Ringrazio
anche solo chi legge.
★Autore:
Kamy
★Fandom: One
Piece.
★
Iniziativa: Questa storia partecipa al Flu&Fluff a cura
di Fanwriter.it!
★ Numero
Parole: 520.
★ Prompt
parole: 23. Soulmate!AU,
quando A si ammala la stessa sorte tocca anche a B.
Un’unica
anima, un’unica influenza
La
calda luce del sole si rifletteva sull’acqua dando
vita a riflessi argentati, illuminava la nave e faceva risplendere la
grande
testa di leone sulla polena, alcuni raggi filtravano anche attraverso
l’oblò
illuminando il pavimento di legno della cabina.
Zoro
avanzò lungo la gamba, stretto in una coperta blu
e ne lasciò cadere una gemella, ma di colore rosa, sulle
spalle di Rufy che vi
si avvolse, starnutendo rumorosamente. Un rivolo di muco scendeva dal
naso di
Cappello di paglia, ondeggiando.
“Ho
freddo” piagnucolò Rufy.
Zoro
starnutì rumorosamente.
“Anche
io e se tu non ti fossi tuffato a mare questo
non sarebbe successo” biascicò.
Recuperò dal tavolo due tazze, quella di
Cappello di paglia era rosa e portava come decorazione una miniatura
del suo
copricapo, mentre l’altra era color mattone.
“E
non saremmo costretti a bere queste schifezze di
quel sopracciglio a ricciolo”. Rincarò la dose
Zoro.
Rufy
sporse il labbro inferiore, inspirò il muco, ma
allo starnuto successivo questo scese ancora più in basso,
assumendo un
colorito verdastro.
“Non
è colpa mia se non so nuotare e l’acqua
è freddo.
Inoltre potrebbe anche essere colpa tua che ti sei tuffato a
prendermi”
piagnucolò. Prese la tazza che lo spadaccino gli porgeva e
vi soffiò, il fumo
gl’investì il viso.
Zoro
si sedette al suo fianco, incrociando le gambe, i
suoi piedi erano coperti da pesanti calzettoni di lana, con una mano
continuò a
tenere la coperta, mentre con l’altra si portò la
tazza alle labbra.
“Volete
che mi prenda la colpa, Capitano?” chiese, con
tono più serio.
Mugiwara
corrugò la fronte, aggrottando le
sopracciglia, la sua fronte bollente era coperta da delle disordinate
ciocche
more.
“No.
Sono io ad essermi ammalato” ammise.
Zoro
starnutì rumorosamente e i suoi tre orecchini
d’oro
ondeggiarono e tintinnarono, cozzando tra loro.
“Neh, Zoro…”
sussurrò Rufy. Gonfiò le guance di gomma oltre il
limite naturale e fece un
profondo sospirò. “Ti dispiace essere Soulmate con
me, vero? Insomma, mi caccio
sempre nei guai e ogni volta che mi faccio male, lo faccio anche a
te” gemette.
“Ho
fatto anche io la mia dose di disastri, Capitano.
Avete un grande squarcio sul petto a dimostrarlo e abbiamo quasi perso
l’occhio
entrambi” disse Zoro, nascondendo il viso dietro la tazza.
“Due
cicatrici sul petto, quella a X è tutta mia.
Però, dico sul serio. Io mi ammalo sempre
e…” mormorò Rufy.
Zoro
posò la tazza sul pavimento e gli prese il viso
tra le mani.
“Io
voglio condividere ogni cosa con voi, che sia una
gioia o una lacrima, un’influenza o un colpo mortale. Sono
orgoglioso di avere
la mia anima destinata alla vostra e non potrei desiderare
nient’altro. È il mio
modo di dimostrarvi sia amore che fedeltà” disse.
Un rivolo di muco gli colò dal
naso, gemello a quello di Monkey.
“Allora
questa sarà un’influenza condivisa
d’amore”
disse Rufy. Chiuse gli occhi e fece un sorriso che gli prese
metà del viso,
facendo vedere tutti i suoi denti candidi.
“Mi
auguro solo che prima o poi tu non mi condivida
anche l’essere un baka, Capitano” esalò
Zoro, dandogli un bacio bollente sulla
fronte infuocata.