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Autore: VenerediRimmel    03/02/2018    0 recensioni
E una volta in cui è successo di proposito.
[Peter Parker & Wade Wilson - Peter Parker & Tony Stark - post!Spiderman: Homecoming & post!Deadpool]
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Questa storia è una traduzione di "Five Times Peter Parker and Wade Wilson Crossed Paths By Accident" che potete trovare su ao3
Genere: Commedia | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Deadpool, Peter Parker, Un po' tutti
Note: Movieverse, Traduzione | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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IX

"Stai bene, Peter? Ti ha ferito?"
"Sto bene".
Tony annuì vivacemente, fremendo ancora di rabbia a causa di Wade. Lanciare il ragazzino contro il muro in quel modo... chi credeva di essere? "Senti... Peter, devo andare a prendere tua zia. Non è sicuro per lei stare nell'appartamento se i ragazzi di Ross sanno che è lì che abiti".
Peter annuì impotente. “S-sì. Lo so. Verrò anch'io".
"Assolutamente no. Fuori discussione. Mi ascolti? Tu ne stai fuori”.
Peter aprì bocca per discutere, ma ci ripensò al bagliore minaccioso negli occhi di Tony.
Così si ritrovò a camminare per tutta la casa, aspettando che Tony tornasse con May. Si perse così tanto nei suoi pensieri che quasi non si accorse del loro ritorno, sorprendendosi al suono della porta.
May era frenetica. Passò oltre Tony, afferrando le spalle di Peter. "Che diavolo sta succedendo, Peter?! Come hai potuto non dirmi che stavi per rivelare la tua identità in una conferenza stampa?" Hai idea di quello che ho passato vedendoti in TV in quel modo?!"
Tony impedì che Peter rispondesse quando vide che l'adolescente era senza parole, tentando in un mormorio di darle delle spiegazioni mentre Peter rimaneva lì in piedi, sconvolto. Happy apparve con una tazza di tè per May e Peter la guardò mentre diventava pallida e silenziosa. "Mi dispiace, May," gracchiò.
 
***
MJ sapeva che Peter Parker non aveva la mononucleosi. Non credeva nemmeno che qualcuno con i poteri di Peter potesse prendersi la mononucleosi.
Sì, MJ sapeva che Peter era Spiderman dal viaggio a Washington per l’Academic Decathlon. Un supereroe che aveva operato quasi esclusivamente nel Queens, improvvisamente si era presentato a Washington per salvare la loro squadra, tutto questo mentre Peter era convenientemente assente? Tra questo e l’incessante parlottare di Ned e Peter durante tutta la giornata scolastica, MJ era scioccata che oltre a lei non lo avessero ancora capito tutti. Quindi, in conclusione, la maggior parte delle persone erano stupide.
MJ non aveva confessato a Peter di saperlo, né aveva intenzione di farlo. Non era affar suo, se Peter voleva correre in giro per la città in calzamaglia a combattere il crimine. Chiaramente doveva avere qualche problema emotivo ben radicato, o qualcosa del genere. Però ora Peter aveva preso la mononucleosi, fatalità proprio dopo poche ore il fallito smascheramento di Spiderman e l'assassinio del Segretario Ross. Qualcosa non le tornava.
Non è che fosse preoccupata per Peter o cosa, si disse mentre scendeva dal treno prima della sua fermata, di ritorno da scuola.
***
Maledicendosi, Wade si fece strada verso l’appartamento di Peter nel Queens. Quel fottuto ragazzino lo stava conducendo a morte certa. Dall’annuncio di Spiderman come primo indiziato per l'assassinio di Ross, si era aggirato periodicamente intorno all'appartamento di Peter, determinato a tenerlo d'occhio nel caso qualcuno decidesse di fargli visita.
Fino a quel momento non era successo nulla, ma Wade sapeva che se Tony Stark era intelligente come tutti sostenevano fosse, aveva già nascosto Peter da qualche altra parte. Ciò nonostante questo non impediva a Wade di uccidere chiunque fosse venuto a cercarlo lì.
Trasalì quando ricordò il momento in cui aveva sbattuto il ragazzino contro il muro urlandogli a un palmo di distanza dal viso. Odiava quanto Peter fosse ingenuo, quanto fosse fiducioso e stupido. Odiava l’idea che avesse rischiato la propria pelle per la sicurezza di quel ragazzino. Odiava essere stato ferito dalla sua mancanza di gratitudine. E odiava che fosse seduto qui a tenere d'occhio quell'appartamento. Ma, soprattutto, detestava sentirsi in colpa per come aveva perso la calma con lui.  Stupido. Ogni cosa suonava stupida.
