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Autore: Mirokia    27/06/2009    6 recensioni
No, non era il temporale che stava per scatenarsi a gettare nel suo cuore tutta quell’inquietudine. Era qualcos’altro, qualcosa di più grande di lui e Mello messi insieme, qualcosa che stava per accadere troppo presto.
Genere: Generale | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Mello, Near
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Quella non era una bella giornata

L’s Bloody Rain

 

5 novembre 2004

 

Quella non era una bella giornata.

Non lo era per niente.

Eppure quella palla di cuoio consumata continuava a rotolare, immergendosi talvolta nel fango creato dall’umidità, e correva, da piede a piede, per poi infilarsi nello spazio compreso tra due tronchi d’albero. Dopodichè qualcuno urlava “goal!”, riceveva pacche sulle spalle e si rimetteva a giocare.

Nell’aria c’era odore di pioggia e il cielo tinto di grigio non prometteva nulla di buono.

Mello non aveva voglia di giocare nel fango. Si era seduto sull’erba soffice ai piedi della Grande Quercia e seguiva con poco interesse lo svolgimento dell’ennesima partita di pallone, finchè la sua attenzione non fu catturata da un individuo che, lentamente, aveva attraversato il campo da calcio, incurante della partita in corso, e si era andato a sedere vicino a lui.

 

Mello lo guardò un secondo: cosa ci faceva Near all’aria aperta? Erano rare le volte in cui era uscito, cos’era questa novità? Poi… c’era qualcosa che lo affliggeva…Ma cosa?

-Piove.- asserì Near.

-Lo so.- confermò il biondo individuando le sottili gocce d’acqua che tagliavano l’aria.

-…Pioverà forte.- continuò Near.

-So anche questo.-

I loro discorsi erano sempre così, corti, concisi, senza grandi significati, senza grandi fantasie.

Ma quella volta Near pronunciò parole che non erano da lui:

-Oggi accadrà qualcosa di brutto.-

-Come fai a saperlo?- chiese Mello osservando i ragazzi che raccoglievano la palla e che si riparavano tra le mura di casa. Se quella poteva essere definita casa.

-Me lo sento.-

 

Riparati dalle foglie dell’albero, i due ragazzini osservavano il cielo diventare più scuro, fino a tingersi di nero pece. Tuoni in lontananza annunciavano l’arrivo di un pesante temporale.

-Rientriamo. O rischieremo di bagnarci.- propose Mello alzandosi, ma l’altro sembrava essere ancorato al terreno.

-Io resto. Voglio sentirla.-

-La pioggia?-

-Aha.- annuì. Senza un vero perché, anche il biondo si risedette e aspettò quasi con ansia che quelle nuvole scaricassero tutto il loro contenuto.

La pioggia si infittì e finì inesorabilmente per bagnarli. Ma a loro sembrava non importasse. Erano entrambi immersi ognuno nei propri pensieri. Non era niente di nuovo, ma quella volta c’era qualcosa che non andava.

Un fulmine svettò nel cielo proprio accanto a loro e li colse di sorpresa, tanto che Near sobbalzò e afferrò istintivamente la maglia dell’altro, appoggiandosi al suo braccio. Aveva paura dei fulmini o che altro?

Dopo quel breve attimo di debolezza, Near si ricompose attorcigliandosi una ciocca di capelli sul dito. Si misero entrambi a pensare, come loro solito, e i loro pensieri sembravano essere rivolti alla stessa persona.

-Quando credi che tornerà L?- chiese Near.

-Non lo so.- ammise il biondo. Questo Kira è un osso duro.-

-Ce la farà a prenderlo?- una domanda piena di dubbi. Mello si alterò.

-Certo che sì! Stiamo parlando di L! Non vedo l’ora di vedere in manette quel lurido assassino.-

L’altro lo guardò sconsolato, e negò più volte con la testa. No, non era il temporale che stava per scatenarsi a gettare nel suo cuore tutta quell’inquietudine. Era qualcos’altro, qualcosa di più grande di lui e Mello messi insieme, qualcosa che stava per accadere troppo presto.

-Mello…Se un giorno lasceremo Wammy’s House…e vorremmo dare la caccia a Kira…Tu ti alleeresti con me?- fece ad un certo punto.

-No.- rispose Mello secco.

-Perché?-

-Io e te non andremo mai d’accordo. Mai.- il tono di voce era basso e deciso.

-Pensavo mi considerassi tuo amico.-

-Affatto.-

Near non fece alcuna smorfia e, improvvisamente, osservò il grande campanile della chiesa di fronte a loro. La pioggia era diventata più leggera, quasi non si sentiva, ed aveva preso colore: era bianca.

-Nevica?- si chiese Mello a voce alta. Sì, era un leggero nevischio, che sembrava essere sceso dal cielo solo per incontrare il viso di Near. La neve e il ragazzo. Entrambi bianchi, entrambi delicati, entrambi freddi. Sembrò così strano che stesse nevicando. In quel periodo poi! Che stava succedendo?

Non fece in tempo a trovare una risposta, che la neve si ritrasformò in pioggia e ricominciò a cadere veloce. Era stata solo una sua immaginazione?

Near aveva ancora il viso sollevato al cielo.

-Perché suonano?- chiese.

