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Autore: _fioredineve_    05/02/2018    4 recensioni
"Storia arrivata terza al contest Giochi di carte indetto da missredlights e Emanuela.Emy79 sul forum di EFP"; Un litigio, una foto, una ricerca. Cosa starà cercando la piccola Chibiusa?
Genere: Fluff, Sentimentale, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Endymion, Mamoru/Marzio, Rei/Rea, Serenity, Usagi/Bunny | Coppie: Endymion/Serenity
Note: OOC | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago
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Litigi e ricordi Titolo storia: Litigi e ricordi;
Fandom:
Sailor Moon;
Personaggi:
Usagi/Bunny/Serenity, Mamoru/Marzio/Endymion, Chibiusa, Guerriere Sailor;
Pacchetto:
La carta senza nome;
Introduzione storia:
"Storia partecipante al contest Giochi di carte indetta da missredlights e Emanuela.Emy79 sul forum di EFP"; Un litigio, una foto, una ricerca. Cosa starà cercando la piccola Chibiusa?
Note dell'autore:
E' la mia prima storia qui, ed'è anche il primo contest a cui partecipo. Spero possa piacervi!
Vera.


"Piccola Lady, cosa ti avevo detto?!" domandò adirata la voce della madre, la Regina Serenity, dopo averla cercata in giro per il castello.
Chibiusa aveva questa pessima abitudine di nascondersi nei posti più improbabili, facendo preoccupare la gran parte degli abitanti del castello "Lo so, mamma" pronunciò a bassa voce la piccola, chinando il capo coperto dai suoi capelli rosa e arricciati appena verso le punte. Ansiosa e intimidita dal richiamo della madre, iniziò a giocare nervosamente con i pollici di entrambe le mani, rigirandoli tra di loro "Ma vedi, io volevo solo..." iniziò nuovamente a parlare la piccola "Non m'interessa" proclamò la donna alzando di poco la voce, mettendosi in posa da madre rimprovero con tanto di dito puntato pronta a lasciare la sua ramanzina.
"Non puoi farci stare sempre in pensiero, tutti noi siamo sempre indaffarati e sai perfettamente che l'esterno per te è pericoloso..."  iniziò la donna, la ragazzina la guardava colpevole mentre le parole a lei rivolte le scivolavano addosso come acqua.
"E ora fila in camera tua, passerai lì l'intera giornata, sperando ti serva da lezione!" proclamò infine la Regina, indicando la porta alla sua destra "Sì, mamma" e lentamente e con il passo trascinato, andò dritta in camera sua.
"Non credi di essere stata troppo severa con lei?" la Regina Serenity si girò, spaventata, facendo svolazzare il suo abito completamente bianco per poi sorridere triste al marito, Re Endymion.
"Non volevo urlarle in quel modo, dopo andrò a chiederle scusa" il Re le lasciò un bacio sulla fronte, coperta dai capelli e dal simbolo della loro famiglia: la Luna.

La Regina volse per l'ultima volta lo sguardo verso la porta bianca della camera della Piccola Lady, prima di seguire il marito che la cingeva per la vita.

