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Autore: lisi_beth99    06/02/2018    1 recensioni
Lane si risveglia nella Radura, inizialmente non comprende ciò che la circonda ma, dopo i primi flash-back, tutto diventa più chiaro...
Dal primo capitolo:
"Sentii dei rumori provenire da sopra la scatola, come dei passi, poi delle voci. Si aprì una botola e vidi una decina di ragazzi che guardavano me. Uno si fece avanti, aprì la grata ed entrò. Era un ragazzo alto, magro, con gli occhi scuri e i capelli biondo scuro. Mi studiò per alcuni secondi poi mi sorrise e mi porse la mano –Vieni, ti porto fuori da qui!-. afferrai subito quella che sembrava la cosa più amichevole che avessi mai visto e scoprii, con mia grande sorpresa, che era calda e rassicurante."
NOTA: Mi sono basata sul film, ci sono alcune riprese nella storia
Genere: Avventura, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Newt, Nuovo personaggio, Thomas, Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'Live, Fight, Win'
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Newt mi portò in una zona della Radura con diversi tavoli e panche ricavate dal legno. C’erano diversi ragazzi che mangiavano e scherzavano intorno ad un fuoco e altri seduti ai tavoli. – Vieni! Ti presento Frypan. È il cuoco della Radura! - la mia guida era così allegra all’idea di mangiare che non me la sentii di dirgli che io avevo lo stomaco chiuso dalla vergogna per la scenata che avevo fatto non molto tempo prima.
Andammo verso un edificio piccolo e basso dove c’era una fila un po' lunga di ragazzi che aspettavano la loro razione di cibo. Sentii odore di verdure cotte al vapore e un ricordo mi investì in pieno. Persi il contatto con la realtà.

Sono seduta ad un tavolo lungo con altri ragazzi; avranno più o meno la mia età. Vicino a me è seduto Thomas e difronte ho Teresa. Stanno chiacchierando di un nuovo programma della W.C.K.D. per i computer ma io non ci capisco molto. Ho cominciato a trafficare con i computer da appena qualche ora… arriva una donna con in mano alcuni piatti, me ne porge uno e vedo verdure cotte al vapore e fumanti. Mi verrebbe voglia di lanciare il piatto fuori da una finestra, se solo ci fossero… in tutti gli ambienti all’interno del laboratorio ci sono ventilatori, depuratori di aria e quant’altro, ma le finestre sembrerebbe non sappiano cosa sono.
Dopo un po’ che fisso il mio piatto e non lo tocco Teresa si avvicina – Non hai fame? Sai che devi mangiare- le lancio un’occhiataccia e lei torna al suo posto – Non dovrei stare qui! Io non ci azzecco nulla! - Thomas mi blocca – Non dire così! Se ti sentissero…- io mi divincolo – Ma è vero! Io mi farei problemi se dovessi programmare uno di quei mostriciattoli per uccidere uno di quei ragazzi che non mi hanno fatto nulla! Non so come facciate voi…- la ragazza abbassa lo sguardo – Non lo abbiamo scelto…dobbiamo farlo altrimenti sono guai…- “Già! Quelli a cui mi ha sottratta Newt…” mi viene una lacrima mentre penso alla sorte che ha avuto. Mi ha protetta fino a quando non lo hanno spedito nel Labirinto. È riuscito a convincerli che servivo più come tecnico che come cavia… e questa è la sua ricompensa. Mi alzo di scatto dalla sedia – Non ho fame! - e mi incammino verso la porta.

Aprii gli occhi ritrovandomi sdraiata su una panca. Diversi ragazzi mi fissavano mentre cercavo di rialzarmi. – Attenta! Fai piano! - mi ammonì Newt. Mi aiutò a sedermi e mi resi conto di quanto mi sentissi invalida ogni volta – Ce la faccio grazie! - mi accorsi di aver utilizzato un tono un po' arrogante così mi affrettai a scusarmi – Scusa! È che sono stufa di svegliarmi accerchiata da occhi me mi osservano…mi fa sentire malata. - in quel momento intervenne Minho – Non è normale che tu svenga così spesso Fagiolina! - Ancora con quella parola, non capivo cosa significasse ma non avevo le energie per chiederlo. Mi limitai ad alzarmi e allontanarmi dalla gente che mi seguiva con gli occhi rimanendo zitta. – Dove vai? - domandò il biondo – Devi mangiare qualcosa…- mi voltai leggermente per guardarlo negli occhi e ciò che vidi mi provocò una stretta al cuore: era preoccupato e dispiaciuto, c’era una luce fioca nell’iride, segno che era combattuto. – Non ho fame! - distolsi lo sguardo e mi incamminai verso l’infermeria. Per un secondo sperai che Newt mi avrebbe seguita ma tornai subito alla realtà dicendomi che non lo avrebbe potuto fare, nemmeno se lo avesse voluto. Lui era il capo in quel momento e doveva stare con il suo gruppo, io non ne facevo parte.
