Tic, tic, tic.
Ormai ne
aveva contati esattamente trecentosessantanove.
Tic, tic, tic.
Trecentosettanta,
trecentosettantuno, trecentosettantadue.
Tic, tic, tic.
Draco
sbuffò
girandosi in quel freddo letto – se così si poteva
chiamare una brandina di
ferro posta al centro di una cella fredda e umida – e
aprì gli occhi puntandoli
contro il muro. Ma non potevano dargli
una cella migliore? O addirittura una stanza? Era un Malfoy
dopotutto, si
meritava il meglio, un trattamento regale. Ma chi voleva prendere in
giro,
proprio per il suo nome si trovava lì incatenato, stanco e
sporco. La terza era
quella che gli dava decisamente più fastidio: gli occhi
erano solcati da
profonde occhiaie, i capelli biondi di solito sempre perfetti erano
scompigliati
e più scuri del loro solito colore per la polvere e il
completo nero che
indossava era spiegazzato e sporco in alcuni punti. Si alzò
a sedere sbuffando
e appoggiò la testa al muro strattonando leggermente le
catene che gli legava i
polsi tra loro, probabilmente ci sarebbe rimasto ancora un po', tanto
valeva
mettersi comodi. Erano ore che si trovava lì, appena finita
la guerra si era
ritirato a casa con i suoi genitori, ma nessuno aveva battuto ciglio
quando gli
Auror erano venuti a prenderli e si erano consegnati senza opporre
resistenza. Quante
volte era scappato dai problemi? Decisamente troppe per contarle e
stavolta non
ci sarebbe stato suo padre a tirarlo fuori dai guai, erano nella stessa
situazione. Il suo sguardo si abbassò sul braccio sinistro e
un sospiro quasi
impercettibile uscì dalle sue labbra mentre osservava quello
che era rimasto di
quello che una volta era il marchio nero, il marchio che gli aveva
causato così
tanto problemi. Sapeva che suo padre lo aveva obbligato solo per
proteggerlo, era
il più fidato seguace di Voldemort e il figlio non avrebbe
potuto che seguire
la sua strada. “È solo un ragazzo”
continuava a ripetere sua madre pregando
Lucius.
“Non ha scelta.” Le rispondeva
senza
guardarla in faccia, quella situazione distruggeva tutti.
Draco aveva
sentito quella conversazione milioni di volte ormai, non voleva far
star peggio
i suoi genitori e allo stesso tempo sapeva di non avere voce in
capitolo. Per
questo non aveva fatto assolutamente niente quando gli avevano detto
che
sarebbe diventato come suo padre, un mangiamorte. Alla fine
è quello che si
aspettavano tutti, no? Che fosse un perfetti erede, che seguisse la
scia del
padre. Lui però non aveva scelto niente di tutto quello,
niente.
Strofinò
il
palmo della mano contro la tempia cercando di diminuire il flusso di
pensieri
ma non fece altro che aumentarli. E rendere i capelli ancora
più disastrosi. Il
mal di testa era così martellante che non si accorse subito
del mago che si era
avvicinato e aveva aperto la porta della cella “Malfoy,
è il tuo turno.”
Il ragazzo
rabbrividì alzandosi in piedi, si sorprese quando le gambe
lo sostennero senza problemi.
“I miei genitori? Si sa qualcosa di loro?”
Alzò la testa guardando il mago
senza lasciar trasparire tutta l'ansia che stava provando in quel
momento.
“Sei
il
primo, verranno processati dopo di te” affermò
impassibile il mano
afferrandogli delicatamente una spalla. “Andiamo, il Ministro
aspetta.”
La strada
fino alla sala dei processi era lunga dalle celle, tutti si girarono a
guardarlo ma lui non abbassò lo sguardo nemmeno una volta,
li sostenne tutti.
Poteva essere nel torto, poteva stare per essere condannato ad una vita
ad
Azkhaban, ma non avrebbe dimostrato timore. Non si sarebbe fatto vedere
debole.
Non appena
entrò nell'aula, tutti iniziarono a parlottare.
Camminò con passo fiero e a
testa alta fino al banco dove si sarebbe dovuto sistemare e si sedette.
Poteva
essere sporco, malandato, ma non aveva decisamente perso il suo
fascino.
