Serie TV > Supernatural
Ricorda la storia  |      
Autore: TheWalkingNerd    01/02/2018    6 recensioni
Coda all'episodio 4x14, 'Sex and violence'.
Dean sospira. Non hanno aperto bocca da quando hanno lasciato Bedford; ma che cosa dovrebbero dirsi, in fondo? Scusa per aver cercato di ammazzarti, è stata la sirena, non io? Perfino la radio è rimasta spenta e, francamente, quel silenzio inizia a stargli sulle palle. Non sono una coppia sposata, e che cazzo.
Genere: Angst, Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Dean Winchester, Sam Winchester
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Quarta stagione
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
 
Senza il rombo del motore, la cappa di silenzio che li avvolge si potrebbe tagliare con un machete e tornerebbe più spessa di prima, come con le teste dell'Idra.
Dean getta il borsone sul letto più vicino alla porta e apre la cerniera. Le coperte si spiegazzano sotto il tessuto verde militare, ma non è che in ogni caso avesse intenzione di rimanere lì per più di qualche ora. Giusto il tempo di farsi passare quel pulsare continuo alle tempie. 
Alle sue spalle, un cigolio. 
Dean sospira. Non hanno aperto bocca da quando hanno lasciato Bedford; ma che cosa dovrebbero dirsi, in fondo? Scusa per aver cercato di ammazzarti, è stata la sirena, non io? Perfino la radio è rimasta spenta e, francamente, quel silenzio inizia a stargli sulle palle. Non sono una coppia sposata, e che cazzo.
È una stronzata, poi: lo pensavano davvero, quello che si sono detti. Forse nessuno dei due avrebbe preso un'accetta, ma ci sarebbero arrivati comunque. Era solo questione di tempo, prima che quell'equilibrio basato sulle alzate di spalle e sui lasciamo stare si frantumasse come vetro.
Scarta i vestiti sporchi e si fa largo nel borsone. Gli sono rimasti solo una maglia nera e un paio di boxer puliti. Dobbiamo fare il bucato; l'Apocalisse non è una scusa per andare in giro nudi. Gira a malapena la testa, ma, invece di parlare, stringe le labbra e sospira.
No, siamo peggio di una coppia sposata.
«Hai intenzione di continuare così?»
Aghi pizzicano nelle guance. Ci siamo. Non hanno mai sopportato i lunghi silenzi, non quando hanno così tanto da dirsi. Strano, ma vero, visto che ad una parte di lui la discussione sotto l'effetto del veleno di sirena è bastata e avanzata.
Dean scrolla le spalle. «Così come?»
«Non parli da ore.»
In effetti, fuori dalla finestra alla sua sinistra il cielo è una cappa senza stelle, nero anche con il lampione che crea aloni sui vetri sporchi di ditate. È tentato di tirare la tenda, se non fosse che la stecca pende da un lato e potrebbe crollargli in testa soffiandoci sopra. 
Scrolla di nuovo le spalle e si volta. «Non ho niente da dire.»
Sì, che ce l'ha, e non è mai stato bravo a mentirgli, soprattutto quando lo guarda così. Gli rode il culo, ma Sam lo conosce come le sue tasche. Be', lo conosceva.
Un nodo stringe lo stomaco.
«Dean-»
«È tutto a posto. Davvero.»
Chiude la zip e getta il borsone per terra, sulla moquette rosso scuro. Come le pareti dell'altro motel. Quello in cui l'ha quasi-
Va bene. Abbiamo finito con le seghe mentali o preferisci sederti alla finestra e metterti a fissare la pioggia?
È rimasto troppo tempo dentro la sua testa. Magari uscire gli farebbe bene, ma non è dell'umore per rimorchiare, né per interazioni sociali che non somiglino alle sue nocche contro il naso di qualcuno. O alla sua faccia sull'asfalto, dipende.
«Va bene.»
Si mette a sedere e accende la lampada sul comodino. Sam strizza gli occhi come un bambino appena sveglio. Stazza a parte, non è cambiato molto, da quando papà spalancava la porta nel bel mezzo della notte e gli ordinava di raccogliere tutto e filare in macchina. Anche allora era una corsa contro il tempo per tenere Sam con loro; anche allora i segnali del fallimento c'erano tutti.