Wade era distratto dal disprezzo per se stesso quando udì il suono di qualcuno che si avvicinava al complesso di appartamenti. Aveva studiato l'aspetto della maggior parte dei vicini di Parker, ma la ragazza in marcia verso la loro porta non era uno fra i volti già visti. La osservò mentre suonava il campanello, battendo il piede.
Diventando impaziente, iniziò a bussare e poi a battere sulla porta.
"Peter, so che ci sei dentro! Apri! Sono MJ!"
Nessuna risposta. A Wade non piaceva tutto il fracasso che la ragazza stava facendo. Si stava solo chiedendo come farla smettere senza fare ancor più casino quando sentì i passi di altre due persone che si avvicinavano. Uomini in giacca e cravatta. Wade rabbrividì per un cattivo presentimento quando questi si avvicinarono alla ragazza, mettendole una mano sulla spalla. Cazzo!
"Sei un’amica di Peter?" l'uomo chiese fingendo un tono amichevole.
La ragazza lo guardò con un sopracciglio alzato. "Sono abbastanza sicura che non siano affari tuoi", rispose con freddezza.
L'uomo sorrise educatamente. "Temo di sì, invece" insistette. Presentò, dunque, un distintivo alla ragazza. Wade imprecò sottovoce.
La ragazza sembrò non impressionarsi guardando il distintivo. Incrociò le braccia, alzando lo sguardo sull'uomo. "Cosa sta succedendo?"
“È riservato, ma ti basta sapere che è una questione di sicurezza nazionale, quindi te lo chiederò di nuovo… sei un’amica di Peter Parker?"
La ragazza si strinse nelle spalle. "È solo un ragazzo con cui frequento il corso dell’Academic Decathlon".
"E sai dove si trova adesso?"
La ragazza scrollò di nuovo le spalle.
L'uomo si scambiò un'occhiata con il suo compagno. "Vorranno parlarle".
L'altro annuì, avanzando verso la ragazza. "Vieni con noi".
"Neanche morta".
Gli uomini si scambiarono un'altra occhiata. Il primo uomo afferrò il braccio della ragazza e fu colto alla sprovvista quando lei lo colpì velocemente con un ginocchio all’altezza dell’inguine. Wade osservò la scena, confuso, mentre l'uomo si piegava in due.
L’altro uomo in completo nero e cravatta la afferrò da dietro, stringendole una mano sulla bocca mentre lei iniziava a urlare e a dimenarsi, mentre quello colpito si alzava in piedi, imprecando.
Wade gemette, rassegnato all’idea di dover intervenire. Mentre gli uomini trascinavano la ragazza verso il parcheggio, comparse posizionandosi fra loro e la macchina. "La state rapendo? Perché sapete io ho fatto un sacco di rapimenti e questo qui ha tutta l’aria di esserne uno”.
Gli uomini si bloccarono, fissando Wade mentre quest’ultimo sfoderava le due katana in modo lento e minaccioso, fissando entrambi. "Datemi la ragazza e sparite."
L'uomo che stringeva la ragazza esitò, poi la trascinò davanti a sé come uno scudo. "S-stai indietro!" urlò.
Il temperamento di Wade divampò. Mentre il secondo uomo si avvicinava a lui, lo gettò facilmente a terra colpendolo sulla testa con la punta smussata della katana. L'uomo rannicchiato dietro la ragazza, invece, continuava a fissarlo.
"Ok, proviamo di nuovo. Hai tre secondi per lasciarla andare prima che ti tagli una fottuta mano".
L'uomo emise un incomprensibile gemito di paura, ma non fece nessuna mossa per lasciar andare MJ.
Wade sospirò. Avrebbe voluto evitare che la ragazza assistesse a tutto questo, ma... beh, pazienza. Rapido e sagace, fece scivolare le katana su entrambi i lati del polso dell'uomo tagliandolo.
Il sangue schizzò ovunque mentre l'uomo urlava e la sua mano cadeva dal suo braccio. MJ urlò, inciampando verso Wade, mentre l'uomo la lasciava andare e cadeva in ginocchio accanto al suo amico incosciente.
Wade allungò la mano verso la ragazza e non la biasimò minimamente quando lei subito indietreggiò. Lo aveva appena visto tagliare una mano ad un uomo, dopotutto. Era anche sporca di sangue. Wade alzò le mani in un finto gesto di resa. "Hey, va tutto bene," disse. "Mi dispiace che tu abbia dovuto… assistere a tutto questo… ma credo che sia meglio se vieni con me, ora. Non sei al sicuro qui".
MJ lo fissò. Wade rimase colpito dalla rapidità con cui aveva riguadagnato la sua compostezza. "Perché dovrei venire con te?" Chiese, studiandolo con uno sguardo impassibile.
