Ringrazio
anche solo chi legge.
★Autore:
Kamy
★Fandom:
Harry Potter.
★
Iniziativa: Questa storia partecipa al Flu&Fluff a cura
di Fanwriter.it!
★ Numero
Parole: 622.
★ Prompt
parole: 7. A e B hanno un’accesa
discussione su medicine e omeopatia/rimedi della nonna mentre C dorme
stremato
dall’influenza.
Il
primo bacio di Lily e James
La
luce pallida del sole illuminava il manto nevoso
che aveva coperto Hogwarts e i suoi giardini. Un gufo stridette,
passando
davanti la finestra del dormitorio dei Grifondoro.
Remus
boccheggiò, la testa gli pulsava e a sentire
quel verso gemette di dolore, allungò una mano e
tirò la tenda intorno al suo
letto, oscurando la luce del sole.
“Dobbiamo
mandarlo da Madama Chips!” sentì urlare una
voce femminile proveniente dalla scala oltre la saletta del dormitorio.
Si
premette le mani sulle orecchie, sul lenzuolo erano sparpagliati una
serie di
fazzoletti di tessuto e dei frammenti di pergamena.
“Suvvia.
Un po’ di riposo e si riprenderà subito. Non
essere così ansiosa” ribatté James. La
sua voce squillante rimbombò nelle
orecchie di Lupin, che mugolò.
“Ti
ho detto che ci vogliono dei medicinali
‘veri’”.
Alzò la voce Lily.
“Quella
roba babbana non mi dà fiducia” sminuì
James.
Remus
socchiuse gli occhi.
<
La luna piena si sta avvicinando e questo mi ha
debilitato tanto da farmi prendere la sesta influenza in nemmeno due
mesi >
pensò.
“Andrebbero
bene anche gli incantesimi del San Mungo,
basta che utilizzi ‘cure’ riconosciute”
ribatté Lily. Il suo tono aspro s’infiltrava
nella testa di Lupin, facendogli sfuggire dei bassi guaiti prolungati.
<
È troppo pericoloso andare in infermeria. Si
potrebbero accorgere che in realtà sono un lupo mannaro ed
espellermi da
scuola. Meno male che ho un amico fidato come te a coprirmi, Ramoso
>
rifletté Lupin.
“Secondo
me i rimedi di mia nonna sono molto più
funzionali! Sirius tornerà a breve con del the caldo fatto
dagl’elfi domestici
della scuola e magari anche con qualche altra cosa. Ho sentito che
alcuni di
loro usano della roba chiamata ‘omeopatia’, che gli
hanno insegnato i centauri”
disse James.
“I
vostri rimedi finiranno per ucciderlo!” sbraitò
Lily e Lupin si tappò la bocca con entrambe le mani per
soffocare un ululato di
dolore. Tremava, avvolto dalle coperte del suo letto, facendo cigolare
le assi
sotto di lui.
“Esagerata”
sminuì James. Le voci si erano fatte più
lontane.
<
Devono essere scesi di qualche gradino > pensò
Lupin. La fronte gli scottava e brividi di freddo gli percorsero la
spina
dorsale.
“Non
cureranno niente…” esalò Evans.
“Allora
potresti darci tu una di quelle pasticche
babbane che dici che ti fanno miracoli. Così vedremo se
hanno più effetto delle
nostre” disse James, rendendo più seducente e
vellutata la sua voce.
Lupin
sorrise.
<
Colpo da maestro. Così sarà costretta a non dire
niente, perché anche lei è nel torto per le
regole della scuola > pensò.
Sentì il ticchettio ritmico di un piede che veniva sbattuto
a terra, il dolore
lancinante che gli provocò lo costrinse a mettersi un
cuscino sulla testa. I rumori
arrivarono così ovattati, esausto crollò
addormentato.
“Capisco
se hai paura ad accettare la sfida. Perché,
in fondo, niente è meglio del limone per un
malessere” borbottò James.
“Tranne
il paracetamolo” brontolò Lily.
“Quella
roba non può competere con dello spurgante
naturale. Elimina le tossine e stai subito meglio”
ribatté James.
“Le
tossine si eliminano sudando con la tachipirina,
questo dà ragione a me!” ribatté Lily.
“Però
non ne sei sicura, se hai paura della
competizione” la stuzzicò Potter.
“D’accordo,
ma se vinco io smetterai di chiedermi di
farti copiare i compiti!” sbraitò Lily.
“Non
temere, non fallirò! E se i rimedi di mia nonna
si dimostrano superiori alle medicine, mi farai copiare anche durante
gli
esami!” gridò James, serrando i pugni.
“Affare
fatto!” gridò Lily, allungando la mano.
Potter
la prese, stringendola nella propria.
“Affare
fatto!” urlò a sua volta.
Si
baciarono di scatto, Potter la sbatté contro la
parete e Lily ricambiò con foga.
<
Che diamine stiamo facendo? > pensarono in
coro, continuando ad approfondire il bacio.