Quando fui lontana dagli sguardi di chiunque, cambiai direzione e mi avvicinai alle mura che delimitavano l’area della Radura. Arrivata attaccata ad esse mi accorsi di quanto imponenti fossero. Appoggiai una mano sulla superficie scoprendo che era liscia e fredda. Feci qualche passo verso la porta che avrebbe condotto al Labirinto e mi vidi mentre correvo attraverso essa per uscire da quell’intricato schema di corridoi. L’avevo scampata bella e, col senno di poi, sarebbe stato meglio rimanere bloccata dentro così avrei evitato un sacco di problemi. “I ragazzi hanno già molte cose a cui pensare senza il bisogno di una ragazza che sviene ogni tre per due!” La mia coscienza era incontrollabile. Non avrei mai voluto mi spingesse a fare un gesto folle…
Appoggiai la fronte sul cemento e cercai di pensare alle cose belle che avevo trovato in quel posto. La prima cosa che mi veniva in mente era senza dubbio Newt. Quel ragazzo era fantastico! E poi mi aveva aiutata persino prima di finire nella Radura. Non potevo smettere di pensare che fosse il destino ad aver voluto ci incontrassimo di nuovo. Ripensai alla tristezza che mi aveva sopraggiunta quando parlavo con Thomas e Teresa nella mia ultima visione. Era chiaro che provavo qualcosa per lui già prima che fosse mandato in quel luogo, però non sapevo fino a dove ci fossimo spinti… - Devo dirlo a Newt! - dissi senza pensare che qualcuno potesse sentirmi. – Cosa devi dire a Newt? - sobbalzai leggermente quando mi accorsi che c’era Minho dietro di me. – Eh…nulla! Non devo dirgli nulla! - speravo avrebbe cambiato discorso o, meglio, se ne sarebbe andato direttamente, ma il Velocista non si mosse, anzi si avvicinò. – Fagiolina, non dovresti nascondere qualcosa… potrebbe diventare pericoloso per te. - “Ti sta minacciando Lane?!” cercai di allontanarmi da lui ma, ogni passo che facevo per aumentare la distanza, lui ne faceva due per avvicinarsi. – Non spaventarti Fagiolina! Non voglio farti niente. Ero venuto a vedere come stavi, tutto qui! - si allontanò alzando le braccia in segno di resa, sorrideva dolcemente e vidi nei suoi occhi l’onestà. – Scusa! - dissi piano. Il giovane fece un verso simile a una risatina – Devi smettere di domandare scusa… non è colpa tua- Per la prima volta lo guardai seriamente. Aveva i capelli corti e un po' sparati in aria, gli occhi a mandorla e la carnagione un po' giallognola più scura della mia. Aveva una torcia in mano, per questo riuscivo a vedere diversi particolari che alla luce della luna, sarebbero stati impossibili da scorgere. Portava un paio di pantaloni scuri e una camicia a maniche corte azzurra. Sembrava gentile come persona, il viso aveva dei lineamenti dolci e la bocca sorrideva quasi sempre. – Perché mi chiami Fagiolina? - gli domandai sorridendo. Rimase un po' stupito della mia domanda ma si affrettò a rispondermi – Tutti i nuovi arrivati sono Fagi fino a quando non arriva un nuovo ragazzo che quindi è più nuovo del primo- scossi la testa per comunicargli che comunque non capivo il senso – Sai, ci annoiavamo a stare qui tutto il tempo a fare poco o niente, quindi ci siamo messi ad inventare nuove parole. Per tenere le menti allenate! - annuii cercando di non ridere – Capisco…-non riuscii a trattenermi e scoppiai in una risata che lo contagiò. Ci sedemmo appoggiando la schiena alla parete e chiacchierammo un po' sulle nostre vite. Io non avevo molto da dirgli quindi rimasi in silenzio mentre Minho mi spiegava i vari giochi che si erano inventati nel corso del tempo.
Quando la torcia si era quasi esaurita convenimmo che fosse meglio tornare nella civiltà e andare a dormire. – Prima dobbiamo trovare Newt! Era preoccupato quando te ne sei andata – A quella affermazione un leggero peso si sollevò dal mio petto però mi bloccai – Aspetta! Ti ha detto qualcosa? - mi ero tradita, però se il biondo gli aveva raccontato qualcosa dovevo saperlo! Minho fece un sorrisetto malizioso – Cosa avete fatto? -. Fui colta dall’imbarazzo – Nulla! - mi affrettai a rispondergli – Allora cosa avrebbe dovuto dirmi? - non sapevo cosa fare “ti puoi fidare di lui?” la mia mente fece rimbombare questa domanda in tutto il mio cervello. – Lane tranquilla! Ti puoi fidare di me come si fida Newt. -
Dopo un’accurata analisi decisi di dirgli soltanto che avevo avuto delle visioni che però non riuscivo a ricordare ed era per quello che svenivo di continuo. Lui rimase un po' sbigottito ma poi mi cinse le spalle con il suo braccio muscoloso e mi disse con voce gentile – Non preoccuparti. Il tuo segreto è al sicuro con me! -
Ormai eravamo arrivati al falò e diversi ragazzi salutarono il mio accompagnatore che ricambiava tutti con un gran sorriso. – Tu sorridi sempre? - era una domanda stupida ma Minho divenne improvvisamente e serio e con voce grave disse – Ci sono troppe cose tristi in questo posto. Un sorriso non sai quanto possa fare la differenza qui. - Quell’affermazione mi spiazzò. Non avevo pensato alle cose orribili con cui dovevano convivere tutti quei ragazzi: la coscienza che fuori dalle mura si aggirassero creature orribili, l’incombenza della morte, la mancanza di ricordi, l’incapacità di trovare risposte a tre quarti delle cose che li circondavano… Doveva essere orribile senza la capacità di alcuni di trovare sempre qualcosa su cui scherzare.