"Perché posso portarti da Peter" concluse.
***
Tony era seduto nel suo attico con i Parker, mentre discutevano fervidamente su come sarebbe stato meglio continuare a nascondere l'identità di Peter, quando FRIDAY lo avvertì che qualcuno era arrivato alla base.
Peter si innervosì visibilmente alla notizia.
"Non ti preoccupare, ragazzo", disse Tony con coraggio. "Ci penso io. Voi restate qui".
Tony non era sicuro di chi avrebbe dovuto aspettarsi di vedere dai video che FRIDAY gli mostrò, ma certamente non Wade Wilson e un’adolescente dall'aria sconvolta e ricoperta di sangue. "Cosa diavolo..." mormorò. Spalancò la porta ma si fermò sulla soglia, non permettendo loro di entrare.
"Che cosa ci fai tu qui?" Chiese Tony rivolgendosi a Wade. "Hai molto coraggio a farti vedere dopo che-"
Wade lo interruppe. "Lasciaci entrare, Stark. Era all’appartamento di Parker… i federali la stavano per portare via con loro".
L'effetto di queste parole su Tony fu istantaneo. Imprecò, si fece da parte e si avviò all’interno della casa. La ragazza rimase in silenzio, con le braccia incrociate al petto.
Tony li fece entrare in una stanza, dall'ingresso principale, lasciandoli sedere. Si rivolse alla ragazza gentilmente. "Sei una amica di Peter? Di scuola?"
La ragazza annuì con esitazione. "Mi chiamo MJ"
“MJ D’accordo”. Tony si passò una mano nervosa tra i capelli. Come avrebbe dovuto spiegare alla compagna di classe di Peter cosa stesse succedendo senza rivelare l'identità segreta di Peter?
Le parole successive di MJ portarono via quella preoccupazione dalla mente di Tony. "Io so di… Peter," disse. "So chi è realmente".
Tony sospirò pesantemente. "Quando te l'ha detto?"
MJ si rivolse verso Wade, poi alzò un sopracciglio interrogando Tony. "Va tutto bene," disse Tony. "Anche lui lo sa."
MJ si rilassò visibilmente. "Non mi ha detto che era Spiderman", ammise. "L’ho capito… non è un tipo discreto, non trovate?”
Tony fece una risatina contrita, sorridendo un po' a MJ. Gli piaceva quella ragazzina. "No. Non è il suo punto forte".
"Si sta nascondendo qui per quello che è successo a Ross, non è vero?" Chiese MJ.
Tony annuì. "È molto importante tenerlo sotto controllo per tutto il tempo che abbiamo, mentre capisco cosa sta succedendo. Prima di morire, Ross aveva scoperto l'identità di Spiderman. Ciò significa che Peter e tutti coloro che sanno il suo segreto sono in pericolo. Sono già venuti qui a cercarlo, ma sono riuscito a convincerli che non so dove sia".
MJ si morse il labbro. "Mi dispiace se ho peggiorato le cose".
Tony la congedò con un cenno della mano. "Le cose erano un casino già prima che tu andassi a cercare Peter" disse. "Ci sto lavorando".
"Sta… sta bene?"
Tony la guardò attentamente. Sotto l'aspetto controllato e insensibile di MJ era chiaro che fosse molto preoccupata per Peter. Le sue nocche erano diventate bianche attorno alle sue braccia incrociate. Tony annuì.
"Vieni, ti porto da lui".
Lei annuì, alzandosi in piedi. Tony guardò Wade che era rimasto seduto insolitamente in silenzio durante la sua conversazione con MJ. "Tu resta qui. Tornerò."
Wade annuì.
Tony e MJ presero l’ascensore fino all'attico, mentre la ragazza si stropicciava nervosamente le maniche della propria giacca.
***
Peter stava immaginando vari scenari che coinvolgevano i federali mentre cercavano di entrare nel complesso, quando Tony rientrò nell'attico con l'ultima persona sulla faccia della Terra che si sarebbe aspettato di vedere.
"MJ?!" gracchiò scioccato.
MJ lo salutò con la mano, incerta, e gli fece un mezzo sorriso imbarazzato. Subito, Peter si accorse del sangue che le ricopriva i vestiti.
"Stai bene?! Perché sei sporca di sangue? Cosa stai facendo qui?!"
Tony osservò con attenzione verso May. "Penso che dovremmo continuare la nostra discussione in un’altra stanza", convenne. "Questi due devono dirsi un mondo di cose. Inoltre, c'è qualcuno che dovresti incontrare".
Mentre May e Tony lasciavano la stanza, MJ si agitò mentre Peter continuava a fissarla incredulo.
