Il camino scoppietta in un
gioco di luci che si proietta sulle pareti del salotto della vecchia
villa.
Ci sono spifferi che spirano ovunque pronti a mordere la pelle, i muri
esterni avrebbero bisogno di un passaggio di stucco e una buona mano
di imbiancatura e i cardini della portafinestra che dà sul giardino
principale si sono di nuovo allentati – ma Yuni ha preparato
cioccolata calda e marshmallows e nessuno ha avuto cuore di
lamentarsi.
Davanti al fuoco, Gamma
pizzica le corde di una chitarra. Nosaru canticchia sottovoce, lo segue in
mugugni ben lontani dall'essere anche solo vagamente intonati e Tazaru ride del più
piccolo, mentre gli altri cercano invano di salvare i timpani.
In disparte, Genkishi li guarda da un angolo della stanza, con una
mano poggiata alla katana, rigido e composto come un samurai.
Fuori i gradi hanno sfiorato lo zero e il meteo ha annunciato neve
per la serata – non capita da anni, alcYuni di loro non l’hanno mai
vista e nell’impazienza dell’attesa si sono tutti riYuniti in quel
salotto.
Yuni dondola la testa, segue il ritmo della musica e le labbra
morbide sono schiuse in un sorriso che da solo illumina e riscalda
la stanza.
Gamma solleva gli occhi su di lei.
«Volete provare, principessa?» le chiede, invitandola con una mano
tesa a raggiungerlo sulla poltrona a cui è accomodato.
Yuni – che ha il volto di bambina, gli occhi di un'adulta e il cuore
di un unicorno – annuisce e si fa più vicina al bracciolo della
poltrona da cui studia lo strumento, con tanta attenzione che sembra
poterlo scomporre e ricostruire con la sola forza del pensiero.
Gamma le spinge la chitarra in grembo, la tiene sollevata per lei e
con una mano le posiziona le dita sulle corda – sinistra sulla
tastiera (il medio preme un fa#/solb), destra sulla cassa.
«Con la mano destra, pizzicate queste tre corde» le spiega.
Yuni obbedisce. Tre corde, tre note e poi di nuovo da capo, con le
stesse tre note. E anche se la melodia è tutta lì, Yuni
sta suonando e i suoi occhi grandi e azzurri traboccano
infantile entusiasmo.
«Bravissima! Siete portata per la musica.»
Yuni ride piano. Sa che Gamma esagera nei complimenti, ma le gote si
fanno rosse e la pelle calda.
«Tu sei più bravo» bisbiglia e la musica, lentamente, si spegne.
Tra le braccia, la chitarra è
un peso ingombrante. Se Gamma non la stesse aiutando a tenerla
farebbe fatica a sollevarla per restituirla all’uomo, affinché la
riprenda.
«Mi piace di più ascoltarti. Puoi suonare ancora per me?»
«Solo per voi, Principessa.»
«Hey e per noi, Gamma-aniki[1]?»
Un colpo dietro la nuca di Nosaru, che ha appena rovinato
l'atmosfera e Tazaru sospira, muovendo un cenno del braccio.
«Continuate pure, fate come se non ci fossimo» dice. Ha un ghigno
beffardo – trattandosi della sua normale espressione, Gamma non sa
se li stia prendendo in giro o meno. Yuni, però, non è offesa ed è
tutto ciò che gli interessa – lei, il suo sorriso, la sua salvezza.
La guarda a lungo prima di imbracciare nuovamente la chitarra e lei,
come al solito, riesce a leggergli dentro. Le dita
tiracchiano la maglia rosa che indossa, l'espressione si fa pensosa
e il rossore del suo volto è qualcosa che incanta Gamma ogni volta
che lo vede – è strano come spesso avvenga quando il suo volto è
alzato verso quello di lui, quando gli rivolge la parola e quando la
sua piccola mano cerca quella più grande dell'uomo.
Vorrebbe chiederle a cosa sta pensando (vorrebbe sapere se è
davvero lui a farle quell'effetto), ma Yuni aggira il bracciolo
dello schienale e gli è di fronte – così minuscola e così immensa al
tempo stesso. Allunga una mano verso di lui, gli sfiora la spalla e
quel singolo contatto accende scintille in tutto il corpo dell'uomo,
facendo impazzire le onde del tuono che gli scorrono dentro.
La osserva immobile, in un silenzio che di colpo ha ingoiato
l'intera sala.
Perfino Genkishi si è voltato
e attende curioso.
Gamma sente il cuore battergli
in gola. Vorrebbe farlo tacere, ma quello è un bastardo traditore
che non è mai stato in grado di trattenere i battiti per il suo Boss
prima e per la sua Principessa dopo e Yuni non ha mai avuto problemi
nel farsi strada tra i suoi pensieri. È per quello che lo tocca, è
per quello che l'altra mano passa sulle pieghe della gonnellina a
pieghe e la stira contro le gambette snelle ed è per questo che
piano prende posto sulle cosce di Gamma e gli siede in braccio.
Piccola, minuscola, i piedi penzolano e addosso all'uomo sembra una
bambola, ma quel posto sembra fatto apposta per lei e se ne
appropria con innocente naturalezza.
Nessuno ha il coraggio di
commentare.
«Ora puoi suonare» l'invito è un sussurro dolcissimo.
Gamma annuisce di riflesso, mentre dita lunghe si muovono d’istinto
a stringere la più piccola (per non farla cadere, per non
perderla, per tenerla al sicuro sempre) e con l'altra mano
poggia la chitarra sulle ginocchia.
Quando riprende a suonare, la
testa di Yuni poggia alla spalla dell’uomo e lei socchiude gli occhi
cullata dalla musica.
Fuori dalla finestra, per la
prima volta dopo anni, l’inverno di Catania si riempie di neve, ma
per Gamma il mondo inizia e finisce in quel salotto. |