«Vuoi parlare? Parliamo.»
Sam si mette a sedere, una ruga tra le sopracciglia. Dean riempie i polmoni e sospira. È come tirarsi fuori da soli un pugnale dalle viscere, sapendo che in due secondi sarai ricoperto di sangue. Che senso ha? Quello che dovevano dirsi se lo sono detti, e tante grazie al veleno di sirena.
Sam appoggia le mani sul copriletto rosso scuro. Guarda in basso, come un cucciolo che ha appena sbrindellato i cuscini. Dean si inumidisce le labbra.
«Perché me l'hai tenuto nascosto?»
Sam gli lancia un'occhiata. Non hanno mai avuto bisogno di tutti quei discorsi; si parlavano con una semplice occhiata, prima
Una morsa serra le viscere.
Sam si passa una mano sulla faccia. «C'è davvero bisogno di dirlo?»
Già, ce n'è davvero bisogno? Perché mi sembrava fosse stato abbastanza chiaro, con la sirena.
Assottiglia le palpebre e solleva il mento. «Sì. Sì, Sam, voglio sentirtelo dire.»
Sam tiene lo sguardo fisso su di lui. Somiglia allo sguardo che aveva da ragazzino, quando doveva rifare il borsone e mettersi in macchina per l'ennesima volta, sono stanco di questa vita, Dean, papà non fa altro che trascinarci da un posto all'altro come bagagli
«Perché sapevo che non avresti approvato.»
La fitta al petto quasi lo fa sobbalzare. Dean inghiotte un grumo di saliva. Il fatto è che Sam non è un ragazzino e questo non è un pacchetto di sigarette nascosto o un trofeo di softball.
Preferisce nascondersi, pur di non discutere con me. 
La morsa che gli serra le viscere stringe come la coda di un basilisco. 
Dov'è che ho sbagliato?
Dean sbatte le palpebre. Forse è vero che ha la sindrome del genitore; ma non è mai stato papà a dover fare i conti con Sam e i suoi pugni stretti e tutti quei lo fanno tutti i ragazzi normali, Dean e perché non posso essere come loro?, quindi ne ha anche il diritto, diamine.
«E hai preferito tenermi all'oscuro.»
Non è una domanda. Insomma, hanno sempre avuto dei segreti, ma collaborare con un demone? Non è mai stato tra questi.
«Dean- cos'altro avrei dovuto fare?»
Il tono basso gli fa serrare le labbra. Magari ci sta andando giù troppo duro, magari Sam crede davvero in ciò che fa, nonostante i segreti e le bugie. 
È questo il punto.
Dean aggrotta la fronte. «Non lo so, magari parlarne, decidere insieme, come abbiamo sempre fatto.»
Ti fa così schifo l'idea? 
Si morde la lingua. Non è ancora il momento per portare l'emodramma al massimo del dramma.
«Sempre?» 
Sam stringe le labbra e serra i pugni. Alla luce calda della lampada, gli occhi luccicano. 
«Che mi dici di quando papà ti ha detto di uccidermi? O dell'Inferno?»
Dean sbatte le palpebre. Le guance formicolano come se Sam gli avesse appena rifilato un cazzotto. No, è vero, non hanno sempre parlato, ma che differenza avrebbe fatto? Non lo avrebbe ucciso comunque, 'fanculo le ultime volontà di papà, e l'Inferno- a cosa ha portato confessargli quello che ha fatto? A farsi dire che è un debole, che non è in grado di fare il suo maledettissimo lavoro, e basta. Se la sarebbe volentieri risparmiata, quella parte.
«Sei stato via quattro mesi, Dean. Quattro lunghissimi mesi. E quando tu non c'eri, c'era Ruby.» 
La voce di Sam si spezza, gli artiglia il petto, dietro lo sterno, stringe un nodo nello stomaco così forte che per poco Dean non sobbalza. 
Non ci ha pensato. 
