Ringrazio
anche solo chi legge.
★Autore:
Kamy
★Fandom:
Naruto.
★
Iniziativa: Questa storia partecipa al Flu&Fluff a cura
di Fanwriter.it!
★
Numero Parole: 523.
★
Prompt: 29. A finge di stare male per avere attenzioni da B.
Finto
malanno
“Quindi
tu stai cercando di dirmi che hai l’influenza
quando ieri ti ho visto benissimo mangiare un’intera
vaschetta di gelato” disse
scettico Madara, inarcando un sopracciglio moro.
Sakura
rotolò sul futon e si avvolse nel lenzuolo,
inspirò rumorosamente con il naso.
“Credo
di essermi ammalata proprio per quello” disse.
La figura del suo fidanzato si rifletteva nelle sue grandi iridi verde
smeraldo.
“Perciò,
il tuo alto grado di rigenerazione ti
protegge dalla febbre quando si tratta di combattimenti
all’ultimo sangue, del
fare il bagno nudi di notte, di una tormenta di neve, ma non di un
po’ di
gelato. Sicura che non sia solo un po’ di mal di
pancia?” chiese Madaro secco.
Incrociò le braccia al petto e si sporse, facendo ondeggiare
la folta
capigliatura mora, ogni ciocca era larga tre dita.
“Io
sto male davvero” sussurrò Sakura. Premette il
mento contro il cuscino e chinò il capo, facendo in modo che
il suo viso minuto
fosse interamente coperto dai capelli rosa.
“Perché
non provi a dormire?” domandò Madara,
alzandosi in piedi dal pavimento di legno.
“Perché
te ne andresti sensei. E se peggioro e tu non
ci sei? Chi si occuperà di me?” implorò
Sakura, facendo tremare la voce.
<
Umh. Forse non sta mentendo. Anche se la fronte
mi è parsa fresca, è decisamente troppo docile,
considerando il suo solito
carattere > rifletté Madara.
“Sei
così deboluccia che basta un po’
d’influenza a
scaricarti le batterie, allieva petulante?” la
punzecchiò.
“Senseeeiii.
Io sto male e tu sei cattivo” piagnucolò
Sakura. Gonfiò le guance e sporse il labbro, dimenando i
piedi.
<
Pezzo d’imbecille. Se non ti sbrighi alla svelta
a capire che ho bisogno di coccole, ti lancio addosso la cassapanca.
Voglio
vedere se un trauma cranico ti fa riprendere. BAKA! >
urlò mentalmente la
giovane.
Madara
sbuffò, si slacciò la cintura del kimono e si
stese al suo fianco, la strinse fino a farle dolere i fianchi e le
baciò il
collo.
“Vedi
di riprenderti, marmocchia. Non mi piacciono le
gattine lamentose” brontolò.
Sakura
nascose un sorriso.
<
Lo sapevo che si sarebbe preoccupato alla fine.
Lui è così, mi fa provare piacere e dolore
insieme, in un connubio che mi
stordisce > pensò. Gli passò le unghie sul
petto muscoloso, tirandogli
qualche pelo.
Madara
borbottò, infastidito e la guardò in viso.
“Il
fatto che io stia male non vuol dire che non ho
più le unghie, sexy vecchietto” disse Sakura.
<
Sono sempre più convinto che sia una sceneggiata,
ma… se è arrivata a tanto, forse l’ho
trascurata > pensò Madara.
“Sei
la mia ‘gatta’, allieva indisponente. Vediamo se
così riesco a guarirti” disse. Chiuse gli occhi e
la baciò con foga,
intrecciando le loro lingue, Sakura ricambiò con trasporto,
le loro salive si
fusero.
Madara
si staccò da lei, ansante e ghignò.
“Meglio?”
domandò.
Sakura
riprese fiato, strusciandosi contro il corpo
massiccio di lui.
“Ce
ne vorrebbero altre ‘dosi’ perché la
cura funzioni”
lo stuzzicò.
Madara
la cinse tra le braccia muscolose.
“Penso,
allora, che te ne darò per tutto il giorno.
Posso sempre allenarmi stanotte” disse.
Sakura
gli sorrise, Madara avvertì un calore diffuso
sul viso.