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Autore: QueenOfEvil    09/02/2018    4 recensioni
Niccolò Machiavelli.
Un nome che ha suscitato, nei secoli, scalpore, sdegno, incredulità, ammirazione e che, ancora al giorno d'oggi, viene fin troppo spesso associato a condotte spregiudicate e disoneste, senza che molti tengano conto del suo effettivo pensiero politico.
Serie di drabble che si prendono l'onere di analizzare i giudizi storici che altri filosofi, scienziati e politici -suoi contemporanei o meno- hanno dato ai suoi scritti, mettendone in luce criticità, difetti, pregi e una originalità di pensiero che, forse, non è stata sufficientemente apprezzata dalla Firenze rinascimentale.
Teorico della dittatura o libero pensatore? A voi l'ultima parola a riguardo.
:
1. Francesco Guicciardini - Sufficienza
2. Paolo IV - Orrore
3. Francesco Bacone - Rispetto
4. Montesquieu - Disprezzo
Genere: Generale, Introspettivo, Storico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna
Note: Raccolta | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago, Rinascimento
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'Ad augusta per angusta'
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Tanto nomini nullum par elogium
 




 

1. Francesco Guicciardini - Sufficienza

 


Homo faber fortunae suae1.
Una visione straordinariamente ottimistica della vita, per un autore che aveva etichettato gli uomini con l’appellativo di «tristi»2.
Più leggeva quegli stramaledetti Discorsi3, più gli sembrava di trovare prove di astrazione, non certo della realtà politica di cui Machiavelli tanto amava vantarsi: non c’era possibilità di arginare la potenza distruttiva della sorte -se l’altro avesse vissuto di più, forse, l’avrebbe capito4-, la storia non forniva insegnamenti e l’idea che si potesse studiare l’umanità nel suo insieme, in quanto guidata da leggi, era assurda5.
Intinse la penna nel calamaio e iniziò a comporre le sue Considerazioni6 con un sorriso sottile e una sola parola sulle labbra.
Illuso.








1«
L'uomo è artefice della propria fortuna» Ok, la frase non è di Machiavelli, ma le sue parole sono «Giudico che la fortuna sia arbitra di metà delle azioni nostre, ma che ne lasci governare l'altra metà, o presso, a noi». Mi sembrava comunque un concetto piuttosto analogo.
Qui «Tristi» è da intendere come «Malvagi»: Machiavelli aveva una visione piuttosto pessimistica dell'uomo e dei suoi valori.
3 I Discorsi a cui ho fatto riferimento sono una delle opere principali di Machiavelli Discorsi intorno alla prima Deca di Tito Livio, che Guicciardini ha letto nella loro interezza.
4 Machiavelli è morto il 21 giugno del 1527 e quindi non assistette all'inizio ufficiale delle Guerre d'Italia come invece fece Guicciardini (che assistette anche al Sacco di Roma): la visione della fortuna e della possibilità dell'uomo di oppporsi agli eventi di Guicciardini è quindi irrimediabilmente più pessimistica di quella machiavelliana.
5 Machiavelli seguiva la corrente di pensiero naturalistica, il che lo portava ad affermare che tutti gli uomini agissero secondo precise leggi stabilite e che quindi, oltre all'«esperienza delle cose moderne» fosse necessaria per il politico la «lezione delle antique». Guicciardini invece sostiene l'assenza di messaggi della storia e ritiene che la virtù dell'uomo politico risieda nella «discrezione»
6 Considerazioni intorno ai Discorsi sopra la prima Deca del Machiavelli. Sostanzialmente, Guicciardini ha scritto una lunga ed esaustiva critica ai lavori di Niccolò un paio d'anni dopo la morte di questi.






Eccomi qui, di nuovo:
Niccolò Machiavelli è, forse, la mia figura storica preferita e ho riflettuto a lungo su quale sarebbe stato il tributo migliore possibile: adoro il suo modo di pensare, adoro Il Principe, i Discorsi e anche la Mandragola (sua opera teatrale). Ritengo che si sia a buon diritto conquistato un posto nella nostra memoria vista l'intelligenza (e, purtroppo, anche la sfortuna) avuta in vita e che il modo in cui viene ricordato (con l'aggettivo machiavellico, spesso usato a titolo dispregiativo) non gli renda giustizia.
Saranno quindi una decina di drabble, in cui mi confronterò con teorie diverse riguardo il suo pensiero e personaggi che avranno, indistintamente, le mie simpatie o il mio disprezzo più profondo: non ho fatto distinzioni di alcun genere, ho semplicemente preso alcune delle interpretazioni che, a mio parere, sono risultate più importanti per la storia che le sue opere hanno vissuto fino a noi.
E, a riprova della mia buona fede a questo proposito, devo già subito confessarvi che io Guicciardini lo detesto visceralmente: lui e Machiavelli erano amici (più o meno), ma vi sembra il caso, dico io, di scrivere una dissertazione su quanto lui abbia sbagliato dopo la sua morte? E poi le sue idee politiche sono inutili, checché ne dica la mia insegnante di italiano che lo ama alla follia. Io sto come torre ferma che non crolla (e Dante mi guarda male per appropriazione indebita di versi).
Vi anticipo però già che (come tutte le storie che fanno parte della serie Ad augusta per angusta) ci sarà un capitolo finale dedicato esclusivamente a Machiavelli (con lui come unico personaggio) che non sarà una drabble. Mi sento comunque di metterlo qui perché sarebbe, credo, inutile, scrivere un'altra OS sullo stesso argomento.
Spero che le note siano state utili e che vi sia venuta voglia di leggere anche il resto (e magari commentare per farmi sapere quale è la vostra opinione sul mio caro Niccolò, già che ci siete)
Spero di sentirvi presto!
L_A_B_SH

 

   
 
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