Riusciva a risultare bellissimo ed elegante anche in quelle condizioni.
Dopotutto ce l'aveva nel sangue, da alcuni veniva addirittura chiamato
il principe delle serpi e a lui non
era mai
dispiaciuto quel soprannome.
Si prese un
attimo per guardarsi intorno e quasi si sentì sollevato a
guardare quei volti
conosciuti. Davanti a lui su trovavano Harry Potter, Hermione Granger,
Ron
Weasley, Neville Paciock e il suo cuore battè leggermente
più veloce nel vedere
Blaise Zabini e Theodore Nott seduti qualche panca indietro, a quanto
pare
erano stati processati e assolti prima di lui.
“Draco
Lucius
Malfoy” iniziò il Ministro Shaklebolt facendogli
spostare lo sguardo su di lui.
“Sa perché è qui, signor
Malfoy?”
Certo che lo
sapeva. “Per aver preso le scelte sbagliate.”
Riuscì a ribattere con voce calma
e bassa.
“Beh
sì, si può
riassumere così diciamo.” Gli occhi marroni
dell'uomo lo scrutavano e questo lo
metteva alquanto a disagio. “Sa cosa significa il suo nome in
francese?” Riprese
dopo quasi un minuto di silenzio.
Il suo
sguardo si fece appena confuso, solo per un attimo “Il.. mio
cognome? Non
capisco.”
“Significa
mala fede, signor
Malfoy.”
Il ragazzo
non si mosse “Continuo a non capire, signor
Ministro.”
“Non
trova
sia buffo? Con questo nome.. fare scelte del genere..”
continuò l’uomo
guardandolo.
“Non
credo che
il significato del mio nome abbia influito sulle pessime scelte che ho
fatto” lo
interruppe cercando di rilassarsi leggermente. “Non credo nel
destino o cose
del genere.”
“Mi
avevano
avvertito del suo caratterino, mi fa piacere sentire che non sia
cambiato molto
dopo un tragico evento come la guerra.”
Non aveva
idea, non aveva decisamente idea di quanto fosse cambiato per lui dopo
quella
battaglia, di quanto fosse cambiato lui. Draco non rispose continuando
a
guardare l'uomo con espressione imperturbabile.
“Arriviamo
al punto, signor Malfoy. Lei è stato catturato poche ore fa
a villa Malfoy come
mangiamorte, è accusato di tradimento verso il mondo magico
e di aver preso le
parti di Voldemort durante la guerra. Come si dichiara?”
“Innocente.
È stato tutto un malinteso, una serie di errori
che-“ Si zittì quando il
ministro alzò la mano.
“Mi
bastava
la prima parola, la ringrazio. Signor Potter? È pronto per
testimoniare?”
Stavolta
Draco non riuscì a trattenere la sorpresa: la sua vita era
nelle mani di Harry
Potter? Lo avrebbe aiutato? Condannato? Non credeva fosse capace di una
cosa
del genere ma non lo avrebbe biasimato, si era comportato male con lui.
Harry
si sedette davanti al ministro, Draco non riusciva a staccagli gli
occhi di
dosso, la sorpresa aveva preso il sopravvento ormai.
“Ha
chiesto
lei di testimoniare, Signor Potter. Prego.” Il ministro gli
fece un cenno con
la testa e l'altro i schiarì la voce prima di iniziare a
parlare.
“Draco
si è
sempre comportato malissimo, non solo con me e con i miei amici ma con
tutti. È
sempre stato meschino e menefreghista, ha sempre dimostrato cattiveria
nei miei
confronti. Non ci ho pensato due volte a venire qui quando me lo hanno
detto.”
La voce di Harry era ferma e seria, Draco si sentì scuotere
da un brivido, ma
non si mosse.
“Draco però
ha
anche avuto più occasioni per consegnarmi a Voldemort ma non l'ha
mai fatto. A villa
Malfoy mi avevano in pugno ormai, ma ero sotto incantesimo ed ero
praticamente
irriconoscibile. Bellatrix Lestrange ha chiesto a Draco se ero io e lui
ha
mentito. Lo ammetto, per un attimo ho avuto paura che mi avrebbe
consegnato, ma
poi ho.. ho visto qualcosa nei suoi occhi e ho capito che non l'avrebbe
fatto.