Quando c'era Sam, steso in quel letto, immobile, rigido, lui è corso tra le braccia di un demone degli incroci, anche se solo per uno scambio. Sam- Sam non ha potuto. La sua anima non doveva uscire da lì.
Sam abbassa la voce e lo sguardo. «Senza lei non sarei nemmeno vivo.»
Dean sbuffa dal naso. «Sì, mi hai raccontato delle vostre esperienze. Fin troppo nel dettaglio.» 
Sam rotea gli occhi. Dean sente tutti i muscoli tendersi, il viscido sotto la pelle che pizzica i nervi.
«Ora sono qui. Possiamo-» il grumo di saliva che inghiotte rischiandi incastrarglisi in gola «-possiamo tornare alla solita vita. Cacciare i demoni come abbiamo sempre fatto.»
Senza poteri di dubbia origine e stronze che puzzano di zolfo di mezzo.
Ti prego.
Sam stringe le labbra. Fissa la moquette sotto ai piedi nudi, storce un angolo della bocca. «No, non come abbiamo sempre fatto. Le cose non possono sempre tornare come prima.»
Una pugnalata al cuore farebbe meno male.
«Non voglio litigare, Sam. Ma quel demone? Avrà sicuramente un piano.»
Sam scrolla le spalle. «Ne ho uno anch'io.»
Dean inarca un sopracciglio. Sam, un piano? Ma se si sente in colpa anche a cercare un porno! 
«E sta funzionando?»
Sam abbassa lo sguardo. 
Mi stai tenendo fuori. Non lo dice.
Dean scuote la testa. «Sembra che ti fidi di lei più di quanto ti fidi di me.»
È questo il punto. Qualcosa si è rotto, tra loro: hanno vissuto sul filo del rasoio fino a ieri, ma era un equilibrio destinato a spezzarsi. Non poteva durare.
«Non dire scemenze. Mi fido di te.» Lo sguardo di Sam regge il suo. «Ma hai bisogno di tempo per riprenderti, che ti piaccia o no. Che c'è di male in questo?»
Per un attimo, sembra di nuovo il Sam che rompe le palle per parlare dei loro sentimenti e farsi le trecce. Il Sam che discute di traumi e problemi con il padre.
Dean stringe le labbra.  
«Sono ancora in grado di fare il mio lavoro.»
«Lo so.»
Dean sbatte le palpebre. Be', è inaspettato. Pensava di doverlo convincere e, onestamente, non ha molte argomentazioni dalla sua. La sirena ha fregato lui, in fondo.
«Bene.»
«Bene. Ma non ho più bisogno che tu mi protegga.»
Dean inarca un sopracciglio. «Ah, no?»
«No»
Quel no mette radici nel petto. La faccia si arriccia; in quel momento deve fare pena. 
«Be', accontentati.» Raddrizza le spalle e alza il mento. «Sei il mio fratellino, Sam, e non smetterò di proteggerti.»
È quello che sono.
Sam abbassa lo sguardo e sospira. «Se facciamo questa cosa insieme, siamo alla pari.»
Magari è questo che voleva dirgli, tenendolo al di fuori. Vuole indipendenza, come un ragazzino che scappa da casa. Forse è l'unica condizione per tornare ad essere Sam e Dean.
«Non voglio tenerti fuori, Dean. Voglio che tu mi lasci partecipare.»
Dean annuisce. Si può fare. Se trattarlo da adulto è l'unica condizione per riaverlo indietro, che così sia. 
«Bene.»
«Siamo a posto?»
Dean annuisce. «Sì.»
Per ora. Ha ancora qualcosa in gola, ma ci arriverà col tempo. Qualcosa tipo che Ruby deve sparire.
Si rimette in piedi con un grugnito. Le molle del letto cigolano alle sue spalle.
«E, comunque, ti ho fatto il culo.»
Sam ride. La sensazione dolciastra in fondo alla gola è ancora lì, ma per ora, solo per ora, va tutto bene.

 
   
 
Leggi le 6 recensioni
Ricorda la storia  |       |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Torna indietro / Vai alla categoria: Serie TV > Supernatural / Vai alla pagina dell'autore: TheWalkingNerd