"Luna P" mugolò con le lacrime agli occhi e la voce tremante la bambina, il viso affondato tra i cuscini profumati dell'enorme letto. La piccola palla-gatto fluttuò fino ad arrivare accanto a lei. Chibiusa si mise seduta a gambe incrociate sul letto, premmette sulla luna incisa sulla fronte della palla-gatto e questa aprì la bocca, lasciando uscire una foto che ritraeva cinque ragazze, probabilmente liceali.
Erano tutte molte belle.
La ragazza posta al centro del gruppo aveva dei lunghissimi capelli biondi, raccolti in due codini laterali simili a quelli che portavano lei e sua madre, indossava una divisa dalla maglietta bianca -  con alcuni ricami celesti sul colletto e sui polsini - un fiocco rosso ed una gonna celeste lunga fino al ginocchio. Ciò che l'aveva colpita di più era la bellissima spilla che portava appuntata sul petto, posta sull'enorme fiocco.
Alla sua destra c'era una ragazza dai capelli tremendamente lunghi, lisci come la seta e neri come la notte. Indossava una divisa del tutto diversa: una gonna corta - molto corta rispetto a quella delle altre quattro - di un grigio scuro, quasi nero, la camicetta era bianca, ma portava gli stessi ricami sul colletto e sui polsini che richiamavano il colore della gonna. Nonostante il cipiglio severo, Chibiusa potè leggere tanta dolcezza nel suo sguardo.
Alla sinistra della ragazza bionda c'era, invece, una ragazza dai capelli corti e da un colore del tutto particolare: sembravano avere lo stesso colore profondo del mare.
Se avesse potuto usare una parola per descriverla, di sicuro sarebbe stata "tranquillità", aveva un viso molto rilassato e sereno, la divisa era molto simile a quella della ragazza centrale, fatta eccezione per la camicetta: a differenza della ragazza al suo fianco aveva un maglione di due taglie più grande, con gli stessi ricami del colore della gonna.
Alla destra esterna c'era un ragazza alta - anzi, altissima! -, indossava una camicetta bianca, con alcuni richiami di marrone chiaro, al posto del solito fiocco aveva delle stringhe, la gonna lunga del medesimo marrone chiaro.
I capelli mossi e di un castano chiaro erano raccolti in una coda alta, e aveva dei graziosissimi orecchini a forma di rosa ai lobi delle orecchie.
Ed infine, l'ultima ragazza che completava il gruppo alla sinistra esterna, portava i lunghi capelli biondi raccolti dietro alla nuca con un fiocco rosso, e la stessa divisa della ragazza centrale. Aveva un viso molto vispo, quasi bambinesco.
"Chissà chi sono, chissà perché c'era questa foto in quella stanza" borbottò curiosa, tra sè e sè, la bambina accarezzando la superficie liscia e plastificata della fotografia.
"Devo sapere chi sono, che fine hanno fatto. E poi... perché mamma custodisce quella scatola piena zeppa di foto come se fosse un qualcosa di importante?" domandò ancora alla palla-gatto mentre rimbalzava per la stanza senza una motivazione precisa.
"Ho deciso, devo investigare" proclamò alzandosi in piedi sul letto e stringendo le mani in due pugni "Ma mamma mi ha severamente proibito di uscire da questa stanza" brontolò poi sedendosi demoralizzata, cercando qualche idea per ingannare la donna.
"Userò il vecchio trucco dei cuscini" sussurrò, infine, sperando funzionassero.
Aveva visto tanti film, letto tanti manga, letto tanti libri in cui veniva usato questo trucco ed aveva sempre funzionato. Perché non avrebbe dovuto funzionare con lei?
Sistemò i cuscini sotto l'enorme piumone del letto e, prendendo un respiro profondo, uscì dalla stanza seguita dalla sua palla-gatto.
Fortunatamente tra i corridoi dell'enorme castello non c'era nessuno.

"Dovrei andare a parlare con lei?" chiese sbuffando la Regina, guardando le guerriere Sailor che le sorridevano dolcemente.
La loro amicizia andava avanti da anni - o forse erano secoli? Ormai ne aveva perso il conto - e mai nessuno come loro le era stato così accanto.
Avevano combattuto, avevano riso, avevano pianto, avevano fatto tutto insieme.
Si erano ritrovate, tutto d'un tratto, con una vita movimentata ed incasinata... del tutto diversa da quella di una normale liceale.
"Secondo me sì, dovresti parlarle" proferì Sailor Venus - leader delle guerriere Sailor - sorridendo allegra come era solita fare.
"Ti ricordo che anche tu, durante la tua infanzia e la tua adolescenza ne hai combinate di tutti i colori" s'intromise Sailor Mars, come al solito severa.
"Sì, ma ormai sono cambiata" sussurrò sbuffando la Regina tornando a guardare verso l'enorme città che si estendeva ai piedi del castello: ancora non riusciva a credere al fatto che tutto ciò che la circondava era sotto la sua protezione, aveva riportato la pace e la serenità in un epoca di decadenza totale.
"Ma perché sei cresciuta e, di conseguenza, sei maturata" continuò Sailor Mercury poggiandole una mano sulla spalla, era sempre così premurosa nei suoi confronti.
"Ho deciso, vado a parlarle" e, facendo svolazzare il suo abito bianco e i suoi capelli argentei, rientrò nell'enorme castello completamente di cristallo diretta alla camera della sua unica figlia.


