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Autore: Kia_1981    09/02/2018    0 recensioni
Megan sta ancora aspettando una risposta all'invito che aveva rivolto a Julian. Nel frattempo strani sogni disturbano il suo sonno e la spingono ad interrogarsi su questioni che preferirebbe non considerare.
Dal testo:
“Scegli pure quello che preferisci”, riuscì a dire dopo interminabili momenti di lotta interiore per mantenere un certo autocontrollo. “Ho preso quelli che stavano sfornando: sono con le scaglie di cioccolato oppure con i baci”
Megan sgranò gli occhi, fissandolo con un’espressione stranita finché Julian realizzò cosa avesse appena detto.
“Le noci. Volevo dire le noci”
Buona lettura!
Genere: Fluff, Romantico, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Eloise Weiss, Julian Lord, Megan Linnet, Nuovo personaggio
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'We're Simply Meant To Be'
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Lo sguardo di Megan vagava sulle acque del lago, indugiando nel punto che aveva individuato come quello in cui il Presidio doveva essersi inabissato. Rabbrividì quando una folata gelida la investì e si strinse nelle braccia, nel tentativo di tenere lontano il freddo che sembrava voler raggiungere le sue ossa.

“Qualcuno sembra aver dimenticato che il clima della Vecchia Capitale non è mite quanto quello di Altieres!”

La voce allegra che pronunciò quell’osservazione irriverente la raggiunse alle spalle, portando con sé una piacevole sensazione di calore, provocata tanto dalle parole, quanto dal pesante mantello che le era stato appoggiato sulle spalle. C’era stato un tempo in cui un simile atteggiamento l’avrebbe mandata su tutte le furie, procurando al malcapitato una punizione esemplare. Quel tempo, però era passato.

“Sciocchezze. Non fa poi così freddo”, ribatté la dottoressa, beandosi tuttavia del tepore che l’aveva avvolta.

“Come desideri, Milady”, le concesse il giovane uomo al suo fianco con una risata divertita. “Prendiamo una carrozza?”, le domandò premuroso.

“Preferisco camminare”, asserì lei, accettando il braccio che le veniva offerto.

“Ne sei sicura?”

“Falla finita!”, sbottò lievemente irritata. “Non sono invalida, sai?”

L’altro alzò una mano in segno di resa e si avviò, camminando lentamente: gli piaceva prolungare il più possibile il tempo che riuscivano a passare soli, soprattutto considerando che, ben presto, quei momenti preziosi sarebbero diventati sempre più rari.

“Dunque? Hai parlato con Domina Heraclis? Siete riuscite ad accordarvi?”, domandò poco dopo il giovane.

“Sì, certo”, rispose laconica.

“Non mi sembri molto felice. Le cose sono andate tanto male?”, chiese dispiaciuto. Si sentiva vagamente in colpa per quello che Megan si stava ritrovando ad affrontare.

“No. Davvero. Niente che non mi aspettassi: più ore di lezione, meno di pratica”, sospirò sconfortata. “Solo… sai che ho sempre odiato avere a che fare con quelle capre del terzo anno. Il terzo anno è sempre il peggiore”, affermò convinta. “Pensandoci, però, devo ammettere che gli altri non sono certo meglio”.

Si scambiarono un rapido sguardo e scoppiarono entrambi a ridere, quindi lui si chinò per posarle un bacio leggero e veloce sulle labbra.  

“Va tutto bene, davvero”, lo rassicurò Megan. “Adesso possiamo prendere una carrozza? Comincio a sentirmi piuttosto stanca e infreddolita”.

“Ai tuoi ordini, Milady!”

La pronta risposta venne accompagnata da un bacio sulla mano sinistra, proprio sopra la fede nuziale.
La carrozza si fermò e suo marito la aiutò a salire. Non appena anche lui ebbe preso posto, la dottoressa si accoccolò contro il suo fianco, in cerca di un altro po’ di calore. Il giovane la strinse a sé.

“Sicura che vada tutto bene?”, le chiese di nuovo.

Megan sospirò. Doveva essere paziente e ricordare che anche per lui, in fondo, era tutto nuovo. Aveva reagito bene alla notizia, ma a volte gli sembrava piuttosto disorientato; di sicuro si stava dimostrando sempre più apprensivo e lei non voleva che si preoccupasse inutilmente. Gli prese una mano fra le sue, gli baciò il palmo e vi appoggiò il viso.

“Non ti preoccupare. Sopravvivrò anche a questa ondata di incapaci. Non è che una soluzione temporanea, non sto certo rinunciando al lavoro che amo. I miei compiti verranno solo alleggeriti per il tempo necessario, poi tornerà tutto come prima. Più o meno”

Sorrise al marito, che si rilassò visibilmente.

“Megan”, sussurrò chinandosi su di lei. “Vi amo. Vi amo alla follia”

Le loro mani si intrecciarono con tenerezza sul suo grembo. Gli sorrise di nuovo mentre gli sfiorava le labbra.

“Ti amiamo anche noi… Jules”    
 
§§§
 
Megan scattò a sedere sul letto, annaspando. Il cuore le batteva all’impazzata mentre cercava di rimettere ordine tra i suoi pensieri incoerenti. Guardò la sua mano sinistra, timorosa di quello che avrebbe potuto trovare, ma nulla: nessun anello d’oro infilato al suo dito. Una piccolissima parte di lei fu quasi dispiaciuta per quella scoperta, ma la giovane decise di ignorarla e di godersi il sollievo che le aveva procurato, al contempo, quella scoperta.  

“Devo smetterla con questi sogni”, brontolò fra sé infilandosi una vestaglia.

Si sedette alla specchiera e cominciò a pettinarsi con movimenti lenti, sperando di riuscire a calmarsi. Era assurdo: cosa le diceva la testa? Non le interessava un matrimonio, né tantomeno mettere su famiglia. Con Lord, poi!
Ad ogni modo Julian era decisamente fuori portata, ormai, visto che aveva perso la testa per una misteriosa studentessa. Chissà di chi si trattava. Posò il pettine con un sospiro. Perché continuava a pensarci? Perché quei pensieri la mettevano tanto a disagio? Si vestì in fretta: doveva prepararsi all’incontro con Eloise e aveva bisogno di riprendersi da quella notte agitata, visto che non aveva intenzione di stuzzicare la curiosità molesta della sua migliore amica. 
   
 
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