia
dell’altro, appoggiandosi al suo braccio. Aveva paura dei fulmini o che altro?
Dopo quel breve attimo di debolezza, Near si
ricompose attorcigliandosi una ciocca di capelli sul dito. Si misero entrambi a
pensare, come loro solito, e i loro pensieri sembravano essere rivolti alla
stessa persona.
-Quando credi che tornerà L?- chiese Near.
-Non lo so.- ammise
il biondo. –Questo Kira è un osso duro.-
-Ce la farà a prenderlo?- una domanda piena di dubbi. Mello
si alterò.
-Certo che sì! Stiamo parlando di L! Non vedo
l’ora di vedere in manette quel lurido assassino.-
L’altro lo guardò
sconsolato, e negò più volte con la testa. No, non era il temporale che stava
per scatenarsi a gettare nel suo cuore tutta quell’inquietudine. Era
qualcos’altro, qualcosa di più grande di lui e Mello
messi insieme, qualcosa che stava per accadere troppo presto.
-Mello…Se un giorno lasceremo Wammy’s House…e vorremmo dare la caccia a Kira…Tu ti alleeresti con me?- fece ad un certo punto.
-No.- rispose Mello secco.
-Perché?-
-Io e te non andremo mai
d’accordo. Mai.- il tono di voce era basso e deciso.
-Pensavo mi considerassi tuo amico.-
-Affatto.-
Near non fece alcuna smorfia e, improvvisamente,
osservò il grande campanile della chiesa di fronte a loro. La pioggia era
diventata più leggera, quasi non si sentiva, ed aveva
preso colore: era bianca.
-Nevica?- si chiese Mello a voce alta. Sì, era un
leggero nevischio, che sembrava essere sceso dal cielo solo per incontrare il
viso di Near. La neve e il ragazzo. Entrambi bianchi,
entrambi delicati, entrambi freddi. Sembrò così strano che stesse nevicando. In
quel periodo poi! Che stava succedendo?
Non fece in tempo a
trovare una risposta, che la neve si ritrasformò in pioggia e ricominciò a
cadere veloce. Era stata solo una sua immaginazione?
Near aveva ancora il viso sollevato al cielo.
-Perché suonano?- chiese.
Mello seguì il suo sguardo, rivolto alle campane.
-Non stanno suonando.-
-Ma io le sento chiaramente.-
-Te lo starai immaginando.-
disse convinto.
-Eppure sono così assordanti…Possibile che non le
senti?-
-Non c’è niente da sentire, Near!-
Mello si alterò per la seconda volta. –Sei sicuro di star bene?- lo prese per
le spalle e lo costrinse a fissarlo negli occhi. Aveva le pupille spente e il
fiato corto, come avesse paura di qualcosa. –Hai paura del temporale?-
-Di che parli? Ormai ha quasi smesso di piovere.- disse Near fissando il vuoto. In effetti
la pioggia era diminuita e solo poche gocce bagnavano il terreno ormai zuppo.
In poco tempo, il sole fece capolino tra le nuvole, e illuminò con i suoi raggi
deboli
Il biondo guardava
ancora insistentemente il ragazzo di fronte a sé.
-Mello…Promettimi…che qualunque cosa
succeda…- fece una pausa. -…non mi lascerai mai da solo.- concluse tenendogli un braccio e fissandolo quasi con
supplica.
-Io…-
iniziò l’altro, ma qualcosa lo fermò.
Un suono. Un cellulare.
Il cellulare di Roger. L’avviso di un messaggio.
Poi la sua voce rotta che
li chiamava.
-Mello. Near. Venite dentro. Devo parlarvi.-
Entrammo senza dir
parola.
Passammo dalla sala
grande e Near si portò dietro il puzzle che gli aveva
regalato L.
Perché proprio quel
puzzle? Che significava? …
-Che cosa hai detto,
Roger?!- silenzio. –Ripetilo un’altra volta!-
-L è morto.- mormorò lui.
-Morto?! Ma…ma come? Come?! Vuoi forse dire
che è stato ucciso da Kira? E’ così?- chiese Mello
affannandosi.
-E’ probabile.-
-Cioè L aveva giurato di
mandare Kira sulla forca e invece…Kira ha ucciso lui ?!- urlò prendendo Roger dal colletto
della maglia. Un rumore dietro di lui lo distrasse. Si voltò e vide Near che aveva appena completato e poi disfatto
il puzzle di L.
-Se non riesci a vincere il gioco…Se non riesci a
completare il puzzle…Allora sei solo un perdente.-
non si era scomposto, ma in
bocca aveva solo il sapore della rassegnazione.
Mello lo guardò con disgusto. A chi aveva dato del
perdente? Al suo stesso maestro? Al suo stesso punto di riferimento? A L Lawliet? Chi si credeva di
essere?
-E allora? L chi avrebbe scelto tra me e Near?- riprese
voltandosi verso il vecchio e sbattendo un pugno sulla sua scrivania.
-Non aveva ancora deciso. E ora che è morto, non
ha più modo di scegliere.- disse Roger.
Mello lo guardò con gli occhi spalancati.
Perché…perché non aveva scelto? Quanto tempo occorreva per
poter scegliere un nome? Non gli costava nulla decidere un successore,
perché non l’aveva fatto?
-Mello. Near.
Che ne dite di… unire le vostre forze?- asserì Roger, e subito Mello
fece una smorfia. Ancora con quella storia?
-Sì, mi sembra una buona
idea.-
fece Near lavorando nuovamente sul suo puzzle.
-Impossibile Roger. Lo sai bene che io e Near non andiamo d’accordo. Noi siamo sempre stati rivali.-
strinse forte i pugni. –Sempre!-
Il suono del vento
riempì quei secondi di silenzio che seguirono la sua affermazione. Poi parlò
ancora.
-E va bene, Roger. Sarà Near
l’erede di L. Diversamente da me, lui riuscirà a risolvere il caso con calma e
sangue freddo, come fa con i suoi puzzle.- lo indicò con uno scatto fulmineo degli occhi. –Io mi tiro fuori. Anche da questo istituto.- si voltò deciso e
si diresse verso la porta, fingendo di ignorare Near. Roger lo chiamò
tentando di fermarlo, ma non ci fu verso.
-Tanto ho quasi quindici
anni, ormai.- uscì dalla stanza.
–Vivrò a modo mio.- concluse
chiudendo la porta, sicuro che non l’avrebbe mai più riaperta. Chissà come se
la sarebbe cavata quel testone di Near
a prendere il posto di L. Lui avrebbe dato la caccia a Kira
a modo suo e avrebbe aspettato quel ragazzino impertinente al traguardo. Non
vedeva l’ora che Near gli supplicasse di aiutarlo…e
lui l’avrebbe fatto, dimostrandogli così la sua superiorità.
-Sì, Near. Quando avrai
bisogno, io ci sarò. Non ti lascerò solo, te lo
prometto.-
sorrise e si pettinò con una mano i capelli ancora
umidi di quella dannata pioggia.
***
Wow…Questa
cosa l’ho scritta in pochissimo tempo!
Non
mi ero neanche accorta di aver finito xD
Ho
immaginato una possibile anteprima della puntata 27 e
quindi descritto i presentimenti di Near e le
incomprensioni di Mello, per poi farle coincidere con
la ristesura della puntata.
Infatti le
battute sono le stesse e ho dovuto rivedere la puntata per ricordarmele ^^’’
Boh,
a voi il giudizio ;)
Mirokia