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Autore: Wolfgirl93    06/02/2018    1 recensioni
Noctis e Luna rimangono aggrappati a quell’ultima speranza: il loro incontro ad Altissia e il loro matrimonio.
Eppure il destino gioca spesso brutti scherzi e i due amanti dovranno affrontare la cruda realtà che vuole nuovamente separarli.
Spoiler sul capitolo 9
Genere: Angst, Drammatico, Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Lunafreya Nox Fleuret, Noctis Lucis Caelum
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
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Quante volte si era sentita così? Quante volte aveva sentito quel peso gravarle sul petto? Quante volte aveva nascosto le sue lacrime anche a Ravus? Lunafreya non lo ricordava più, quella sensazione non l’abbandonava mai ma lei si faceva forza e sorrideva davanti agli altri, scriveva dei “Sto bene.” che celavano mille parole nel quaderno di Noctis.
Uscì dal palazzo e si rifugiò nel giardino pieno di fiori di Sylle, si perse in quel colore sorridendo amaramente quando il ricordo degli occhi di Noctis gli ritornò alla mente.
“Chissà come sarà cresciuto, chissà se ancora si ricorda di me.” Sussurrava l’Oracolo raccogliendo uno dei fiori per portarselo alle labbra e lasciarvi sopra un lieve bacio, come se quel gesto potesse davvero raggiungere il principe di Lucis.
“Devo affrontare un’ultima prova, devo convincere Leviathan a donare il suo potere a Noctis, dopo quello sarò libera e potrò rivederlo.” Il cuore della principessa di Tenebrae iniziò a galoppare veloce a quel pensiero, avrebbe rivisto Noctis, avrebbe rivisto l’uomo che amava; un sorriso dolce le adornò le labbra e nonostante il viso pallido sentì che per quel giorno il suo corpo non stava perdendo la sua forza, usare i suoi poteri di Oracolo comportava un sostanzioso dispendio di energie e ogni qualvolta esagerava si ritrovava senza forse neppure per camminare.

L’arrivo ad Altissia era stato caloroso, c’erano così tante persone che chiamavano il suo nome e le sorridevano che Luna non potè non essere contagiata da quell’atmosfera tranquilla, fu scortata da alcune guardie verso il palazzo del Primo Segretario ma la ragazza fu bloccata da qualcosa racchiuso in una vetrina: l’Oracolo si avvicinò al vetro dell’atelier e poggiò la mano fredda sul vetro, a pochi metri da lei vi era il suo vestito da sposa, quello che avrebbe indossava per le sue nozze con Noctis. Sentì un nodo alla gola nel vedere un quadro con la sua foto posto vicino a quell’abito meraviglioso, erano passati mesi da quando i sarti le avevano preso le misure per realizzare il vestito e ora vedendolo lì non riuscì a non sentire l’amaro in bocca: il suo viso non era più roseo come un tempo e il suo corpo si era fatto sempre più magro, chissà se Noctis l’avrebbe trovata bella anche con un vestito troppo largo e con un colorito così spento; Luna si portò una mano al viso asciugando con l’indice l’unica lacrima che era sfuggita al suo controllo, guardò per l’ultima volta l’abito poi continuò la sua marcia verso il luogo stabilito per il suo incontro.



A Noctis non erano mai interessate le tradizioni, sapeva che vedere la sposa o il suo abito prima del matrimonio era di cattivo auspicio ma una strana forza lo stava conducendo verso quell’atelier di cui tutti ormai parlavano.
Quando arrivò di fronte alla vetrina trattenne il fiato, l’abito che faceva bella mostra di sé era bellissimo; si avvicinò al vetro e vi posò sopra la mano immaginandosi Luna, la sua Luna, in quell’abito bianco, non riuscì a non sorridere sentendo il cuore balzargli nel petto, mancava poco e l’avrebbe rivista.