"Luna P, guarda!" urlacchiò contenta la bambina, incredula della vastità di oggetti e diari da lei ritrovati. Tutti della Regina, tutti riguardanti la sua adolescenza.
Afferrò uno dei diari, datato di molti anni addietro, e iniziò a sfogliarne le pagine: la calligrafia era tremendamente disordinata, gli errori si ripetevano senza sosta  "Guarda un po' quanti errori faceva" brontolò  sconcertata.
Mica si aspettava che una donna come lei in passato fosse stata una somara simile.
Okay, neanche lei era una cima a scuola, ma almeno non commetteva errori così banali!
"Uh, qui parla di quando ha conosciuto papà" sussurrò sorpresa, leggendo velocemente quelle righe sconnesse.
Ad ogni parola ci capiva sempre meno. Ora capiva perché li nascondeva con tanta prudenza.
"Mi sa che qui non ci ricaverò nessuna informazione utile" brontolò poi, piena di sconforto, richiudendo il diaro dalla rilegatura rosa accesa e i nastrini fucsia.
Continuò a guardarsi intorno, ma non vedeva niente che sarebbe stato utile per la sua ricerca, era così curiosa, voleva sapere quelle ragazze chi fossero.


"Piccola Lady" bussò alla porta usando un tono più tranquillo e dolce, rispetto a qualche ora prima.
Attese qualche istante prima di riprovarci, ma entrambe le volte non le rispose, che stesse dormendo?
Lentamente aprì la porta, la stanza era completamente al buio e l'unica fonte di luce era quella che entrava dallo spiraglio della porta aperta.
La Regina avanzò a passo lento nella stanza e l'unico rumore udibile era quello dello strascico del vestito.
"Piccola Lady?" chiese ancora, questa volta in modo del tutto spontaneo e gentile; doveva essersi rintanata sotto le coperte.
Che fosse stata davvero troppo dura con lei? Si sentì tremendamente in colpa.
Si sedette sul letto, accanto alla sagoma della bambina, iniziando a parlarle "Piccola Lady, so di aver esagerato con te poco fa, ma sappi che lo faccio per il tuo bene. Non sono molto presente ultimamente a causa dei vari problemi che insorgono e a causa della mia posizione importante in questo paese, e per questo mi sento terribilmente triste ed in colpa. Quindi, che ne dici se mi faccio perdonare offrendoti un po' di gelato in compagnia mia?" chiese, infine, sorridendo e accarezzando una gamba che al tatto era troppo morbida e poco umana. Confusa -  e con qualche ipotesi a gallegiarle nella mente - sollevò le coperte trovando dei cuscini ammassati al posto del fragile corpicino della bambina. Sentì il viso accaldarsi e la rabbia salire, si prendeva gioco di lei?
Come osava?
"Endymion!" urlò uscendo dalla stanza, con voce acuta.
"Cosa succede?" chiese affrettandosi l'uomo, facendo svolazzare il suo mantello dalle tonalità della notte "Chibiusa, mi ha disobbedito di nuovo!" rispose irata la donna, avanzando a falcate lunghe e veloci per i lunghi corridoi.
Dove poteva essere andata?
Cosa l'aveva spinta a disobbedirle di nuovo?
L'ansia prese il posto dell'iniziale rabbia.
"Tranquillizzati, deve essere per forza qui, da qualche parte nel castello" proferì l'uomo fermandola e costringendola a guardarla negli occhi. La Regina si rilassò percependo più sicurezza; fin dai tempi passati Endimyon era stato capace di farla sentire così.
"Prima di tutto, parliamo con le guerriere Sailor, loro sapranno darci una mano"


