Ringrazio
anche solo chi legge.
Scritta
sentendo: https://www.youtube.com/watch?v=7EScFRxzIYI.
★Autore:
Kamy
★Fandom:
DBZ.
★
Iniziativa: Questa storia partecipa al Flu&Fluff a cura
di Fanwriter.it!
★ Numero
Parole: 515.
★ Prompt
parole: 9. “Non mi ammalo
mai!” le ultime parole famose di A..
Un
saiyan capriccioso
La
luce del sole illuminava il prato dall’erba color
smeraldo, i raggi filtravano attraverso le ampie foglie delle palme e
si
riflettevano sulla cupola della navicella spaziale.
Bulma
appoggiò una mano su di essa, sentì il metallo
scottarle le dita e la ritrasse, portandosela al petto.
Vide
Vegeta che ansimava affaticato davanti a lei, lo
guardò ondeggiare e rischiare di cadere, corrugando la
fronte disse: “Sei
sicuro di stare bene?”.
Il
principe dei saiyan rispose schioccando la lingua
sul palato.
“Forse
dovresti sederti un attimo. Ti sei stancato
parecchio con gli allenamenti e sei anche parecchio pallido”
mormorò Bulma,
avanzando di un paio di passi.
“Non
sono stanco” biascicò Vegeta, le sue gambe
rischiarono di cedere e incrementò l’aura per
rimanere in piedi. Starnutì
rumorosamente, i suoi occhi erano arrossati e un rivolo di muco gli
scivolò dal
naso.
“Sicuro
di non esserti preso qualche malanno? Vai
sempre in giro solo con i pantaloncini o con una tutina”
disse Bulma.
Vegeta
starnutì ancora più rumorosamente e cadde in
ginocchio.
Bulma
lo raggiunse, lo issò passandosi il braccio
muscoloso di lui intorno alle spalle e lo sollevò.
“Io
non mi ammalo mai” biascicò Vegeta, crollando
addosso a lei. “Tsk,
mollami, Donna” rimarcò
il concetto.
Bulma
appoggiò la mano sulla sua fronte, sentendola
bollente.
“Mi
sa che, invece, questa volta tu ti sia preso un
bel febbrone” disse.
Vegeta
ricadde addosso a lei e Bulma mugolò,
sentendolo pesare e, mugugnando sofferente, riuscì a
condurlo fino a un divano,
dove ve lo lasciò ricadere.
Vegeta
si stese sul divano, scosso da tremiti.
Bulma
lo coprì con un plaid e gli passò la mano tra i
capelli a fiamma, accarezzandogli la testa, Vegeta
l’afferrò per il polso e la
trasse a sé.
“Donna…
senti, non te ne andare…” biascicò.
Bulma
sorrise e lo abbracciò, poggiandoselo contro.
“Scimmione,
devo prepararti qualcosa di caldo e
prendere il termometro” borbottò.
“Solo
un paio di minuti e guai a te se prepari la
camomilla” biascicò Vegeta, chiudendo gli occhi.
<
Quelle di Nappa erano proprio orrende > pensò.
Bulma
gli posò un bacio sulla fronte spaziosa e
bollente.
<
Lui era anche convinto di non ammalarsi mai, le
ultime parole famose. Quando fa così, più che
orgoglioso, sembra direttamente
un bambino capriccioso > pensò.
Aspettò
che si fosse addormentato e lo adagiò
nuovamente sul divano.
Andò
nella stanza accanto, Vegeta si agitò nel sonno,
tastando sul divano accanto a sé, tremando sotto il plaid.
“Bulma…”
chiamò piano. La donna tornò, gli mise il
termometro tra le labbra e lo abbracciò nuovamente, lui le
adagiò la testa sul
petto e si chetò, anche se il suo corpo continuava a essere
scosso da brividi.
“Testone,
se continui con quegli allenamenti, finirai
per ucciderti” borbottò lei a bassa voce, mentre
lui la stringeva a sé. Nel
sonno le sorrise e Bulma addolcì l’espressione di
riflesso.
<
In questo momento sembra così dolce e indifeso.
Tranquillo, Vegeta, mi occuperò io di te >
pensò la terrestre. Gli sfilò il
termometro tra le labbra e sospirò guardando la temperatura.
“Ne
avrai bisogno” bisbigliò con voce inudibile,
leggendo: “39.3”.