Dopo l’incontro con il Primo Segretario di Altissia la missione era una sola: proteggere la città e Luna. Noctis si fece strada fra le persone che aspettavano con ansia l’arrivo dell’Oracolo e riuscì ad arrivare tra le prime file, quando vide Lunafreya rimase senza fiato: era diventata una giovane donna bellissima, i capelli erano raccolti in una coda alta che le incorniciava il viso dolce ma forse un po’ troppo magro, eppure nonostante quel piccolo particolare la trovava bellissima.
Ascoltò il suo discorso sorridendo ogni qualvolta i loro occhi si incontravano, era così che accadeva fra di loro, non erano mai servite troppe parole per comunicare e molto spesso erano solo quegli sguardi che facevano la differenza.
La sua mente elaborò l’immagine di Luna in quell’abito, lui l’avrebbe presa in sposa proprio lì in quella città abbracciata dalle acque, l’avrebbe baciata mentre un coro di applausi si alzava al cielo e finalmente l’avrebbe avuta al suo fianco per sempre.

La furia di Leviathan aveva iniziato a distruggere buona parte della città, Luna stava lottando contro la dea e Noctis dopo essere stato scaraventato a terra capì che doveva trovare la forza per sconfiggerla, Leviathan non gli avrebbe concesso il suo potere altrimenti.
Cercò di alzarsi anche se il suo corpo era pesante, sentiva Luna poco distante da lui ma non riuscì a muovere un muscolo, poi tutto successe troppo velocemente: Sentì la presenza di Ardyn e l’urlo sordo di Luna che veniva ferita, il corpo del principe si tese. “Luna...”
Non riuscì a capire bene come ma in un attimo il suo corpo era pieno di forze e pronto ad affrontare la dea, le armi dei suoi predecessori erano finalmente tutte nelle sue mani, tranne quella di suo padre, e lui forte di quella nuova energia iniziò a combattere la dea.
Lo scontro fu veloce e lui ormai allo stremo delle forze perse i sensi, riuscì solo a sentire un calore avvolgerlo prima che tutto il suo mondo sparì inghiottito dall’oscurità.

Quando Noctis si svegliò sentì il corpo fargli male ad ogni movimento, riuscì a mettersi seduto con un mugugno e si guardò attorno.
“Sei tornato fra noi?” La voce di Ignis lo ridestò del tutto e lo vide mentre si alzava da una poltrona e si dirigeva con passo incerto verso la porta “Vado ad avvertire gli altri, potrei metterci un po’.”
Noctis guardò il suo viso notando le cicatrici che gli sfregiavano l’occhio sinistro, nonostante indossasse degli occhiali scuri. “Sei ferito?” Chiese ora più cosciente di ciò che lo circondava.
Vide Ignis irrigidirsi appena e muovere qualche passo sul posto, forse per trovare stabilità. “Un piccolo sacrificio, in una battaglia così grande.”
Si strinse nelle spalle sentendosi un po’ colpevole per quella ferita, ma lasciò da parte quel pensiero per dare voce alla domanda che gli stava comprimendo in cuore. “E Luna?”
Vide Ignis muovere qualche passo verso la porta e dargli le spalle “Ci ha lasciati.”
Bastarono quelle parole per aprire una voragine nel petto di Noctis, tutto quello che aveva visto, quel sogno era in realtà l’ultimo incontro con Luna; aprì la mano guantata e guardò l’anello di Lucis, l’anello che Luna gli aveva voluto dare prima di morire. Sentì il peso di quell’anello, sentì il peso di tutte le vite che si erano sacrificate per farglielo avere, in quel momento si sentì così piccolo; sentì di essere solo un ragazzino che era dovuto crescere troppo in fretta, sentì che quel compito era troppo grande per lui ma che comunque, in un modo o nell'altro doveva portarlo a termine.
Quando lasciò Altissia sentì che il suo destino era ormai troppo vicino, sentì la paura corroderlo e si chiuse in se stesso sperando che quel dolore lo lasciasse il prima possibile.

   
 
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