Che non è come tutti lo hanno sempre descritto. Draco Malfoy
è una brava
persona e può ancora vivere una buona vita, non merita di
essere condannato.”
Il biondo
distolse lo sguardo dagli occhi verdi dell'altro e fece vagare gli
occhi per la
sala. Cosa diavolo era quello? Imbarazzo?
Il ministro
rimase in silenzio per quelli che sembrarono minuti “Grazie
Signor Potter, può
tornare al suo posto. La sua deposizione è stata molto
importante.”
Harry
tornò
al suo posto e Draco tornò a rivolgere lo sguardo a
Shaklebolt mentre sentiva
l'ansia salite. La sua intera vita sarebbe stata decisa in quei
secondi. Si
strofinò il collo con una mano, iniziando a sudare freddo.
“Sa
signor Malfoy, ero partito all'inizio del
processo con una precisa idea e adesso ne sono solo più
convinto.” Il biondo si
sentiva sempre più sottopressione, il cuore a mille.
“Sono convinto che tu non
sia una cattiva persona, Draco. Sei giovane e intelligente, avrai una
vita
piena e prosperosa. Sei, come noi altri, una povera vittima degli
eventi. Sei
innocente.”
Draco si
fece scappare un sospiro strozzato e le sue spalle si rilassarono tutto
d'un
colpo, si ritrovò curvo sul banco con la fronte appoggiata
su di esso e la mano
accanto al viso stretta in un pugno. Il tutto durò solo
massimo cinque secondi,
poi si alzò in piedi ricomponendosi, gli occhi erano appena
appena lucidi. Dall'altra
parte dell'aula, Blaise Zabini aveva abbandonato la sua solita
compostezza e
piangeva silenziosamente a sguardo basso.
Invece di
avvicinarsi a lui, il biondo fece una mossa che sorprese tutti, forse
anche se
stesso. Si avvicinò ad Harry e dopo pochi secondi di
silenzio puntò gli occhi
nei suoi “Grazie, Potter.”
Harry
distese le labbra in un sorriso genuino e scosse leggermente la testa
“Di
niente.”
Draco si
girò e fece per andare da Blaise e Theodore ma venne
bloccato dalla voce
dell'altro che lo chiamava. “Ah Malfoy.”
Quando su
girò i suoi occhi si strabuzzarono, Harry gli stava porgendo
la mano. “Stavolta
sarai tu a non voler fare mica amicizia con le persone sbagliate,
no?”
Draco lo
fissò immobile per qualche secondo, poi alzò
l'angolo della bocca accennando un
sorriso e strinse la sua mano, in silenzio.
Quella
stretta di pochi secondi aveva creato una nuova alleanza, una nuova
amicizia –
o qualcosa di più – che da sempre era destinata a
nascere, era solo stato
ritardato il processo.
Draco mise
su il migliore dei suoi ghigni e lo guardò
“Quindi.. hai visto qualcosa nei
miei occhi, eh Potter?
“Oh ma
smettila Malfoy, cercavo di non farti rinchiudere a vita!”
“Certo,
se
lo dici tu.” Il biondo scosse leggermente la testa, poi
notò sua madre che
entrava scortata da un mago e la sua espressione si rilassò,
stava bene.
Si
girò
verso Harry “Dovrei..”
“Certo,
vai”
Sorrise il ragazzo. “Testimonierò in suo favore,
Draco. Senza di lei non sarei
qui.”
Draco gli fece un cenno con la testa, grato e dopo aver rassicurato sua madre sul fatto che stesse bene ed essersi fatto rassicurare a sua volta dalle condizioni del padre, raggiunse i suoi amici. Ormai era pronto a riiniziare.
Hey!
Salve, è la seconda
storia che scrivo su Harry Potter, ma la prima è ormai tanto
vecchia e mi macava scrivere in questo fandom, quindi eccomi qua.
Draco è il mio personaggio preferito e questa storia mi
è venuta di botto, un'illuminazione. Non
ringrazierò mai abbastanza Ylpeys per il meaviglioso banner
e per sostenermi sempre, grazie. Spero di riuscire a srivere presto
qualcos'altro. A presto,
Arey.