Ringrazio
anche solo chi legge.
Scritta
sentendo: https://www.youtube.com/watch?v=auY83_2sgXo.
★Autore:
Kamy
★Fandom:
KHR.
★
Iniziativa: Questa storia partecipa al Flu&Fluff a cura
di Fanwriter.it!
★
Numero Parole: 585.
★
Prompt: 14.
A
ha avuto la febbre altissima per tutta la notte.
Quando si sveglia trova B addormentato sul letto, senza ricordarsi di
averlo
visto arrivare.
Amicizia
sincera
La
stanza dell’appartamento era illuminata dalla luce della
luna che filtrava dall’unica finestra, illuminando una
cassetta del pronto
soccorso aperta, delle bende disseminate su una scrivania e il resto
del
mobilio pulito e brillante, in contrasto con le gocce di sangue che
risaltavano
sulla pavimentazione di ceramica.
All’interno
dell’ambiente risuonavano gemiti e bassi
ansiti, frammisti a rantoli sofferenti.
Gokudera
digrignò i denti, la pezza umida sulla sua
testa stava diventando caldo a contatto con la sua fronte bollente, il
giovane
ansimava e stringeva i pugni. Il suo corpo, steso sul divano, era
scosto da
spasmi e avvertiva delle fitte al petto, cercava disperatamente
d’inspirare dal
naso e gemeva di dolore, i suoi muscoli erano contratti.
I
suoi capelli argentei ricadevano scombinati sul
cuscino giallo del divano, le sue gambe erano scosse da tremiti.
<
Non posso andare in ospedale, si accorgerebbero
che le mie ferite sono provate da un’esplosione…
diamine, la febbre continua a
salire >. Deglutì rumorosamente, sentiva la gola in
fiamme, le orecchie gli
fischiavano e pulsavano bollenti. Con un gemito di dolore
più forte degli
altri, perse i sensi.
*******
Gokudera
mugolò, riaprendo gli occhi e si guardò
intorno, riconobbe la luce accesa della sua lampada della camera da
letto e
inarcò un sopracciglio. Si portò un pugno alla
bocca e tossì, abbassò lo
sguardo e si rizzò a sedere di scatto, riconoscendo la
figura di Tsuna con la
testa adagiata sul suo letto, addormentato.
Sawada
mugolò e si svegliò, mentre, privo di forze,
Hayato ricadeva sdraiato sul letto.
“De-Decimo…
non mi ricordo di avervi visto entrare”
esalò Gokudera, rosso in volto. I suoi occhi erano arrosati
e liquidi, le sue
iridi erano di un grigio dai riflessi verde scuro. Si guardò
intorno e arrossì,
sollevò il lenzuolo e vide che indossava un pigiama violetto.
<
Mi ha trasportato qui e mi ha anche cambiato >
pensò. Abbassò il lenzuolo e deglutì,
fu scosso da degli striduli colpi di
tosse. Spostò lo sguardo sulla radiosveglia sul suo comodino
e vide che l’orario
riportava le sei di mattina.
Tsuna
gli tolse la pezza dalla fronte e la immerse in
una bacinella con acqua e ghiaccio, la strizzò e,
scostategli delle ciocche
argentee dal viso, gliela rimise sulla pelle.
“Scusa,
Gokudera-kun. Non ti volevo imbarazzare, ma ero
venuto a trovarti per vedere perché non eri venuto a cena da
me e ti ho visto
star male. Dovevo per forza aiutarti, gli amici fanno questo”
disse.
Gokudera
lo fissò in viso e Tsuna incassò il capo tra
le spalle.
<
Mi guarda con quell’aria severa. Ora sicuramente
si arrabbierà! Sono anche entrato in casa sua senza
permesso, di notte, questo
dev’essere l’inferno > piagnucolò
mentalmente.
Gokudera
cercò di sorridergli, tra gli ansiti dovuti
alla mancanza d’aria.
“Decimo…”
sussurrò. Prese le mani di Tsuna nelle
proprie, sentendole umide, e fredde in rapporto alle proprie.
“… non so come
ringraziarvi di essermi preso cura di me” disse e i suoi
occhi brillarono.
Sawada
gli sorrise.
“Quindi
non sei arrabbiato?” chiese.
“Vi
devo la vita” disse Gokudera, cercò di rialzarsi,
ma ricadde seduto.
Tsuna
strinse a sua volta le mani dell’altro.
“Esagerato.
Non potevo lasciarti da solo, sei stato
male per tutta la notte” sussurrò. Si deterse le
labbra con la lingua.
“Se
ti va, per oggi rimango qui. Magari avverto
Yamamoto, così ci porta un po’ del sushi di suo
padre. Hai bisogno di nutrirti
per rimetterti in forze o questa febbre non se ne andrà
mai” disse gentilmente.
Gokudera
si abbandonò contro i cuscini del letto.