Il velocista mi accompagnò da Newt che stava parlando con Thomas. Appena mi vide, l’espressione sul suo volto si rasserenò. – Mi stavo preoccupando! - mi disse sottovoce dopo essersi avvicinato. – Io e la Fagiolina abbiamo parlato un po'! - gli disse Minho; il biondo ne fu sorpreso – Ah e di cosa? - guardai prima l’asiatico e poi l’altro ragazzo – Te lo dico dopo! - zittii Minho mentre stava per formulare una frase. Gli occhi di Newt guizzavano fra me e il velocista e aveva un’espressione indagatoria, ma lasciò cadere l’argomento. In quel momento fui colta da un colpo di sonno e cominciai a sbadigliare cercando di contenermi. – Vieni, ti faccio vedere dove puoi dormire! - Newt mi fece segno di seguirlo.
Non parlammo per tutto il cammino, fino a quando non fummo nella stanza del Casolare (così, mi disse la mia guida, si chiamava), quella in cui ci eravamo baciati. Come quel pomeriggio, Newt chiuse la porta e mi si avvicinò lentamente – Come ti sembra qui? - feci spallucce – Un po' incasinato e pieno di ragazzi! - ci mettemmo a ridere poi lui ricominciò – Di cosa avete parlato tu e Minho prima? - per un secondo mi bloccai, poi presi un respiro profondo – Gli ho detto delle mie visioni…Ero convinta gliene avessi già parlato tu, o comunque che ci eravamo baciati…scusa…- non sapevo nemmeno perché avessi detto per l’ennesima volta quella parola. “Nota per te: sii più cosciente di ciò che fai e smettila di scusarti per cose di cui sei convinta!” la vocina si faceva sempre più simpatica! Newt mi accarezzò un braccio che tenevo stretto al petto con l’altro. – Non preoccuparti! Di lui mi fido ciecamente. - mi diede un bacio quasi impercettibile sulla fronte. – Vuoi raccontarmi le tue visioni? - tentennai per qualche secondo spostando il peso da un piede all’altro, ma alla fine gli raccontai nel dettaglio tutto.
- Quindi noi ci conosciamo da tanto tempo…- fu la prima cosa che disse, io annuii – Sì! E a quanto pare mi hai salvata da una brutta sorte! Grazie…- lo abbracciai come avevo fatto in quel corridoio buio diversi anni prima. – Credo sia per questo motivo che abbiamo avuto un’attrazione appena ci siamo visti…- lui annuì un po' pensieroso – Probabile…Comunque sia, dal momento in cui ti ho vista ho pensato di amarti! - mi baciò intensamente, poi si staccò di qualche centimetro – Ti amo Lane! Non potrei stare senza di te! - mi baciò nuovamente e io ricambiai attaccandomi al suo corpo con tutto il mio. Le nostre lingue si rincorrevano da una bocca all’altra e una scarica mi percorse tutto il corpo. Sentii le sue mani scendere verso l’orlo della mia maglietta sgualcita ed infilarvici sotto. Cominciò ad accarezzarmi la pelle e salire verso il reggiseno, portando con sé lo straccetto che era diventato ingombrante e sfilandomelo dalla testa dopo essersi staccato dalle mie labbra giusto il tempo di compiere quel gesto. Quando riprendemmo il nostro bacio eterno, gli cinsi i fianchi con le mie gambe cercando disperatamente di essere incollata a lui in tutto e per tutto. Lui mi portò verso il letto e mi ci fece sdraiare di schiena mentre le mie mani cominciavano a sollevargli la canottiera arancio spento. Smettemmo di bacarci solo per tre secondi: il tempo per avere il suo petto nudo tutto per me e per riprendere fiato. In quel momento stavo bene! Mi sentivo elettrizzata e una scossa mi percorreva il corpo su e giù. Era tutto perfetto! Beh… tranne per il fatto che fossimo imprigionati in un labirinto senza uscita e abitato da creature spaventose… però decisi di non farci caso per quella notte.
Spensi il cervello nel momento in cui Newt si staccò da me e mi disse – Lane…sei perfetta! - e cominciò ad armeggiare col mio reggiseno.
   
 
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