Mello seguì il suo sguardo, rivolto alle campane.

-Non stanno suonando.-

-Ma io le sento chiaramente.-

-Te lo starai immaginando.- disse convinto.

-Eppure sono così assordanti…Possibile che non le senti?-

-Non c’è niente da sentire, Near!- Mello si alterò per la seconda volta. –Sei sicuro di star bene?- lo prese per le spalle e lo costrinse a fissarlo negli occhi. Aveva le pupille spente e il fiato corto, come avesse paura di qualcosa. –Hai paura del temporale?-

-Di che parli? Ormai ha quasi smesso di piovere.- disse Near fissando il vuoto. In effetti la pioggia era diminuita e solo poche gocce bagnavano il terreno ormai zuppo. In poco tempo, il sole fece capolino tra le nuvole, e illuminò con i suoi raggi deboli la Wammy’s House. Era quasi il tramonto.

Il biondo guardava ancora insistentemente il ragazzo di fronte a sé.

-Mello…Promettimi…che qualunque cosa succeda…- fece una pausa. -…non mi lascerai mai da solo.- concluse tenendogli un braccio e fissandolo quasi con supplica.

-Io…- iniziò l’altro, ma qualcosa lo fermò.

Un suono. Un cellulare. Il cellulare di Roger. L’avviso di un messaggio.

Poi la sua voce rotta che li chiamava.

-Mello. Near. Venite dentro. Devo parlarvi.-

Entrammo senza dir parola.

Passammo dalla sala grande e Near si portò dietro il puzzle che gli aveva regalato L.

Perché proprio quel puzzle? Che significava? …

 

 

 

-Che cosa hai detto, Roger?!- silenzio. –Ripetilo un’altra volta!-

-L è morto.- mormorò lui.

-Morto?! Ma…ma come? Come?! Vuoi forse dire che è stato ucciso da Kira? E’ così?- chiese Mello affannandosi.

-E’ probabile.-

-Cioè L aveva giurato di mandare Kira sulla forca e invece…Kira ha ucciso lui ?!- urlò prendendo Roger dal colletto della maglia. Un rumore dietro di lui lo distrasse. Si voltò e vide Near che aveva appena completato e poi disfatto il puzzle di L.

-Se non riesci a vincere il gioco…Se non riesci a completare il puzzle…Allora sei solo un perdente.- non si era scomposto, ma in bocca aveva solo il sapore della rassegnazione.

Mello lo guardò con disgusto. A chi aveva dato del perdente? Al suo stesso maestro? Al suo stesso punto di riferimento? A L Lawliet? Chi si credeva di essere?

-E allora? L chi avrebbe scelto tra me e Near?- riprese voltandosi verso il vecchio e sbattendo un pugno sulla sua scrivania.

-Non aveva ancora deciso. E ora che è morto, non ha più modo di scegliere.- disse Roger.

Mello lo guardò con gli occhi spalancati. Perché…perché non aveva scelto? Quanto tempo occorreva per poter scegliere un nome? Non gli costava nulla decidere un successore, perché non l’aveva fatto?

-Mello. Near. Che ne dite di… unire le vostre forze?- asserì Roger, e subito Mello fece una smorfia. Ancora con quella storia?

-Sì, mi sembra una buona idea.- fece Near lavorando nuovamente sul suo puzzle.

-Impossibile Roger. Lo sai bene che io e Near non andiamo d’accordo. Noi siamo sempre stati rivali.- strinse forte i pugni. –Sempre!-

Il suono del vento riempì quei secondi di silenzio che seguirono la sua affermazione. Poi parlò ancora.

-E va bene, Roger. Sarà Near l’erede di L. Diversamente da me, lui riuscirà a risolvere il caso con calma e sangue freddo, come fa con i suoi puzzle.- lo indicò con uno scatto fulmineo degli occhi. –Io mi tiro fuori. Anche da questo istituto.- si voltò deciso e si diresse verso la porta, fingendo di ignorare Near. Roger lo chiamò tentando di fermarlo, ma non ci fu verso.

-Tanto ho quasi quindici anni, ormai.- uscì dalla stanza. –Vivrò a modo mio.- concluse chiudendo la porta, sicuro che non l’avrebbe mai più riaperta. Chissà come se la sarebbe cavata quel testone di Near a prendere il posto di L. Lui avrebbe dato la caccia a Kira a modo suo e avrebbe aspettato quel ragazzino impertinente al traguardo. Non vedeva l’ora che Near gli supplicasse di aiutarlo…e lui l’avrebbe fatto, dimostrandogli così la sua superiorità.

-Sì, Near. Quando avrai bisogno, io ci sarò. Non ti lascerò solo, te lo prometto.- sorrise e si pettinò con una mano i capelli ancora umidi di quella dannata pioggia.

 

***

 

Wow…Questa cosa l’ho scritta in pochissimo tempo!

Non mi ero neanche accorta di aver finito xD

Ho immaginato una possibile anteprima della puntata 27 e quindi descritto i presentimenti di Near e le incomprensioni di Mello, per poi farle coincidere con la ristesura della puntata.

Infatti le battute sono le stesse e ho dovuto rivedere la puntata per ricordarmele ^^’’

Boh, a voi il giudizio ;)

 

Mirokia

   
 
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