"Smettila di guardarmi così!"
"Così come?”
"Come se fossi la cosa più assurda che tu abbia mai visto!"
"Beh, non mi aspettavo di vederti… I-uh-sono davvero contagioso-"
"Smettila con le cazzate, Parker" disse MJ "Non devi dirmi la verità, ma non mentirmi. È offensivo. Pensi onestamente che creda alla balla della mononucleosi? Dopo tutto quello che è successo oggi?"
"Cosa è successo oggi?" Chiese confuso Peter.
Se non avesse conosciuto bene MJ, Peter avrebbe giurato di aver visto la sua faccia arrossire per l'imbarazzo. "Sono andato nel tuo appartamento dopo la scuola".
"Perché?"
"Perché sapevo che non avevi la mononucleosi".
"Come?"
MJ si morse il labbro, sembrando stranamente angosciata. "Non credo che Spiderman possa influenzarsi, se è per questo" disse alla fine.
La mascella di Peter cadde per lo shock, mentre il cuore gli precipitò nello stomaco. "Lo sapevi? Da quanto?"
"Da Washington".
Peter era senza parole. Era sicuro di essere stato attento…
MJ continuò a fremere.
"Aspetta un minuto" disse Peter. "Questo non spiega perché sei andata al mio appartamento".
MJ arrossì di nuovo. "Che cosa? Me lo vuoi proprio far dire? Dopo l'assassinio di Ross, sei scomparso. Ero preoccupata per te, ok?”
L'espressione di Peter si addolcì immediatamente. "Tu eri preoccupata per me?"
MJ incrociò il suo sguardo con aria di sfida per un momento, poi si guardò i piedi. "Non sono sempre così indifferente… come voglio far credere, sai".
"Mi dispiace" disse Peter piano. "Non intendevo ..."
Ma quello che stava per dire gli morì d'improvviso in gola quando MJ si allungò verso di lui, gettandogli le braccia al collo. Inizialmente, Peter rimase imbambolato, ma alla fine, lentamente, restituì l'abbraccio.
Si separarono rapidamente. "Quindi, perché sei ricoperta di sangue?" domandò Peter goffamente.
MJ gli raccontò tutto. La mascella di Peter si spalancò di nuovo quando descrisse il modo in cui Wade aveva tagliato la mano dell'agente. “È stato Deadpool a portarti qui?!"
 
***
Wade si sedette di fronte a Tony e alla zia di Peter in un silenzio imbarazzante. Nessuno sembrava voler dire qualcosa. Wade fu contento di vedere come Tony sembrasse incazzato per qualche motivo in particolare.
Probabilmente per la sua presenza.
"Scusa-" disse May improvvisamente. "Ma tu chi sei?"
Wade aprì la bocca per rispondere ma Tony lo precedette. "Lo stalker di tuo nipote".
Le narici di May si allargarono pericolosamente.
"Cosa?!" gridò Wade indignato. "Stalker? Io?"
"Oh certo, tutte le volte che vi siete imbattuti l’uno nell’altro sono accadute casualmente! A che numero di incontri siete arrivati adesso?"
"Lo giuro," disse Wade a denti stretti. "Oggi è la prima volta che vengo di proposito! E solo perché la sua fidanzatina è stata quasi rapita fuori dal suo appartamento!"
"Qualcuno farebbe bene a dirmi cosa sta succedendo, subito, o giuro su Dio-"
Ma May fu interrotta da FRIDAY. Per la seconda volta quella sera, FRIDAY annunciò l’arrivo di qualcuno inaspettato. "Steve Rogers è nella hall per incontrare te, capo."
Tony si sentì preda a un aneurisma. "Che…? Come ha fatto ad entrare?"ruggì.
"Ha ancora i codici di sicurezza, capo" rispose FRIDAY in quello che Tony avrebbe potuto giurare fosse un tono scortese.
"Per l'amor del cielo" imprecò Tony.
Steve irruppe nella stanza freneticamente. "Tony," disse bruscamente.
Tony si bloccò. Non vedeva Steve da quel dì in Siberia. "Rogers," rispose. "Che cosa sei-"
Ma Steve lo interruppe. "Sta succedendo qualcosa. Qualcosa di importante".
"Lo so già," disse Tony conciso. "La legge sulla registrazione dei vigilanti è passata. Immagino che Ross sia diventato un martire, dopo il suo assassinio. Faranno l'annuncio da un momento all'altro".
Steve lo fissò senza capire. Finalmente Tony notò quanto fosse fuori di sé.
“Hey- che sta succ-”
"Dobbiamo uscire fuori da questo posto" disse Steve. "Ora".
   
 
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