"Piccola Lady?"
beccata, ed anche sul più bello. Oltre agli altri diari era riuscita a trovare altre foto, tutte contrassegnate da una data e dei nomi.
Era quasi giunta alla verità e alla soluzione del mistero, che disfatta!
"S-sailor Mars!" proferì cercando di risultare il meno colpevole possibile: tra le guerriere Sailor lei era quella che temeva di più.
Sul bel viso della ragazza vi era aria di rimprovero, ma senza dirle altro le si avvicinò inginocchiandosi accanto a lei.
"Oh, dove le hai trovate?" chiese curiosa la donna, aveva un flebile sorriso - contornato da una dolcezza mai vista prima - ad incorniciarle il bel viso.
"In alcune scatole, conservate da mia madre in alcune stanze piene zeppe di oggetti" rispose la bambina, arriciando il naso, magari lei poteva esserle utile.
"Sai chi sono?" chiese poi fingendo innocenza, la donna spalancò gli occhi sorpresa per poi scivolare in una risata lunga e molto vivace.
"Certo che lo so!" a quelle parole gli occhi della bambina s'illuminarono e un sorrise fece capolino sul suo viseo paffutello e roseo.
"Vedi, queste siamo noi sailor e tua madre, prima di tutto ciò" proferì Sailor Mars sorprendendola... ecco perché quei visi le erano così familiari.
Le passò la foto, la prima che aveva trovato, ed iniziò ad indicarle una per una "Questa centrale è tua madre: sai, a quell'età era un vero disastro, ne combinava di tutti i colori e noi le stavamo sempre addosso per non fargliene combinare altri" altra risatina da parte della guerriera sailor "Lei..." disse indicando la ragazza con i capelli color mare "... è Sailor Mercury, mentre lei..." indicò la ragazza alta "... è Sailor Jupiter, la biondina è Sailor Venus ed infine io"
"Eravate bellissime!"
 rispose incredula, come aveva fatto a non capirlo?
Nonostante gli anni i lineamenti da ragazze liceali li avevano persi, la tutto il resto... erano loro e non l'aveva capito.
"Ora andiamo, tua madre è preoccupatissima, ti sta cercando per tutto il castello" la bambina mise in viso un'espressione terrorizzata: sapeva di aver disobbedito - per l'ennesima volta - e sapeva che prima o poi sarebbe stata scoperta.
Alzandosi deglutì seguendo la donna che lasciava ondeggiare i capelli scuri ad ogni passo.

"Oh, Chibiusa!" esclamò la Regina tirando un sospiro di sollievo, finalmente era sbucata fuori, la bambina manteneva lo sguardo basso e colpevole.
"Dov'eri finita? Cosa ti avevo detto?" il tono dal preoccupato passò alla totale rabbia "Regina..." Sailor Mars alle spalle della bambina prese parola "Non siate tanto severa con lei, era solo curiosa"
"Curiosa...?"
"Sì, l'ho trovata mentre sfogliava album di foto e alcuni ricordi appartenenti a te" il tono dolce della guerriera sailor riscaldò il cuore della piccola, che scosse vistosamente la chioma rosa in segno di assenso.
"Cosa cercavi?" chiese dolcemente il padre abbassandosi all'altezza della bambina "Ho trovato una foto e volevo sapere chi fossero le ragazze ritratte" iniziò a giocare con i piedi in ansia.
"Potevi chiedere tranquillamente a noi, non credi?" continuò l'uomo, scuotendole con la mano - coperta rigorosamente da un guanto bianco - la chioma.
"Non volevo infastidire ulteriormente la mamma"
"Posso vedere la foto" la ragazzina annuì porgendo la foto al padre, che rise dolcemente, passandola poi alla Regina ancora intenta a sbollire la rabbia.
Anche la donna si aprì in un ernome sorriso "Quanti ricordi!" esclamò allegra, poi guardò la figlia "Ti va di mangiare un gelato mentre te ne parlo?" era il suo modo per chiederle scusa.
Ed entrambe, allegre e con un sorriso stampato sul viso, si avviarono lungo il corridoio.
"Tale madre, tale figlia" esclamò ridendo appena Sailor Mars, facendo ridere anche il Re.
   
 
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